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MENSILE DI INFORMAZIONE SUL CALCIO FEMMINILE

ANNO 4 - NUMERO 9 - GIUGNO 2020

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AMERICAN

DREAM

GRETA CAPELLETTI E’ PRONTA PER LA NUOVA FASE DELLA SUA VITA

«MATURITA’ E COLLEGE NEGLI STATES: DOPO TANTI ANNI DI SACRIFICI

FINALMENTE IL MIO SOGNO DI BAMBINA E’ REALTA’»


ANNO 4

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L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

L’effetto Mondiale 2019 è già finito? Probabilmente.

E di quel Juventus-Fiorenti-

fra interessi diversi fosse difficile ci eravamo abi-

di Fiorentina-Milan, ndd). Che fare una sintesi

na allo “Stadium” con 40mila persone? tuati ma qui si trattava di dare un segnale chiaro

Sicuramente. Il calcio femminile di vertice con

i professionisti, messo di fronte al primo, vero,

banco di prova per valutarne la compattezza e la

maturità è naufragato. Sciolto come un ghiacciolo

al sole. Letteralmente evaporato. La Serie

A femminile si è fermata, ma i motivi validi

mancano.

LA FIGC NON HA COLPE (STAVOLTA)

Tante volte ho criticato l’operato della Federazione

e della Lega Nazionale Dilettanti nella gestione

del movimento in rosa italiano: poco incisiva,

poco coraggiosa. Ma stavolta non mi sento

proprio di incolpare la Figc per aver semplicemente

messo nero su bianco quello che le società

e soprattutto le calciatrici avevano deciso il giorno

prima.

LE SOCIETÀ: MIOPI ED EGOISTE

Da un lato, appunto, le società: la presidente della

Divisione femminile Ludovica Mantovani si è

presentata ieri in Consiglio federale a mani vuote,

nel senso che le “12 sorelle” della Serie A Femminile

non si sono messe d’accordo sulla possibilità

o meno di riprendere la stagione a luglio (ricordiamo

che mancavano sei partite più il recupero

a tutti, cioè che il calcio italiano vuole davvero

aiutare il movimento femminile ad emergere.

Eppure non mi sento neanche di colpevolizzare

quelle società che, calcolatrice alla mano, si sono

rese conto che non giocare sarebbe stato sicuramente

più “redditizio” dal punto di vista sportivo,

visto che la Figc aveva già fatto intendere che in

caso di mancata ripresa sarebbe stato utilizzato il

famoso algoritmo per stilare le classifiche.

Alla fine, come si dice, “Aiutati che Dio ti aiuta”;

oppure “Mors tua, vita mea”. E così infatti è

stato. Nessuno, o perlomeno la maggioranza dei

presidenti, è andato al di là del proprio naso o del

proprio vantaggio esclusivo nel breve termine.

Invece di capire che giocare sarebbe stata la scelta

migliore sotto il profilo dell’immagine, degli

sponsor e del pubblico televisivo.

Senza dimenticare il fatto che la Figc si sarebbe

assunta i costi per il rispetto del protocollo

emergenziale. Particolare indubbiamente da

non sottovalutare visto che gran parte delle

riserve (espresse anche dal sottoscritto) erano

proprio relative a come le “piccole” società

avrebbero potuto far fronte ai costi enormi derivanti

dal dover fare test, tamponi e disinfezioni

a tappeto.

FLAVIO

GRISOLI

direttore@calcioinrosa.it

CALCIOINROSA.IT

Testata giornalistica

registrata presso

il Tribunale di Arezzo

n.5/2018

EDITORE E FONDATORE

Asd Calcioinrosa.it

Artemio Scardicchio

DIRETTORE RESPONSABILE

Flavio Grisoli

IN REDAZIONE

Paolo Alferi

Alessandro Colli

Lisa Grelloni

Isabella Lamberti

Salvatore Suriano

Mariano Ventrella

GRAFICA E IMPAGINAZIONE

Calcioinrosa.it

CREATIVITÀ LOGO

Rocco Lotito

roccolotito@gmail.com

QUESTO MESE

GRETA

CAPELLETTI

4-5

L’ANGOLO

DEL FISIO

7

ROBERTO

GALOPPI

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L’HARAKIRI DELLE CALCIATRICI

E se quella assunta dalle società, benché criticabile

perché eccessivamente personalistica

può essere per certi versi comprensibile,

la presa di posizione delle calciatrici è stata

al limite del cervellotico.

Il loro sindacalismo spinto ha prodotto un

autogol di dimensioni epiche, imponderabili.

