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Epidemiologia della degenerazione maculare senile (AMD) ITALIAN ...

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<strong>Epidemiologia</strong> <strong>della</strong> <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> <strong>senile</strong> (<strong>AMD</strong>)<br />

Definizione, patogenesi, classificazione e<br />

caratteristiche cliniche <strong>della</strong> <strong>AMD</strong><br />

La <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> legata all’età (<strong>AMD</strong>:<br />

Age-related Macular Degeneration) è la principale<br />

causa di cecità legale nei soggetti d’età superiore<br />

ai 50 anni nei paesi industrializzati [1]. È una<br />

malattia degenerativa multifattoriale che colpisce<br />

la macula, vale a dire la porzione <strong>della</strong> retina più<br />

importante in quanto sede <strong>della</strong> visione distinta.<br />

La <strong>AMD</strong> si verifica quando lo strato <strong>della</strong> retina<br />

responsabile <strong>della</strong> nutrizione dei coni e dei<br />

bastoncelli e dell’eliminazione dei prodotti di<br />

rifiuto derivanti dal metabolismo inizia a svolgere<br />

queste funzioni con minore efficacia, a causa del<br />

suo invecchiamento. Di conseguenza le cellule<br />

<strong>della</strong> macula si deteriorano e causano la perdita<br />

<strong>della</strong> visione nella parte centrale del campo<br />

visivo, lasciando però intatta la visione periferica<br />

[2]. Nella maggior parte dei casi si tratta di una<br />

malattia progressiva e indolore che spesso<br />

colpisce entrambi gli occhi, generalmente uno<br />

dopo l'altro. Una volta fatta la diagnosi di <strong>AMD</strong>,<br />

possono passare anche dieci anni prima che si<br />

abbia una considerevole perdita <strong>della</strong> visione [3].<br />

La sede anatomica in cui si sviluppano gli<br />

eventi patologici che caratterizzano la <strong>AMD</strong> è<br />

rappresentata dal complesso retina esternacoriocapillare.<br />

In questa sede si verificano gli<br />

eventi più importanti per il ciclo <strong>della</strong> visione che<br />

vede coinvolte le cellule fotorecettrici e l’epitelio<br />

pigmentato retinico (EPR), che con esse<br />

interagisce nel ciclo visivo.<br />

Uno degli eventi più importanti sarebbe<br />

rappresentato dall’eliminazione continua di<br />

frammenti apicali dei segmenti esterni che,<br />

fagocitati dall’EPR, subiscono una degradazione<br />

enzimatica.<br />

Tale processo di rinnovamento dei segmenti<br />

esterni dura per tutta la vita e con l’avanzare degli<br />

anni un certo numero di residui indigeriti può<br />

ingolfare il citoplasma delle cellule dell’EPR,<br />

costituendo così uno degli elementi iniziali di<br />

alterazione degli strati retinici esterni. In<br />

particolare i granuli di lipofuscina, che<br />

aumentano sensibilmente nell’epitelio<br />

pigmentato <strong>senile</strong>, sarebbero un derivato<br />

JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />

I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />

Nicola Nicolotti, Giuseppe La Torre, Maria Rosaria Gualano, Silvio Capizzi, Walter Ricciardi<br />

indigeribile di questo processo.<br />

La lipofuscina deriva dalla perossidazione dei<br />

lipidi conseguente a fenomeni di autossidazione o<br />

di esposizione ai radicali liberi dell’ossigeno<br />

(ROS), formati dalla continua esposizione alla luce<br />

e all’alta pressione di ossigeno. Pertanto lo stress<br />

ossidativo è ritenuto un’importante causa <strong>della</strong><br />

<strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> <strong>senile</strong>.<br />

