21.12.2023 Views

syndicom rivista N.38

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L'unione fa la forza!

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>syndicom</strong><br />

N. 38 Dicembre 2023<br />

<strong>rivista</strong><br />

Per salari<br />

migliori


Pubblicità<br />

Iniziativa per un<br />

fondo per il clima<br />

Proteggiamo l’ambiente con<br />

buoni posti di lavoro!<br />

Con l’iniziativa per un fondo per il clima…<br />

proteggiamo<br />

l’ambiente:<br />

investiamo ogni anno dallo 0,5<br />

all’1% della prestazione economica.<br />

In questo modo si possono<br />

promuovere le energie rinnovabili<br />

e i risanamenti energetici,<br />

senza gravare ulteriormente sul<br />

potere d’acquisto dei lavoratori.<br />

creiamo buoni<br />

posti di lavoro:<br />

grazie agli investimenti in<br />

progetti rispettosi del clima si<br />

creano posti di lavoro sostenibili<br />

e ben retribuiti. Attraverso il<br />

fondo per il clima si finanziano<br />

inoltre formazioni e riqualifiche,<br />

se necessarie. In tal modo nessuno<br />

rimane indietro.<br />

potenziamo il<br />

servizio pubblico:<br />

per attuare la transizione energetica<br />

nel rispetto del clima<br />

occorre potenziare i trasporti<br />

pubblici e le energie rinnovabili.<br />

Così si garantiscono una mobilità<br />

e un approvvigionamento<br />

sostenibili.<br />

→ Il modulo per la raccolta firme è allegato<br />

a questa <strong>rivista</strong>. Firmatelo ORA e rispeditelo<br />

immediatamente! Grazie<br />

Maggiori informazioni: sgb.ch/klimafonds


Sommario<br />

4 Brevi ma utili<br />

5 L’ospite: Ada Marra<br />

6 Dossier: Più soldi con<br />

i contratti collettivi<br />

17 Diritto e diritti<br />

18 Dalle professioni<br />

23 Politica<br />

26 Idee<br />

27 Mille parole<br />

28 Eventi<br />

30 Internazionale<br />

31 Cruciverba<br />

32 Un lavoro, una vita<br />

Care lettrici, cari lettori,<br />

tempo fa un socio <strong>syndicom</strong> mi ha stretto la<br />

mano, ringraziandomi per aver ottenuto cento<br />

franchi in più a fine mese. Può sembrare poco, ma<br />

è essenziale per il nostro lavoro. I lavoratori dovrebbero<br />

infatti ricevere automaticamente una<br />

parte dei profitti generati dalle aziende. Nel dossier<br />

(pag. 14-15) dimostriamo che, al contrario,<br />

sono i margini dei profitti aziendali ad aumentare.<br />

Per questo ci battiamo per i salari reali, ma<br />

anche per i salari minimi, che colpiscono le persone<br />

più precarie, spesso i giovani, gli immigrati,<br />

le persone meno qualificate e il personale<br />

temporaneo. <strong>syndicom</strong> si batte anche contro<br />

la sottoquotazione dei compensi subita dai liberi<br />

professionisti (pagina 12).<br />

La forza dei sindacati sta nel fatto che ogni<br />

anno dobbiamo rimetterci al tavolo delle trattative.<br />

Abbiamo constatato che laddove esistono<br />

contratti collettivi, che definiscono le trattative<br />

salariali, la ridistribuzione è più equa. Le procedure<br />

seguono un calendario molto preciso,<br />

dalle prime riunioni di dicembre ai risultati che,<br />

a seconda del settore, saranno disponibili a<br />

metà febbraio, per un aumento reale dei salari<br />

nella busta paga di aprile. Negoziamo su parametri<br />

concreti e quantificabili come la massa<br />

salariale, l’inflazione, gli aumenti dell’assicurazione<br />

sanitaria e le analisi del mercato e della<br />

concorrenza. Ma abbiamo sempre davanti a noi<br />

l’obiettivo finale: i lavoratori. Per loro stiamo<br />

negoziando: non molliamo! E continueremo così<br />

anche nel 2024. Buon anno a tutte e a tutti!<br />

6<br />

Dossier: Trattative CCL<br />

14<br />

L’esempio di Printoset<br />

32<br />

Ritratto: Stefano Croci<br />

Matteo Antonini, presidente <strong>syndicom</strong>


4 Brevi ma utili<br />

Elezioni RP, un successo \ Un contratto equo per i media \<br />

Posta a St-François, vittoria per il servizio pubblico \ AutoPostale,<br />

salari giusti \ Giornalisti in tempo di guerra \ Contatti<br />

Elezioni RP, un successo<br />

Le elezioni dei rappresentanti del personale<br />

(RP) di Swisscom si sono concluse<br />

a fine novembre. <strong>syndicom</strong> è molto<br />

soddisfatto dei risultati: 37 dei nostri<br />

43 candidati sono stati eletti e rappresenteranno<br />

