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Magazine Calcioinrosa - Dicembre 2020

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ANNO 4

NUMERO 13

www.calcioinrosa.it

PAGINA

14

info@calcioinrosa.it

Nel 2022 finalmente il calcio italiano

femminile diventerà professionistico. Era

ora non credi? «Assolutamente. E non

tanto per i salari, ma per tutto quello che

gira intorno alla vita di una calciatrice e

quello che ne sarà di lei dopo la carriera. Io

ho smesso di giocare a calcio a 25 anni

perché ho dovuto fare una scelta. Perché in

quel momento il calcio non mi permetteva

di vedere una prospettiva futura. E come

me tantissime altre giocatrici di grande

talento. Un vero peccato! Se nel 2022 si

arriverà finalmente a questo traguardo il

merito è di tutte quelle ragazze che in

questi anni hanno portato avanti le proprie

idee, si sono rese fastidiose, hanno discusso

e battuto i pugni sul tavolo e tante volte

hanno dovuto incassare pesanti sconfitte

morali. Quindi mi sento davvero di ringraziarle

ad una ad una perché insieme sono

riuscite a dare un futuro alle prossime

generazioni».

Anche la riforma del sport in Italia e le

nuove normative della FIFA, che saranno

ufficiali a breve, sono dei passi importanti.

Che ne pensi al riguardo?

«Penso che in generale, sia in Italia che nel

mondo, ci si stia movendo molto. Sono contenta

che ci sia finalmente attenzione per

temi delicati anche se la strada è ancora

lunga e tortuosa. Bisogna lavorare in Italia

a stretto contatto con le istituzioni internazionali

e rimanere sempre al passo».

Come vedi l’arrivo in Italia di giocatrici

come Veronica Boquete, Linda Sembrant,

Pedersen, Andressa, Moller? Hanno

alzato l’asticella al calcio in rosa italiano?

«Assolutamente. La presenza di

giocatrici straniere di qualità non fa che

migliorare il nostro campionato e le nostre

giocatrici. L’apporto più importante lo

portano con la loro mentalità e con il loro

esempio in allenamento e durante le

partite. Mi ricordo anni fa, quando iniziarono

ad arrivare le prime giocatrici estere in

Italia. Ci fu un po’ di polemica. Molte

persone sostenevano infatti che queste

giocatrici toglievano il posto alle “italiane”,

alle giovani leve. Ecco quando dico che in

Italia ci sono certi preconcetti che bisogna

pian piano sradicare! L’innesto di giocatrici

di un certo livello aiuta a cambiare

mentalità, ad aumentare l’intesità del gioco

e automaticamente a migliorare il livello

del nostro campionato e di conseguenza

anche i nostri talenti».

Hai seguito la Juventus e la Fiorentina in

Champions? Che ne pensi? «Sì, seguo

sempre le nostre squadre. E devo dire che

in Champions il fattore “fortuna” nei

sorteggi ha un ruolo sicuramente fonda-

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