L’EPR alterato e gli strati sottostanti <strong>della</strong><br />

coriocapillare potrebbero andare incontro, quindi,<br />

a un processo di atrofia (<strong>AMD</strong> di tipo secco)<br />

oppure promuovere uno stimolo vasoproliferativo<br />

con formazione di neovasi sottoretinici (<strong>AMD</strong> di<br />

tipo umido). In ogni caso l’alterazione iniziale del<br />

fondo oculare è spesso rappresentata dalle<br />

cosiddette drusen [4,5]. La <strong>AMD</strong> è classicamente<br />

suddivisa in due tipi:<br />

1.<strong>AMD</strong> secca (detta anche non neovascolare, non<br />

essudativa, a carta geografica o atrofica, di Haab-<br />

Dimmer);<br />

2.<strong>AMD</strong> umida (detta anche neovascolare, essudativa,<br />

disciforme o sierosa, di Junius-Kuhnt).<br />

Queste due forme andrebbero considerate come<br />

due patologie distinte, poiché la loro prognosi e<br />

terapia sono attualmente diverse [6].<br />

La <strong>AMD</strong> secca o atrofica è caratterizzata da un<br />

assottigliamento progressivo <strong>della</strong> retina centrale,<br />

che, scarsamente nutrita dai capillari, si atrofizza [7].<br />

I quadri clinici possono presentarsi sotto varie<br />

forme: drusen, atrofia a carta geografica o areolare.<br />

Le drusen, o corpi colloidi, sono formazioni<br />

degenerative di colore giallastro e forma<br />

rotondeggiante presenti soprattutto al polo<br />

posteriore. Istologicamente si distinguono in drusen<br />

dure (caratteristicamente piccole e a margini netti)<br />

e drusen soffici (margini non ben definiti, che<br />

tendono a confluire e a diventare più grandi). Le<br />

drusen possono rimanere invariate per anni, non<br />

dando alcun segno clinico, oppure evolvere nella<br />

forma atrofica o in quella essudativa [8]. L'atrofia a<br />

carta geografica o areolare si presenta invece come<br />

una o più chiazze di colorito chiaro che lasciano<br />

intravedere i grossi vasi coroidali. Le lesioni tendono<br />

a ingrandirsi col tempo e a confluire fino ad<br />

assumere una forma circolare, ovale o policiclica<br />

con margini regolari.<br />

C A P I T O L O 1 S 3


JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />

I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />

La forma secca è molto più comune <strong>della</strong> forma<br />

umida e costituisce approssimativamente l’80% dei<br />

casi di <strong>AMD</strong>.<br />

La <strong>AMD</strong> umida è caratterizzata da<br />

neovascolarizzazione coroidale (CNV), cioè dalla<br />

formazione di nuovi vasi sanguigni anomali che<br />

crescono dalla sottostante coriocapillare e<br />

proliferano attraverso rotture <strong>della</strong> membrana di<br />

Bruch e nello spazio intraretinico (rispettivamente<br />

neovascolarizzazione sottoretinica “occulta” o<br />

intraretinica “manifesta”).<br />

Questi nuovi vasi sanguigni sono fragili e perdono<br />

sangue e liquidi che possono portare al distacco<br />

dell’epitelio <strong>della</strong> retina e/o <strong>della</strong> retina<br />

neurosensoriale, al danno degli strati retinici più<br />

esterni fino alla formazione di una cicatrice<br />

<strong>maculare</strong> fibrovascolare [6,7].<br />

Un’ulteriore classificazione è quella A.R.E.D.S.<br />

(Age-Related Eye Disease Study) [9] che prende in<br />

considerazione il numero e la dimensione delle<br />

drusen e/o la presenza di alterazioni dell’epitelio<br />

pigmentato retinico (ipo/iperpigmentazione). Sulla<br />

scorta di questa classificazione l’<strong>AMD</strong> viene distinta<br />

in:<br />

• Early <strong>AMD</strong> (poche drusen di diametro intermedio;<br />

anormalità pigmentarie quali ipo/iperpigme<br />

ntazione).<br />

• Intermediate <strong>AMD</strong> (almeno una drusen di<br />

diametro largo; numerose drusen di diametro<br />

intermedio; atrofia a carta geografica che non si<br />

estende al centro <strong>della</strong> macula).<br />

• Advanced Non-neovascular <strong>AMD</strong> (drusen e atrofia<br />

a carta geografica estendentesi al centro <strong>della</strong><br />

macula).<br />

• Advanced Neovascular <strong>AMD</strong> (neovascolarizzazione<br />

coroidale con una qualsiasi delle possibili<br />

sequele quali edema, emorragia, distacco epitelio<br />

pigmentato retinico, cicatrice fibrosa).<br />

Nella forma neovascolare l’evoluzione è<br />

generalmente più rapida e grave e costituisce la<br />

causa del 80-90% dei casi di ipovisione o cecità. Lo<br />

stadio terminale è caratterizzato dalla formazione di<br />

una cicatrice disciforme [10].<br />

La fase delle drusen è generalmente asintomatica<br />

e senza riduzione del visus. A volte si può presentare<br />

con una modica distorsione delle immagini,<br />

soprattutto delle linee rette (metamorfopsie) [8]. La<br />

forma umida è invece caratterizzata da una<br />

diminuzione dell’acutezza visiva, metamorfopsie e<br />

scotoma centrale (cioè zona cieca centrale nel<br />

campo visivo con difficoltà di lettura e del<br />

riconoscimento delle fisionomie). Per la forma secca<br />

si riscontrano gli stessi sintomi <strong>della</strong> forma umida,<br />

ma meno accentuati, con evoluzione più lenta ed<br />

esito funzionale meno grave.<br />

Tra i sintomi accessori vanno invece menzionati<br />

S 4 C A P I T O L O 1<br />

una aumentata sensibilità alla luce forte, diminuita<br />

sensibilità al contrasto, diminuita visione dei colori e<br />

fotopsie (sfarfallii o lampi luminosi). I sintomi, se<br />

presenti in un solo occhio, possono passare<br />

inosservati, mentre sono prontamente recepiti<br />

quando l’affezione colpisce di seguito il secondo<br />

occhio [3,6].<br />

La <strong>AMD</strong> è quindi una condizione estremamente<br />

frustrante in quanto crea notevoli difficoltà nello<br />

svolgimento delle attività quotidiane. Rende difficile<br />

scrivere, leggere, guidare e riconoscere i volti. Può<br />

risultare difficoltoso vedere gli oggetti sotto una<br />

forte luce solare e l'adattamento dalla condizione di<br />

buio a quella di luce.<br />

Fattori di rischio correlati con lo sviluppo di <strong>AMD</strong><br />

Nello sviluppo di questa malattia sono chiamati in<br />

causa sia fattori genetici che ambientali. In<br />

letteratura sono presenti diverse evidenze che<br />

analizzano la possibile associazione tra i fattori di<br />

seguito elencati e il rischio di sviluppare <strong>AMD</strong>.<br />

Fattori di rischio certi<br />

Età<br />

L’età avanzata costituisce il principale fattore di<br />

rischio. La <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> <strong>senile</strong> ha un<br />

riscontro infrequente prima dei 50 anni di età.<br />

Mentre se si considerano fasce di età più avanzate si<br />

riscontra un aumento del numero di soggetti affetti<br />

da <strong>AMD</strong> [11].<br />

Fumo di sigaretta<br />

Essere fumatore sembra influenzare,<br />

indipendentemente dal sesso, lo sviluppo di <strong>AMD</strong>. In<br />

due studi pubblicati su JAMA nel 1996 [12,13], si<br />

evidenzia come donne e uomini che fumano più di<br />

20-25 sigarette al giorno sembrano avere un rischio<br />

che è circa 140 volte maggiore rispetto ai non<br />

fumatori.<br />

La Tabella 1 mostra i risultati dello studio di<br />

Tomany et al. [14] in cui vengono presi in<br />

considerazione i 3 studi: Beaver Dam Eye Study, Blue<br />

Mountains Eye Study e Rotterdam Eye Study. Per<br />

quanto riguarda lo sviluppo <strong>della</strong> forma neovascolare,<br />

i fumatori, rispetto ai non fumatori, sembrano avere<br />

un maggiore rischio di sviluppare la patologia. In una<br />

recente meta-analisi [15] si evidenzia che i fumatori o<br />

ex-fumatori hanno un rischio statisticamente<br />

significativo di sviluppare <strong>AMD</strong> sia negli studi casocontrollo<br />