i dipendenti di Swisscom nei<br />

confronti della direzione per i prossimi<br />

anni. Anche alla Posta molti colleghi<br />

sono stati eletti nelle diverse Commissioni<br />

del personale (CoPe). Questo<br />

successo è stato possibile solo grazie<br />

all’impegno di tutti i candidati, che si<br />

sono sostenuti a vicenda in ogni settore.<br />

Grazie a tutti coloro che hanno votato<br />

per <strong>syndicom</strong>. Congratulazioni a tutti<br />

gli eletti!<br />

Un contratto equo per i media<br />

Oltre 1.200 professionisti dei media<br />

chiedono salari e condizioni di lavoro<br />

equi nel settore dei media della Svizzera<br />

tedesca e del Ticino. Il 28 novembre<br />

2023 <strong>syndicom</strong> e Impressum hanno consegnato<br />

la petizione all’associazione<br />

degli editori VSM. La richiesta principale:<br />

l’associazione degli editori deve riprendere<br />

le trattative interrotte per un<br />

contratto collettivo di lavoro (CCL) e<br />

concordare un CCL equo.<br />

Posta a St-François, vittoria<br />

per il servizio pubblico<br />

La Posta ha deciso di mantenere l’ufficio<br />

postale di St-François, in centro a Losanna,<br />

quasi due anni dopo che la minaccia<br />

era stata resa pubblica. Questa<br />

decisione non ha precedenti: per la prima<br />

volta un ufficio postale minacciato di<br />

chiusura è stato mantenuto! La pressione<br />

costante esercitata da manifestazioni,<br />

azioni (come ad agosto, vedi foto in<br />

basso) e una petizione sotto l’egida di<br />

un collettivo di organizzazioni – tra cui<br />

<strong>syndicom</strong> – in difesa del servizio pubblico<br />

è stata decisiva. Il messaggio è<br />

chiaro: perché il servizio sia veramente<br />

pubblico, i punti di accesso devono<br />

essere mantenuti in tutte le regioni e<br />

i quartieri.<br />

AutoPostale, salari giusti<br />

Dopo lunghe trattative, <strong>syndicom</strong> è<br />

riuscito a negoziare un adeguamento<br />

salariale eccezionale di cui beneficeranno<br />

i colleghi di tutta la Svizzera,<br />

in particolare quelli con sede in Ticino.<br />

Ricordiamo che quasi un anno e mezzo<br />

fa <strong>syndicom</strong> aveva lanciato una petizione<br />

presso AutoPostale SA in Ticino,<br />

chiedendo che l’esperienza fosse tenuta<br />

in debito conto nella classificazione<br />

salariale. A causa della carenza di manodopera,<br />

AutoPostale aveva infatti assunto<br />

nuovi autisti con una base salariale<br />

superiore a quella con cui erano<br />

stati assunti i loro predecessori.<br />

Giornalisti in tempo di guerra<br />

Come dichiarato dall’USS nella sua<br />

risoluzione di inizio dicembre, siamo<br />

sgomenti e inorriditi dalla tragedia in<br />

Medio Oriente. La nostra solidarietà<br />

va a tutte le vittime della violenza.<br />

Insieme alle nostre organizzazioni di<br />

riferimento, l’USS e l’IFJ (International<br />

Federation of Journalists), siamo fortemente<br />

impegnati per un mondo pacifico<br />

e senza paura, in cui la pace e la<br />

democrazia si basino sul pieno rispetto<br />

del diritto internazionale. Con 63 vittime,<br />

il primo mese di guerra a Gaza è<br />

stato il più letale per i giornalisti e gli<br />

operatori dei media da quando il Comitato<br />

per la protezione dei giornalisti<br />

(CPJ) ha iniziato a condurre queste rilevazioni.<br />

Contatti<br />

Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />

via Genzana 2, 6900 Massagno<br />

lu e gio 8.00–12.00, ma-me-ve<br />

13.30–17.30. e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />

Cassa disoccupazione <strong>syndicom</strong><br />

(nuova apertura presso il segretariato<br />

a Massagno, l’ufficio di Bellinzona è<br />

definitivamente chiuso)<br />

lu-ma-gio 9.00-11.30, me 14.00-16.30<br />

cassa.disoccupazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />

pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

franco.caravatti@bluewin.ch<br />

Agenda<br />

Gennaio<br />

Fino al 25 febbraio<br />

Swiss Press Photo 22<br />

Castello di Prangins. Esposizione delle<br />

migliori foto della stampa svizzera del<br />

2022. Info: chateaudeprangins.ch<br />

16<br />

Conferenza di politica sociale<br />

Berna, Hotel Bern, ore 13.45. “Rafforzare<br />

il potere d’acquisto, prevenire la<br />

povertà”, organizzata dal GI Pensionati<br />

