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"Inedito, di sera" 16/06/2022

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S e r e n a B a r b a t o

M e n t r e t u t t o m u o r e

E fu così che decisero di tornare a letto.

Mentre il mondo pregava, impazziva, lottava invano contro

un meritato destino, loro decisero di amarsi ancora una

volta, di vivere quegli ultimi momenti di vita insieme,

fondendosi in un unico corpo. Entrambi desideravano

ancora una volta quel contatto, quell'incrocio di sguardi e

respiri, quelle sensazioni che mai più avrebbero provato e

che aveva accompagnato il loro tempo insieme. Lei

desiderava ancora una volta che il suo corpo l'avvolgesse,

agognava ancora una volta quei gemiti, quei respiri

affannosi, quegli spasmi, che lui gli avrebbe donato quando

si sarebbe mossa con più audacia e con frequenza maggiore.

Lui l'avrebbe accolta dentro di sé con la solita naturalezza,

come due pezzi perfettamente combacianti. Ancora una

volta avrebbe atteso ogni suo movimento come una danza

ipnotica e accolto le sue parole dominanti, con un segnale di

dolcissima resa. Lei inaspettatamente si era trovata fin

dall'inizio a guidare ogni loro incontro, ogni loro contatto.

Al di là di ogni sua immaginazione, di ogni imposizione

sociale, lei caparbiamente aveva ricoperto quella posizione

che non aveva cercato, né voluto, ma che riusciva a

mantenere nonostante tutto, nonostante se stessa. Un po'

per orgoglio verso chi vedeva in quei gesti qualcosa da

attribuire al genere opposto, ma soprattutto per amore,

aveva fatto suo quello spirito dominatore. Sapeva che

vederla prevalere era tutto ciò che lui voleva e riusciva a

sentire. Lui fin dall'inizio non aveva fatto altro che essere se

stesso, contro quella sfilza di “se stesso” che la società

avrebbe voluto attribuirgli.

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