(OR=1.76; IC 95%: 1.56-1.99) sia negli studi<br />

di coorte considerati (RR=1.61; IC 95%: 1.01-2.57).<br />

Infine, il fumo sembra aumentare il rischio anche di<br />

neovascolarizzazione coroidale, con un OR di 1.96<br />

(IC 95%: 1.69-2.27) negli studi caso-controllo.<br />

Considerando invece gli studi di coorte si evidenzia<br />

un RR pari 1.47 (IC 95%: 0.92-2.37).


I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />

Tabella 1. Risultati associazione fumo e rischio di sviluppo <strong>AMD</strong> neovascolare.<br />

*Il riferimento è lo stato di non fumatori; § dati aggiustati per età e sesso<br />

Alcool<br />

Nello studio di meta-analisi di Chong [16], emerge<br />

che una forte assunzione di alcool (più di tre drink<br />

al giorno) può essere considerata un fattore<br />

associato allo sviluppo di <strong>AMD</strong>. In particolare, nello<br />

studio di Fraser-Bell [17], si evidenzia che un forte<br />

consumo di alcool (non meno di cinque drink al<br />

giorno) si associa a un elevato rischio di sviluppare<br />

<strong>AMD</strong> essudativa (OR=5.8; IC 95%: 1.3-25.8).<br />

Fattori di rischio probabili<br />

Familiarità e fattori genetici<br />

L’appartenenza allo stesso ceppo familiare sembra<br />

influenzare lo sviluppo di <strong>AMD</strong>: nello studio di<br />

Seddon et al. [1] si evidenzia come i parenti di<br />

primo grado di soggetti affetti da <strong>AMD</strong> avessero un<br />

maggiore rischio di sviluppare la <strong>degenerazione</strong><br />

<strong>maculare</strong> legata all’età rispetto ai parenti dei non<br />

affetti (OR=2.4; IC 95%: 1.2-4.7). Per quanto riguarda<br />

in particolare la forma neovascolare si ha invece un<br />

OR di 3.1 (IC 95%: 1.5-6.7).<br />

Dallo studio sui gemelli americani condotto da<br />

Seddon et al. [18], emerge che i fattori genetici<br />

hanno un ruolo molto rilevante nell’insorgenza<br />

<strong>della</strong> patologia, tanto da influire per una percentuale<br />

che va dal 46%, per lo sviluppo <strong>della</strong> forma meno<br />

grave di <strong>AMD</strong>, al 67%, per la forma intermedia, fino a<br />

raggiungere il 71% per la forma avanzata.<br />

Implicate nello sviluppo di <strong>AMD</strong> sembrano essere<br />

in particolare le varianti del gene per il fattore H del<br />

complemento, allocato nei loci cromosomici 1q25-<br />

31 e 10q26 e per il fattore B e C2 del complemento<br />

[19-25].<br />

Genere<br />

Le donne hanno un rischio maggiore del 15% di<br />

sviluppare <strong>AMD</strong> (OR=1.15; IC 95%: 1.10-1.21)<br />

rispetto agli uomini [26].<br />

Razza o Etnia<br />

In molti studi, la prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> è<br />