<strong>syndicom</strong>. Con interventi di Mattea<br />

Meyer e Samuel Bendahan, Informazioni<br />

e iscrizioni: pensionati.<strong>syndicom</strong>.ch<br />

31<br />

Iscrizione ProLitteris<br />

Ultimo giorno per registrare le proprie<br />

opere (Print, Online o Broadcast) a Pro-<br />

Litteris. Informazioni: prolitteris.ch<br />

Febbraio<br />

21<br />

Truffe ai danni degli anziani<br />

Bellinzona, Casa del Popolo, ore 15.00.<br />

Conferenza in collaborazione con la<br />

Polizia Cantonale. Segue aperitivo.<br />

Marzo<br />

3<br />

Votazione popolare<br />

SÌ alla 13esima mensilità AVS!<br />

Aprile<br />

13<br />

Assemblea Ticino e Moesano<br />

22<br />

Assemblea GI Pensionati<br />

Rivera, Centro Diurno Monteceneri, ore<br />

15.00. Ospite la scrittrice Elda Pianezzi.<br />

<strong>syndicom</strong>.ch/agenda


L’ospite<br />

Mi chiedo spesso perché non scendiamo<br />

in piazza con maggiore frequenza per gridare la<br />

nostra rabbia. La Svizzera: un Paese in cui il comfort<br />

e l’efficienza dei servizi hanno un prezzo così alto...<br />

troppo alto per la maggioranza della popolazione!<br />

Purtroppo, questa maggioranza è sempre più spesso<br />

silenziosa: gli inquilini, gli assicurati, la classe media,<br />

le persone che faticano ad arrivare a fine mese. Con il<br />

timore che il loro affitto aumenti più velocemente del<br />

loro salario, che siano confrontati con l’inevitabile, allucinante<br />

e insopportabile aumento autunnale dei<br />

premi delle casse malati e che si vedano costretti a<br />

chiedere sussidi. La Svizzera è un Paese i cui cittadini<br />

si trasformano rapidamente in assicurati, ai quali è<br />

stato inculcato il timore di lacune nella previdenza<br />

professionale e nella rendita di vecchiaia. A ragione,<br />

poiché l’inganno del 3° pilastro, l’assicurazione sulla<br />

vita individuale e privata, non è affatto accessibile a<br />

tutti, mentre per molti – donne e dipendenti a basso<br />

salario – il 1° e il 2° pilastro non sono sufficienti a garantire<br />

una rendita dignitosa. E sempre con questo timore.<br />

Ovvero quello di finire a vivere in un piccolo appartamento,<br />

contando i centesimi per andare a fare<br />

la spesa. Vivere dignitosamente significa poter vivere<br />

senza temere il futuro. Un giorno, i miliardi di franchi<br />

di affitto pagati in eccesso dagli inquilini dovranno<br />

essere restituiti e le cooperative dovranno essere incoraggiate.<br />

I miliardi di riserve accumulate dalle casse<br />

malati dovrebbero essere utilizzati per ridurre i<br />

premi, che dovrebbero essere calcolati in base al reddito.<br />

I tassi di rendimento delle previdenze professionali<br />

dovrebbero andare a beneficio di coloro che vi<br />

contribuiscono e non essere stabiliti in base ai capricci<br />

del mercato. Sebbene il PS sia riuscito a beneficiare<br />

della fiducia degli elettori alle ultime elezioni, ciò<br />

non è bastato a impedire il rafforzamento della destra.<br />

Le iniziative e i referendum che saranno lanciati<br />

dai sindacati e dai partiti di sinistra dovranno essere<br />

ancora più decisivi. Non perdiamo le opportunità che<br />

ci verranno offerte nei prossimi mesi e anni per difendere<br />

i nostri interessi. Il potere di cambiare le cose<br />

è davvero alla nostra portata. È la paura che ci rende<br />

silenziosi. È il coraggio che ci restituirà la dignità!<br />

Il coraggio e la dignità<br />

5<br />

Ada Marra ha appena terminato il suo<br />

mandato come deputata socialista per il<br />

Cantone di Vaud nel Consiglio nazionale,<br />

la Camera che rappresentava dal 2007.<br />

Nata a Losanna da genitori pugliesi appartenenti<br />

alla classe operaia, si è battuta<br />

a livello politico e associativo per<br />

combattere la precarietà e per difendere<br />

i diritti umani. Vicepresidente del<br />

Partito socialista svizzero dal 2018 al<br />

2022, oggi continua a impegnarsi nella<br />

vita associativa.


6<br />

Dossier<br />

L’Unione Sindacale Svizzera ha lanciato la battaglia dei salari a settembre,<br />

chiedendo un aumento generalizzato del 5%. Come avvengono le trattative?<br />

Cosa negoziamo? I risultati si vedranno nella vostra busta paga. Ma gli aumenti,<br />

secondo l’economista Sergio Rossi, porteranno benefici all’intera economia.<br />

