La Conquista_1:2021_SC
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La Conquista
29
La Pieve di S. Stefano
Gli anni del Pievano don Germano Candeago (3a puntata)
Primo numero de
“La Conquista”
Molte parrocchie della
Diocesi di Belluno avevano cominciato,
proprio in quegli anni, a
pubblicare un bollettino proprio soprattutto
allo scopo di raggiungere i
numerosi emigranti lontano dal loro
paese e dalle famiglie. Nuove destinazioni
si erano aggiunte negli anni
Trenta aggiungendosi alle precedenti.
Ora molti andavano verso il
Piemonte piuttosto che in Australia,
verso l’Agro romano… Una nuova
forma di impiego era per le ragazze
il servizio in famiglie della grande
città: Milano, Torino, Roma…
A S. Stefano, non era passato
molto tempo dall’ingresso di
don Germano Candeago e anche
la nostra parrocchia ha cominciato
a stampare il suo giornale col titolo
“La Conquista”. Il primo numero
porta la data gennaio – febbraio
1936.
Si tratta di un foglio di
quattro facciate soltanto, ma fitte
di notizie, esortazioni del parroco e
riflessioni… parte fatte in casa a livello
locale, il resto riportando vuoi
parole del Papa, o brani di giornalisti
cattolici, vite di Santi e spesso
dibattiti controversisti.
Sulla testata compaiono
quattro chiese: la pievanale «matrice
del Comelico» (così è scritto),
poi le altre tre nell’ordine: Campolongo,
Costalissoio e la più piccola
Casada. Sotto un candelabro acceso,
una frase del vangelo di Giovanni:
«La luce splende nelle tenebre».
Una seconda, pure programmatica
di uno stile di dialogo, è: «Nelle
cose necessarie unità, nelle dubbie
libertà, in tutte carità».
Ma è la testata stessa, “La
Conquista”, originale, scelta dal redattore
e che lui stesso si appresta a
spiegare.
“La Conquista” sarà…
una campana di carta!
Don Germano comincia dicendo
quello che il bollettino non
vuole essere. Soprattutto non servirà
a rivolgere richiami all’ordine
e tanto meno rimproveri, ma vorrà
avere verso tutti «il linguaggio della
carità».
«Il Foglietto non sarà un
notiziario politico o una cronaca
che sia il sunto degli avvenimenti
civili; non un bollettino agricolo o
commerciale; nemmeno un’autoincensazione
o auto-difesa, o peggio,
una raccolta di pettegolezzi.
Se dovrà rilevare delle deficienze
immancabili in ogni famiglia, così
anche in quella più vasta della Parrocchia,
sarà sempre col linguaggio
della carità e con l’unico intento del
bene. Piccolo di proporzioni, ma
sempre elevato e cortese con tutti!».
Il foglietto, come l’autore
chiama “La Conquista”, voleva essere
strumento dello zelo del pastore
«che oltrepassa le mura del Tempio».
Don Germano voleva, al suo
tempo, un cristianesimo che usciva
dalla sacrestia… Oggi con papa
Francesco si direbbe “una Chiesa in
uscita”.
«Sarà invece [il bollettino]
la estensione dello zelo pastorale
del Parroco che oltrepassa le mura
del Tempio: uno sfogo del suo amore
paterno, nel timore che i figli
dimentichino troppo presto le sue
parole di verità e di salvezza, udite
nella chiesa: la premurosa sollecitudine
del Pastore che vuol giungere
anche a quelle anime, a tutte quel-
Don Germano (part.) attorniato dalle
scolare della Scuola di taglio e cucito
di Campolongo.
le anime, che lo fuggono, errando
lontano nell’indifferenza religiosa e
nel peccato.
Sarà ancora la voce delle
Opere Parrocchiali, l’eco di tutte le
iniziative di bene, per segnalare il
buon esempio, ovunque si trovi, a
risveglio dei sonnolenti, a stimolo
dei pigri, a incoraggiamento dei volonterosi!
Sarà la campana… di carta
che, nella famiglia parrocchiale,
chiamerà silenziosamente, ma insistentemente
i figli alla casa comune,
la Chiesa: perché là siamo nati alla
vita spirituale… Sarà, il Bollettino,
una bandiera di fede, un vincolo
d’amore, per tutti, vicini e lontani,
i figli della Parrocchia!».
Come le campane invitano
a recarsi nella propria chiesa, così
le pagine del bollettino avranno un
suono piacevole e un’armonia di
casa che si farà sentire lontano: «La
spiegazione del mio intento, nell’iniziare
la pubblicazione del Bollettino,
è tutta nel nome: la Conquista.
Memore delle parole programmatiche
del gran santo Don Bosco: