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Nelle Valli Bolognesi N°53

Il numero della primavera 2022 del trimestrale su natura, cultura, storia e tradizioni locali edito da Emil Banca

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NON TUTTI SANNO CHE<br />

Speciale<br />

culturali e letterari per poi allargarsi,<br />

a partire dalla straordinaria stagione<br />

della rivista “Officina” nella seconda<br />

metà degli anni Cinquanta, fondata<br />

a Bologna con Roberto Roversi e<br />

Francesco Leonetti, sempre più a temi<br />

sociali e politici. Qui è nato anche il<br />

suo antifascismo che Pasolini sostiene<br />

sia scattato quando un professore di<br />

Filosofia, Antonio Rinaldi, durante una<br />

supplenza al Galvani lesse in classe la<br />

poesia di Rimbaud “Il battello ebbro”.<br />

E, ricordando il fratello Guido morto<br />

da partigiano, dirà poi: «Io non ero<br />

partigiano armato, ero partigiano<br />

ideologico».<br />

LA VITA A ROMA<br />

A BOLOGNA L’ANIMA<br />

Il trasferimento a Roma lo terrà lontano<br />

per il resto della vita dalla sua città<br />

natale, nella quale torna solo per<br />

partecipare ad eventi e convegni o<br />

incontrare i vecchi amici. In PPP c’è<br />

Sul set di Il Vangelo secondo Matteo<br />

Sul set di Teorema<br />

quasi una rimozione di Bologna e<br />

di ciò che per lui ha rappresentato,<br />

anche se periodicamente manifesta la<br />

voglia di tornarci per restare, attratto<br />

da forti nostalgie che forse sono più per<br />

l’adolescente Pier Paolo che per la città<br />

di allora. Dopo il lungo abbandono,<br />

Bologna è ormai in una dimensione<br />

onirica. Quando Enzo Biagi gli mostra<br />

immagini di Bologna com’era e com’è<br />

diventata negli anni Settanta, Pasolini<br />

racconta di ricordarla soprattutto in<br />

sogno, un sogno ricorrente e terribile in<br />

cui lui, bambino, ha perso sua madre e<br />

la cerca disperatamente aggirandosi per<br />

le strade di Bologna. E un altro sogno,<br />

che ricorda di avere fatto per tanti anni<br />

dopo la fine della guerra, è quello del<br />

ritorno a Bologna di Ermes Parini, suo<br />

compagno di banco e con cui faceva<br />

sempre la strada per tornare a casa,<br />

disperso in Russia. Forse lo sognava<br />

come in quell’immagine scattata in via<br />

Indipendenza da un fotografo di strada<br />

nel 1939, un anno prima dell’orrore<br />

della guerra, in cui si vedono Pier Paolo<br />

ed Ermes camminare con lo stesso<br />

passo, belli ed eleganti con identiche<br />

scarpe bicolore alla moda degli anni<br />

Trenta. Si sognano sempre ritorni e ci<br />

sono sempre strade che riportano a<br />

casa. Pasolini ha lasciato a Bologna la<br />

sua eterna giovinezza.<br />

LA MOSTRA<br />

Fino ad ottobre nel Sottopasso di piazza Re Enzo<br />

FOLGORAZIONI FIGURATIVE<br />

Dalla pittura, che imparò ad amare tra i banchi dell’Università<br />

di Bologna agli inizi degli anni Quaranta, al cinema, che lo<br />

vide protagonista di una meravigliosa stagione negli anni<br />

Sessanta e Settanta. I capolavori dell’arte medievale e<br />

rinascimentale rivivono nel cinema di Pier Paolo Pasolini,<br />

sono riferimento visivo costante delle sue inquadrature,<br />

fonti d’ispirazioni o financo tableaux vivant. Le Folgorazioni<br />

figurative furono quelle che illuminarono lo sguardo del<br />

giovane Pasolini, quelle che la mostra realizzata dalla<br />

Cineteca di Bologna ricostruisce mettendo a confronto le<br />

immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film<br />

di PPP, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio<br />

di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975.<br />

Promossa dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito delle<br />

celebrazioni del Comune di Bologna e di quelle del Comitato<br />

nazionale per il Centenario della nascita di Pasolini e<br />

curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian<br />

Luca Farinelli, la mostra Pier Paolo Pasolini Folgorazioni<br />

figurative sarà aperta al pubblico dal 1° marzo al 16 ottobre<br />

(con visite guidate a cura di Bologna Welcome), inaugurando<br />

così i nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re<br />

Enzo, nel cuore di Bologna, la città dove Pasolini nacque<br />

il 5 marzo 1922. Non si tratta di rammentare un semplice<br />

dettaglio anagrafico, ma di seguire una traccia. Importante.<br />

La traccia che Bologna ha lasciato nella formazione di<br />

una delle anime più sensibili del nostro Novecento, dalla<br />

nascita, appunto, agli anni del liceo e dell’università, con un<br />

maestro come Roberto Longhi che ne plasmò lo sguardo e<br />

lo instradò verso una passione, quella per l’arte figurativa,<br />

che lo accompagnerà lungo tutto il suo poliedrico percorso<br />

creativo. Una vera e propria folgorazione.<br />

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