maggiore nella razza bianca. Nello studio di Klein<br />

et al. [27], condotto sulla popolazione degli USA, la<br />

prevalenza di <strong>AMD</strong> risultava essere nella<br />

popolazione bianca non ispanica del 9.3%, nei<br />

neri non ispanici del 7.4% e negli ispanici<br />

JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />

americani del 7.1%. Si è inoltre osservato che, per<br />

quanto riguarda la fascia di età prima dei 60 anni,<br />

gli ispanici americani e i neri non ispanici avevano<br />

un rischio maggiore di sviluppare <strong>AMD</strong> rispetto ai<br />

bianchi non ispanici, mentre dopo i 60 anni il<br />

rischio era maggiore per i bianchi non ispanici.<br />

Infatti, nei soggetti che avevano un’età maggiore<br />

di 60 anni, essere neri non ispanici (OR=0.50; IC<br />

95%: 0.37-0.68) o ispanici americani (OR=0.63; IC<br />

95%: 0.44-0.90) risultava essere protettivo per lo<br />

sviluppo <strong>della</strong> <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> <strong>senile</strong>.<br />

Obesità<br />

In base ai dati dello studio A.R.E.D.S. [9], emerge<br />

che i soggetti obesi (BMI≥30 kg/m 2) hanno un<br />

rischio maggiore di sviluppare <strong>AMD</strong> rispetto a<br />

quelli con un BMI normale/sottopeso (OR=1.93;<br />

IC 95%: 1.25–2.65).<br />

Fattori cardiovascolari e ipertensione<br />

Nello studio di Hogg et al. [28] si evidenzia<br />

come ci sia una probabile forte associazione tra<br />

l’essere affetti da disordini cardiovascolari e lo<br />

sviluppo di <strong>AMD</strong> neovascolare (OR=7.53; IC 95%:<br />

2.78–20.41). In particolare considerando solo la<br />

patologia ipertensiva, i soggetti che soffrono di<br />

ipertensione di grado 2 (pressione diastolica ≥<br />

100 e sistolica ≥ 160) hanno un rischio maggiore<br />

di sviluppare <strong>AMD</strong> neovascolare rispetto a quelli<br />

che non presentano patologia ipertensiva<br />

(OR=3.21; IC 95%: 1.14-8.98).<br />

Dieta<br />

L’assunzione di vitamina E (HR=0.92; IC 95%:<br />

0.84-1.00) e zinco (HR=0.91; IC 95%: 0.83-0.98)<br />

con la dieta è inversamente associata allo sviluppo<br />

di <strong>AMD</strong> [29]. Inoltre si è evidenziato in letteratura<br />

che consumare beta carotene, vitamina C, luteina e<br />

zeaxantina riducono il rischio di sviluppare <strong>AMD</strong><br />

[30].<br />

Infine, nello studio di Seddon et al. [31] si<br />

evidenzia come l’assunzione elevata di acido<br />

linoleico con la dieta sia associata a un maggior<br />

rischio di <strong>AMD</strong>, mentre assumere acidi grassi omega<br />

3 ne diminuisce il rischio e questo dato sugli<br />

omega 3 emerge anche nello studio di Chong [32].<br />

C A P I T O L O 1 S 5


JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />

I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />

Esposizione alla luce solare<br />

Dallo studio di Cruickshanks et al. [33], emerge<br />

che l’esposizione alla luce solare<br />

rappresenterebbe un fattore di rischio per lo<br />

sviluppo di <strong>AMD</strong> precoce (OR=2.09; IC 95%: 1.19-<br />

3.65). Simili evidenze sono riscontrate nello<br />

studio condotto da Tomany et al. [34], (RR=2.20;<br />

IC 95%: 1.02-4.73).<br />

Appare ancora controverso il ruolo di altri<br />

possibili fattori di rischio quali: proteina C reattiva,<br />

livelli di colesterolo HDL, colore dell’iride,<br />

chirurgia <strong>della</strong> cataratta e fattori ormonali [35-39].<br />

Prevalenza e incidenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> in Italia e nel<br />

mondo<br />

In Europa e Italia<br />

Un recente studio europeo di Augood et al. [40]<br />

(EUREYE: The European Eye Study) del 2006 è<br />

stato condotto con l’obiettivo di stimare la<br />

prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> tra la popolazione anziana<br />

