syndicom rivista N.26
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!
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<strong>syndicom</strong><br />
N. 26 Novembre-Dicembre 2021<br />
<strong>rivista</strong><br />
Verso<br />
il servizio<br />
pubblico<br />
del futuro
Pubblicità<br />
Cassa pensione freelance<br />
Il 2° pilastro su misura per i lavoratori indipendenti<br />
Da oltre 30 anni, la cassa pensione freelance assicura i membri del sindacato<br />
<strong>syndicom</strong> nonché altri lavoratori indipendenti che lavorano nel settore dei<br />
media e della comunicazione. Sia che i vostri contributi AVS vengano gestiti<br />
dal datore di lavoro, che siate collaboratrici o collaboratori «freelance»<br />
fissi o che siate professionisti indipendenti, la CP freelance offre una soluzione<br />
su misura per la vostra previdenza professionale – anche per un reddito<br />
modesto o irregolare e anche se lavorate per diversi committenti.<br />
È ora di pianificare<br />
il vostro futuro:<br />
www.pkfreelance.ch
Sommario<br />
4 Team vincenti<br />
5 Brevi ma utili<br />
6 Dalla parte degli altri<br />
7 L’ospite<br />
8 Dossier: servizio pubblico<br />
16 Dalle professioni<br />
17 Crisi climatica e lavoro<br />
22 Politica<br />
25 Diritto e diritti<br />
26 Idee<br />
27 Mille parole<br />
28 Eventi<br />
30 Un lavoro, una vita<br />
31 Cruciverba<br />
32 Inter-attivi<br />
Care lettrici, cari lettori,<br />
dieci anni fa abbiamo fondato il sindacato <strong>syndicom</strong>.<br />
Sono stati dieci anni movimentati che ci<br />
hanno richiesto tanta energia, tenacia e creatività.<br />
Siamo riusciti a superare diversi ostacoli e<br />
abbiamo anche adottato decisioni difficili ma<br />
innovative. Grazie a forza di volontà, pazienza e<br />
caparbietà stiamo contribuendo a forgiare in<br />
modo determinante la nostra società. Guardare<br />
indietro ci aiuta a vedere in modo più chiaro la<br />
strada ancora da percorrere. Ai tempi della nostra<br />
fondazione avevamo pochi contratti collettivi<br />
di lavoro (CCL) e una lunga serie di sfide.<br />
L’impegno per i CCL, per moderne condizioni di<br />
lavoro o vertenze sindacali ha caratterizzato<br />
l’attività di <strong>syndicom</strong>. Siamo riusciti a far fiorire<br />
un po’ di verde in alcuni deserti sindacali, come<br />
l’infrastruttura di rete, i call center oppure la logistica.<br />
Stabiliamo tendenze in materia di orari<br />
di lavoro, digitalizzazione sociale, salari, protezione<br />
contro il licenziamento o telelavoro digitale.<br />
La nostra importanza sta crescendo, ma la<br />
partecipazione individuale, ovvero il grado di<br />
sindacalizzazione, si sta abbassando. Acquisire<br />
nuovamente un maggior numero di persone attive<br />
è pertanto una grande sfida. Abbiamo gettato<br />
le basi per questo. Il Congresso adotterà<br />
ulteriori decisioni, determinanti per il nostro futuro.<br />
<strong>syndicom</strong> intende rafforzare e rafforzerà<br />
nel suo orientamento l’intero movimento sindacale.<br />
Abbiamo le competenze, la volontà e la<br />
capacità di farcela. Ecco perché i migliori anni<br />
devono ancora venire. Il futuro appartiene a<br />
<strong>syndicom</strong>. Avanti tutta!<br />
17<br />
28<br />
30<br />
Daniel Münger, presidente di <strong>syndicom</strong>
4<br />
Team<br />
vincenti<br />
Il team del Congresso <strong>syndicom</strong>:<br />
«La nostra ricompensa è che fili tutto liscio»<br />
Il team del Congresso <strong>syndicom</strong><br />
(da sinistra):<br />
Pieter Poldervaart, giornalista freelance<br />
a Basilea, realizzatore della relazione<br />
sulla legislazione 2017–2021:<br />
«Il team di traduttori di <strong>syndicom</strong> è<br />
fantastico. In caso di urgenza, la<br />
risposta arriva da un giorno all’altro».<br />
Jacqueline Hadji, assistente del Comitato<br />
direttivo e collaboratrice del pool<br />
amministrativo.<br />
Yvonne Scheurer-Arnet, collaboratrice<br />
del pool amministrativo e responsabile<br />
dell’organizzazione del Congresso:<br />
«Nell’amministrazione abbiamo un<br />
team fantastico che ci permette di non<br />
perdere il controllo».<br />
Roger Leuenberger, grafico a Berna,<br />
realizzatore del raccoglitore ad anelli<br />
con le proposte del Congresso: «Il concetto<br />
del raccoglitore ad anelli si è<br />
dimostrato valido. Le 124 pagine in tre<br />
lingue sono state possibili solo grazie<br />
all’attento lavoro preparatorio del pool<br />
amministrativo».<br />
Testo: Pieter Poldervaart<br />
Foto: Alexander Egger<br />
«Avremo finito solo<br />
poco prima di Natale»<br />
Per noi la programmazione del Congresso<br />
di <strong>syndicom</strong> era partita già a<br />
inizio anno. Allora avevamo conteggiato<br />
i delegati – per ogni sezione,<br />
settore e GI – in base all’attuale numero<br />
di membri. Poi sono arrivate le<br />
proposte – 60 in tutto – che hanno<br />
dovuto essere formattate, tradotte,<br />
valutate e smistate dal Comitato direttivo.<br />
Infine, il Comitato centrale<br />
ha emesso una raccomandazione per<br />
ogni proposta. Siamo riusciti a raggruppare<br />
e coordinare gli input che<br />
rappresentano l’inizio concreto della<br />
discussione sul futuro del sindacato.<br />
Tutti i documenti sono stati riuniti in<br />
un raccoglitore che sarà inviato ai delegati<br />
entro i termini previsti, insieme<br />
alla relazione sulla legislazione<br />
2017–2021. In questo modo potranno<br />
studiarsi preventivamente le proposte<br />
e le raccomandazioni del Comitato<br />
centrale.<br />
In realtà il Congresso 2021 era<br />
stato pianificato per giugno. A causa<br />
dell’incerta situazione pandemica<br />
era stato rinviato all’autunno, ma anche<br />
adesso ci sono delle limitazioni.<br />
Si dovrà mantenere il distanziamento<br />
tra i posti a sedere, non è prevista<br />
la presenza di ospiti e il tradizionale<br />
banchetto del venerdì sera sarà sostituito<br />
da un ricco aperitivo. Siamo<br />
così riusciti ad adeguarci alle circostanze.<br />
Il Congresso potrà pertanto<br />
svolgersi in presenza nonostante le<br />
limitazioni.<br />
Siamo lieti di aver potuto contribuire,<br />
assieme a tutto il pool amministrativo,<br />
alla riuscita di questo<br />
evento importante per il futuro di<br />
<strong>syndicom</strong>. Ma il nostro lavoro non è<br />
ancora finito. Fino al giorno prima<br />
del Congresso ci dobbiamo occupare<br />
di diverse comunicazioni dell’ultimo<br />
minuto oppure dobbiamo aiutare coloro<br />
che, contrariamente alle informazioni<br />
ricevute, non hanno prenotato<br />
autonomamente la loro camera<br />
di albergo in base alla lista degli hotel<br />
disponibili a Langenthal e nella<br />
regione. Oppure se il giorno del Congresso<br />
si verificano delle disdette<br />
all’ultimo momento... Ma in generale<br />
tutto fila liscio. Il capitolo sarà<br />
però del tutto chiuso soltanto poco<br />
prima di Natale. Fino ad allora le delibere<br />
del Congresso dovranno essere<br />
pubblicate online nelle tre lingue.
Brevi ma utili<br />
Basta! Così non va! \ EFJ, giornalisti a confronto \ Industria<br />
grafica, il punto \ Buoni Reka, nuove regole \ Ticino, iniziative da<br />
sostenere \ Elezioni CP Posta, un successo \ Le rivendicazioni<br />
di Smood \ Contatti<br />
5<br />
Basta! Così non va!<br />
Diverse centinaia di persone si sono<br />
riunite il 17 novembre davanti alla sede<br />
principale della Posta a Berna. Alla<br />
presenza di Pierre-Yves Maillard, presidente<br />
dell’USS, e di Daniel Münger,<br />
presidente di <strong>syndicom</strong>, sono state<br />
consegnate 3’700 firme alla direzione<br />
per protestare contro la soppressione<br />
dei buoni per i pensionati. Un segnale<br />
forte contro le costanti misure di risparmio<br />
realizzate sulle spalle delle persone<br />
in AVS e un atto di solidarietà del<br />
personale della Posta verso i suoi pensionati!<br />
Seguiranno ulteriori sviluppi…<br />
EFJ, giornalisti a confronto<br />
<strong>syndicom</strong> era presente l’8 e 9 ottobre<br />
scorsi a Zagabria all’assemblea annuale<br />
della Federazione europea dei giornalisti<br />
(EFJ). Le discussioni hanno riguardato la<br />
sicurezza dei giornalisti, in particolare<br />
nei Balcani e in Bielorussia, ma anche le<br />
misure SLAPP (Strategic Lawsuit Against<br />
Public Participation), procedure giudiziarie<br />
destinate a intimidire i professionisti<br />
dei media. Uno dei momenti forti<br />
dell’incontro è stata la testimonianza di<br />
Andreï Bastunets, presidente dell’Associazione<br />
dei giornalisti bielorussi.<br />
Industria grafica, il punto<br />
A fine settembre c’è stato un terzo incontro<br />
con la direzione di CH Media Print<br />
AG che vorrebbe lasciare il CCL a fine<br />
anno. È stato proposto, come primo<br />
passo, di posticipare l’uscita a fine 2022<br />
dal momento che lo stesso CCL è stato<br />
prolungato per la stessa data. Attendiamo<br />
risposta: quindi tutto è ancora aperto.<br />
Nel frattempo, presso Stämpfli (che<br />
quest’anno festeggia ben 222 anni di<br />
attività, nella foto), il CCL aziendale è<br />
stato prolungato fino a giugno 2022,<br />
con possibilità di un’ulteriore proroga.<br />
Nei primi mesi del prossimo anno, si farà<br />
il punto della situazione insieme alla<br />
Commissione del personale.<br />
Buoni Reka, nuove regole<br />
Dal 2022 i nostri membri riceveranno<br />
automaticamente una polizza di versamento<br />
Reka per la quota massima<br />
(CHF 700.– con il 7% di sconto), valida<br />
tutto l’anno. L’ordinazione diretta presso<br />
<strong>syndicom</strong> non sarà quindi più necessaria.<br />
Prelievi parziali (CHF 300.–/<br />
400.–) sono tuttora possibili. Potete<br />
beneficiare dei buoni 2021 a condizione<br />
che le ordinazioni ci pervengano entro<br />
le ore 11.00 del 15 dicembre 2021. Ma<br />
soltanto se il pagamento verrà effettuato<br />
prima del 31 dicembre.<br />
Ticino, iniziative da sostenere<br />
<strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano aderisce al<br />
comitato referendario contro il decreto<br />
legislativo concernente il pareggio del<br />
conto di economico (informazioni: <strong>syndicom</strong>.ch/MivzA)<br />
e all’iniziativa per un<br />
salario minimo di 21,50 franchi orari e<br />
per abolire la deroga ai settori con CCL.<br />
Consultare il sito: <strong>syndicom</strong>.ch/FSrMX<br />
Elezioni CP Posta, un successo<br />
Con il 60% dei voti, <strong>syndicom</strong> ha confermato<br />
3 seggi su 5 alle recenti elezioni<br />
per la rappresentanza del personale<br />
nel Consiglio di fondazione della<br />
Cassa pensioni Posta. Grazie al voto e<br />
all’impegno di chi ci ha sostenuto!<br />
Le rivendicazioni di Smood<br />
Dopo intensi scambi con il personale di<br />
Smood, <strong>syndicom</strong> chiede che le condizioni<br />
di lavoro siano adeguate agli standard<br />
definiti nel CCL per corrieri in bici.<br />
Con salari più alti, rimborsi spese chiari<br />
e adeguate pianificazioni dei turni.<br />
Contatti<br />
Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno<br />
lu e gio 08.00-12.00, ma-me-ve 13.30-<br />
17.30. e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />
Cassa disoccupazione <strong>syndicom</strong><br />
lu-ma-gio 09.00-11.30 me 14.00-16.30<br />
cassa.disoccupazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />
pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />
e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />
Agenda<br />
Dicembre<br />
1<br />
Alle frontiere della violenza<br />
Bellinzona, Auditorium SSSAT, ore 18.00<br />
Serata di approfondimento sulla violenza<br />
di genere nell’ambito dell’accoglienza<br />
di persone richiedenti asilo.<br />
Organizzata dalla rete nateil14giugno,<br />
con la collaborazione di Comundo e<br />
Soccorso Operaio Svizzero Ticino.<br />
www.nateil14giugno.ch<br />
Iscrizioni: info@avaeva.ch<br />
Fino al 6 marzo<br />
Swiss Press Photo<br />
Prangins, Museo Nazionale Svizzero<br />
Le immagini vincitrici dello Swiss Press<br />
Photo 21 e del World Press Photo 21.<br />
www.chateaudeprangins.ch<br />
Gennaio<br />
Fino al 31<br />
Registrazione ProLitteris<br />
Entro fine anno è possibile iscriversi e<br />
registrare le proprie opere (Print,<br />
Online o Broadcast) presso ProLitteris,<br />
per ricevere i relativi diritti d’autore.<br />
Informazioni: prolitteris.ch<br />
Febbraio<br />
13<br />
Votazione popolare<br />
In particolare, sul pacchetto di misure<br />
a favore dei media. Informazioni:<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/eK7GM<br />
Marzo<br />
4-13<br />
FIFDH<br />
Ginevra, 20esima edizione del Festival<br />
del Film e Forum sui diritti umani.<br />
Programma: fifdh.ch<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/agenda
6 Dalla parte<br />
Da novembre 2020 André Krause è CEO della nuova società<br />
degli altri<br />
Sunrise UPC. Dopo che a gennaio era stata annunciata una<br />
massiccia soppressione di posti di lavoro dovuta alla fusione,<br />
a luglio l'azienda ristrutturata ha presentato un nuovo CCL.<br />
1<br />
Com’è avvenuto il processo di<br />
ristrutturazione dopo la fusione?<br />
È soddisfatto?<br />
Ci stiamo muovendo molto velocemente<br />
con l’integrazione. Questo vale<br />
anche per la ristrutturazione. Ad aprile<br />
avevamo annunciato di fare chiarezza<br />
nel giro di poche settimane<br />
sul futuro che la maggior parte dei<br />
lavoratori avrebbe avuto in azienda.<br />
Ebbene, abbiamo raggiunto il nostro<br />
obiettivo e abbiamo potuto comunicare<br />
chiaramente la nuova struttura<br />
aziendale prima della pausa estiva.<br />
2<br />
Nel piano sociale, per attutire i tagli<br />
sono state definite diverse misure con<br />
l’obiettivo di integrare rapidamente<br />
nel mercato del lavoro i dipendenti<br />
licenziati. Come sta andando?<br />
Stiamo procedendo. Il piano in collaborazione<br />
con il nostro partner specializzato<br />
in outplacement procede<br />
come da programma. Siamo grati di<br />
ricevere un feedback positivo da parte<br />
dei lavoratori e siamo felici di constatare<br />
che i nostri dipendenti sono richiesti<br />
sul mercato tanto che diversi<br />
di loro hanno già trovato un nuovo<br />
impiego.<br />
3<br />
Il nuovo CCL viene considerato altamente<br />
innovativo. Quali sono gli<br />
aspetti principali e come funziona<br />
l’attuazione in azienda?<br />
Con il nuovo CCL abbiamo semplificato<br />
i sistemi salariali. Tutti i collaboratori<br />
hanno diritto al bonus. Il congedo<br />
maternità e paternità, i festivi<br />
ecc. sono stati regolamentati generosamente,<br />
oltre il limite legale. Inoltre,<br />
concediamo un’elevata flessibilità<br />
grazie a un modello di orario di lavoro<br />
annuale. Le innovazioni sono state<br />
accolte molto positivamente e ci rendono<br />
attrattivi come datore di lavoro.<br />
4<br />
Il nuovo CCL si concentra in particolare<br />
sul «new way of working» sviluppato<br />
dalle parti sociali.<br />
Cosa si intende concretamente?<br />
Il «way of working» di Sunrise UPC è<br />
la gestione autonoma del tempo e il<br />
lavoro autodeterminato. Offriamo ai<br />
lavoratori un lavoro flessibile ad<br />
esempio da casa, in viaggio o in ufficio,<br />
come conviene meglio alle loro<br />
esigenze personali e professionali.<br />
Con il modello di orario di lavoro annuale<br />
supportiamo l’organizzazione<br />
flessibile del lavoro. Fiducia, output,<br />
flessibilità, autodeterminazione e<br />
autoresponsabilità sono le basi della<br />
nostra collaborazione.<br />
5<br />
Nel CCL è previsto per i collaboratori<br />
un maggiore diritto di partecipazione<br />
in azienda. Quali sono le sue idee?<br />
Si inizia con la rappresentanza del<br />
personale, che è una voce importante<br />
dei lavoratori. La direzione è in uno<br />
scambio continuo con lo staff committee<br />
e in dialogo costruttivo con<br />
<strong>syndicom</strong>. Inoltre lavoriamo con circa<br />
60 ambasciatori del cambiamento<br />
e della cultura che determinano<br />
la nostra cultura e i nostri valori.<br />
In generale optiamo per una cultura<br />
della porta aperta, con gerarchie piatte,<br />
tanto margine creativo e decisionale<br />
per i nostri dipendenti.<br />
6<br />
Nel settore delle telecomunicazioni<br />
si parla di una possibile riduzione<br />
dell’orario di lavoro. Che ne pensa?<br />
A Sunrise UPC supportiamo laddove<br />
possibile i modelli di orario di lavoro<br />
innovativi come ad esempio il job<br />
sharing oppure il lavoro a tempo parziale.<br />
Siamo convinti che la diversità<br />
ci renda vincenti e che i differenti<br />
modelli di orario di lavoro ci aiutino.<br />
Testo: Nick Manouk<br />
Foto: Sunrise UPC
L’ospite<br />
Le prove che stiamo attraversando<br />
da quasi due anni ci hanno dimostrato in modo<br />
eclatante che anziché «razionalizzare» e liberalizzare,<br />
bisogna investire fortemente laddove c’è<br />
del valore per la società. Investire quindi su ciò<br />
che riunisce le persone, su ciò che se ne prende<br />
cura, su ciò che le protegge. Nel momento in cui<br />
la nostra società si trova di fronte alla più grande<br />
sfida immaginabile – mantenere le condizioni<br />
di vita sulla Terra – il servizio pubblico avrà ancor<br />
di più un suo ruolo da svolgere. Esso deve<br />
innanzitutto essere pensato più ampiamente,<br />
integrando in particolare le cure e l’accoglienza<br />
parascolare, che creano un’inestimabile ricchezza<br />
economica e sociale e che non possono<br />
essere delocalizzate. Deve pertanto essere<br />
pensato in maniera più durevole, poiché nei<br />
prossimi anni il mondo del lavoro è destinato a<br />
subire profonde mutazioni. I cambiamenti climatici<br />
inducono già oggi dei riorientamenti professionali<br />
e faranno scomparire alcune attività<br />
economiche. Bisognerà assolutamente creare<br />
nuovi posti di lavoro laddove la domanda si fa<br />
sentire: nel settore del «care» (ovvero dell’assistenza,<br />
della cura, della custodia), nella transizione<br />
digitale ed energetica, negli strumenti e<br />
mezzi che creano un legame tra le persone.<br />
In sostanza, nel servizio pubblico, che deve finalmente<br />
essere pensato in modo più generoso.<br />
Gli investimenti non devono avvenire solo nelle<br />
infrastrutture e nel personale già esistente, ma<br />
bisogna anche far evolvere il servizio pubblico<br />
verso una società a zero emissioni, rispettosa<br />
dell’ambiente e degli esseri umani. I sindacati<br />
saranno fondamentali nell’accompagnare tali<br />
cambiamenti, poiché bisogna fare in modo che<br />
un ambiente meglio conservato giovi a tutti.<br />
Le crisi colpiscono sempre più duramente i più<br />
deboli. Non foss’altro per questo motivo, la lotta<br />
contro il cambiamento climatico è anche una<br />
lotta per la giustizia sociale. E quindi una sfida<br />
per i sindacati.<br />
Dare valore a chi ne ha<br />
Léonore Porchet è consigliera nazionale<br />
dei Verdi svizzeri ed è eletta dal Canton<br />
Vaud. È vicepresidente della federazione<br />
sindacale Travail.Suisse che quest’anno<br />
ha pubblicato un piano d’azione per una<br />
politica basata su una transizione equa<br />
verso la neutralità climatica. Storica<br />
dell’arte e specialista del fumetto, assume<br />
parallelamente mandati di comunicazione<br />
come indipendente, in particolare<br />
in ambito culturale. Ecologista e<br />
femminista, è cofondatrice dell’associazione<br />
EyesUpp che propone un’applicazione<br />
contro le molestie sessuali. È<br />
anche attiva all’interno di associazioni<br />
di pazienti e associazioni dedicate alla<br />
salute. Vive e lavora a Losanna, città<br />
che ama appassionatamente.<br />
7
Dossier<br />
10 Un servizio pubblico moderno e a prova di crisi<br />
12–14 Panoramica sui settori di <strong>syndicom</strong><br />
15 Il servizio pubblico in cifre<br />
Verso<br />
servizio<br />
del
9<br />
il<br />
pubblico<br />
futuro
10 Dossier<br />
Nuovo servizio pubblico: l’ora della svolta<br />
La lezione più importante della crisi: il servizio<br />
pubblico rappresenta il futuro della Svizzera.<br />
Il nostro compito oggi consiste nel rafforzarlo<br />
e, in parte, reinventarlo.<br />
Testo: Oliver Fahrni<br />
Illustrazioni: Giroscope<br />
I giardinieri e i contadini lo sanno bene: quando si semina,<br />
all’inizio non accade nulla. Però, se si irriga in modo<br />
sufficiente, il seme si gonfia, ma rimane pur sempre un<br />
seme. Per settimane. Poi, a un certo punto, dal terreno<br />
spunta improvvisamente una pianticella. È l’inizio di un<br />
qualcosa di nuovo.<br />
Accade lo stesso con le società. I grandi cambiamenti<br />
rimangono a volte invisibili per parecchio tempo. Avvengono<br />
in profondità e non sono quasi mai notati. Forse<br />
sono persino liquidati come impossibili o denigrati alla<br />
stregua di eventi pericolosi. Ma improvvisamente irrompono<br />
con forza. Irresistibili.<br />
Ci troviamo nel bel mezzo di uno sconvolgimento di<br />
questo tipo. Per quarant’anni, i neoliberali hanno dominato<br />
sulla politica, i media, il mondo accademico – e sulle<br />
nostre teste. Fin dall’inizio, il loro programma includeva<br />
non solo l’eliminazione dei vincoli dei mercati finanziari<br />
e dei capitali, la riduzione delle tasse per i grandi gruppi,<br />
la creazione di nuove fabbriche mondiali con una produzione<br />
a basso salario e l’assoggettamento dei lavoratori organizzati<br />
(e quindi anche i sindacati). Ma anche la demolizione<br />
dello Stato fondato sulla compensazione sociale,<br />
del servizio pubblico e delle assicurazioni sociali.<br />
Tutto questo ha una sua logica: i servizi pubblici sono,<br />
in un certo senso, il contro-programma della forma neoliberale<br />
del capitalismo. Perché i servizi pubblici sono<br />
orientati ai fabbisogni delle persone, all’interesse pubblico.<br />
Ma, per gli azionisti, le banche e le multinazionali, non<br />
sono i bisogni della società che contano, bensì solo gli interessi<br />
correlati al profitto: il capitale vuole tutti i frutti del<br />
lavoro solo per sé.<br />
Quarant’anni di politica neoliberale hanno ridimensionato,<br />
deregolamentato, in parte smantellato e privatizzato<br />
il servizio pubblico. Il cosiddetto New Public Management<br />
ha sottoposto i servizi pubblici a regole tipiche<br />
dell’economia privata. Alcuni servizi privatizzati possono<br />
diventare fonte di profitti. Col suo libero accesso ai servizi<br />
essenziali, il servizio pubblico protegge invece la popolazione<br />
dalle imposizioni del capitale. Le leve di questo attacco<br />
permanente sono le austerità imposte e il freno<br />
all’indebitamento nei bilanci pubblici.<br />
Fabbisogni come metro di giudizio<br />
Fino a poco tempo fa, questo era il credo. Ma, improvvisamente,<br />
nessuno può più ignorare il fatto che questo modello<br />
neoliberale stia portando il mondo alla rovina – economicamente,<br />
socialmente, ecologicamente, e anche<br />
politicamente. Le crisi hanno il beneficio collaterale di<br />
gettare una luce non edulcorata sulla realtà.<br />
La critica sempre più accesa, che era ormai da tempo<br />
evidente a tutti, sta ora assumendo una nuova qualità: non<br />
si può più andare avanti come prima. Anche l’influente<br />
Forum Economico Mondiale (WEF) di Davos ha constatato<br />
a gennaio, in occasione dell’aperitivo globale dei potenti<br />
e dei ricchi, che «qualcosa è andato completamente storto».<br />
In pompa magna, i leader mondiali hanno proclamato<br />
un «grande reset – bisogna azzerare tutto!»: «Abbiamo bisogno<br />
di un capitalismo migliore, inclusivo». In un «dialogo<br />
per riportare tutto a zero», i «leader» hanno discusso su<br />
come riformulare «il contratto sociale» dopo il Covid-19.<br />
Ovvero quel contratto sociale – non scritto – tra capitale e<br />
lavoro, che prevedeva che anche i lavoratori dovessero percepire<br />
qualcosa dal plusvalore ottenuto grazie ai loro sforzi.<br />
E che il capitale ha ripetutamente infranto dagli Anni<br />
Settanta.<br />
L’invocazione di un capitalismo migliore non dev’essere<br />
presa per oro colato. Ma è qualcosa di più della propaganda,<br />
come dimostrano anche le ultime pubblicazioni<br />
delle principali organizzazioni capitaliste come l’OCSE,<br />
l’FMI, la Banca Mondiale ecc. Temono che le crescenti disuguaglianze<br />
possano portare a rivolte sociali. Soprattutto,<br />
sono consapevoli che il capitale non risolverà nessuno<br />
dei grandi problemi impellenti. Perché ne è la causa. Un<br />
esempio: è almeno dal 1975 che i grandi gruppi sanno che<br />
i combustibili fossili surriscaldano il clima. Ora, a fronte<br />
della catastrofe, rimangono sui loro passi, investendo<br />
somme enormi nel petrolio e persino nel carbone. E i loro<br />
lobbisti costringono la politica a continuare a sovvenzionare<br />
le energie fossili con innumerevoli miliardi di tasse.<br />
L’aspetto principale è rappresentato dal profitto. Dopo di<br />
noi, il diluvio. Il capitale ha optato da tempo per la secessione<br />
rispetto alla società.<br />
E ora tocca al servizio pubblico<br />
Così, ora, a risolvere il problema dovrebbe essere il maledetto<br />
potere pubblico, lo Stato, che i neoliberali ricoprono<br />
di menzogne e calunnie da decenni. I giganteschi programmi<br />
per affrontare la crisi lanciati da USA, UE, Giappone<br />
e Cina lo testimoniano. Le notizie del nuovo mondo<br />
non hanno però ancora raggiunto Berna. A Palazzo federale,<br />
la destra sta lavorando al prossimo piano di risparmio<br />
e a tagli fiscali ancora più consistenti a favore del capitale.<br />
Motto: siamo sull’orlo dell’abisso, ma facciamo un<br />
grande passo avanti!<br />
Bizzarro, poiché mai l’importanza del potere pubblico<br />
e dei suoi servizi è stata così evidente come nella recente<br />
crisi economica e correlata al coronavirus. Durante la pandemia,<br />
il servizio pubblico ha protetto gli individui e fatto<br />
sì che l’economia non si arrestasse. Senza il potere vinco-<br />
Il servizio<br />
pubblico è<br />
il futuro della<br />
Svizzera
lante del servizio pubblico, la società sarebbe crollata.<br />
Ecco perché dev’essere garantito e rafforzato.<br />
È evidente ormai che i servizi pubblici sono molto più<br />
che «servizi di base» (come afferma il Consiglio federale).<br />
Le infrastrutture, la sicurezza giuridica, i trasporti, l’educazione,<br />
la ricerca ecc. costituiscono certamente le basi<br />
dell’attività economica. Il servizio pubblico stesso è un<br />
settore economico centrale (v. le cifre a pagina 15). E la sua<br />
importanza economica quale investitore cresce, come lo<br />
abbiamo mostrato nel numero 25 della <strong>rivista</strong> di ottobre.<br />
D’altra parte, il comparto pubblico offre ai cittadini<br />
quei servizi che l’economia orientata al profitto non offre<br />
o offre solo pagando profumatamente. Come la protezione<br />
contro gli infortuni, la malattia e la disoccupazione. La<br />
garanzia di un’esistenza dignitosa dopo il lavoro salariato.<br />
In una società in cui una piccolissima parte della popolazione<br />
detiene il capitale, i mezzi di produzione e il potere<br />
sul lavoro della maggioranza, il servizio pubblico è più che<br />
un correttivo: è un bene comune che assolve all’interesse<br />
collettivo.<br />
Il servizio pubblico, quindi, non soltanto deve fornire<br />
un accesso non discriminatorio di tutti a beni essenziali<br />
di qualità, organizzando una partecipazione democratica<br />
estesa. Le condizioni di lavoro devono essere determinanti<br />
per il progresso sociale. Ciò costituisce il prerequisito<br />
per la pace civile e la democrazia.<br />
Estensione del dominio della lotta<br />
Proprio come fondamento della società, il servizio pubblico<br />
è oggi più richiesto che mai. Poiché l’accelerata digitalizzazione<br />
del lavoro e della società, la distribuzione ineguale<br />
dei beni e delle opportunità, la situazione<br />
ambientale critica, la probabilità di nuove pandemie e la<br />
disintegrazione della sfera pubblica democratica tramite<br />
i social media creano nuovi fabbisogni della popolazione.<br />
In questo senso il capitalismo è cieco.<br />
Rispondere a queste esigenze è una necessità per un<br />
servizio pubblico moderno. Vogliamo rifondarlo per i mutati<br />
bisogni della società. Dovrebbe essere efficiente,<br />
orientato al futuro e socialmente equilibrato. Il servizio<br />
pubblico costituisce il futuro della Svizzera.<br />
Perché questo riallineamento ricade sui sindacati? I<br />
politici borghesi e i datori di lavoro ritengono che il nostro<br />
ruolo dovrebbe limitarsi alla difesa dei salari e delle vacanze;<br />
la politica, dicono, dovremmo lasciarla ai «grandi».<br />
Sciocchezze. La prima risposta è semplice: dobbiamo allargare<br />
il nostro campo di battaglia perché nessun altro si<br />
preoccupa di un servizio pubblico moderno ed equo. La<br />
seconda risposta è chiara: perché ci sono in gioco aspetti<br />
tangibili, come il futuro dei posti di lavoro nella digitalizzazione,<br />
la sovranità e la protezione dei dati degli individui,<br />
la sicurezza sociale, la regolamentazione del lavoro<br />
sulle piattaforme (diritto del lavoro), l’assistenza e l’uguaglianza<br />
ecc. Queste cose non possono essere tutte regolamentate<br />
nei CCL. Richiedono solidi interventi dei poteri<br />
pubblici. Con le maggioranze politiche di oggi, tutto questo<br />
è impensabile. Ma i sindacati sanno come creare rapporti<br />
di forza più vantaggiosi per un nuovo contratto sociale.<br />
Terza risposta: perché disponiamo della competenza<br />
necessaria. I lavoratori organizzati presso <strong>syndicom</strong> e altri<br />
sindacati costruiscono la Svizzera di domani grazie al loro<br />
lavoro quotidiano. Sanno cosa dev’essere fatto. E lo fanno<br />
con l’etica di servire il bene comune. Logistica su tutto il<br />
territorio, reti solide, sovranità dei dati e un’informazione<br />
pubblica democratica sono temi centrali dei tre settori di<br />
<strong>syndicom</strong>. Nelle pagine seguenti presentiamo le loro idee<br />
per un servizio pubblico del 21° secolo. Sappiamo bene<br />
che la lotta sarà dura. La destra, le persone abbienti, le<br />
banche e le organizzazioni dei datori di lavoro sono determinate<br />
a contrastare con tutte le loro forze il nostro piano<br />
per creare servizi pubblici forti per il 21° secolo. Ma sappiamo<br />
anche che non c’è mai stato un momento così propizio<br />
per ripartire con grandi obiettivi.
