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La Conquista_1:2021_SC

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2 La Conquista

A questo punto, torniamo alla

domanda di Nicodemo: «Come può rinascere

un uomo quando è vecchio?».

«È possibile – risponde Gesù -, se rinasce

dall’alto». Ma Nicodemo non ha

più compreso niente. La Chiesa rinasce

dall’alto, cioè rinasce dallo Spirito. È

stato così da sempre e continuerà solo

così, rinascendo dallo Spirito che la

prende vecchia com’è e la ringiovanisce.

Per poter rinascere dall’alto,

come singoli e come comunità, oggi

non ci basta neanche tornare al Concilio.

Occorre andare ancora più indietro

e ricominciare da Gesù. Oggi è possibile

proporre la buona notizia di Gesù

Cristo, ma non prima di aver ascoltato

attentamente gli interrogativi del mondo

attuale.

La Chiesa non ha niente da

ascoltare dagli uomini di oggi? È chiamata

solo a proporre agli altri la verità?

Non siamo chiamati tutti ad ascoltare

il Vangelo, proprio in questa nuova

situazione in cui viviamo? Anche noi,

parroci e operatori pastorali che proponiamo

la fede, abbiamo bisogno di

ascoltare gli inviti di Dio alla conversione.

Bisogna pur riconoscere che

passi importanti, per accostare la gente

col Vangelo, sono stati fatti in questi

anni. Il più delle volte sono stati fatti

in maniera un po’ defilata, ma con fatti

concreti: incontri con genitori, preparazione

al matrimonio, serate di comunità

e fraternità… dove collaboratori

pastorali, insieme ai parroci, hanno

cercato di creare un clima fraterno e

dialogante, in atteggiamento aperto di

ascolto reciproco con coloro che si avvicinavano

alla parrocchia.

Nella Chiesa pensiamo di avere

un’offerta che risponde alle domande

più profonde dell’essere umano,

ma ne siamo proprio convinti? Prima

di domandarci come interessare gli

uomini di oggi all’offerta di salvezza

che facciamo, occorre farla veramente

nostra. Prima di migliorare la proposta,

e renderla più attraente per gli uomini

che vivono in questa società, occorre

“rinascere dall’Alto”.

Che cosa vuol dire? Tornare

a Gesù. Di nascosto e in privato come

Nicodemo? Meglio insieme! Con tutte

le risorse che abbiamo ma, ancor

meglio, con la forza dello Spirito che

viene dall’Alto e che ha sempre portato

avanti, nel tempo, la sua comunità.

Dalla tradizione alla convinzione

Sempre meno di tradizione, sempre più di convinzione. Non siamo più nella cristianità! Era una cosa che gli

studiosi andavano dicendo da tempo, ma adesso l’ha detto anche il Papa: «Fratelli e sorelle, non siamo più nella

cristianità, non più! Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare

a una pastorale relativistica.

Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente

– non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa,

emarginata e ridicolizzata». Queste le parole di Papa Francesco del 21 dicembre 2019.

Chiesa del futuro

Il dato statistico più evidente: l’abbandono della pratica religiosa ufficiale è l’effetto più visibile della fine della

cristianità. Come dire, quando si tratta remare controcorrente i più si tirano indietro. Ne rimangono pochi, un piccolo

resto, una minoranza. E i giovani sono i primi a non partecipare più alla vita ordinaria della comunità cristiana.

È il dato più eclatante, tra l’altro previsto da alcuni teologi, tra cui il giovane J. Ratzinger nel lontano 1969. Per

lui era l’effetto della necessaria purificazione operata dal Concilio Vaticano II: «La Chiesa del futuro diventerà più

piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Essa non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo

della congiuntura alta. Essa, oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi

nella società.

Essa si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può

accedere solo per il tramite di una decisione».

Spazio promettente di autenticità

Il nostro è “il tempo dell’autenticità”: significa

che le cose che faccio devono essere

il frutto di una mia libera elezione, che nelle

mie opzioni di vita non posso né devo essere

costretto da nessuno.

Questo significa “autenticità”: una scelta

realmente personale, frutto di una convinzione,

esito di un discernimento. I giovani oggi

sono immersi un questo “contesto di autenticità”:

chi potrebbe, nel mondo occidentale,

imporre loro qualcosa?

È questo il nuovo spazio dell’annuncio cristiano, perché oggi nelle società secolari assistiamo anche a una

riscoperta di Dio e della spiritualità. Questo costituisce per la Chiesa uno stimolo a recuperare l’importanza dei dinamismi

propri della fede, dell’annuncio e dell’accompagnamento pastorale. (Sinodo dei Giovani).

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