Sotto lo slogan (per carità dignitosissimo

e legittimo) ormai trito e ritrito della

richiesta del riconoscimento dello status di

professioniste è stato fatto passare il concetto

che la ripresa non era possibile. Cosa c’entra

l’una con l’altra cosa? In questo preciso

momento, che differenza avrebbe fatto lo

status contrattuale delle giocatrici con la

ripresa o meno del campionato? Nel comunicato

pubblicato sul sito dell’Associazione

Calciatori si legge: “Siamo consapevoli che

potrebbe essere per noi un’opportunità

riprendere, ma crediamo anche che l’opportunità

vera emersa in questi mesi, o forse

una necessità non più procrastinabile, sia

quella di spingere verso l’alto questo sistema,

facendolo crescere e mettendo le giuste

basi per elevarci come calciatrici, assieme

ai nostri club e alla nostra federazione, per

dare sostanza e risorse vere a questo pezzo

di calcio che già a livello d’immagine è nel

cuore di molti”.

PROFESSIONISMO FEMMINILE: C’È

UNA LEGGE CHE LO VIETA

Quindi riprendere è un’opportunità ma

noi invece preferiamo salire sull’Aventino e

rivendicare diritti e tutele? Questo è il modo

per far crescere il calcio femminile? Nascondendosi?

Non avete considerato neanche

per un attimo il fatto che la Federazione

ha cercato in tutti i modi di equipararvi

almeno “di facciata” ai professionisti maschi

aspettando così tanto tempo? E, ribadisco,

offrendosi di sostenere le spese per il rispetto

del protocollo sanitario? Sapete anche

che, al di là delle singole (e meritorie) iniziative

da parte delle società, per avere di fatto

lo status da professioniste c’è da abrogare o

modificare una legge dello Stato, la 91/81?

E che di certo non può farlo il Consiglio

federale o il Consiglio Nazionale del Coni

ma il Parlamento della Repubblica Italiana,

con tutte le lungaggini che ne consegue?

UN’OCCASIONE SPRECATA

Come se non giocare queste sei partite potesse,

chissà per quale strano ragionamento

inverso, magicamente porre le luci della ribalta

sul problema del professionismo femminile

e innescare chissà quale confronto:

in questo periodo, secondo voi, la priorità

di un Governo (e del Parlamento) alle prese

con una crisi economica e produttiva senza

precedenti ha tempo (o voglia) di occuparsi

della legge sul professionismo sportivo?

Non c’è bisogno che vi risponda.

Invece care ragazze, ancora una volta, queste

luci saranno solo per gli uomini. E per

voi, lo dico a malincuore, purtroppo credo

che faranno molta fatica ad accendersi di

nuovo.

NAZIONALE: CROCE O DELIZIA?

Perché, e questo lo dico con grande timore,

così come le “Ragazze Mondiali” hanno

portato una notorietà e un’attenzione senza

precedenti all’intero movimento femminile,

possono sempre portarlo via. Non dimentichiamoci

che la Uefa ha già fissato le date

per le partite, decisive, di qualificazione al

prossimo Europeo. E rischiamo di arrivare

alle sfide con Israele e Bosnia (a metà

settembre) senza neanche una partita di

campionato nelle gambe da marzo. Immaginate,

e speriamo che resti solo immaginazione,

se dovessimo fallire la qualificazione:

sarebbe un disastro totale che si ripercuoterebbe

inevitabilmente su tutto il resto.

Siamo certi, allora, che rifiutarsi di giocare

sei partite di campionato sia per il bene del

movimento del calcio femminile italiano e

delle calciatrici?


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Greta e il sogno americano

Per Capelletti, classe 2001 ormai prossima a lasciare il Real Meda, si schiudono le porte dei college

USA: dopo la maturità si trasferirà nel Missouri, al college di Kansas City

MARIANO

VENTRELLA

Difensore laterale capace

di ricoprire con

medesimi risultati il

ruolo di terzino nella fascia laterale

destra o sinistra del campo,

si distingue per un poderoso

scatto, tenacia e determinazione,

esprimendosi al meglio delle

sue possibilità nelle gare che

contano, dove la posta in palio

diventa appetibile. Cresciuta nel

Real Meda ha militato anche nel

Fiammamonza e nel Sedriano,

prima di ritornare nella società

brianzola.

Alla scoperta di Greta Capelletti,

classe 2001, giovane calciatrice

di prospettiva, maturanda al

liceo classico che si appresta a

realizzare il sogno americano di

una vita, sbarcando in Agosto

nel prestigioso college di Kansas

City.