europea. Hanno aderito al progetto 7 paesi<br />

(Norvegia, Estonia, Regno Unito, Francia, Italia<br />

(Verona), Grecia e Spagna). Compito d’ogni<br />

centro era quello di reclutare dalle 800 alle 900<br />

persone d’età maggiore o uguale a 65 anni. Sono<br />

state considerate le fotografie dei fondi oculari di<br />

4753 soggetti. L’<strong>AMD</strong> avanzata (neovascolare o<br />

atrofica) era presente nel 3.32% (IC 95%: 2.52-<br />

4.13) <strong>della</strong> popolazione. La prevalenza dell’<strong>AMD</strong><br />

neovascolare in almeno uno dei due occhi era del<br />

2.29% (IC 95%: 1.73%-2.86%): 8 persone avevano<br />

atrofia geografica in un occhio e <strong>AMD</strong>neovascolare<br />

nell’altro, 101 persone solo <strong>AMD</strong>neovascolare<br />

(40 bioculare e 61 monoculare); in<br />

33 casi erano presenti entrambe le forme nello<br />

stesso occhio. Il braccio italiano in particolare era<br />

costituito da 605 anziani con una prevalenza<br />

dell’<strong>AMD</strong> avanzata pari al 3.68% (IC 95%: 2.17-<br />

5.18).<br />

Uno studio norvegese del 2006 [41] ha invece<br />

ricercato la prevalenza dell’<strong>AMD</strong> nella sola<br />

popolazione di Oslo. Hanno partecipato all’analisi<br />

Tabella 2. Prevalenza <strong>AMD</strong> avanzata e neovascolare nel Rotterdam Study.<br />

S 6 C A P I T O L O 1<br />

459 soggetti d’età compresa tra 51 e 90 anni. Gli<br />

autori hanno riscontrato una prevalenza <strong>della</strong><br />

<strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> <strong>senile</strong> essudativa, nelle<br />

persone con un’età ≥ di 71 anni, pari al 2.9% (IC<br />

95%: 0.0-5.7).<br />

Nel Rotterdam Study [42] (6251 partecipanti di<br />

età compresa tra 55 e 98 anni) si è osservato che<br />

la prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> variava dal 0.2% al 11.0%<br />

rispettivamente nei soggetti di età comprese nelle<br />

classi 55-64 e ≥85 anni. Mentre la prevalenza <strong>della</strong><br />

forma neovascolare variava nelle stesse classi da<br />

0.1% a 7.4%. In Tabella 2 i dettagli per classi d’età.<br />

In Islanda [43] su un campione di 1045 persone<br />

(2041 occhi analizzati) è stata riscontrata la<br />

presenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> nella sua forma essudativa in 6<br />

soggetti (3 occhi destri e 3 occhi sinistri) compresi<br />

nelle classi di età 70-79 (1 caso) e maggiori di 80<br />

anni (5 casi). La prevalenza totale è risultata essere<br />

pari a 0.7%, mentre, considerando il dato diviso<br />

per classi d’età, la prevalenza variava da 0.5% nella<br />

classe 70-79 a 9.8% nel soggetti maggiori di 80<br />

anni.<br />

Nella popolazione italiana sono stati fino ad ora<br />

condotti un limitato numero di studi indaganti la<br />

prevalenza e/o l’incidenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> (e in<br />

particolare <strong>della</strong> forma avanzata neovascolare).<br />

Pagliarini et al. [44] hanno condotto, tra il 20<br />

ottobre e il 5 novembre del 1991, uno studio<br />

trasversale di popolazione per indagare la<br />

prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> nella città di Salandra<br />

(Matera).<br />

Il campione analizzabile consisteva di 576<br />

individui (255 uomini e 321 donne) di età<br />

maggiore o uguale a 60 anni. È stato analizzato il<br />

64% (368) del campione individuato. La<br />

prevalenza globale <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> avanzata era del<br />

