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No, non crede nei fantasmi, ma perché allora non riesce a
scendere dalla macchina? Sarà questo silenzio che lo
spiazza? Sarà l’erba incolta che lo sconsola? No, i fantasmi
no di certo: quelli non esistono.
Spegne quindi il motore, scende dalla macchina con le mani
in tasca. Ma l’aria umida gli pesa nei polmoni, ogni passo è
come muoversi fra le sabbie mobili. Procede lento verso il
cancello, lo apre piano, strappa via l’edera con fatica.
Nel giardino non ci sono più le rose che crescevano copiose
sui cespugli bassi. Sua madre le accudiva ogni mattina, poi
ne prendeva un paio e le gettava sul tavolo della colazione.
Quando Edoardo si affacciava dalla finestra della sua
cameretta vedeva sempre la sua mamma con le cesoie fra le
mani. Tagliava decisa, accarezava le foglie con amore.
Adesso di quei cespugli non c’è più niente se non qualche
ramo rinsecchito. Quale desolazione... Passa una nuvola ad
oscurare il sole. No i fantasmi non esistono ma cos’è
quest’ombra a forma di donna che si proietta sul giardino?
Perché poi tiene delle cesoie fra le mani? Ad Edoardo si
ferma il cuore. Ma è solo un abbaglio e questo solo un
vecchio cespuglio. No, i fantasmi non esistono.
“Edo...Vieni qua...” sussurra il vento.
“Arrivo” risponde subito Edoardo. Ma è solo il vento che
parla. Lui è cresciuto ormai. Soffoca, quindi, le proprie
parole tossendo. No, non esistono i fantasmi. No, lui non gli
ha appena risposto.
Meglio procedere dritto, verso il portone. Cigola questo sui
cardini mentre lo spinge. Dentro buio ed odore di muffa. La
casa è vuota e silenziosa, fra le mura si sente rimbombare
soltanto il battito del suo cuore.
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