Trattative


7<br />

© USS / Manu Friederich


8<br />

Dossier<br />

Quando il lavoro non paga più<br />

Nonostante la congiuntura economica<br />

favorevole, il potere d’acquisto dei salariati<br />

è destinato a diminuire anche quest’anno.<br />

Una situazione che penalizza soprattutto<br />

chi ha un reddito basso.<br />

Testo: Benito Perez<br />

Foto: USS/ Manu Friedrich<br />

Gli Svizzeri hanno subito «il più grande calo del potere<br />

d’acquisto degli ultimi 80 anni». Non è <strong>syndicom</strong> a dirlo,<br />

bensì… UBS! Nel 2022 la perdita è stata pari all’1,8 per cento<br />

del reddito, ma il calo può essere esteso agli ultimi tre<br />

anni, durante i quali il salario reale medio è sceso del 2 per<br />

cento. «Senza un aumento salariale, nel 2024 una coppia<br />

con due figli disporrà di 3000 franchi in meno rispetto al<br />

2020 e un pensionato avrà perso l’equivalente di una rendita<br />

mensile», ha avvertito Pierre-Yves Maillard, presidente<br />

dell’Unione sindacale svizzera (USS), durante la grande<br />

manifestazione del 16 settembre a Berna. Quel giorno, circa<br />

ventimila persone hanno risposto all’appello dei sindacati,<br />

dell’ASLOCA e dei partiti di sinistra per denunciare<br />

l’inflazione, il peso dei premi delle casse malati e l’aumento<br />

degli affitti, che stanno mettendo a dura prova le<br />

economie domestiche. Sono state avanzate due rivendicazioni<br />

fondamentali: un aumento del 5 per cento del reddito<br />

e un salario minimo di 5000 franchi per i titolari di un<br />

attestato federale di capacità.<br />

Potere d’acquisto penalizzato<br />

Particolarmente significativi gli striscioni dei lavoratori di<br />

tutti i settori professionali: «Tutto costa di più, aumentate<br />

i salari e le rendite!». I manifestanti, provenienti da tutto<br />

il Paese, esprimevano una preoccupazione crescente tra la<br />

popolazione. «È sempre più difficile arrivare a fine mese»,<br />

ha scandito un dipendente del settore pubblico, mentre<br />

un pensionato ha ricordato il calo del potere d’acquisto<br />

mostrando uno scontrino: i prodotti alimentari di base<br />

sono ormai un salasso per il suo budget. Pierre-Yves Maillard<br />

ha aggiunto: «Oggi in Svizzera non basta più avere un<br />

lavoro per guardare al futuro con serenità». Dieci giorni<br />

dopo, l’osservazione del presidente dell’USS ha assunto<br />

una nuova dimensione allorché il Consiglio federale ha<br />

annunciato un aumento record del 9 per cento dei premi<br />

delle casse malati nel 2024!<br />

Per Matteo Antonini, presidente di <strong>syndicom</strong>, l’aumento<br />

del 5 per cento rivendicato dai sindacati è pienamente<br />

giustificato. «Sebbene questa percentuale rappresenti<br />

una somma considerevole, è necessaria per<br />

recuperare il mancato adeguamento all’inflazione degli<br />

anni precedenti. I salari devono aumentare sensibilmente<br />

per tutti, e lo stesso vale per i salari minimi».<br />

Previsioni pessimistiche<br />

Ma le previsioni presentate all’inizio di novembre da UBS<br />

non danno motivo di ottimismo. Secondo questo sondaggio<br />

svolto su larga scala (UBS Outlook Suisse, novembre<br />

2023), le 389 aziende intervistate prevedono che la loro<br />

massa salariale aumenterà nel 2024 solo dell’1,9 per cento.<br />

Tuttavia, l’onere per le economie domestiche continua<br />

a crescere: è previsto un rincaro del 2,4 cento.<br />

Secondo l’Ufficio federale di statistica, solo i settori<br />

con un Contratto collettivo di lavoro (CCL) stanno riuscendo<br />