12<br />
Dossier<br />
Il capitale della credibilità<br />
e della fiducia<br />
La Posta è uno dei simboli della Svizzera. E<br />
così deve restare, adattandosi ai bisogni della<br />
popolazione e alle potenzialità tecnologiche.<br />
Fino a diventare garante dei dati elettronici.<br />
Testo: Giovanni Valerio<br />
Il servizio pubblico rappresenta la spina dorsale di una<br />
società democratica. La sanità, i trasporti, l’informazione,<br />
la logistica assicurano che la società possa continuare a<br />
vivere. Lo abbiamo visto durante il lockdown. Tutti noi,<br />
che abbiamo continuato a lavorare da casa grazie alle connessioni<br />
ad alta velocità, che abbiamo acquistato online,<br />
che abbiamo potuto accedere a informazioni attendibili,<br />
che abbiamo usufruito di efficienti servizi di trasporti, sanità<br />
e postali. Le crisi del futuro, che siano esse economiche,<br />
sanitarie o ambientali, devono essere affrontate con<br />
un servizio pubblico forte e moderno. Anche per ciò che<br />
riguarda la Posta. La legge federale sulle Poste parla chiaro.<br />
L’articolo 1 recita: «La Posta si prefigge di offrire alla<br />
popolazione e all’economia un’ampia gamma di servizi<br />
postali convenienti e di alta qualità nonché il servizio universale<br />
nel settore del traffico dei pagamenti. In particolare,<br />
garantire a tutti i gruppi della popolazione e in tutte le<br />
regioni del Paese un servizio universale sufficiente e a<br />
prezzi convenienti, fornendo servizi postali, prestazioni<br />
nel settore del traffico dei pagamenti e istituendo le condizioni<br />
quadro per una concorrenza efficace in materia<br />
di servizi postali». Un servizio universale efficiente è una<br />
condizione indispensabile per la società, i cittadini e<br />
l’economia. «Bisogna invertire la tendenza allo smantellamento<br />
del servizio pubblico e porre fine alle privatizzazioni,<br />
totali e parziali, e alle esternalizzazioni», spiega il responsabile<br />
del settore Logistica di <strong>syndicom</strong>, Matteo<br />
Antonini. «Il servizio universale, conveniente e di qualità<br />
in tutte le regioni del paese è la ragion d’essere della Posta.<br />
E così deve restare. Il gigante giallo è uno dei simboli della<br />
Svizzera, universalmente riconosciuto. E così deve essere<br />
anche in futuro, adattandolo ai bisogni della popolazione<br />
e alle nuove potenzialità offerte dalla tecnologia».<br />
Integrare l’offerta postale di base con la tecnologia<br />
In questo senso, gli sviluppi tecnologici sono importanti<br />
per il servizio postale di domani, spiega Antonini. «La digitalizzazione<br />
permette di offrire le prestazioni odierne in<br />
modo più efficace, di sfruttare le sinergie con altri servizi<br />
e di sviluppare nuove offerte. Esempi di servizi completamente<br />
nuovi da integrare all’offerta di base della Posta potrebbero<br />
essere l’introduzione di una identità elettronica,<br />
di un sistema di voto elettronico o di un dossier paziente<br />
digitale. La Posta è un’azienda moderna che dispone delle<br />
risorse necessarie, tecnologiche e di personale. Ma ha anche<br />
un valore in più: la fiducia dei cittadini, essenziale per<br />
diventare leader nella gestione dei dati elettronici. Recentemente,<br />
la Confederazione ha assegnato un appalto per<br />
la gestione del suo «cloud» di dati ad aziende straniere.<br />
Affidereste i vostri dati sensibili (come quelli medici) a<br />
Google o alla cinese Alibaba? La Posta, da sempre azienda<br />
del popolo svizzero, ha la credibilità per diventare garante<br />
del segreto postale digitale».<br />
«Affidereste i vostri<br />
dati a Google oppure<br />
alla Posta?» Matteo Antonini<br />
Il ruolo di PostFinance nella visione della nuova Posta<br />
Accanto alle nuove sfide della digitalizzazione, la presenza<br />
fisica degli uffici postali deve restare fondamentale.<br />
La rete postale, con i suoi diversi punti di accesso, fa parte<br />
del servizio universale e dev’essere mantenuta, che sia<br />
redditizia o no. «Da questo punto di vista – fa notare<br />
Matteo Antonini – il finanziamento del servizio universale<br />
è possibile soltanto se legato al traffico dei pagamenti.<br />
Perciò ci opponiamo fermamente alla privatizzazione di<br />
PostFinance, che comprometterebbe il servizio, portando<br />
all’abbassamento della qualità e alla riduzione dei costi.<br />
Per garantire l’autonomia finanziaria, è indispensabile<br />
che la Confederazione garantisca il capitale di Post-<br />
Finance. Un’espansione delle attività di quest’ultima nel<br />
mercato dei crediti e delle ipoteche potrebbe compensare<br />
un’eventuale perdita di entrate».
Dossier<br />
Definire il quadro sociale<br />
del servizio pubblico digitale<br />
13<br />
La digitalizzazione è un’opportunità, per il settore<br />
pubblico come per il privato. Ma la trasformazione<br />
deve essere socialmente sostenibile.<br />
Testo: Robin Moret<br />
In un mondo in cui la digitalizzazione sta costantemente<br />
stravolgendo il nostro modo di vivere e di lavorare, il settore<br />
ICT (Information & Communication Technology) ha<br />
oggi un doppio ruolo da svolgere: esso viene chiamato ad<br />
apportare gli sviluppi tecnologici che riguarderanno il futuro<br />
del servizio pubblico e degli altri servizi garantendo<br />
di inquadrare la digitalizzazione del lavoro nell’ambito<br />
dei propri settori. Una constatazione che si è ampiamente<br />
verificata nell’ambito della crisi sanitaria. Mentre la pandemia<br />
ha permesso di evidenziare l’importanza dei servizi<br />
pubblici digitali per la società e l’economia, essa ha anche<br />
rivelato in modo impietoso la maggior necessità di investimenti<br />
pubblici. «È necessario investire nella digitalizzazione,<br />
ma anche in condizioni di lavoro che riguardano<br />
il settore ICT. E grazie agli investimenti nel servizio pubblico,<br />
potranno essere creati nuovi posti di lavoro lungo<br />
tutta la catena di valore», spiega Giorgio Pardini, responsabile<br />
del settore ICT. A completamento della catena di<br />
valore delle aziende pubbliche, le aziende private possono<br />
anche contribuire, sotto la loro forma attuale, a un servizio<br />
pubblico performante. Ma siccome nelle aziende private<br />
mancano spesso un controllo e una legittimazione<br />
democratici, un ruolo ancora più importante spetta ai sindacati<br />
nell’ambito del partenariato sociale.<br />
Investimenti vantaggiosi dal punto di vista sociale<br />
Tramite contatti con aziende, associazioni e personalità<br />
politiche, il settore ICT vuole e deve promuovere degli investimenti<br />
vantaggiosi dal punto di vista sociale per la<br />
concezione del futuro servizio pubblico. Poiché le sfide<br />
sono numerose. «La trasformazione della società e dell’economia<br />
tramite la digitalizzazione offre l’opportunità di<br />
sviluppare l’approvvigionamento e le prestazioni di beni<br />
infrastrutturali a beneficio della popolazione», aggiunge<br />
Pardini. Mentre la Confederazione e i Cantoni hanno finora<br />
delegato la digitalizzazione prevalentemente alle aziende<br />
private, ora è giunto il momento di affidare allo Stato<br />
(oppure ad adeguate aziende parastatali) la responsabilità<br />
per lo sviluppo di un’identità elettronica o di portali digitali<br />
per i servizi di amministrazione pubblica. Allo stesso<br />
tempo, il potere pubblico deve anche consolidare una rete<br />
di comunicazione 5G e un accesso su scala nazionale<br />
all’Internet veloce. «Lo Stato deve definire un quadro vantaggioso<br />
per garantire maggiori performance per la popolazione<br />
e la piazza economica svizzera», dichiara Pardini.<br />
Questione dati: sicurezza, protezione, big data<br />
Ma la digitalizzazione modifica anche in modo centrale le<br />
forme e le condizioni di lavoro, ad esempio con il lavoro<br />
attraverso piattaforme e l’utilizzo di sistemi di intelligenza<br />
artificiale che svolgono un ruolo sempre più importante.<br />
«Spetta alla partnership sociale inquadrare le nuove<br />
forme di lavoro e gli sviluppi tecnologici che ci circondano<br />
e attuare questi regolamenti per accompagnare gli sviluppi<br />
del lavoro digitale», precisa Daniel Hügli, segretario<br />
centrale ICT di <strong>syndicom</strong>.<br />
Non passa giorno senza che, sulla scia dei continui cyberattacchi,<br />
la questione della protezione dei dati non sia<br />
sulla bocca di tutti (v. commento a pagina 17). Un futuro<br />
servizio pubblico forte significa anche che sarà necessario<br />
concepire forme innovative di protezione dei dati, sostenute<br />
da adeguati strumenti. A cominciare dal diritto digitale<br />
di base. «Il controllo dei dati spetta per default agli individui<br />
e questa nozione deve essere difesa dai sindacati»,<br />
ricorda Daniel Hügli. In virtù del principio dell’autodeterminazione<br />
informativa e della sovranità dei dati, è anche<br />
fondamentale che lo Stato orienti la sua politica e quella<br />
degli attori del digitale verso l’open data.<br />
In definitiva, la mobilità in rete, la conversione e il divario<br />
digitale o ancora l’ecologia saranno altre tematiche al centro<br />
delle nostre riflessioni. Tutte queste sfide guideranno<br />
in futuro il lavoro sindacale del settore ICT al fine di definire<br />
l’avvenire del servizio pubblico in modo solidale.
