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Opuscolo Livorno per pdf

Ritengo che questo lavoro sia un ottimo esempio di partecipa-zione autonoma della cittadinanza attiva alla vita della comuni-tà, un documento esemplare che testimonia quanto si possa fa-re unendo competenza tecnica e passione per il bene comune. Rappresenta inoltre un efficace modello di analisi ed informa-zione che dovrebbe essere utilizzato anche in molte altre parti d'Italia: dal Piemonte alla Sicilia, passando naturalmente per la Liguria in cui vivo, serve unire le forze per contrastare il dila-gante e cinico pensiero neoliberista

Ritengo che questo lavoro sia un ottimo esempio di partecipa-zione autonoma della cittadinanza attiva alla vita della comuni-tà, un documento esemplare che testimonia quanto si possa fa-re unendo competenza tecnica e passione per il bene comune. Rappresenta inoltre un efficace modello di analisi ed informa-zione che dovrebbe essere utilizzato anche in molte altre parti d'Italia: dal Piemonte alla Sicilia, passando naturalmente per la Liguria in cui vivo, serve unire le forze per contrastare il dila-gante e cinico pensiero neoliberista

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a mantenere il proprio stato attuale, tant’è che l’Autorità di Bacino

conclude: “Considerati gli obiettivi del Piano e della Direttiva

2000/60/CE, dovrà essere assicurata l’adozione di tutti gli accorgimenti

necessari, anche in fase di cantiere, al fine di evitare impatti

negativi sui corpi idrici, deterioramento dello stato qualitativo

o quantitativo degli stessi e mancato raggiungimento degli

obiettivi di qualità”.

Si tratta dei vincoli recepiti in Italia nel quadro dell’azione

comunitaria nel campo della politica per le acque. Ce lo chiede l’Europa,

insomma, e almeno in questo caso sarebbe decisamente il caso

di ottemperare.

La dimensione temporale, che sia il 2027 o il 2030, sembra

del resto sfuggire ai redattori dell’Istanza di V.I.A.

Che succederà ad esempio quando l’auspicata duplicazione,

più probabilmente triplicazione, del traffico navale incrocerà i nuovi

e ben più severi limiti di emissioni inquinanti nell’atmosfera, previsti

appunto nel 2030, a Piattaforma probabilmente ormai attiva?

È l’approfondimento proposto nelle osservazioni dell’Associazione

Livorno Porto Pulito, nove pagine fitte fitte e una decina di

allegati. Ce n’è stato bisogno, evidentemente, anche perché ancora i

gravi impatti sanitari dei fumi navali stentano ad essere conosciuti

e valutati, non solo dalle collettività, ma anche – purtroppo – dalle

autorità.

O meglio, le Autorità certe cose le sanno bene, ma, come dire,

tendono un po’ a dimenticarsele.

Il rischio, o per meglio dire la certezza, che un notevole incremento

del traffico navale comporti ulteriore inquinamento atmosferico

era già stato paventato ai tempi della prima Valutazione Ambientale

Strategica, resa necessaria dal Piano Regolatore Portuale

che iniziava a contemplare la realizzazione dell’opera.

È nella Deliberazione 25 marzo 2015, n. 36 del Consiglio Regionale

della Toscana (approvativa del PRP suddetto) che compare

infatti il parere del Nucleo Unificato Regionale di Valutazione della

Regione Toscana. In esso si fa esplicito riferimento agli “impatti che

l’incremento delle emissioni originato dal previsto incremento del

numero di navi che usufruiranno del porto di Livorno produrrebbe

sulla matrice aria”.

Conseguentemente si aggiunge che il “documento di valutazione,

a fronte degli scenari emissivi futuri dovrà contenere una

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