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Edizione Madrid

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AMICI DEL COMITES, EDIZIONE MADRID<br />

NUMERO ZERO<br />

Migrare “humanum est”<br />

Claudio Fiorentini<br />

“humanum est”, verrebbe<br />

da dire, basti pensare al fatto che<br />

Migrare<br />

le migrazioni hanno consentito<br />

la prosperità <strong>del</strong> Sapiens. E allora, perché<br />

oggi, se un italiano si sposta dalla sua terra di<br />

origine se ne parla, spesso, con toni nostalgici?<br />

Intendiamoci, si capisce benissimo che<br />

allontanarsi dal “focolare” <strong>del</strong>la famiglia, per<br />

alcuni, possa avere aspetti dolorosi, ma se<br />

fino a pochi decenni fa si partiva con e valigie<br />

di cartone, con le necessità primarie in tasca<br />

e con la speranza di riuscire a sopravvivere<br />

in un luogo misterioso e sconosciuto, oggi si<br />

parte con condizioni assai diverse e molti lo<br />

fanno avendo ben chiare quali sono le necessità<br />

professionali <strong>del</strong> paese prescelto. Inoltre,<br />

se parliamo di Europa, parliamo di paesi aperti<br />

ed evoluti che si distinguono per livello di<br />

scolarità e per qualità <strong>del</strong>la vita. Chi può dire<br />

che un paese europeo sia una terra lontana<br />

e sconosciuta? Chi può dire che muoversi in<br />

Europa, oggi, equivalga ad andare a lavorare<br />

nelle acciaierie <strong>del</strong> Belgio <strong>del</strong> dopoguerra o<br />

nelle praterie argentine <strong>del</strong> novecento?<br />

Il mondo è cambiato e l’italiano che si sposta<br />

in Europa non troverà sulle porte <strong>del</strong>le “brasseries”<br />

il cartello “interdit aux chiens et aux<br />

italiens” e non si troverà nei centri di smistamento<br />

di Ellis Island a farsi togliere i pidocchi.<br />

È anche cambiata la realtà lavorativa, as-<br />

sai più complessa di quella dei nostri nonni.<br />

E se parliamo di Europa, nello specifico <strong>del</strong>la<br />

Spagna, è puramente retorico dire che si va<br />

all’estero, un po’ perché l’Europa è una casa<br />

comune, ma un po’ anche perché la Spagna<br />

è uno dei paesi più accoglienti, sicuri, civili e<br />

vivibili <strong>del</strong> mondo.<br />

Piuttosto, c’è da chiedersi perché quest’esigenza<br />

di “migrare” se l’Italia è l’ottava potenza<br />

mondiale, ha un PIL da brivido e ha la più alta<br />

concentrazione di patrimonio artistico e culturale<br />

nel mondo? Esserne orgogliosi è facile,<br />

ma è anche rammaricante constatare che<br />

spesso, questo patrimonio, è poco conosciuto<br />

dagli stessi italiani che, drogati di calcio e di<br />

televisione, non coltivano la curiosità culturale<br />

che lo ha reso possibile. Diciamolo chiaramente:<br />

una <strong>del</strong>le caratteristiche negative<br />

<strong>del</strong>l’Italia è, purtroppo, un livello di scolarità<br />

non all’altezza degli altri paesi europei e, sebbene<br />

questo venga compensato dalle nuove<br />

generazioni, quelle che hanno conosciuto l’Erasmus,<br />

quelle che parlano più lingue e quelle<br />

che sanno che i confini sono solo convenzioni<br />

geografiche, non ci fa onore.<br />

Sta di fatto, però, che molti italiani partono,<br />

anche all’avventura, senza sapere cosa troveranno.<br />

Non è un male, ma bisognerebbe capi-<br />

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