14<br />
Dossier<br />
Il futuro biotopo diversificato<br />
del panorama mediatico svizzero<br />
Pilastro della democrazia, il servizio pubblico<br />
dell’informazione deve essere rivalorizzato<br />
per continuare a svolgere il suo ruolo,<br />
fondamentale per la società.<br />
Testo: Robin Moret<br />
Da quasi due anni l’esperienza della crisi sanitaria ha ricordato<br />
a coloro che ne dubitavano che un’informazione<br />
di qualità, affidabile e diversificata è fondamentale per il<br />
buon funzionamento della società. Una constatazione<br />
confortante. Ma sbaglieremmo nel voler ridurre il ruolo<br />
dei media a quello di fornitori di news in periodi di crisi. I<br />
media forniscono, sempre, un servizio fondamentale per<br />
informare le cittadine e i cittadini in materia di politica,<br />
economia, cultura e società, tra le altre cose. Hanno un<br />
ruolo centrale nella formazione dell’opinione e nel dibattito<br />
democratico. Ecco che si capisce che l’informazione<br />
giornalistica non è una merce e che i media – pubblici e<br />
privati – sono degli attori del servizio pubblico. Un ruolo<br />
oggi minacciato.<br />
I modelli commerciali degli editori privati che finanziano<br />
il giornalismo con le entrate provenienti dagli annunci<br />
e dalla pubblicità stanno lentamente scomparendo.<br />
Nel frattempo, alcune aziende mediatiche si sono ad<br />
esempio organizzate in posizioni di quasi monopolio a livello<br />
regionale. Allo stesso tempo, il mercato dei media si<br />
sta globalizzando e i giganti tecnologici dominano sempre<br />
più la diffusione dell’informazione. Tutto questo, accaparrandosi<br />
una gran parte delle entrate pubblicitarie digitali<br />
senza fornire servizi giornalistici degni di tale nome.<br />
La diversità dei media e la qualità dell’informazione vengono<br />
messe in discussione. Pertanto, in un’epoca in cui<br />
gli stravolgimenti nel settore dei media sono numerosi,<br />
una domanda fondamentale fa da cornice alla nostra attività<br />
sindacale per quanto riguarda la concezione di un servizio<br />
pubblico più forte: che ruolo deve assumere lo Stato<br />
nel mondo dei media di domani?<br />
«L’aiuto ai media attraverso fondi pubblici deve essere<br />
esteso a tutte le categorie dei media al fine di garantire a<br />
lungo termine una varietà mediatica significativa per la<br />
democrazia», ci ricorda Stephanie Vonarburg, vicepresidente<br />
di <strong>syndicom</strong> e responsabile del settore Media. Il<br />
pacchetto di aiuto ai media della Confederazione – sottoposto<br />
a votazione il 13 febbraio 2022 – è un passo nella direzione<br />
giusta. Come pure, in particolare, il nuovo aiuto ai<br />
media online e le misure comuni di incoraggiamento per<br />
la formazione giornalistica, il Consiglio di stampa e il servizio<br />
di base dell’ATS. «Ma l’estensione dell’aiuto ai media<br />
non deve avvenire né a scapito della SSR né a sfavore dei<br />
fornitori locali e regionali del servizio pubblico audiovisivo.<br />
È importante che il ruolo della SSR non sia in futuro<br />
indebolito da una riduzione del canone», aggiunge Stephanie<br />
Vonarburg.<br />
Un’agenzia di stampa nazionale e multilingue che comprende<br />
tutti i soggetti necessari a livello locale, regionale,<br />
nazionale e internazionale è anche, incontestabilmente,<br />
una necessità per una democrazia viva. «Il servizio di base<br />
di Keystone-ATS dovrà essere trasferito nelle mani pubbliche<br />
in una struttura non orientata ai profitti». Fa infatti<br />
parte del servizio pubblico e solo facendo chiarezza sulla<br />
proprietà si rende giustizia alla sua importanza.<br />
I rendimenti elevati dei giganti tecnologici e delle reti<br />
sociali rappresentano un altro importante problema del<br />
settore. «Devono essere gravati con tasse a favore del giornalismo.<br />
Le entrate pubblicitarie realizzate sull’informazione<br />
devono essere devolute per favorire la produzione di<br />
contenuti giornalistici in Svizzera». Altre rivendicazioni,<br />
quali quella di associare l’aiuto ai media alla stipulazione<br />
di Contratti collettivi di lavoro (CCL) o ancora di estendere<br />
le assicurazioni sociali agli indipendenti (sempre più numerosi<br />
nel settore), dovranno essere attuate in futuro. La<br />
politica gioca un ruolo importante. «Bisogna agire per garantire<br />
il futuro del servizio pubblico dei media», conclude<br />
Vonarburg. Il sindacato ha una ragione in più per impegnarsi:<br />
l’informazione di qualità è essenziale per la<br />
democrazia.<br />
Salvaguardare il pluralismo dell’informazione<br />
Illustrazioni<br />
Giroscope potrebbe essere una donna, un uomo o un bambino,<br />
non ha alcuna importanza. Interrogandoci sui meccanismi<br />
del mondo attuale, attraverso le sue opere intende<br />
mettere in discussione il processo decisionale dell’individuo,<br />
quale componente di una massa trasformata da una macchina<br />
che si ingolfa. Un lavoro in costante evoluzione in quanto<br />
l’idea di uno stile congelato lo spaventa.<br />
Per <strong>syndicom</strong>, Giroscope ha immaginato una città solidale<br />
dove prevale l’interesse generale. La nostra città di domani,<br />
dove infrastrutture pubbliche solide e un servizio pubblico<br />
rafforzato – che garantisca a tutte e a tutti un accesso non<br />
discriminante alle sue prestazioni – saranno la promessa di<br />
una coesione sociale.<br />
Per scoprire di più sul suo lavoro e i suoi progetti, consultate<br />
il sito giroscope.ch
Le cifre del servizio pubblico<br />
Il servizio pubblico in Svizzera viene documentato a livello statistico in modo molto<br />
lacunoso. Ma, di fatto, i lavoratori di questo importante comparto economico elvetico<br />
forniscono ottime prestazioni con pochi mezzi (aliquota fiscale bassa) a favore del<br />
benessere, della sicurezza sociale e dello sviluppo umano. Capire quanto sia importante<br />
il servizio pubblico è fondamentale quando chiediamo nuovi servizi che tengano<br />
conto delle mutate esigenze della popolazione.<br />
Grande impatto<br />
8 824 554<br />
persone<br />
usano il servizio pubblico in Svizzera in una o in un’altra<br />
forma. A questi utenti si aggiungono i viaggiatori in transito<br />
e le aziende estere.<br />
Fonte: UST<br />
600 000<br />
aziende<br />
Il più grande datore di lavoro<br />
Circa 750mila donne e uomini lavorano presso gli enti pubblici.<br />
Potrebbero anche essere di più poiché questo numero è una stima (in<br />
difetto) sulla base di cinque diverse statistiche (ufficiali).<br />
Impiegati nel servizio pubblico<br />
Numero totale di dipendenti in Svizzera: 4,1 Mio<br />
Fonte UST, OIL<br />
Spese della Confederazione<br />
Benessere<br />
sociale<br />
24 450 mio.<br />
Il 43% va alla previdenza per la vecchiaia (in gran<br />
parte autofinanziato attraverso contributi).<br />
Meno del 7% viene speso per sussidi di disoccupazione,<br />
alloggi sociali e lotta all′esclusione sociale.<br />
Un franco su 3...<br />
... del PIL svizzero nasce grazie o con l’aiuto dei poteri pubblici. Questa<br />
percentuale è destinata a crescere poiché lo Stato deve colmare le<br />
lacune in materia di investimenti che il capitale privato non copre.<br />
Trasporti<br />
10 426 mio.<br />
Totale<br />
77 934 mio.<br />
Finanze e tasse<br />
11 391 mio.<br />
In realtà la principale voce di spesa è rappresentata da istruzione,<br />
formazione e ricerca, per un totale di 40 miliardi di franchi all’anno. In<br />
questo grafico sono elencate solo le uscite della Confederazione, le<br />
principali spese di formazione sono però sostenute da Cantoni e Comuni.<br />
Fonte: DFF, UST<br />
Altre spese<br />
9 431 mio.<br />
Formazione e ricerca<br />
8 477 mio.<br />
Sicurezza<br />
6 427 mio.<br />
Relazioni con l’estero<br />
3 671 mio.<br />
Agricoltura e alimentazione<br />
3 661 mio.<br />
Fonte: ricerche proprie<br />
Aliquota fiscale bassa<br />
L’aliquota fiscale è quella parte della prestazione economica di cui<br />
necessita lo stato per far funzionare il paese e la sua economia e per<br />
offrire alle persone sicurezza sociale, formazione, un quadro sociale<br />
stabile, infrastrutture e un approvvigionamento di base stabile.<br />
L’aliquota relativamente bassa della Svizzera dimostra quanto sia<br />
efficiente il nostro servizio pubblico.<br />
46,7%<br />
43,5%<br />
40 miliardi per istruzione, impiego, ricerca,<br />
università<br />
In milioni di franchi<br />
22 681<br />
27 360<br />
32 652<br />
38 920<br />
35,1% 39,4%<br />
41,5%<br />
45,2%<br />
47,2%<br />
27,1%<br />
43,0%<br />
42,4%<br />
35,2%<br />
2000 2005 2010 2018<br />
Fonte: UST<br />
Fonte: DFF
16<br />
Dalle<br />
professioni<br />
Contro la violenza<br />
di genere sul lavoro<br />
Questo 2021 che sta volgendo al termine<br />
è stato un anno di commemorazione<br />
delle battaglie femminili: 50 anni<br />
del diritto di voto delle donne, 30 anni<br />
dello sciopero delle donne, 25 anni<br />
dell’introduzione della legge sulla parità<br />
dei sessi. E c’è ancora una cosa da<br />
aggiungere: 30 anni fa sono stati istituiti<br />
i «16 giorni contro la violenza sulle<br />
donne*» del Center of Women’s Global<br />
Leadership. La campagna globale,<br />
che da allora ricorre con cadenza annuale<br />
ed è sostenuta da oltre 187 paesi,<br />
è iniziata il 25 novembre con la<br />
«Giornata internazionale contro la violenza<br />
sulle donne*», e si concluderà il<br />
10 dicembre con la «Giornata dei diritti<br />
umani». A dimostrazione del fatto<br />
che la violenza contro i diritti delle<br />
donne è sempre anche una violazione<br />
dei diritti umani.<br />
I sindacati sono subito saliti a bordo,<br />
sin da quando nel 2008 la Feminist<br />
Peace Organization (cfd-ch.org) ha<br />
lanciato per la prima volta la campagna<br />
in Svizzera. Quest’anno la campagna<br />
è dedicata alla «violenza sessista»,<br />
ovvero a tutte le azioni con riferimento<br />
sessuale senza il consenso o la possibilità<br />
di dare consenso della persona<br />
interessata.<br />
Dallo sciopero delle donne del<br />
2019, il Gruppo d’interesse Donne di<br />
<strong>syndicom</strong> si occupa sempre più delle<br />
violenze sessiste sul posto di lavoro.<br />
Circa un terzo delle lavoratrici svizzere<br />
subisce molestie potenzialmente sessuali<br />
sul posto di lavoro. I recenti sondaggi<br />
nel settore ICT e di Medienfrauenstreik.ch<br />
parlano addirittura del<br />
50-60%. <strong>syndicom</strong> ha organizzato diversi<br />
eventi con esperti, sia in presenza<br />
che a distanza, tramite webinar. Ad<br />
esempio, il 14 giugno 2020 con un’esperta<br />
della consulenza sociale della<br />
Posta, del servizio specializzato mobbing<br />
e molestie sessuali, nonché l’8<br />
marzo 2021 con Lucie Waser del SEV.<br />
Quest’anno, l’otto dicembre si<br />
svolgerà insieme ai sindacati SEV,<br />
SSP/Vpod e Unia un webinar che rientra<br />
nella campagna dei 16 giorni (iscrizioni:<br />
gleichstellung@<strong>syndicom</strong>.ch).<br />
Nel 2022 anche Movendo inserirà nel<br />
programma un corso al riguardo condotto<br />
da <strong>syndicom</strong> e dal SEV.<br />
Anche il Congresso delle donne<br />
dell’USS che si è svolto il 12 e 13 novembre<br />
ha dato grande risalto al tema.<br />
Con l’approvazione di una carta per<br />
l’attività sindacale femminile, sono<br />
state anche richieste delle misure contro<br />
le violenze sessiste sul posto di lavoro.<br />
L’alleviamento dell’onere della<br />
prova, previsto nella legge sulla parità<br />
dei sessi, dovrebbe essere applicato<br />
anche alle violenze sessiste. Inoltre,<br />
per giuristi e giudici dovrebbero essere<br />
resi obbligatori perfezionamenti in<br />
materia di legge sulla parità dei sessi.<br />
Tutto questo è la dimostrazione del<br />
fatto che c’è ancora molto da fare. Il<br />
Congresso delle donne dell’USS esorta<br />
la Svizzera a ratificare immediatamente<br />
la nuova Convenzione dell’OIL 190<br />
in materia di violenze sessiste nel<br />
mondo del lavoro.<br />
Patrizia Mordini<br />
Il programma della campagna:<br />
16tage.ch<br />
Le delegate del 14esimo Congresso delle donne USS, a Berna il 12 e 13 novembre scorsi. (© Yoshiko Kusano)
«Con una logistica a zero impatto climatico, la Posta<br />
potrebbe fungere da modello per un intero settore» Dominik Fitze<br />
17<br />
Mondo del lavoro e clima,<br />
una convergenza di lotte<br />
Le conseguenze della crisi climatica sul mondo del lavoro,<br />
e viceversa, necessitano di azioni concrete e rapide.<br />
E di un servizio pubblico forte. <strong>syndicom</strong> ci sta lavorando.<br />
Scene come questa, di estati torride, potrebbero diventare la normalità in futuro. (© Keystone-ATS)<br />
Chi lavora all’aperto, se n’è già accorto.<br />
Le estati si fanno più calde. Piove di<br />
rado. Le tempeste invernali sono sempre<br />
più frequenti. Per i nostri colleghi<br />
postini e gli elettricisti di rete di<br />
Cablex, tutto questo si trasformerà<br />
nei prossimi decenni sempre più in un<br />
rischio sanitario e di infortuni. Per i<br />
colleghi che lavorano all’interno (uffici,<br />
magazzini, librerie), nelle ondate di<br />
caldo si porrà la domanda della ventilazione<br />
e del raffreddamento. Vi si aggiungono<br />
ulteriori nuovi rischi sanitari,<br />
tra cui la diffusione di malattie<br />
tropicali trasmesse attraverso le zanzare.<br />
Maggiori investimenti pubblici<br />
Ci dobbiamo adattare a tali cambiamenti:<br />
con altri orari di lavoro durante<br />
le estati torride, con piani di protezione<br />
per i temporali invernali. Ma non<br />
basta. Si tratta anche di impedire il<br />
surriscaldamento globale laddove ancora<br />
possibile. La necessità di combattere<br />
il cambiamento climatico è ormai<br />
chiara per molte aziende e per la politica.<br />
Ma c’è una questione ancora<br />
aperta: chi dovrà affrontarne i costi?<br />
L’economia e i politici borghesi intendono<br />
tassare i consumatori. Noi siamo<br />
invece convinti che servono grossi investimenti,<br />
e proprio nel servizio pubblico.<br />
La strategia di <strong>syndicom</strong><br />
Per <strong>syndicom</strong> il servizio pubblico può<br />
assumere un ruolo chiave nella lotta<br />
contro il cambiamento climatico. Da<br />
un lato, la Posta, con una logistica<br />
orientata al futuro e a zero impatto sul<br />
clima può fungere da modello esemplare<br />
per un intero settore e apportare<br />
servizi bioclimatici per la popolazione.<br />
Dall’altro, Swisscom, con la sua infrastruttura<br />
ICT può favorire la trasformazione<br />
digitale bioclimatica.<br />
Questo richiede investimenti pubblici<br />
e la comprensione che le aperture del<br />
mercato e la liberalizzazione stanno<br />
andando nella direzione sbagliata.<br />
Possiamo combattere il cambiamento<br />
climatico soltanto insieme.<br />
Sulla base del documento programmatico<br />
redatto da <strong>syndicom</strong> «per una<br />
politica climatica socialmente equa»,<br />
stiamo affinando la strategia di <strong>syndicom</strong><br />
nel dibattito sul clima ed elaborando<br />
delle misure concrete. Ai settori<br />
di <strong>syndicom</strong> spetta un importante ruolo;<br />
si tratta di ridefinire il servizio pubblico<br />
come risorsa contro il cambiamento<br />
climatico.<br />
Dominik Fitze<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/lenostretematiche/<br />
campagne/cambiamentoclimatico<br />
Rafforzare<br />
le competenze digitali<br />
Miriam Berger è segretaria centrale ICT<br />
Sono ormai quotidiane, e in aumento,<br />
le segnalazioni di atti di cybercriminalità.<br />
Ad esserne colpite sono anche le<br />
piccole e medie imprese nonché le<br />
amministrazioni comunali. Politica<br />
ed economia sono ora chiamate a<br />
sviluppare un numero sufficiente di<br />
specialisti di sicurezza digitale.<br />
Un grande rischio è costituito<br />
dall’utilizzo unilaterale di software<br />
proprietari. Vincolati ai grandi produttori,<br />
non solo rafforzano i monopoli<br />
ma causano falle in materia di sicurezza<br />
per gli utenti, perché hanno tutti<br />
gli stessi punti di vulnerabilità.<br />
L’appello agli aiuti statali arriva<br />
ora addirittura dai partiti borghesi. Il<br />
«bollettino meteo cyber», richiesto da<br />
un politico UDC nella trasmissione<br />
televisiva della SRF «Rundschau», appare<br />
una risposta inadeguata non solo<br />
dinanzi a strumenti già esistenti del<br />
Centro nazionale per la cybersicurezza.<br />
La sicurezza informatica e dei dati<br />
necessita di attenzione a livello politico<br />
e costa denaro.<br />
Proprio sulla scia della trasformazione<br />
digitale dobbiamo chiederci:<br />
cosa sono i beni pubblici? E come dobbiamo<br />
tutelarli? La carenza di specialisti<br />
nel settore IT è grave. L’economia<br />
e la politica hanno la responsabilità,<br />
insieme agli istituti di formazione, di<br />
formare a medio termine un maggior<br />
numero di specialisti. E, in particolare,<br />
anche donne e migranti. Ma anche<br />
gli utenti devono essere al centro<br />
dell’attenzione: serve un’iniziativa di<br />
formazione per rafforzare le competenze<br />
digitali.
