Nelle Valli Bolognesi N°53
Il numero della primavera 2022 del trimestrale su natura, cultura, storia e tradizioni locali edito da Emil Banca
Il numero della primavera 2022 del trimestrale su natura, cultura, storia e tradizioni locali edito da Emil Banca
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I CANNOCCHIALI<br />
I cannocchiali si possono classificare in funzione<br />
di due parametri:<br />
L’obiettivo: ne influenza peso e trasportabilità<br />
ma anche le prestazioni in condizioni di luce<br />
scarsa, cannocchiali con obiettivo da 65 mm<br />
sono più piccoli e leggeri ma non offrono buone<br />
prestazioni visive in condizioni di luce scarsa a<br />
differenza dei i modelli con obiettivo da 80-85 mm<br />
che, però, sono più pesanti e ingombranti.<br />
L’angolo dell’oculare: i cannocchiali si<br />
distinguono infatti in due categorie, quelli dritti e<br />
quelli angolari; i modelli dritti sono più comodi da<br />
usare in piedi mentre i modelli angolari sono più<br />
comodi da usare da seduti, dunque per sessioni<br />
fisse e di lunga durata, ad esempio in un capanno.<br />
Tra le aziende che producono binocoli e cannocchiali<br />
le principali e le migliori in termini di qualità, ma anche<br />
le più costose, sono Zeiss, Leica e Swarovski; sul<br />
mercato vi sono però molte altre aziende che offrono<br />
prodotti con ottimo rapporto qualità prezzo come ad<br />
esempio Nikon, Kowa, Vortex, Vanguard, Hawke,<br />
Celestron per citarne alcune.<br />
possono essere considerati i modelli 8x42, in termini<br />
di dimensioni e peso sono una via di mezzo e offrono<br />
prestazioni molto buone in termini di qualità; possono<br />
pesare in media dai 600 agli 800 g in funzione del<br />
modello. Se siete degli appassionati osservatori non<br />
avrete molta attrezzatura da portare con voi dunque<br />
un binocolo “standard” andrà più che bene ma se<br />
trasportate con voi altri equipaggiamenti, ad esempio<br />
un’attrezzatura da escursionismo (zaino, tenda, sacco<br />
a pelo, viveri etc) o se siete dei fotografi naturalisti,<br />
aggiungere ulteriori 600-800 grammi di peso al carico<br />
che trasportate può rappresentare un problema. In<br />
questo caso, e in tutti i casi in cui si vuole restare leggeri<br />
consiglio i binocoli palmari, i modelli cioè che hanno<br />
un diametro dell’obiettivo da 25 a 32 mm; con obiettivi<br />
così piccoli è bene restare su ingrandimenti bassi, 8x<br />
è l’ideale; i binocoli palmari come dice il loro stesso<br />
nome sono molto piccoli, stanno sul palmo di una<br />
mano, sono praticamente tascabili e hanno un peso<br />
di circa 300 grammi dunque la metà di un binocolo<br />
standard. Per esperienza consiglio un piccolo binocolo<br />
palmare che avrete sempre con voi anche se meno<br />
luminoso piuttosto che un binocolo standard che spesso<br />
e volentieri a causa del suo peso e ingombro resterà a<br />
casa o in auto. Infine ci sono i binocoli “pesanti” come<br />
i 10x50 o, ancora di più, i modelli 8x56; questi modelli<br />
sono molto validi per osservazioni in condizione di<br />
scarsa luce ad esempio al crepuscolo ma, appunto,<br />
sono piuttosto scomodi da trasportare.<br />
Differenza di dimensioni tra un cannocchiale<br />
con obiettivo da 65 mm (sopra) e un modello<br />
con obiettivo da 80 mm (sotto)<br />
Differenza tra cannocchiale dritto e angolato<br />
DIGISCOPING, DIGIBINO E PHONESCOPING<br />
I cannocchiali sono usati anche in una particolare tecnica<br />
fotografica (ma anche video) chiamata Digiscoping:<br />
abbinando una fotocamera (generalmente una compatta<br />
o una Mirrorless) ad un cannocchiale attraverso<br />
appositi adattatori si possono ottenere ingrandimenti<br />
anche molto forti, ben superiori ad un teleobiettivo,<br />
mantenendo una discreta qualità che ovviamente<br />
dipenderà dalla qualità ottica del cannocchiale e dalla<br />
qualità fotografica della fotocamera utilizzata. Mentre<br />
per la semplice osservazione non è sempre fondamentale<br />
scegliere cannocchiali di altissima qualità, per un uso<br />
“fotografico” in digiscoping invece sarà importante<br />
scegliere modelli con qualità ottica piuttosto elevata<br />
altrimenti il risultato sarà qualitativamente molto scarso.<br />
Negli ultimi anni si è diffuso anche l’utilizzo degli<br />
Smartphone, abbinati sempre tramite appositi adattatori,<br />
al cannocchiale (“Phonescoping”); in questo caso si<br />
raccomanda, per evitare l’effetto “vignettatura” di usare<br />