Ciao Greta, nella vita, a volte i

sogni diventano realtà

«Dopo tanti anni di sacrifici, finalmente

il mio sogno cullato sin

da piccola di poter frequentare

un college americano sta per

tramutarsi in realtà; in agosto mi

trasferirò negli Usa per unirmi

ai Blue Devils di Kansas City

dove potrò continuare a coltivare

ad alti livelli la mia passione

di sempre, il calcio, potendo allo

stesso tempo studiare all’Università

di sport e management;

il programma prevede di restare

oltre oceano per quattro anni,

al termine dei quali valuterò le

prospettive per il futuro; avevo

diverse opzioni di scelta ma alla

lunga ho preferito il college del

Missouri a quello dell’Ohio e del

New Jersey”.

A chi ti senti di dire grazie?

«In primis al coach Massimo

Carli dell’agenzia College Life

Italia che mi ha dato fiducia,

credendo nelle mie possibilità

nonché alla società del Real

Meda con la quale sono cresciuta,

affrontando tutta la trafila nel

passaggio dalla primavera alla

prima squadra».

I tuoi punti di riferimento

«In questi anni la compagna di

prima squadra Marta Vergani è

stata un buon modello da imitare

per grinta e personalità; nel

ruolo da difensore ammiro le

più famose colleghe di reparto

Fischer e Sara Gama mentre

come percorso da intraprendere

in carriera la calciatrice dell’Inter

Eleonora Goldoni resta un punto

di riferimento da seguire».

Riesci a conciliare studio e

sport?

«Conciliare l’attività agonistica

con lo studio non è affatto semplice

in Italia, specie se frequen-


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ti una scuola impegnativa come

il Liceo Classico; nel periodo di

quarantena non si è mai interrotto

lo studio, dispiace solo non

aver potuto affrontare le giornate

con quella ulteriore dose

di spinta ed energia che solo

una partita di calcio sa trasmetterti;

ora però devo tenere alta

la concentrazione sui libri, mi

appresto a sostenere l’esame di

maturità nei prossimi giorni, un

passo necessario prima di potermi

dedicare ad altri pensieri».

La tua stagione calcistica

«La mia annata è stata caratterizzata

da due impieghi con

due squadre differenti; nella

prima parte della stagione ho

militato in prestito in Eccellenza

nel Sedriano di mister Brustia,

un allenatore molto preparato e

competente che ha creduto nelle

mie capacità, permettendomi

di giocare con continuità; nella

seconda parte del torneo, a Dicembre

sono ritornata alla casa

madre del Real Meda in serie C,

contribuendo al raggiungimento

del secondo posto della squadra».

L’annata del Real Meda

«Ci tenevamo a concludere

il campionato, siamo arrivate

vicino alla vetta del girone ma

rimane la grande amarezza per

non essersela potuta giocare sul

campo fino in fondo, dovendo

accettare un verdetto d’ufficio

che seppur giustificato dall’emergenza

sanitaria, si fa fatica

a digerire».



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L’angolo del Fisio

In questo numero l’esperto ci introduce ad un attrezzo ormai di uso comune

fra gli atleti: il Foam Roller

STEFANO

FERRARI

Fisioterapista

Brescia Calcio Femminile

e Nazionali giovanili Italiane

Questo cilindro è in grado,

Per colpo di frusta si intende

grazie al movimeno di

una traumatica escursione

“rolling”, di rilassare la

della testa, per esempio

muscolatura, aiutando anche nella fase

durante la caduta all’indietro dopo un

di riscaldamento, prima di cominciare

colpo di testa durante una partita. Si

l’allenamento. Inoltre questo automassaggio

stimola la circolazione e combatte

può spesso associare anche ad un

trauma cranico quindi occorre prestare

il ristagno di liquidi, rivelandosi molto

molta attenzione post infortunio.

utile per chi soffre di ritenzione idrica.