18<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Il lockdown ha dimostrato che i lavoratori desiderano<br />
maggiore autonomia dei tempi di lavoro» Lena Allenspach<br />
Pronti per la settimana da 35 ore<br />
Un anno fa abbiamo chiesto ai dipendenti di Swisscom<br />
se fossero pronti: per avere di più dalla vita e per nuovi modelli<br />
di lavoro. Ed ecco ora la rivendicazione principale: le 35 ore.<br />
Il telelavoro durante la pandemia ha portato a ripensare il tempo di lavoro: è ora di cambiare. (© Keystone-ATS)<br />
Dopo un lungo processo partecipativo<br />
con diverse discussioni, sondaggi e<br />
analisi, il gruppo strategico CCL, composto<br />
da lavoratori di Swisscom attivi<br />
nel sindacato, ha elaborato insieme a<br />
noi il catalogo di rivendicazioni per<br />
le negoziazioni del nuovo contratto<br />
collettivo di lavoro (CCL) Swisscom.<br />
Oltre ai miglioramenti in materia di<br />
congedo maternità e paternità oppure<br />
al nuovo regolamento in materia di<br />
home office, la rivendicazione prioritaria<br />
è una riduzione dell’orario di lavoro<br />
settimanale di 5 ore in caso di un<br />
grado d’occupazione del 100%.<br />
La soluzione per una migliore ripartizione<br />
del lavoro non è nuova e viene<br />
già attuata in alcuni paesi e aziende<br />
IT. Già in occasione dello sciopero nazionale<br />
del 1918, la settimana di 40 ore<br />
figurava tra le rivendicazioni dei sindacati.<br />
Dopo i progressi ottenuti, l’orario<br />
normale di lavoro non è stato praticamente<br />
più ridotto, in compenso è<br />
aumentata la produttività. In particolare<br />
anche la situazione del telelavoro<br />
durante il lockdown ha dimostrato che<br />
i lavoratori desiderano riottenere una<br />
maggiore autonomia in termini di<br />
tempo. Un’autonomia possibile solo<br />
con una riduzione dell’orario e con<br />
nuovi modelli lavorativi.<br />
Altro importante effetto della riduzione<br />
dell’orario di lavoro: addio al<br />
«gender time gap». Si tratta della ripartizione<br />
del lavoro di cura non retribuito<br />
nonché del miglioramento della<br />
posizione delle donne sul mercato del<br />
lavoro. Il sondaggio sulla forza lavoro<br />
nell’UE dimostra che ci sono notevoli<br />
differenze tra uomo e donna per quanto<br />
riguarda l’orario di lavoro. Il tempo<br />
parziale è sempre più diffuso tra le<br />
donne, una tendenza in aumento. Le<br />
ripercussioni sulla carriera e sulla previdenza<br />
di vecchiaia sono sostanziali.<br />
Un passo per il futuro di Swisscom<br />
La politica del personale di Swisscom<br />
è da anni caratterizzata da una riduzione<br />
lineare del personale. Per offrire<br />
nuovamente una prospettiva a lungo<br />
termine, servono ora dei cambiamenti<br />
delle condizioni di lavoro. Come datore<br />
di lavoro Swisscom deve essere<br />
pronto per i suoi dipendenti. E può esserlo<br />
solo se affrontiamo una discussione<br />
in merito a nuovi modelli di orario<br />
e se distribuiamo meglio il lavoro.<br />
Ecco perché i lavoratori di Swisscom<br />
hanno deciso di far valere insieme a<br />
noi questa esigenza. Essere pronti per<br />
ottenere di più dalla vita significa anche<br />
essere pronti per buone condizioni<br />
e un posto di lavoro sicuro.<br />
Lena Allenspach<br />
Le rivendicazioni del CCL Swisscom:<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/orariodilavoro<br />
Presto, nonostante tutto<br />
trattative con successo<br />
Urs Zbinden è segretario del settore Logistica<br />
I dipendenti di Presto lavorano per<br />
strada con qualsiasi condizione climatica,<br />
devono percorrere lunghi tragitti<br />
a causa dei cantieri oppure sostituire<br />
giornali eventualmente danneggiati.<br />
Il recapito mattutino è un settore contraddistinto<br />
da salari bassi e ulteriori<br />
spese gravano sul budget. Finora non<br />
esistevano moduli unitari per le spese<br />
nonché informazioni su cosa e su<br />
quali spese potessero essere messe in<br />
conto come oneri supplementari. Conoscenza<br />
significa, come sappiamo,<br />
potere. E in questo caso anche denaro.<br />
Ecco perché il modulo per le spese è da<br />
anni un punto controverso tra <strong>syndicom</strong><br />
e Presto. Dopo intensi negoziati,<br />
lo scorso autunno si è riusciti a trovare<br />
un accordo su un modulo e una scheda<br />
unitari.<br />
Le trattative salariali presso Presto<br />
sono fuori dal comune. A differenza<br />
del restante gruppo della Posta, queste<br />
avvengono già nella tarda estate. A<br />
seguito del nuovo CCL, i negoziati si<br />
sono svolti per la prima volta lo scorso<br />
anno. Gli aumenti salariali dello 0,25%<br />
sono stati però un risultato piuttosto<br />
simbolico. Nelle trattative di quest’anno<br />
la delegazione ha ottenuto un pagamento<br />
una tantum dello 0,8% della<br />
massa salariale. Anche questo risultato<br />
non corrisponde ancora a quanto<br />
richiesto dai membri <strong>syndicom</strong> attivi<br />
di Presto. Dato che l’azienda era<br />
intenzionata a proporre le stesse cifre<br />
dell’anno precedente, l’incremento<br />
ottenuto può comunque essere considerato<br />
un successo. Siamo in dirittura<br />
d’arrivo!
«Il passo successivo potrebbe essere quello di un diritto<br />
di base all’informazione come servizio pubblico» Camille Roseau<br />
19<br />
Al di là della crisi attuale<br />
Le misure a favore dei media, in votazione il 13<br />
febbraio 2022, sono necessarie per reagire alla<br />
crisi del settore. Ma non si fermano qui, come<br />
spiega Camille Roseau di «media con futuro».<br />
Il 13 febbraio 2022 la popolazione sarà chiamata a votare le<br />
misure a favore dei media. In che modo questo pacchetto<br />
tutela i posti di lavoro nel settore e la diversità dei media?<br />
Il pacchetto contribuisce in modo positivo a sostenere al<br />
meglio le aziende mediatiche in Svizzera. L’estensione delle<br />
agevolazioni delle tariffe postali, il sostegno del recapito<br />
mattutino e le sovvenzioni basate sul fatturato per i media<br />
online migliorano la struttura dei costi e dei ricavi di diverse<br />
aziende del settore. A livello finanziario la situazione migliora<br />
anche per i media associativi che ottengono anch’essi<br />
più fondi pubblici. La stabilità delle finanze consente<br />
rapporti di lavoro o mandati a lungo termine per i giornalisti.<br />
Il rafforzamento del settore tramite la promozione della<br />
MAZ (la scuola svizzera di giornalismo a Lucerna), del<br />
Consiglio della stampa e dell’agenzia di stampa Keystone-ATS<br />
è fondamentale per il buon funzionamento di un<br />
ecosistema dei media.<br />
Cosa pensa a proposito del referendum che sostiene che i<br />
media finanziati dallo Stato sarebbero controllati da<br />
quest’ultimo e non sarebbero in grado di adempiere alla<br />
loro funzione di quarto potere? È un rischio possibile?<br />
L’accusa secondo cui attraverso la promozione dei media<br />
nascerebbero dei «media statali» – ovvero dei media controllati<br />
o influenzati che non possono essere all’altezza della<br />
loro funzione di «cani da guardia» del potere – non è sostenibile<br />
se si esamina più da vicino la questione. La<br />
promozione dei media viene legittimata a livello democratico<br />
e ripartita secondo un regolamento ben definito che<br />
vale per tutti allo stesso modo, indipendentemente dal colore<br />
politico. È semplicemente impossibile che a un media<br />
vengano tagliati i fondi perché ad esempio critica il Consiglio<br />
federale. Non c’è interferenza sui contenuti redazionali.<br />
Piuttosto si potrebbe mettere in discussione il finanziamento<br />
del giornalismo tramite annunci o grandi mecenati<br />
che potrebbero influire direttamente sulle scelte redazionali.<br />
Se la separazione tra redazione ed editore è però totale,<br />
questo di norma non costituisce un problema.<br />
Il pacchetto di aiuti ha durata limitata. Questo modello<br />
sarebbe una soluzione sostenibile anche a lungo termine?<br />
Siamo favorevoli alla durata limitata del pacchetto. La distinzione<br />
delle diverse categorie di media, ad esempio<br />
print e online, è superata. Nel lungo termine ci auguriamo<br />
un modello che non gestisca soltanto il mantenimento della<br />
struttura, ma promuova e finanzi il giornalismo come<br />
base per una formazione dell’opinione politica stabile ed<br />
equilibrata. Siamo ben disposti a collaborare in tal senso.<br />
Per il momento il pacchetto di misure è però un buon compromesso<br />
che impedisce ulteriori tagli nel settore.<br />
Quali sono i punti deboli del pacchetto di aiuti?<br />
Ci dispiace molto che ci siano solo pochissime direttive per<br />
l’obbligo negoziale nell’ambito di un partenariato sociale<br />
tra editori e sindacati. Solo in materia di recapito mattutino<br />
si è riusciti a implementare nella legge una regolamentazione<br />
al riguardo. Inoltre, le somme che i grandi gruppi<br />
ricevono senza che venga loro imposto un divieto di versare<br />
dividendi ci sembrano estremamente elevate.<br />
Lei fa parte di un’organizzazione che si impegna per la difesa<br />
del pacchetto di aiuti. Quali saranno le tappe più importanti<br />
della campagna?<br />
Con la Verein für Demokratie und Medienvielfalt (associazione<br />
per la democrazia e la molteplicità dei media), abbiamo<br />
fondato un comitato super partes che si impegna per il<br />
pacchetto. Ora ci troviamo nella fase di pianificazione e ci<br />
stiamo occupando del fundraising. La finestra temporale è<br />
limitata: per schierarci e mobilitarci a favore del pacchetto<br />
avremo tempo dalla fine di novembre all’inizio di febbraio.<br />
La nostra campagna si concentrerà sui due mesi prima della<br />
votazione, il nostro crowdfunding partirà a breve.<br />
Dopo la votazione l’associazione intende andare avanti?<br />
Sì. Vogliamo, insieme ai firmatari che speriamo continuino<br />
a unirsi a noi, passare alla fase successiva. L’obiettivo<br />
potrebbe essere quello di preparare un riorientamento radicale<br />
della promozione dei media. Ad esempio, tramite un<br />
diritto di base all’informazione come servizio pubblico.<br />
Oppure un nuovo articolo 93 della Costituzione che recita<br />
semplicemente: «La Confederazione promuove l’attività<br />
giornalistica per la formazione democratica dell’opinione».<br />
Inoltre, potrebbe essere stabilito per legge che vengano<br />
supportate solo le aziende che investono i loro profitti<br />
nel giornalismo. Ma prima dobbiamo vincere il referendum.<br />
Robin Moret<br />
Camille Roseau è copresidente dell’associazione Médias d’avenir<br />
(Media con futuro). (© Florian Bachmann)<br />
L’associazione per il sostegno ai media<br />
demokratie-jetzt-verteidigen.ch
20<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«La stipula di un contratto non è fine a sé stessa, ma deve<br />
migliorare davvero la vita dei lavoratori del settore» David Roth<br />
Addetti al recapito, trattative al via<br />
60 aziende rappresentate da quattro associazioni padronali formano<br />
la più grande comunità negoziale con cui <strong>syndicom</strong> abbia mai<br />
negoziato un CCL. Ha così inizio un’avventura dall’esito incerto.<br />
Portare un oggetto da A a B suona banale.<br />
Ma non lo è affatto. Si tratta di un<br />
servizio che viene svolto da oltre centinaia<br />
di aziende in modi molto diversi.<br />
A seconda della forma della loro prestazione,<br />
le aziende puntano più sulla<br />
quantità, sulla velocità, sul contatto<br />
personale con la clientela e su una gestione<br />
delle merci delicate basata sulla<br />
fiducia. I clienti preferiscono tutto<br />
subito e anche al miglior prezzo.<br />
Un settore in evoluzione<br />
Non stupisce pertanto che nel settore<br />
ci sia un’enorme concorrenza. Pochi<br />
mercati si sviluppano attualmente in<br />
modo così dinamico come quello della<br />
logistica. Non passa mese senza l’ingresso<br />
nel mercato di un nuovo offerente,<br />
le innovazioni tecnologiche<br />
modificano continuamente l’attività<br />
lavorativa. La diminuzione del volume<br />
di lettere e di giornali – contemporaneamente<br />
al boom di pacchi – contribuisce<br />
ulteriormente al fatto che il settore<br />
stia vivendo uno sviluppo molto<br />
mutevole.<br />
Proprio di fronte a questa incertezza è<br />
tanto più importante che la lotta concorrenziale<br />
non venga disputata sulle<br />
spalle dei lavoratori. <strong>syndicom</strong> approva<br />
pertanto che i datori di lavoro si siano<br />
riuniti nell’organizzazione mantello<br />
«Zustellung Schweiz» (Recapito<br />
Svizzera) per intavolare trattative in<br />
merito a un CCL.<br />
Quello della Logistica è un settore dinamico,<br />
in costante sviluppo. (© Keystone-ATS)<br />
Riunire il lavoro preparatorio<br />
Da parte sua, <strong>syndicom</strong> potrà basarsi<br />
per le trattative su un lavoro preparatorio<br />
decennale. Dalla liberalizzazione<br />
del mercato, per tutto ciò che superava<br />
gli invii di 50 grammi <strong>syndicom</strong><br />
ha cercato il contatto con aziende di<br />
logistica private. È nato così il CCL per<br />
Corrieri in bici e per i servizi dei corrieri<br />
urbani nonché il CCL KEP & Mail che<br />
è stato tuttavia rescisso lo scorso anno<br />
per mancanza di una prospettiva di<br />
sviluppo. <strong>syndicom</strong> ha curato anche<br />
numerosi contatti con singole aziende<br />
ed è riuscito a stipulare ad esempio il<br />
CCL Notime. I prossimi mesi ci diranno<br />
se sarà possibile riunire le singole<br />
unità in un’unica entità.<br />
Niente peggioramenti<br />
<strong>syndicom</strong> ha due presupposti per le<br />
trattative: il CCL della Posta rimane<br />
immutato e nei partenariati sociali<br />
esistenti non si verifica alcun peggioramento.<br />
La stipulazione di un nuovo<br />
CCL non è fine a sé stessa, ma deve effettivamente<br />
migliorare la realtà dei<br />
dipendenti del settore della logistica.<br />
La conseguenza logica è pertanto che<br />
in caso di stipulazione i partner negoziali<br />
possano anche richiedere alla<br />
Confederazione la dichiarazione di<br />
obbligatorietà generale del CCL.<br />
David Roth<br />
Altre informazioni:<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/fea1g<br />
Ridurre il divario digitale<br />
Patrizia Mordini è responsabile delle Pari<br />
opportunità e membro del Comitato direttivo<br />
Il dossier di questo numero e il Congresso<br />
<strong>syndicom</strong> si occupano di un<br />
tema di estrema attualità come il futuro<br />
servizio pubblico. Le nostre riflessioni<br />
in materia hanno evidenziato le<br />
sfide, ma anche le opportunità, offerte<br />
dal servizio pubblico, soprattutto per<br />
gruppi specifici di persone e gruppi<br />
socialmente svantaggiati. Un elemento<br />
centrale è che il servizio pubblico<br />
offra accesso non discriminatorio a<br />
servizi importanti, ovvero a prestazioni<br />
e merci accessibili a tutti – indipendentemente<br />
che si tratti di uomini,<br />
donne o identità non binarie, giovani<br />
o anziani, nativi o stranieri, dipendenti<br />
o (parzialmente) freelance. Allo stesso<br />
modo lo sviluppo del servizio<br />
pubblico deve essere nell’interesse<br />
di tutti.<br />
Tecnologia che divide<br />
Il fatto che non sia una cosa scontata,<br />
lo dimostra la crescente disparità digitale.<br />
Con ciò si intende che il mezzo Internet<br />
e le possibilità della tecnologia<br />
informatica aumentano la partecipazione<br />
sociale di chi è già benestante,<br />
mentre le persone con scarse risorse<br />
sociali, economiche e formative vengono<br />
tagliate fuori dalla potenziale informazione<br />
e partecipazione, dalle<br />
possibilità e opportunità digitali. Le<br />
ripercussioni negative sono ben visibili<br />
nel lungo termine. Si sta creando un<br />
divario digitale che va colmato al più<br />
presto.<br />
Le esigenze di chi è al margine<br />
La trasformazione del mondo del lavoro<br />
digitalizzato non può discriminare<br />
i nostri colleghi migranti. Le esigenze<br />
specifiche di donne*, freelance, giovani<br />
o anziani nei confronti della digitalizzazione<br />
devono essere integrate in<br />
occasione di futuri sviluppi. Ecco perché<br />
le loro esigenze devono essere affrontate<br />
e prese sul serio. E per questi<br />
motivi ci stiamo adoperando a tal fine<br />
con determinazione.