1.1% (2 pazienti con forma neovascolare e 2 con<br />

forma atrofica). La prevalenza <strong>della</strong> forma<br />

neovascolare era quindi dello 0.54%. Tutti e<br />

quattro i soggetti con la forma avanzata avevano<br />

un’età maggiore di 74 anni. Considerando quindi<br />

solo i soggetti con età maggiore o uguale a 75 anni


I T A L I A N J O U R N A L O F P U B L I C H E A L T H<br />

la prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> avanzata risultava essere<br />

del 4.17% (IC 95%: 1.4-10.3). Nella stessa<br />

popolazione la forma neovascolare rappresentava<br />

il 2.08%.<br />

Cedrone et al. [45-47] hanno invece condotto<br />

due survey nell’isola di Ponza (una nell’anno 1988<br />

e l’altra nel 2000) per indagare le cause di<br />

ipovisione o cecità nella popolazione dell’isola<br />

con un’età compresa tra i 40 e gli 87 anni. Nel<br />

1988, 17 persone (1.70%; IC 95%: 1.00 – 2.7)<br />

hanno avuto una diagnosi di <strong>AMD</strong> in almeno un<br />

occhio e 21 (2.51%; IC 95%: 1.6-3.8) nel 2000.<br />

L’incidenza dopo dodici anni era dello 0.73% (IC<br />

95%: 0.2-2.1). Non sono riportati dati in dettaglio<br />

relativi ai diversi tipi di <strong>AMD</strong>.<br />

Nel resto del mondo<br />

Le prevalenze riscontrate da Augood et al. [40]<br />

nello studio europeo risultano comparabili con<br />

quelle derivanti dall’analisi pooled condotta in<br />

America [14]. Nel 2004, il “Eye Diseases<br />

Prevalence Research Group” ha infatti realizzato<br />

una analisi pooled di 7 studi (Bardados Eye Study,<br />

Beaver Dam Eye Study, Baltimore Eye Survey, Blue<br />

Mountains Eye Study, Vision Impairment Project,<br />

Rotterdam Study e in Salisbury Eye Evaluation<br />

Project) indaganti la prevalenza delle diverse<br />

forme di <strong>AMD</strong>. Nelle Tabelle 3 e 4 sono riportate le<br />

prevalenze per 100 individui con i relativi<br />

Tabella 3. Prevalenza e relativo IC 95% dell’<strong>AMD</strong> neovascolare.<br />

Adattata da Eye Diseases Prevalence Research Group [14]<br />

JPH - Year 7, Volume 6, Number 2, Suppl. 3, 2009<br />

intervalli di confidenza al 95% (IC 95%) divise per<br />

genere, età e razza. Il numero di malati di <strong>AMD</strong> con<br />

forma neovascolare si era stimato essere nel 2000<br />

pari a 1.22 milioni. Gli stessi autori hanno poi<br />

previsto che si assisterà a un sostanziale<br />

incremento del numero dei malati di <strong>AMD</strong><br />

maggiore del 50%: dai 1.75 milioni del 2000 ai<br />

2.95 milioni del 2020 negli USA.<br />

Considerando la realtà <strong>della</strong> popolazione<br />

statunitense, presa in considerazione nel<br />

Framingham Eye Study [48], su 2631 persone<br />

(5262 occhi esaminati) l’<strong>AMD</strong> era presente in 149<br />

persone (5.7%) con un picco di prevalenza nella<br />

fascia d’età maggiore di 75 anni (19.7%). I dati<br />

stratificati per fascia d’età e relativi alla forma<br />

avanzata sono riportati in Tabella 5.<br />

Klein et al. [11], nello studio americano “Beaver<br />

Dam Eye Study”, analizzano l’incidenza a 5 anni<br />

<strong>della</strong> <strong>degenerazione</strong> <strong>maculare</strong> <strong>senile</strong> in una<br />

