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"Inedito, di sera" 16/06/2022

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Edoardo è ancora al buio, deve strizzare le palpebre per

distinguere gli oggetti che ha di fronte. Il gioco all’inizio lo

diverte poi lo prende una strana sensazione. Ancora una

volta in quella giornata gli manca il respiro. Ancora una

volta, senza neanche accorgersene, cerca di riempirsi i

polmoni con un tipo d’aria che non esiste più. Solo la

polvere danza lenta nella luce che filtra dal portone. Non c’è

più la brezza estiva dei suoi ricordi.

Edoardo si allontana dunque dal tavolo, confuso. Tornato

esattamente dove si trovava prima, si ferma di nuovo sui

suoi due piedi. Gli occhi fissi nel buio sembra osservare

qualcosa o qualcuno. Ma cosa scorge di fronte a sé? Un

ricordo? La realtà?

Mentre il sole gli sferza la schiena, sente una leggera

pressione fra le due scapole. No, non esistono i fantasmi. Ma

Edoardo non si gira a controllare di essere solo. Se i

fantasmi esistono sono sicuramente timidi, meglio non

disturbarli. Sulla sua camicia sente la forma di una mano

che lo accarezza piano. Piano, sente il tessuto scostarsi sotto

il tocco immaginario. Dolcemente sente la mano scendere

lungo i fianchi ed entrare nella tasca dei suoi pantaloni.

Chiude gli occhi. No, non esistono i fantasmi, ma se

esistessero sarebbero sicuramente timidi.

Rimane così per un po'. Nel silenzio sente solo il suo

respiro. La mano è sparita. Apre gli occhi al buio della casa.

Cala la sua mano nella tasca dei pantaloni, dentro ci trova

una rosa.

Un’unica realtà (?) e infiniti strati di ricordi. No, sua madre

non ha viaggiato nel tempo per trovarlo. Sua madre è

sempre stata qua, fra le mura di questa casa sperduta. No,

non esistono i fantasmi.

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