«<strong>syndicom</strong> esige un impegno chiaro a mantenere i posti<br />
di lavoro in Svizzera, anche per le aziende partner» Daniel Hügli<br />
21<br />
Swisscom, la politica delle casse<br />
aziendali vuote non paga<br />
La battaglia sui prezzi nel settore delle telecomunicazioni mette<br />
sotto pressione il mercato: costi ridotti, impieghi tagliati. Ma ora<br />
la politica e le aziende devono offrire prospettive ai lavoratori.<br />
Il lavoro nei call center sta cambiando: è necessario investire nella formazione. (© Keystone-ATS)<br />
Lo vediamo spesso: guide per i consumatori<br />
che calcolano quanto sia vantaggiosa<br />
la stipulazione di un abbonamento<br />
Internet presso un operatore<br />
diverso da Sunrise UPC o Swisscom.<br />
Simili confronti sono molto unilaterali<br />
e intensificano ulteriormente la<br />
battaglia sui prezzi tra gli operatori.<br />
Per riempire nuovamente le casse vuote,<br />
le aziende ricorrono a tagli dei costi<br />
e dei posti di lavoro, al trasferimento<br />
di attività ad aziende terze che viene in<br />
parte motivato con la carenza di personale<br />
specializzato in Svizzera – come<br />
presso i centri Swisscom per lo sviluppo<br />
software a Rotterdam e Riga. I costi<br />
più bassi hanno però anche un effetto<br />
(collaterale) non trascurabile, ad<br />
esempio presso i contact center e i call<br />
center.<br />
Non soltanto rispondere ai clienti<br />
Nel settore dei contact center e dei call<br />
center, infatti, il volume dei contatti<br />
sta diminuendo, poiché i prodotti<br />
sono sempre più affidabili e alcune<br />
mansioni possono essere automatizzate.<br />
In Svizzera il settore si sta pertanto<br />
sviluppando verso prestazioni più<br />
complesse. Proprio da Swisscom ci<br />
aspettiamo che una simile trasformazione<br />
venga pianificata nel corso di diversi<br />
anni.<br />
Proteggere gli impieghi in Svizzera<br />
Proprio mentre Swisscom annuncia<br />
un progetto pilota di esternalizzazione<br />
in Kosovo, <strong>syndicom</strong> esige un impegno<br />
chiaro a mantenere i posti di lavoro<br />
in Svizzera, anche presso le sue<br />
aziende partner che sono assoggettate<br />
al contratto collettivo di lavoro dichiarato<br />
di obbligatorietà generale. La partecipazione<br />
di <strong>syndicom</strong> e della rappresentanza<br />
del personale deve essere<br />
garantita in qualsiasi momento. Inoltre,<br />
occorre puntare sulla qualità nonché<br />
sulla protezione e sulla sicurezza<br />
dei dati. Chiediamo anche che, per le<br />
aziende che rientrano nella sua catena<br />
di valore, Swisscom si assuma le proprie<br />
responsabilità per quanto riguarda<br />
i diritti collettivi di lavoro, i diritti<br />
umani e delle condizioni di lavoro e salariali<br />
più eque.<br />
Infine, le aziende sono chiamate a<br />
investire nella formazione e nel perfezionamento<br />
continuo. Un ruolo deve<br />
però essere attribuito anche alla politica:<br />
nei suoi obiettivi strategici il Consiglio<br />
federale deve discostarsi dalle<br />
eccessive aspettative finanziarie nei<br />
confronti di Swisscom.<br />
Daniel Hügli<br />
L’impegno di <strong>syndicom</strong>:<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/ccc<br />
TX Group e i profitti<br />
a comparti separati<br />
Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />
e responsabile del settore Media<br />
Molti gruppi demonizzano il finanziamento<br />
incrociato interno. Ogni divisione<br />
aziendale deve soddisfare le previsioni<br />
di profitto separatamente. Un<br />
compito impossibile per le redazioni e<br />
le tipografie.<br />
Lo stesso vale anche per TX Group,<br />
la più ricca azienda mediatica svizzera,<br />
nata 128 anni fa dal Tages-Anzeiger.<br />
Dall’entrata in borsa nel 2000<br />
l’azienda impone elevati margini di<br />
profitto a tutti i comparti. Le piattaforme<br />
di mercato digitali sono estremamente<br />
lucrative e soddisfano ampiamente<br />
standard elevati. Sono state<br />
create o acquistate grazie ai pluridecennali<br />
profitti derivanti dal giornalismo.<br />
I media cartacei e online generano<br />
invece sempre meno entrate<br />
derivanti dagli annunci; gli utili un<br />
tempo elevati e derivanti dalla pubblicità<br />
vengono ora prevalentemente<br />
convogliati ai colossi della tecnologia<br />
come Facebook e Google. Queste risorse<br />
vengono così a mancare per la<br />
produzione di media giornalistici in<br />
Svizzera.<br />
TX Group ne avrebbe però i mezzi.<br />
Il divieto autoimposto del finanziamento<br />
incrociato impedisce tuttavia<br />
di investire questo denaro nei media<br />
penalizzati. Essi devono funzionare<br />
come dei centri di profitto separati.<br />
Queste decisioni imprenditoriali comportano<br />
regolarmente tagli del personale<br />
nelle redazioni e nelle tipografie.<br />
Ne risentono i lettori con una riduzione<br />
dell’offerta giornalistica. Uno sviluppo<br />
devastante per un’azienda mediatica<br />
un tempo orgogliosa.
22 Politica<br />
Un nuovo modello di<br />
copertura per i freelance<br />
<strong>syndicom</strong> ha commissionato a un’équipe di ricerca della Scuola<br />
universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale di<br />
elaborare un modello di assicurazione per indipendenti, freelance<br />
e liberi professionisti. È ora all’esame dei membri di <strong>syndicom</strong>,<br />
di esperti nonché di rappresentanti politici.<br />
Testo: Muriel Raemy<br />
Foto: PeopleImages, infografica: tnt<br />
Gli indipendenti non hanno mai<br />
avuto diritto all’assicurazione contro<br />
la disoccupazione. In caso di<br />
fluttuazioni economiche, essi devono<br />
contare sui propri risparmi o cercare<br />
di farsi assumere in azienda.<br />
Ma che fare quando gli ordini non<br />
arrivano più, come nel contesto della<br />
pandemia, e/o il mercato del lavoro<br />
è saturo? <strong>syndicom</strong> difende gli interessi<br />
degli indipendenti nei settori<br />
della comunicazione visiva, del giornalismo,<br />
dell’illustrazione e della<br />
fotografia, tutte professioni in cui le<br />
condizioni di impiego si sono ulteriormente<br />
degradate. Le loro condizioni<br />
erano già precarie, ma la pandemia<br />
ha rivelato il bisogno più che<br />
mai lampante di una protezione sociale<br />
adeguata per gli indipendenti.<br />
Che forma potrebbe assumere?<br />
Sarebbe ipotizzabile un modello simile<br />
a quello dell’assicurazione contro<br />
la disoccupazione, in cui datore<br />
di lavoro e dipendente versano contributi<br />
in parti uguali? <strong>syndicom</strong> ha<br />
posto la domanda all’équipe di ricerca<br />
diretta da Mathias Binswanger,<br />
professore di economia alla Scuola<br />
universitaria professionale della<br />
Svizzera nordoccidentale (v. il suo<br />
contributo sul n° 23 di giugno-luglio<br />
2021). Un gruppo di lavoro composto<br />
da membri sindacalizzati nei<br />
settori della comunicazione visiva e<br />
del giornalismo, della fotografia e<br />
dell’illustrazione ha accompagnato<br />
da vicino questo processo.<br />
Un’assicurazione versatile<br />
L’équipe di ricerca si è orientata sulle<br />
varie forme di assicurazione adottate<br />
già da diversi paesi europei.<br />
Conclusione? Difficile confrontare<br />
questi modelli che, nel loro contesto,<br />
funzionano piuttosto male. Uno<br />
dei problemi principali? «La selezione<br />
opposta. Ovvero che sono soprattutto<br />
le persone la cui attività non è<br />
redditizia che sono spinte ad assicurarsi<br />
facoltativamente. Mentre per<br />
coloro che hanno successo, un’assicurazione<br />
equivale a costi supplementari<br />
senza mai beneficiarne.<br />
«Si è in presenza di una distorsione<br />
morale», riassume Tobias Schoch,<br />
professore di economia empirica a<br />
capo della parte statistica della ricerca.<br />
L’équipe ha quindi lavorato a<br />
una proposta di assicurazione che<br />
sia obbligatoria. Si tratta di un nuovo<br />
tipo di copertura, analoga alla<br />
modalità tradizionale di versamento<br />
delle prestazioni sociali ripartite tra<br />
il dipendente e la sua azienda: gli<br />
indipendenti e i loro committenti<br />
versano in effetti ciascuno il 4%<br />
dell’ammontare totale della fatturazione<br />
in questo nuovo fondo, un’entrata<br />
contabile paragonabile all’IVA.<br />
«Qui la solidarietà svolge un ruolo<br />
cruciale. I costi vengono ripartiti<br />
collettivamente: i committenti prendono<br />
in carico una parte dei costi<br />
inerenti all’attività indipendente».<br />
Tobias Schoch e la sua équipe hanno<br />
simulato diversi scenari prima di<br />
arrivare a questo compromesso del<br />
4%. Questi contributi permettono in<br />
effetti agli indipendenti di crearsi<br />
una riserva che, dopo il quarto anno<br />
di attività, può coprire fino a quattro<br />
mesi senza redditi e, a partire dal<br />
decimo anno, prevedere un intero<br />
anno. «La maggior parte degli indipendenti<br />
non ha alcuna assicurazione<br />
contro la perdita di guadagno oppure<br />
ne ha una minima che copre<br />
dal 25 al 50% dei loro redditi. Le riserve<br />
accantonate in questo nuovo<br />
modello potrebbero assicurarli per<br />
diversi anni», spiega Michael Moser,<br />
segretario centrale di <strong>syndicom</strong>. «Il<br />
processo è appena iniziato: questa<br />
versione serve da base per aprire la<br />
discussione con i nostri membri, richiedere<br />
i pareri di esperti e valutare<br />
la fattibilità di una simile copertura<br />
presso i politici», conclude.<br />
Sei un indipendente? Partecipa al<br />
questionario: <strong>syndicom</strong>.ch/apgi
Lanciare il dibattito per un’assicurazione<br />
per i lavoratori indipendenti, i grandi<br />
invisibili dell’attuale sistema politico.<br />
23<br />
1<br />
2<br />
3<br />
Michael Moser, perché è necessaria<br />
un’assicurazione per indipendenti?<br />
È sempre più difficile trovare<br />
impieghi fissi nei settori della<br />
comunicazione visiva e del giornalismo,<br />
nei quali l’attività dei liberi<br />
professionisti sta diventando la<br />
norma. Spessonon si ha altra scelta<br />
che ricorrere al lavoro indipendente,<br />
che si traduce nella maggior<br />
parte dei casi in un deterioramento<br />
della protezione sociale: gli indipendenti<br />
non versano gli stessi contributi<br />
dei dipendenti, non si assicurano<br />
contro l’inabilità al lavoro.<br />
La pandemia ha fortemente segnato<br />
questi settori. Vogliamo andare al di<br />
là di un aiuto puntuale e indurre dei<br />
cambiamenti strutturali che<br />
assicurino una protezione sociale a<br />
lungo termine.<br />
Gli indipendenti sono veramente in<br />
grado di esigere un aumento del 4%<br />
dei loro onorari e di tirar fuori dalle<br />
loro tasche l’altro 4%?<br />
Funzionerà solo se tale assicurazione<br />
diventerà obbligatoria. Lo sforzo<br />
sarà collettivo: i committenti<br />
devono partecipare all’aumento dei<br />
prezzi, ora molto bassi, al fine di<br />
coprire una previdenza, un’assicurazione<br />
contro la perdita di guadagno<br />
oltre alle spese fisse. Siamo consapevoli<br />
che il 4% di contribuzione di<br />
tasca propria rappresenti una sfida<br />
per molti indipendenti. Riteniamo<br />
tuttavia che sia fattibile poiché<br />
questi contributi costituiscono le<br />
loro riserve. Valuteremo gli effetti di<br />
una tale assicurazione sul mercato<br />
per considerare, in un primo tempo,<br />
delle misure di accompagnamento.<br />
Quando sarà possibile stipulare<br />
quest’assicurazione?<br />
Il nostro obiettivo è quello di<br />
lanciare il dibattito. Sono sicuro che<br />
altri sindacati e partiti politici si<br />
approprieranno della materia e<br />
proporranno degli adeguamenti, se<br />
non addirittura un nuovo modello.<br />
Il nostro progetto di assicurazione<br />
permette di lanciare il dibattito in<br />
modo proattivo collocandoci<br />
accanto agli indipendenti, i grandi<br />
invisibili del nostro sistema politico.<br />
L’assicurazione individuale non<br />
può essere la sola risposta possibile!<br />
Il processo è appena cominciato.<br />
Probabilmente sarà il progetto di<br />
un’intera generazione!<br />
Assicurazione contro la perdita di guadagno per indipendenti<br />
Fattura<br />
Progetto X:<br />
1000.–<br />
+4 % APG-I<br />
= 1040.–<br />
Con l’introduzione dell’assicurazione contro<br />
la perdita di guadagno per indipendenti (APG-I),<br />
ai clienti viene calcolato obbligatoriamente<br />
su ogni fattura (analogamente all’IVA)<br />
il 4% di premi APG-I.<br />
Il lavoratore indipendente<br />
versa il 4% del cliente<br />
e il 4% del proprio<br />
contributo all’APG-I.<br />
Nell’APG-I si fa una distinzione tra due conti per<br />
ogni persona assicurata. Il deposito di risparmio<br />
(contributi del lavoratore indipendente) e<br />
l’assicurazione (contributi dei clienti).<br />
40.–<br />
contributo<br />
proprio<br />
40.–<br />
contributo<br />
del cliente<br />
80%<br />
Viene assicurato l’80% del fatturato mensile<br />
medio. In caso di fatturato annuo di<br />
60 mila franchi, 4 mila al mese.<br />
4<br />
10<br />
anni anni<br />
Dopo 4 anni le riserve sono sufficienti<br />
per 4 mesi, dopo 10 anni le riserve<br />
bastano per 12 mesi.<br />
In caso di un calo di fatturato, ad<br />
es. del 25% rispetto all’anno<br />
precedente, vengono corrisposti<br />
3 mesi (25% di 12 mesi).<br />
Gli altri averi restano per il futuro.<br />
N<br />
D<br />
J<br />
F<br />
O<br />
S<br />
3 mesi<br />
senza ordini<br />
M<br />
A<br />
A<br />
J J<br />
M<br />
L’assicurazione viene<br />
regolarmente alimentata<br />
grazie ai nuovi contributi.<br />
Se la libera professione cessa volontariamente<br />
(impiego fisso/pensionamento), tutti i contributi di<br />
risparmio vengono corrisposti ai lavoratori indipendenti.<br />
I contributi assicurativi restano all’assicurazione.
