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Nelle Valli Bolognesi N°53

Il numero della primavera 2022 del trimestrale su natura, cultura, storia e tradizioni locali edito da Emil Banca

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BIODIVERSITA’<br />

Un viaggio nel territorio<br />

per conoscere la diversità<br />

biologica che rende unico<br />

il nostro ecosistema<br />

ORGANISMI ALIENI:<br />

specie esotiche invasive<br />

Questa rubrica si propone di fornire<br />

una rassegna delle principali specie<br />

esotiche invasive (o specie aliene),<br />

dei nostri territori. Siamo partiti da<br />

alcuni dei principali parassiti delle<br />

piante, ma la rassegna proseguirà<br />

includendo anche piante ed<br />

animali invasivi. In relazione ai<br />

parassiti delle piante ci siamo<br />

limitati alla descrizione di alcuni<br />

insetti, di dimensioni cospicue o<br />

i cui effetti (vespa cinese) siano<br />

osservabili ad occhio nudo. Tra<br />

i parassiti esotici delle piante<br />

vi sono infatti molti altri insetti,<br />

acari, funghi, batteri e virus le<br />

cui dimensioni non ne rendono<br />

possibile l’osservazione ad occhio<br />

nudo, e sono stati quindi esclusi<br />

da questa rubrica in quanto la<br />

loro osservazione ed il loro studio<br />

esula generalmente dall’ambito<br />

naturalistico amatoriale.<br />

L’Aleurocanthus spiniferus è un parassita originario di<br />

Asia, Africa e Oceania segnalato in Italia dal 2008 e da<br />

qualche anno anche in Emilia-Romagna<br />

L’Aleurodide spinoso<br />

che si combatte<br />

con la biodiversità<br />

A cura di Ciro Gardi<br />

Foto di Massimo Bariselli, Servizio Fitosanitario Emilia Romagna<br />

Nel 2008, alcuni anni prima<br />

della scoperta del primo focolaio<br />

europeo di Xyllella fastidiosa<br />

nell’estrema propaggine<br />

orientale dell’Italia, in Salento,<br />

venne segnalato il focolaio<br />

di un altro parassita invasivo.<br />

In questo caso si trattava<br />

di un insetto, un alurodide<br />

appartenente all’ordine degli<br />

emitteri, di origine tropicale e<br />

diffuso fino a quel momento in<br />

Asia, Africa e Oceania.<br />

Il Professor Porcelli,<br />

dell’Università di Bari,<br />

notò un ramo di una pianta<br />

di arancio, pesantemente<br />

infestato da un piccolo e<br />

non consueto aleurodide.<br />

Un campione fu prelevato<br />

ed inviato a due laboratori<br />

specializzati in Olanda e in<br />

Inghilterra, per confermare la<br />

classificazione dell’insetto. I<br />

due laboratori concordarono<br />

nella classificazione del piccolo<br />

insetto: si trattava di Aleurocanthus<br />

spiniferus, un aleurodide non<br />

presente in Europa. Si comprese ben<br />

presto che il piccolo insetto era già<br />

abbastanza diffuso in una parte del<br />

Salento, al punto che venne esclusa<br />

la possibilità di eradicarlo.<br />

In breve tempo, come già descritto<br />

nel caso di altri parassiti esotici,<br />

l’insetto di diffonde in altre aree, la<br />

Campania, la Basilicata, il Lazio, e<br />

a partire dal 2018 è stato segnalato<br />

anche in Emilia, ed in particolare in<br />

provincia di Bologna e di Modena.<br />

Attualmente nella nostra regione<br />

è diffuso, sebbene a macchia di<br />

leopardo, in gran parte della pianura<br />

tra Modena, Bologna e Ravenna e<br />

lungo il litorale.<br />

È evidente che sia l’introduzione,<br />

che la diffusione di questo parassita<br />

vegetale, sia avvenuta ad opera<br />

dell’uomo. La sua capacità di<br />

dispersione, mediante il volo attivo,<br />

è di poche centinaia di metri. Molto<br />

più probabile che l’introduzione e la<br />

diffusione siano avvenuti attraverso il<br />

trasporto di piante o di frutti infestati.<br />

L’Aleurocanthus spiniferus è<br />

polifago, con una marcata preferenza<br />

per gli agrumi, ma nelle nostre aree<br />

può essere ritrovato su vite, melo,<br />

pero, kaki e su piante ornamentali<br />

quali la rosa, l’agazzino, l’edera e il<br />

lauroceraso. L’insetto ha sei stadi di<br />

sviluppo che si svolgono sulla pagina<br />

inferiore delle foglie. Gli adulti di<br />

dimensioni piccolissime (femmina<br />

1,7 mm e maschio leggermente più<br />

piccolo) sono alati e hanno colore<br />

grigio-blu metallizzato. Depone<br />

le uova sulla pagina inferiore<br />

delle foglie. L’insetto sviluppa 3<br />

stadi di ninfa, fino ad arrivare allo<br />

stadio di pupa, nera, di forma<br />

ellittica, con filamenti spinosi sul<br />

dorso circondati da un anello di<br />

cera bianca, che viene spesso<br />

scambiata per una cocciniglia. Il<br />

danno provocato da questo fitofago<br />

consiste nella sottrazione di linfa,<br />

ma soprattutto dalla produzione di<br />

abbondante melata sulla quale si<br />

possono sviluppare funghi saprofiti<br />

che determinano la formazione<br />

di fumaggine, una patina nerastra<br />

Organismi alieni<br />

che può ostacolare la fotosintesi e<br />

portare a deperimento la pianta.<br />

Può compiere più generazioni in un<br />

anno, fino a 3-4, in funzione delle<br />

condizioni climatiche.<br />

Nell’ambito dell’entomofauna dei<br />

nostri ambienti possiamo contare su<br />

un certo numero di antagonisti che<br />

possono contribuire al contenimento<br />

delle popolazioni di questo<br />

parassita. Assicurare un buon livello<br />

di biodiversità nei nostri ambienti,<br />

sia quelli agricoli che i parchi e i<br />

giardini, garantisce la presenza di un<br />

cero assortimento di questi nemici<br />

naturali.<br />

CI SIAMO RIFATTI IL LOOK...<br />

A sinistra,<br />

pupe di ALEUROCANTHUS<br />

SPINIFERUS<br />

Qui a fianco,<br />

l’insetto adulto<br />

In basso a sinistra,<br />

gli effetti dell’infestazione<br />

di Aleurocanthus spiniferus<br />

e dello sviluppo<br />

di fumaggini su piante<br />

di agazzino<br />

(Pyracatha angustifolia)<br />

CAMBIAMO IL NOSTRO LOGO IN COERENZA CON L’IMMAGINE DEL GRUPPO<br />

BANCARIO ICCREA A CUI APPARTENIAMO.<br />

MA IL NOSTRO CUORE È SEMPRE PIÙ VICINO ALLE COMUNITÀ.<br />

54<br />

IL CUORE NEL TERRITORIO

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