La Conquista_1:2021_SC
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4 La Conquista
La vita in Parrocchia
ULTIMO SALUTO A DON MAURIZIO
Sabato 16 gennaio a Danta, parroci
amici insieme con il vescovo, e presenti
le autorità, abbiamo concelebrato il
funerale di don Maurizio Doriguzzi.
Quando a fine dicembre 2018
era transvolato d’urgenza all’ospedale S.
Martino di Belluno, era cessata la presenza
fisica del parroco di Campolongo (dopo
37 anni!), ma certo non veniva meno la sua
presenza spirituale. Restava lui il pastore
“emerito” che dall’alto di Danta, a casa
sua dove era tornato per motivi di salute,
seguiva con l’affetto e la preghiera il popolo
che il Signore gli aveva affidato per oltre
trent’anni.
Benvoluto da tutti, a cominciare
dai suoi colleghi parroci, non si negava
alle nostre riunioni negli anni passati.
Ricordiamo la gioviale partecipazione
alle gite pellegrinaggio foraniali, a diversi
santuari lui un po’ più anziano «con questi
giovani!». Poi la sua puntuale presenza
alle riunioni (piuttosto rare a dire il vero!)
per iniziative pastorali e anche conviviali
(come quando gli avevamo organizzato un
pranzo per il suo 50° di sacerdozio, e ha
voluto poi offrircelo lui!).
Legami di affetto e di profonda
amicizia sono rimasti con i parrocchiani
di Campolongo. Gli effetti della sua opera
zelante di parroco, tanti anni, si vedono e
si sentono. Sono tanti i frutti di una presenza
attenta ma discreta, silenziosa ma
costante e determinata, umile e benevola
con tutti.
In questi due anni, la gente si
informava sempre del suo stato di salute.
Da parte sua, don Maurizio gradiva molto
qualche visita di parrocchiani, specialmente
dei bambini, ma dopo l’emergenza
Covid sono diventate più rare. Fortuna
che i social potevano supplire (senza pericolo!)
e anche l’autista della Dolomitibus,
Lorenzo, quando aveva la linea di Danta
manteneva i contatti settimanalmente e ci
aggiornava.
Don Maurizio non ha mancato
di scendere a concelebrare in chiesa, per
qualche occasione significativa di Campolongo,
come nelle feste di S. Giacomo
e della Madonna della Salute. Anzi, ha
superato sé stesso quando una volta ha
fatto anche lui tutto il percorso reggendo
la reliquia. Ha voluto esserci, un anno fa, al
funerale del giovane Gabriele.
L’opera pastorale di parroco, invisibile
e nascosta, si vede nella sensibilità
religiosa delle persone che rimane nei parrocchiani,
prima della cura dei particolari
nelle feste: nello zelo e nella partecipazione
collaborativa e corresponsabile di molti
laici… nella liturgia, nel canto, nella cura
degli edifici parrocchiali e nell’amministrazione.
Abbiamo dato l’ultimo saluto
al parroco “emerito”, ma è come non si
fosse mai staccato. Don Maurizio resta
nel ricordo di tutti, col suo volto sereno e
incoraggiante, col suo sorriso fatto anche
di arguzia e battutine simpatiche. Resta
soprattutto con la sua preghiera e gli incitamenti
decisi a perseverare sulla via della
fede. (don Paolino)
CONVERGENZA FORANIALE
Si è tenuta una riunione foraniale
on line il 18 dicembre. Vi ha partecipato
Nicola Pontil, vicepresidente del nostro
consiglio pastorale interparrocchiale.
Contento dell’esperienza ha comunicato:
«Ciao a tutti! Vi mando alcuni appunti della
riunione. Non è un verbale ma parte degli
interventi più saglienti così come ho cercato
di memorizzare. Scusate le imprecisioni,
ma ho scritto per far avere qualche
nota a chi non ha potuto esserci…
Personalmente ne sono uscito
contento, anche se non mi aspettavo miracoli.
Il confronto in forania è stato utile,
anche perché permette di conoscerci un
po’ meglio, di capirci anche nelle diversità,
di cercare nuovi stimoli anche se tendiamo
a mettere sempre davanti le difficoltà.
Il vescovo negli orientamenti pastorali
parlava di piccole luci da valorizzare:
non siamo dei fari, ma nel buio risalta
anche la luce delle piccole candele. Se
non ricordo male, Gesù non disse «State
fermi. Invocate lo Spirito Santo e qualcosa
succederà», ma «Andate, dunque!»…
NATALE IN CASA DI RIPOSO
Per gli ospiti della Casa di Soggiorno
queste festività sono state particolarmente
malinconiche e più di qualcuno
non ha nascosto il desiderio che
potessero passare in fretta. La difficoltà
ad accettare ancora il fatto di non poter
vedere i propri cari se non attraverso un
vetro, non potersi abbracciare, nemmeno
toccare, è grande, soprattutto in questo
periodo dell’anno che già di per sé rende
più complicato anche il fatto di trovarsi
ospiti in una struttura. Questa volta il tutto
si è amplificato dall’essere costretti a stare
“chiusi dentro” e non vedere mai nessuno
Ci piange il cuore di non aver potuto entrare più nella Casa di soggiorno che è rimasta prudentemente chiusa per
evitare contagi. Finalmente a Natale si è potuto comunicare via web e far arrivare la Messa dalla cappella di S. Stefano
al gruppo degli anziani radunati in sala. È stata una celebrazione vera: si vedevano le persone, si sentivano le
voci da una parte e dall’altra. Da una parte la liturgia, dall’altra risposte, canti e anche una poesia di saluto di Dino
Zandonella. Il “miracolo” del collegamento è stato fatto con la collaborazione di Vanessa e di Lorenzo. Preghiamo e
speriamo di tornare alla normalità!