24 Politica<br />
Il settore ICT, motore<br />
del cambiamento globale<br />
Daniel Hügli, segretario centrale del settore ICT di <strong>syndicom</strong>,<br />
è stato recentemente eletto alla presidenza di UNI Europa ICTS.<br />
L’abbiamo incontrato per confrontarci su questo mandato e<br />
sulle principali sfide di un settore in costante trasformazione<br />
a livello globale.<br />
Testo: Robin Moret<br />
Foto: Karin Scheidegger<br />
Quale sarà il tuo ruolo come presidente<br />
del settore ICTS della Federazione<br />
sindacale europea UNI Europa?<br />
In seno alla presidenza, e insieme ai<br />
vicepresidenti e al segretariato di<br />
UNI Europa ICTS, abbiamo l’incarico<br />
di perseguire nei prossimi quattro<br />
anni gli obiettivi strategici approvati<br />
dal Congresso. Come<br />
presidente partecipo inoltre a livello<br />
europeo al dialogo con le parti sociali<br />
dei settori e rappresento il settore<br />
negli organi di UNI Europa e<br />
UNI Global ICTS.<br />
Quali sono le attuali sfide del settore<br />
ICTS in Europa ? Quali sono le priorità<br />
strategiche su cui intendi lavorare<br />
con i tuoi colleghi europei?<br />
I sindacati si trovano a un crocevia<br />
storico, in particolare nei settori<br />
ICTS: i nostri membri si trovano nel<br />
pieno della progressiva trasformazione<br />
digitale della società e dell’economia.<br />
Non solo il loro mondo<br />
del lavoro cambia rapidamente, ma<br />
essi stessi sono il motore di questo<br />
cambiamento. Come sindacati riuniti,<br />
abbiamo la possibilità di creare<br />
il futuro dei settori e le condizioni di<br />
lavoro dei lavoratori per il nuovo<br />
mondo del lavoro. Per poter contribuire<br />
a plasmare il cambiamento<br />
tecnologico e sociale, dobbiamo agire<br />
su diversi fronti: consolidare la<br />
nostra posizione nelle aziende multinazionali,<br />
sostenere la diffusione<br />
dei contratti collettivi, influenzare<br />
la legislazione e la politica nonché<br />
estendere la nostra base di membri.<br />
Ora più che mai la protezione dei<br />
dati è una delle principali sfide del<br />
settore ICT. Come pensate di agire<br />
a questo proposito tramite UNI Europa<br />
?<br />
Per i sindacati in primo piano c’è la<br />
protezione dei lavoratori dal crescente<br />
monitoraggio durante il lavoro<br />
e dallo sconfinamento del lavoro<br />
che minaccia di invadere sempre<br />
più la vita privata. Si tratta fondamentalmente<br />
della protezione della<br />
salute e della sfera privata dei lavoratori,<br />
dalla protezione dei dati,<br />
compresa la loro sicurezza, al diritto<br />
alla non reperibilità al di fuori degli<br />
orari di lavoro.<br />
Come si organizza la collaborazione<br />
sindacale a livello internazionale<br />
e quali sono le leve d’azione sulle<br />
priorità strategiche ?<br />
Al centro ci sono lo scambio reciproco,<br />
il coordinamento e il supporto<br />
tra i sindacati. In questo modo possiamo<br />
sindacalizzare un maggior<br />
numero di lavoratori, sviluppare alleanze<br />
forti, accompagnare e offrire<br />
consulenza ai comitati aziendali<br />
europei nonché condividere le posizioni<br />
che difendiamo a livello politico<br />
e presso i nostri partner sociali,<br />
ad esempio in materia di intelligenza<br />
artificiale, piattaforme digitali,<br />
sviluppo del 5G e telelavoro.<br />
I lavoratori del settore ICT si trovano<br />
al centro degli sviluppi tecnologici<br />
che riguardano l’intero mondo del<br />
lavoro (telelavoro, IA ecc.) e quindi<br />
tutti i settori di attività. Collabora in<br />
questo senso con gli altri settori di<br />
UNI Europa?<br />
È importante considerare anche la<br />
prospettiva globale, motivo per cui<br />
mi impegnerò attivamente nel comitato<br />
direttivo di UNI Global ICTS. La<br />
collaborazione tra i settori è inoltre<br />
importante proprio per i temi che<br />
vengono discussi già da tempo nel<br />
settore ICT e ora hanno acquisito<br />
maggiore importanza anche in altri<br />
settori, come ad esempio il telelavoro<br />
oppure l’uso di sistemi di intelligenza<br />
artificiale. Inoltre osserviamo<br />
una crescente convergenza tra i settori<br />
in cui vengono impiegati sistemi<br />
e piattaforme digitali, come<br />
nell’e-commerce oppure per diverse<br />
prestazioni aziendali.<br />
Le news del settore di UNI Global<br />
uniglobalunion.org/sectors/icts/news
Diritto e diritti<br />
25<br />
Caro servizio giuridico,<br />
ho rescisso il mio contratto di lavoro<br />
e ho alcune domande relative ai<br />
dati digitali e alla loro gestione dopo<br />
la mia uscita. In particolare, cosa<br />
ne sarà della mia casella di posta<br />
elettronica?<br />
Nel corso del rapporto di lavoro, ho<br />
talvolta utilizzato il mio indirizzo<br />
e-mail professionale a scopi privati.<br />
Mi sono spesso chiesto se il mio<br />
datore di lavoro potesse accedervi,<br />
ma non ho mai approfondito. Com’è<br />
la questione esattamente?<br />
Alla mia partenza dall’azienda, quali<br />
saranno i miei diritti relativi a tali<br />
e-mail?<br />
Ho un’ultima domanda relativa a<br />
Internet: il mio datore di lavoro avrà<br />
il diritto di accedere allo storico di<br />
consultazione dopo la mia uscita?<br />
Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />
Secondo l’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza<br />
(IFPDT), il dipendente che esce dall’azienda dovrà, prima<br />
della sua uscita, trasferire a chi di diritto le questioni e i messaggi<br />
di posta elettronica professionali in sospeso. Al più tardi alla fine<br />
dell’ultimo giorno di lavoro, il suo account di posta elettronica<br />
(come del resto tutti gli altri suoi account informatici) sarà bloccato<br />
e la sua casella di posta (come tutti gli altri supporti di dati<br />
personali) cancellata.<br />
I messaggi di posta elettronica privati devono essere segnalati dal<br />
mittente come tali (opzione «Privato»), che faccia o meno parte<br />
dell’azienda. Attenzione, però: qualora nulla indichi la natura<br />
(professionale o privata) del messaggio di posta elettronica e gli<br />
elementi di indirizzamento non permettano neppure di determinare<br />
che si tratta di un’e-mail privata, il datore di lavoro riterrà che<br />
si tratta di un elemento di natura professionale. È pertanto fortemente<br />
raccomandato creare una sottocartella «Privato» nella tua<br />
casella di posta elettronica dove trasferire subito qualsiasi messaggio<br />
considerato tale. Rispettando questa procedura, il datore di<br />
lavoro non ha né il diritto di consultare né di elaborare in alcun<br />
modo le e-mail private.<br />
Il tuo futuro ex datore di lavoro deve offrirti la possibilità di copiare<br />
su un supporto di tua scelta i messaggi di posta elettronica e<br />
tutti gli altri documenti considerati privati e poi cancellarli dai<br />
server aziendali.<br />
Innanzitutto, ti consigliamo di cancellare la cronologia prima di<br />
uscire dall’azienda. Tuttavia, l’utilizzo di Internet, come pure<br />
quello della posta elettronica, lascia diverse tracce. Gli strumenti<br />
informatici utilizzati in comune (ad esempio, i server) elaborano<br />
generalmente dei file di log delle attività svolte. Ma generalmente<br />
solo in caso di reati sarà possibile esaminare i dati dei file di log<br />
dei fornitori di servizi Internet (provider) e questo, inoltre, attraverso<br />
un provvedimento dell’autorità giudiziaria.<br />
Tutte le precedenti rubriche su internet<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/diritto/dirittoediritti
16 17<br />
26<br />
Rubriche<br />
Idee<br />
© AARDT<br />
MILANO, POCO DOPO MEZZOGIORNO.<br />
FACCIAMOLI<br />
QUANTI AEREI<br />
SPARIRE,<br />
ABBIAMO A TALIEDO?<br />
PRESTO! NON<br />
FATE SUBITO<br />
NE VOGLIO<br />
DECOLLARE LA<br />
VEDERE<br />
NOSTRA<br />
NEMMENO<br />
SQUADRIGLIA<br />
UNO...<br />
© SJW<br />
Proteggere i propri dati<br />
Nel settore informatico si parla di<br />
una vera e propria «pandemia digitale».<br />
Proprio mentre il virus Covid-19<br />
si diffondeva in tutto il mondo,<br />
parallelamente si è assistito a un<br />
aumento di attacchi informatici di<br />
ogni tipo. Contro privati, aziende,<br />
istituzioni. In particolare, gli esperti<br />
di cybersicurezza sono sempre più<br />
preoccupati per l’emergenza «ransomware»,<br />
ovvero di attacchi che<br />
criptano i dati e i sistemi delle<br />
aziende, chiedendo il pagamento di<br />
un riscatto (ne abbiamo parlato sullo<br />
scorso numero di questa <strong>rivista</strong>, a<br />
proposito del caso avvenuto a Rolle).<br />
Spesso, proprio come accade per i<br />
virus (quelli veri), la miglior difesa è<br />
la prevenzione. E a questo scopo viene<br />
in aiuto il corso Helias «Sicurezza<br />
informatica e sistemi di backup on e<br />
offline», che si terrà al centro viscom<br />
di Bellinzona, mercoledì 26 e lunedì<br />
31 gennaio 2022. In due serate, si<br />
avrà una visione d’insieme sulle tecniche<br />
utilizzate maggiormente per<br />
la protezione dei propri dati, e soprattutto<br />
quelli dei propri clienti. Il<br />
docente, l’esperto di sicurezza informatica<br />
Andrea Tedeschi, illustrerà<br />
le varie tipologie di backup, spiegando<br />
perché è necessario usarne di<br />
diversi tipi per ottenere una protezione<br />
efficace. Nei primi mesi del<br />
nuovo anno, il 9 e 16 febbraio lo<br />
stesso Andrea Tedeschi proporrà un<br />
altro corso sul tema, occupandosi di<br />
«Sistemi di storage e prevenzione di<br />
perdita dati informatici», per scoprire<br />
insieme i mezzi per il supporto<br />
dati (hard disk, RAID, USB, SSD,<br />
cloud ecc.) e come condividere efficacemente,<br />
e in sicurezza, i dati con<br />
i propri clienti. Questi corsi e gli altri<br />
che compongono il calendario<br />
2022, sono sempre consultabili sul<br />
sito helias.ch, che contiene anche la<br />
lista dei corsi su richiesta.<br />
Giovanni Valerio<br />
La listacompleta dei corsi Helias 2022<br />
sul sito www.helias.ch<br />
Finalmente cittadine!<br />
Titolo decisamente appropriato,<br />
come pure il punto (e il tono) esclamativo,<br />
per affermare la lunga attesa<br />
prima di vedere riconosciuto un diritto,<br />
quello del voto alle donne svizzere,<br />
arrivato davvero molto tardi,<br />
nel 1971. Tema molto trattato, affermano<br />
le autrici, ma poco indagato<br />
dalla storiografia tradizionale. Dunque,<br />
a loro il merito di avere rimesso<br />
al centro come i pregiudizi di genere<br />
si ritrovano anche nella narrazione<br />
storica. Il modo con cui raccontiamo<br />
il passato rivela come si è costruita<br />
un’identità collettiva. Studiare questa<br />
storia non è utile solo per le donne,<br />
ma per l’intera cittadinanza. Promuoverne<br />
la conoscenza diventa<br />
importante, per le nuove generazioni,<br />
che come scrivono le studiose «acquisirebbero<br />
infatti in modo più solido<br />
la consapevolezza di come ogni<br />
epoca storica e ogni cultura abbiano<br />
sempre addebitato sensi e pesi differenti<br />
all’essere donna e all’essere<br />
uomo». Non solo però la storiografia<br />
e gli studi accademici hanno rallentato<br />
le ricerche sulla storia di genere,<br />
ma pure la raccolta e conservazione<br />
dei documenti, il reperimento delle<br />
fonti, a causa dei pochi archivi esistenti.<br />
Interessante, inoltre, dall’analisi,<br />
ravvisare come tra le motivazioni<br />
di questo tardivo riconoscimento del<br />
suffragio femminile in Svizzera ci sia<br />
un paradosso: la democrazia diretta.<br />
In altri paesi questa decisione è stata<br />
presa dal potere esecutivo che ha di<br />
molto accelerato i tempi della sua accettazione.<br />
In Svizzera, invece, questo<br />
processo è stato invertito proprio<br />
dalla democrazia diretta: è il popolo<br />
che doveva concedere questo diritto<br />
e si sa, sradicare antichi stereotipi è<br />
ardua impresa. Non possiamo dunque<br />
che associarci a quel “finalmente!”<br />
anche la storia delle donne non è<br />
più questione di nicchia, ma paritaria<br />
alla Storia, con la S maiuscola.<br />
Tiziana Conte<br />
«Finalmente Cittadine!» Archivi Riuniti delle<br />
Donne Ticino, www.archividonneticino.ch<br />
In volo per la libertà<br />
Una graphic novel dal doppio soggetto,<br />
uno storico e uno di attualità. Nelle<br />
belle tavole di Micha Dalcol – che<br />
sarebbe stato suggestivo vedere su<br />
un formato più grande – e nel testo<br />
di Olmo Cerri, si narrano due vicende:<br />
la prima, in bianco e nero, è quella<br />
dell’aviatore Bassanesi; la seconda,<br />
a colori, quella di Giovanna,<br />
giovane liceale di Bellinzona. I due<br />
piani si susseguono, collegati da un<br />
filo narrativo comune, dalla medesima<br />
tensione verso la libertà. La storia<br />
più antica è appunto quella di<br />
Giuseppe Bassanesi (1905-1947): giovane<br />
idealista italiano che, uscito dal<br />
paese durante la dittatura, si legò<br />
agli ambienti antifascisti all’estero e<br />
ai fratelli Rosselli a Parigi. Egli progettò<br />
un gesto dal grande valore simbolico:<br />
partendo con un piccolo aeroplano<br />
da Lodrino sorvolò Milano,<br />
lanciando migliaia di volantini. La<br />
storia più recente è quella di Giovanna,<br />
una liceale, attivista per il clima,<br />
che cerca di sensibilizzare quello che<br />
sembra un mondo ostile e disinteressato<br />