popolazione di 3583 adulti con età compresa tra<br />

43 e 86 anni all’inizio dello studio. L’incidenza a 5<br />

anni <strong>della</strong> forma essudativa di <strong>AMD</strong> nell’occhio<br />

destro era dello 0.4% (IC 95%: 0.20-0.63). Inoltre<br />

l’incidenza passa dallo 0% in quelli con meno di<br />

55 anni al 1.8% in quelli con oltre 75 anni all’inizio<br />

dello studio. Considerando invece entrambi gli<br />

occhi, l’incidenza a 5 anni di <strong>AMD</strong> neovascolare è<br />

dello 0.6% (IC 95%: 0.34-0.86) variando dallo 0% al<br />

3.2% nelle stesse classi prima indicate.<br />

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Tabella 4. Prevalenza e relativo IC 95% dell’<strong>AMD</strong> neovascolare.<br />

Tratta dallo studio EUREYE [40]<br />

Tabella 5. Risultati Framingham Eye Study: dati relativi alla <strong>AMD</strong> neovascolare.<br />

* dato per numero di occhi interessati<br />

In Australia, VanNewkirk et al. [49], in un lavoro<br />

del 2000 condotto su 4345 abitanti di Victoria, con<br />

una età maggiore di 40 anni, hanno riscontrato<br />

una prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> neovascolare dello<br />

0.39% (IC 95%: 0.20-0.58).<br />

Infine in Cina, nel 2008, Chen et al. [50] hanno<br />

riscontrato una prevalenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> avanzata<br />

(neovascolare e atrofica) del 1.9% in persone con<br />

una età maggiore o uguale a 65 anni.<br />

Conclusioni<br />

La <strong>AMD</strong> è una malattia degenerativa che<br />

colpisce la macula ed è classicamente suddivisa in<br />

due tipi: secca e umida. In particolare nella sua<br />

forma umida è caratterizzata da<br />

neovascolarizzazione coroidale, danno degli strati<br />

retinici e formazione di una cicatrice disciforme.<br />

Dal punto di vista clinico si manifesta<br />

prevalentemente con diminuzione dell’acutezza<br />

visiva e scotoma centrale.<br />

I fattori di rischio sono molteplici, alcuni sono<br />

considerati certi (età, fumo e alcool) mentre altri<br />

S 8 C A P I T O L O 1<br />

sono ancora oggetto di studio (familiarità e fattori<br />

genetici, genere, razza, obesità, fattori<br />

cardiovascolari e ipertensione, dieta, chirurgia<br />

<strong>della</strong> cataratta ed esposizione alla luce solare).<br />

A seguito <strong>della</strong> ricerca bibliografica compiuta<br />

emerge una sostanziale omogeneità dei dati di<br />

prevalenza e incidenza <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> nei diversi Paesi<br />

del mondo.<br />

Nello studio europeo EUREYE di Augood et al. la<br />

prevalenza dell’<strong>AMD</strong> neovascolare è risultata pari<br />

a 2.29% (IC95%: 1.73-2.86) e nel braccio italiano di<br />

questo studio si è stimata una prevalenza<br />

dell’<strong>AMD</strong> avanzata del 3.68% (IC 95%: 2.17-5.18).<br />

In riferimento alla popolazione italiana, sono<br />

stati fino ad ora condotti pochi studi: Pagliarini et<br />

al. nella città di Salandra hanno stimato una<br />

prevalenza globale <strong>della</strong> <strong>AMD</strong> avanzata del 1.1%<br />

mentre Cedrone et al. nel 1988 e nel 2000 hanno<br />

riscontrato nell’isola di Ponza una prevalenza<br />

rispettivamente del 1.70% e del 2.51%.<br />

Le prevalenze riscontrate da Augood et al. nello<br />

studio europeo risultano comparabili con quelle


derivanti dai principali studi condotti sulla<br />

popolazione americana. Parimenti questi dati si<br />

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