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S e r e n a B a r b a t o
M e n t r e t u t t o m u o r e
E fu così che decisero di tornare a letto.
Mentre il mondo pregava, impazziva, lottava invano contro
un meritato destino, loro decisero di amarsi ancora una
volta, di vivere quegli ultimi momenti di vita insieme,
fondendosi in un unico corpo. Entrambi desideravano
ancora una volta quel contatto, quell'incrocio di sguardi e
respiri, quelle sensazioni che mai più avrebbero provato e
che aveva accompagnato il loro tempo insieme. Lei
desiderava ancora una volta che il suo corpo l'avvolgesse,
agognava ancora una volta quei gemiti, quei respiri
affannosi, quegli spasmi, che lui gli avrebbe donato quando
si sarebbe mossa con più audacia e con frequenza maggiore.
Lui l'avrebbe accolta dentro di sé con la solita naturalezza,
come due pezzi perfettamente combacianti. Ancora una
volta avrebbe atteso ogni suo movimento come una danza
ipnotica e accolto le sue parole dominanti, con un segnale di
dolcissima resa. Lei inaspettatamente si era trovata fin
dall'inizio a guidare ogni loro incontro, ogni loro contatto.
Al di là di ogni sua immaginazione, di ogni imposizione
sociale, lei caparbiamente aveva ricoperto quella posizione
che non aveva cercato, né voluto, ma che riusciva a
mantenere nonostante tutto, nonostante se stessa. Un po'
per orgoglio verso chi vedeva in quei gesti qualcosa da
attribuire al genere opposto, ma soprattutto per amore,
aveva fatto suo quello spirito dominatore. Sapeva che
vederla prevalere era tutto ciò che lui voleva e riusciva a
sentire. Lui fin dall'inizio non aveva fatto altro che essere se
stesso, contro quella sfilza di “se stesso” che la società
avrebbe voluto attribuirgli.
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