verso temi e pratiche ecologiste.<br />
A quasi cento anni di distanza, il legame<br />
è costituito dagli stessi luoghi<br />
e dalle stesse tensioni verso la libertà<br />
e l’uguaglianza. Il pilota e la ragazza<br />
lottano contro qualcosa più forte<br />
di loro, ma non si danno per vinti:<br />
tutto ciò da significato non solo al<br />
loro quotidiano, ma a tutta la traiettoria<br />
– il volo, potremmo dire – della<br />
loro esistenza. Forse indugiando sugli<br />
ultimi drammatici anni del pilota,<br />
il libretto – edito dalle Edizioni<br />
Svizzere per la Gioventù in collaborazione<br />
con l’Associazione Amici di<br />
Giovanni Bassanesi – ha tuttavia il<br />
grande merito di illuminare, con un<br />
linguaggio più vicino alle nuove generazioni,<br />
su un episodio storico<br />
della lotta per la democrazia che ha<br />
avuto come scenario, e punto di<br />
partenza, il nostro cantone.<br />
Gian Franco Ragno<br />
«Giovanni Bassanesi. In volo per la libertà»<br />
Edizioni svizzere per la gioventù, www.sjw.ch
1000 parole<br />
La matita di Ruedi Widmer<br />
27
28 Eventi Sessione delle donne / Congresso delle donne <strong>syndicom</strong> / Proteste alla Posta /<br />
Meeting annuale FEJ / Assemblea GI Pensionati / World Format Festival / Tÿpo a<br />
San Gallo / Incontri sulle misure di aiuto ai media / Festa degli illustratori /<br />
Congresso donne USS<br />
2<br />
1<br />
4<br />
3<br />
5
1. Conferenza delle donne <strong>syndicom</strong>, con Isabel Rohner, co-curatrice del<br />
libro «50 Jahre Frauenstimmrecht» (in basso a destra). (© Regula Stämpfli)<br />
2. Fatima Lee (GI migrazione) e Mariem Fiadjigbe, rappresentante del<br />
personale Sunrise, durante la sessione delle donne (© Fany Flores)<br />
3. Werner Bracher, 42 anni di carriera alla Posta, contro la soppressione<br />
dei buoni del personale ai pensionati del «gigante giallo» (© Ueli Johner)<br />
4. La FEJ ha tenuto la sua assemblea annuale l’8 e il 9 ottobre a Zagabria,<br />
sul tema della sicurezza dei giornalisti: noi c’eravamo! (© N. Solic)<br />
5. A ottobre si è riunito il comitato del Gruppo d’interesse Pensionati.<br />
(© Rodolphe Aeschlimann)<br />
6. Discussione sul risultato dell’inchiesta «Qual è il valore del mio lavoro?»<br />
al World Format Festival di Lucerna (© <strong>syndicom</strong>)<br />
7. Stefanie Fürst, segretaria regionale Media, con la grafica Jule Puppato,<br />
allo stand <strong>syndicom</strong> alle giornate della tipografia di San Gallo (© <strong>syndicom</strong>)<br />
8. Stephanie Vonarburg durante una tavola rotonda sulle misure d’aiuto ai<br />
media, al Café Haupstadt di Berna, lo scorso 27 ottobre (© Manuel Lopez)<br />
9. Un’illustratrice in azione alla festa degli illustratori di <strong>syndicom</strong>.<br />
(© <strong>syndicom</strong>)<br />
10. Alcune delegate al Congresso delle donne USS il 12 e 13 novembre.<br />
(© Tabea Rai)<br />
6<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10
30<br />
Un lavoro,<br />
una vita<br />
«Con i miei articoli ho potuto denunciare<br />
gli eventi di cui ero testimone»<br />
Elena Rusca è nata nel 1988 in riva al<br />
mare, a Genova. A 21 anni, per una<br />
casualità della vita arriva in Svizzera.<br />
Si stabilisce nel Vallese, poi seguendo<br />
il corso del Rodano, arriva nel Canton<br />
Vaud, fino a Ginevra.<br />
Elena studia arti visive nel Vallese e<br />
lettere all’Università di Losanna.<br />
È attiva come corrispondente delle<br />
Nazioni Unite con Colombia Informa,<br />
e anche con «El Clarín de Chile», per il<br />
quale continua a collaborare.<br />
Nata da una famiglia militante, Elena si<br />
è confrontata con le lotte politiche sin<br />
da giovane. La sua attività di giornalista<br />
è incentrata sui diritti umani e<br />
sull’accompagnamento delle vittime<br />
tra l’America Latina e il Medio Oriente.<br />
Elena è iscritta a <strong>syndicom</strong> dal 2020.<br />
Testo: Elena Rusca<br />
Foto: Olivier Vogelsang<br />
«Di guerra si tratta:<br />
quella per i diritti delle<br />
persone disabili»<br />
Mio padre mi ha lasciato in eredità<br />
una valigia piena di curiosità per<br />
tutto ciò che mi circonda, ma anche<br />
piena di tanto entusiasmo e amore<br />
per un mondo più giusto, dove<br />
l’economia non sia più una scusa<br />
per annientare qualsiasi concetto di<br />
giustizia in nome del profitto.<br />
Lavorando come giornalista ho<br />
scoperto un mondo in cui la giustizia<br />
è ingiusta. Dove la tortura, o ancora<br />
la detenzione arbitraria, sono pratiche<br />
comuni. Dove la tecnologia ha<br />
forse fatto passi in avanti, senza che<br />
la società abbia fatto altrettanto.<br />
Ho sempre avuto bisogno di mantenere<br />
una certa coerenza con gli ideali<br />
trasmessi da mio padre e ho presto<br />
capito che da sola non sarei riuscita a<br />
cambiare granché questa realtà, ma<br />
ho compreso che attraverso i miei articoli<br />
avrei potuto denunciare ciò di<br />
cui ero testimone. Allora ho cominciato<br />
a scrivere e non mi sono più fermata.<br />
Ho seguito i Mapuche nel sud del<br />
Cile e dell’Argentina, vittime del neoliberalismo<br />
e dell’avidità delle multinazionali.<br />
Ho vissuto con i Sahrawi<br />
nei loro campi profughi nel mezzo<br />
del deserto. Ho sostenuto i sindacalisti<br />
colombiani di Sinaltrainal.<br />
Li ascoltavo e poi scrivevo. Poi ricominciavo.<br />
Quest’anno ho cominciato a collaborare<br />
con Eben-Hézer Losanna,<br />
un luogo di accoglimento e di accompagnamento<br />
delle persone disabili.<br />
Al mio arrivo, quest’istituto stava<br />
elaborando un giornale che prendeva<br />
spunto dalla precedente <strong>rivista</strong>, «Le<br />
Puck». «Ricochets», la nuova pubblicazione,<br />
non voleva più essere una<br />
semplice gazzetta di Eben-Hézer:<br />
i beneficiari partecipanti a questo<br />
progetto hanno finalmente potuto<br />
occuparsi di argomenti che non riguardassero<br />
soltanto l’istituto.<br />
Prima di arrivare a Eben-Hézer,<br />
avevo solo una vaga conoscenza del<br />
mondo della disabilità e ho scoperto<br />
una realtà oppressa, nascosta con<br />
vergogna dalla nostra società.<br />
Poter partecipare alla creazione<br />
di «Ricochets» e accompagnare questi<br />
beneficiari nella redazione dei<br />
loro articoli è stata un’esperienza<br />
tanto ricca e profonda come quando<br />
ci si trova in una zona di guerra.<br />
Poiché anche di guerra si trattava: le<br />
persone disabili lottano tutti i giorni<br />
per il rispetto dei loro diritti.<br />
È solo recentemente, il 5 ottobre<br />
2021, che il Gran Consiglio vodese ha<br />
approvato una mozione volta a ristabilire<br />
il diritto di voto per le persone<br />
disabili. Un piccolo passo avanti, ma<br />
ve ne sono tanti altri che non vengono<br />
fatti. È una consuetudine piuttosto<br />
comune, nell’ambito delle istituzioni,<br />
dimenticare il diritto di<br />
discernimento ed evitare che le persone<br />
disabili si posizionino da sole.<br />
«Ricochets» offre loro un modo<br />
per resistere all’oppressione inflitta<br />
dalla società nonché uno spazio per<br />
far ascoltare la propria voce. Potete<br />
consultare «Ricochets» al sito riportato<br />
qui sotto.<br />
ricochets.eben-hezer.ch
Impressum<br />
Redazione: Robin Moret, Giovanni Valerio<br />
Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Traduzioni: Alleva Translations, Alexandrine Bieri<br />
Correzione bozze: Petra Demarchi<br />
Illustrazioni: Katja Leudolph<br />
Foto senza copyright: © zVg<br />
Layout e stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, Berna<br />
Stampato in Svizzera con contratto collettivo (CCL)<br />
Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />
Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />
Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />
Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />
Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 35– (estero: 50.–)<br />
Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />
e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />
CP, 3001 Berna<br />
La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />
Il prossimo numero uscirà il 31 gennaio 2022.<br />
Chiusura redazionale: 22 dicembre 2021<br />
I termini riportati al mschile, laddove ambivalenti,<br />
sottintendono sempre il genere femminilie.<br />
31<br />
Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />
In palio 100 grammi d’argento sotto forma<br />
di lingotti offerti dal nostro partner<br />
Banca Cler. La soluzione sarà pubblicata<br />
sul prossimo numero insieme al nome<br />
del vincitore. Non è previsto alcuno<br />
scambio di corrispondenza sul concorso.<br />
Sono escluse le vie legali. Inviare la soluzione<br />
entro il 17 dicembre a <strong>syndicom</strong>,<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno o per<br />
mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
La soluzione del cruciverba dello scorso<br />
numero è DEBITO PUBBLICO. La vincitrice<br />
è Anna Maria De Marco Maccagno di<br />
Bellinzona, a cui va il premio di una<br />
tessera Hotelcard. Congratulazioni!<br />
Pubblicità<br />
Nina Dimitri<br />
Ambasciatrice di Comundo<br />
Io faccio<br />
la mia parte.<br />
E tu?<br />
Comundo è la principale organizzazione svizzera di cooperazione allo sviluppo attraverso l’interscambio di persone.<br />
Attualmente sono circa un centinaio i cooperanti svizzeri attivi in interscambi da uno a tre anni in Africa o in America<br />
Latina per dare alle persone svantaggiate la possibilità di un futuro autodeterminato. Anche tu puoi fare la tua parte:<br />
www.comundo.org/e-tu
32 Inter-attivi<br />
<strong>syndicom</strong> social<br />
La strategia mediatica<br />
cinese10.11.2021<br />
La guerra di propaganda della Cina<br />
si combatte anche con i media.<br />
Pechino sta investendo massicciamente per rafforzare<br />
la propria immagine nella copertura mediatica<br />
internazionale con investimenti in paesi diversi<br />
tra loro, come Italia, Repubblica Ceca e Filippine.<br />
Lo spiega un rapporto della Federazione internazionale<br />
dei giornalisti: ifj.org<br />
Iniquità fiscale globale10.11.2021<br />
Il gruppo agroalimentare Socfin trasferisce<br />
gli utili della produzione di<br />
materie prime a Friburgo, approfittando<br />
della bassa tassazione. Questa<br />
pratica di ottimizzazione fiscale va a<br />
scapito della popolazione che lavora<br />
in Africa e in Asia. La politica svizzera<br />
di fiscalità delle imprese è uno dei<br />
pilastri di questo sistema iniquo.<br />
Lo spiega alliancesud.ch<br />
Una migliore protezione per i richiedenti asilo18.10.2021<br />
Basta con le esternalizzazioni della sicurezza a terzi nei<br />
centri d’asilo federali. Lo chiede Amnesty International per<br />
prevenire le aggressioni. Vedi il report su amnesty.ch<br />
Elvezia chiama (le donne)!3.11.2021<br />
La rappresentanza femminile nei parlamenti cantonali<br />
è ancora troppo bassa. Per questo, l’associazione<br />
alliance F parte in tournée per convincere e sostenere<br />
(con coaching individuali) più donne a entrare in<br />
politica. alliancef.ch<br />
Basta! Meritiamo rispetto!17.11.2021<br />
Il 17 novembre, centinaia di postini hanno manifestato<br />
a Berna contro la soppressione dei<br />
buoni postali. Ecco le loro ragioni su facebook:<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/1E0eZ<br />
Salute e sicurezza per tutti!7.10.2021<br />
Grazie all’impegno dei sindacati in<br />
favore della salute<br />
e della sicurezza, innumerevoli vite<br />
sono state salvate durante il #COVID19.<br />
È ora che salute e sicurezza diventino<br />
un diritto fondamentale per tutti!<br />
twitter.com/<strong>syndicom</strong>_fr<br />
Controcultura dal basso (e altro) al Molino12.10.2021<br />
25 anni di autogestione a Lugano, raccontati da chi li ha<br />
vissuti, in un appassionante podcast a puntate. Testimonianze<br />
del passato per riflettere sulla storia presente e<br />
sul futuro, da ascoltare su olmocerri.ch/macerie<br />
Pagare per avere meno 29.10.2021<br />
In Spagna, un primo test per il lavoro ridotto11.10.2021<br />
Dal prossimo anno, 200 aziende sperimenteranno per tre<br />
anni la settimana lavorativa di 4 giorni, senza riduzione di<br />
salario, grazie a un finanziamento del governo spagnolo.<br />
Riduzione delle rendite del 12%:<br />
è quanto deciso dalla commissione<br />
Sicurezza sociale e sanità del<br />
Consiglio Nazionale (CSSS-N)<br />
nell’ambito della riforma del secondo<br />
pilastro. L’USS si batterà fermamente<br />
contro questo progetto di smantellamento<br />
delle rendite, ancora una volta<br />
a scapito dei lavoratori.<br />
www.uss.ch<br />
Basta alle miniere di Glencore3.11.2021<br />
La multinazionale Glencore ha intensificato l’estrazione<br />
di carbone, con danni ambientali e violazione<br />
di diritti umani, come accade nella miniera di<br />
Cerrejón, in Colombia. Per dire basta, è partito un<br />
appello al nuovo CEO Gary Nagle: initiative-multinationales.ch/autocollant-ceo-glencore<br />
Poca trasparenza in Svizzera29.10.2021<br />
110 paesi si sono impegnati a pubblicare<br />
l’elenco degli effettivi titolari delle società,<br />
secondo @OpenOwnership. Una delle misure<br />
più efficaci contro la #CriminalitéÉconomique!<br />
La Svizzera rifiuta questa #trasparenza.<br />
#BeneficialOwners #swisscorruption<br />
twitter.com/PublicEyeSuisse