Le lesioni che si creano interessano

principalmente la muscolatura ,

Oltre quindi ad alleviare i dolori muscolari,

aiuta a tonificare e rafforzare la

i legamenti, i dischi intervertebrali e,

muscolatura di addome, gambe, glutei

nel peggiore dei casi , le vertebre e il

e braccia, . Il foam roller risulta molto

midollo spinale. Il colpo di frusta si verifica

quando la testa e il collo vengono

benefico per la zona lombare: utilizzato

correttamente allevia la tensione, procu-

inaspettatamente ed improvvisamente

proiettati rando immediato in una direzione benessere. e poi rimbalzati

Questo nella benefico direzione cilindro opposta, svolge tutto un ciò

in massaggio modo molto miofasciale veloce. Durante e viene di questo solito

trauma utilizzato avviene per prevenire sempre contratture un movimento e

di infortuni, iperflessione praticando e di iperestensione un auto massaggio del

rachide sulle diverse cervicale fasce Appena muscolari, avvenuto sia superio-

il

trauma ri che inferiori. se si presentano Viene utilizzato sintomi sia come per

nausea, lavori indoor vomito che o outdoor giramenti ed di è testa ottimo e

svenimenti anche per trattare occorre il subito mal di recarsi schiena, al

pronto dovuto soccorso spesso a una ed effettuare cattiva postura, indagini o

diagnostiche per chi soffre mirate. di rigidità In seguito muscolare. le terapie

particolarità che solitamente di questo vengono attrezzo effettuate è

La

che

sono viene utilizzato solo sui muscoli, e non

- sulle Massoterapia articolazioni, facendo lavorare

- solo Tecarterapia le parti interessate senza rischi di

- fratture Terapia o manuale lesioni.Esercizio rachide per cervicale il mal di

- schiena: Esercizi per di alleviare allungamento dolori muscolari e in seguito

per sciogliere di ripristino contratture della muscolatura

che interessa-

o

no i muscoli della schiena c’è un semplice

esercizio, che è consigliato anche

a chi deve affrontare un allenamento,

in quanto previene eventuali problemi

muscolari. Posizionate il foam roller

sotto la schiena e fatelo scivolare lentamente

su e giù aiutandovi con il peso del

corpo. All’inIzio potrete avvertire un po’

di tensione che si scioglierà proseguendo

con l’esercizio.



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Galoppi, addio al Siena

L’ex ds lascia con vena polemica: «Tante promesse non concretizzate.

Il San Miniato Siena è una società che possibilità di crescere, ma quello

che cerco ora è un rapporto di chiarezza e fiducia reciproca»

MIRIANA

CECCHI

Intervista all’ormai ex team manager e

ds del San Miniato Siena Women Roberto

Galoppi, che nel suo personale

curriculum vanta tre promozioni in A: la

prima con il Chieti nella stagione 2015/16

alla quale sono seguite le due promozioni

in A con l’Empoli Ladies (ex Castelfranco).

Al termine di questa stagione calcistica,

non molto fortunata a causa di forze

maggiori, è arrivato l’addio con il San

Miniato Siena Women

«Lo scorso anno sono entrato in questa

società che aveva vinto tutto nel campionato

di Eccellenza e che si ritrovava ad affrontare

il suo primo anno di campionato di terzo livello:

inizialmente ricoprivo il ruolo di team

manager e, a seguito di alcuni problemi

dell’ex ds nonché ex preparatore dei portieri,

ho preso il suo posto in società. Purtroppo

le tante promesse non concretizzate hanno

avuto un ruolo fondamentale in questa

rottura; di questa esperienza ho comunque

dei bei ricordi e riconosco che la società del

San Miniato ha tutte le opportunità per

crescere».

«Puntiamo sulle giovani per la promozione

in A»: una sua citazione che delinea

la mentalità alla base del suo modo

di lavorare. Quale pensa che sia la chiave

per avere successo in quello che fa?

«La chiarezza è il primo elemento: senza un

rapporto di chiarezza e di fiducia continua

sia con la società sia con le ragazze non si farebbero

grandi passi. Il campo diventa una

seconda casa e la regola principale è quella

di risolvere i problemi».

Come vede la situazione attuale del

calcio femminile considerando anche la

recente decisione in merito alla sospensione

del campionato?

«Volente o nolente, era nella consapevolezza

comune che il campionato non sarebbe stato

portato avanti. Sarebbe bastato, però, saperlo

prima. Il calcio femminile viene riconosciuto

ancora come dilettantistico e questa

decisione delinea una mancanza di crescita

in un’occasione in cui si poteva dimostrare

che non c’è distinzione di importanza tra

calcio femminile e maschile».

Come vede il suo futuro da dirigente e

cosa cerca in una nuova squadra?

«Al momento non ho alcuna proposta concreta.

Cerco una società che sappia darmi

l’opportunità di mettere in pratica quelle che

sono le mie capacità e ciò che ho dimostrato

di saper fare in questi anni. Si impara dagli

errori e se trovassi una società che mi desse

fiducia tale da poter mostrare il mio desiderio

di riprendere un cammino e la voglia di

crescere, ne sarei davvero entusiasta».


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