modelli di Smartphone che abbiano una lente con zoom<br />
2x o 3x. Infine, in alcuni casi, è possibile abbinare una<br />
piccola fotocamera digitale o uno Smartphone non solo<br />
al cannocchiale ma anche al binocolo, tecnica chiamata<br />
“Digibino”. In tutti i casi, comunque, a causa dei forti<br />
ingrandimenti, è consigliato operare sempre su treppiedi<br />
e possibilmente con un telecomando (wi-fi, bluetooth,<br />
via cavo) per evitare ogni vibrazione durante lo scatto o<br />
la registrazione video.<br />
ENTOMOLOGIA<br />
Un viaggio nel territorio<br />
per conoscere la diversità<br />
biologica che rende unico<br />
il nostro ecosistema<br />
A marzo questa farfalla molto<br />
comune nei nostri territori colora<br />
di arancione i prati dell’Appennino<br />
La bella Crocea<br />
Aria di primavera, aria di colori e sapori che si rinnovano.<br />
Aria di leggerezza e di timidi primi calori, un’aria che lascia<br />
l’inverno alle spalle.<br />
Un bagliore di colore arancione ci porta il richiamo di una<br />
farfalla comune in Italia ma non per questo meno bella di<br />
altre. Una farfalla di nome Crocea (Colias crocea, descritta da<br />
Fourcroy per la prima volta nel 1785). Può superare i 5 cm di<br />
apertura delle ali (ali distese, ben aperte), e inizia a volare nel<br />
mese di marzo potendola incontrare fino all’inizio di novembre,<br />
sempre che le temperature non siano troppo rigide. Come tutte<br />
le farfalle (Lepidotteri), ha un ciclo biologico che prevede la<br />
trasformazione dell’animale da uovo ad adulto, passando da<br />
un evento apparentemente traumatico, la metamorfosi. La<br />
fase giovanile è rappresentata da una larva (bruco) che esce<br />
dall’uovo, deposto dalle femmine in situazioni tra le più svariate,<br />
a seconda delle specie e delle loro abitudini alimentari.<br />
La Colias crocea depone le uova sulle foglie delle piante<br />
nutrici, appartenenti a vari generi, in particolare Trifolium,<br />
Lotus, Astragalus. Quando le uova si schiudono ed escono le<br />
larve, queste hanno una vita solitaria e, al momento opportuno,<br />
diventano pupe sulle piante di cui si nutrono. Questa specie<br />
passa l’inverno allo stadio di larva.<br />
L’adulto prevede una policromia in piccola parte diversificata<br />
tra il maschio e la femmina. Il maschio ha la parte superiore<br />
delle ali di colore globalmente arancione con una fascia grigionera<br />
sul bordo esterno delle quattro ali; la femmina, simile, ma<br />
non uguale al maschio, ha numerose macchie gialle nella fascia<br />
submarginale.<br />
Testi e foto Guido Pedroni<br />
guidopedroni@libero.it<br />
È una farfalla che ha la capacità di migrare, è quindi una farfalla<br />
migratrice; straordinaria capacità che non è solo tipica degli uccelli.<br />
In relazione a questo importante aspetto del suo comportamento,<br />
ha un volo veloce e potente. All’inizio dell’inverno migra verso<br />
sud, verso territori con un clima più caldo.<br />
E’ presente in diversi tipi di ambiente, soprattutto in zone aperte,<br />
su versanti collinari e montani ricchi di piante fiorite, quindi si<br />
può osservare con una certa facilità in primavera e nei primi<br />
giorni dell’estate.<br />
La Crocea appartiene alla famiglia dei Pieridi (Pieridae) e come<br />
tutte le specie di questo gruppo, in fase di riposo, gli adulti<br />
tengono le ali racchiuse ed è quindi particolarmente raro<br />
vederli con le ali distese, aperte.<br />
Nell’Appennino settentrionale, nello specifico sulle montagne<br />
bolognesi, osservazioni molto recenti (ultimi giorni di luglio<br />
2021) sono state possibili sui calanchi di Monte Paderno<br />
(350-400 m), dove gli adulti frequentavano soprattutto le<br />
infiorescenze rosse della Coronaria (Hedysarum coronarium).<br />
Certo la Crocea è una farfalla abbastanza comune, ma non per<br />
questo la sua presenza è da considerare meno importante e<br />
significativa rispetto ad altre specie, meno comuni.<br />
Ogni specie in un ecosistema è collegata, anzi è interconnessa,<br />
con tutti gli altri organismi, piccoli e grandi, animali e vegetali;<br />
ogni specie è un anello di una catena che si dipana e rende<br />
completo e significativo l’equilibrio di un ambiente.<br />
Per questo anche la Crocea, come altre specie più o meno<br />
comuni, sono da difendere e da valorizzare, da ammirare anche<br />
dal punto di vista estetico.<br />
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