a fermare l’emorragia, con un aumento medio del<br />

2,5 per cento. Tuttavia, questo aumento varierà da un settore<br />

all’altro: i dipendenti dell’industria alberghiera e della<br />

ristorazione dovrebbero beneficiare della carenza di<br />

personale e ottenere un aumento del 2,8 per cento, mentre<br />

il settore dei media, che sta attraversando una profonda<br />

crisi, si aspetta un aumento dell’1 per cento. Alla fine<br />

dell’anno, l’USS ha commentato favorevolmente i «buoni<br />

risultati» ottenuti nel settore delle pulizie, nei negozi delle<br />

stazioni di servizio e presso la Coop. Nel 2024, il colosso<br />

basilese del commercio al dettaglio aumenterà la sua<br />

massa salariale del 2,2 per cento e incrementerà i salari<br />

più bassi del 3 per cento.<br />

In altri termini, nonostante la crescita economica e la<br />

bassa disoccupazione, nel 2024 il reddito reale medio degli<br />

Svizzeri continuerà a diminuire. Questo avrà un impatto<br />

particolarmente violento sulle classi lavoratrici, dato<br />

che i fattori che determinano l’aumento dei prezzi – casa,<br />

energia, alimentazione e sanità – sono tutte voci di spesa<br />

imprescindibili. Se a questo si aggiunge l’aumento dell’aliquota<br />

IVA dello 0,4 per cento (dal 7,7 all’8,1 per cento)<br />

previsto dal 1° gennaio, le prospettive per i prossimi mesi<br />

sono fosche: già adesso l’11 per cento della popolazione<br />

del Paese ha difficoltà a pagare le fatture alla fine del<br />

mese.<br />

Una battaglia da portare avanti<br />

Per molti iscritti a <strong>syndicom</strong>, tuttavia, il dado non è ancora<br />

tratto: i settori della logistica e delle comunicazioni hanno<br />

iniziato le trattative per i rinnovi dei CCL solo verso la<br />

fine del 2023 (vedi nelle pagine successive). Il sindacato<br />

intende dar prova di determinazione e persuasione per<br />

aumentare i salari più bassi. Ad esempio, chiedendo aumenti<br />

forfettari o un contributo per il pagamento dei premi<br />

delle casse malati.<br />

I salari<br />

dovrebbero<br />

aumentare<br />

notevolmente<br />

per tutti


Matteo Antonini punta anche sulle «analisi della parità salariale»,<br />

una leva dal grande potenziale, visto che le donne<br />

guadagnano tuttora il 18 per cento in meno rispetto agli<br />

uomini. «La legge sull’uguaglianza impone alle aziende<br />

con più di cento dipendenti di effettuare queste analisi.<br />

Proponiamo che questa regola venga estesa alle piccole e<br />

medie imprese e che non abbia un carattere meramente<br />

informativo nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori,<br />

bensì che porti a misure vincolanti per la realizzazione<br />

dell’obiettivo». Infine, <strong>syndicom</strong> contesta la tolleranza del<br />

5 per cento permessa dalla legge, che Matteo Antonini ritiene<br />

«troppo alta e inaccettabile».<br />

«La partecipazione e la<br />

mobilitazione dei lavoratori<br />

possono invertire<br />

la tendenza» Matteo Antonini<br />

Ampliamento delle disuguaglianze<br />

Adeguamento completo al costo della vita, salari minimi<br />

dignitosi, analisi della parità salariale anche per le piccole<br />

imprese, contributi per i premi di assicurazione malattia:<br />

queste le richieste salariali di <strong>syndicom</strong> per il 2024 per i settori<br />

Logistica, ICT e Media. «Solo la partecipazione e la mobilitazione<br />

dei lavoratori possono invertire la tendenza»,<br />

prosegue il presidente di <strong>syndicom</strong>. Altrimenti, i datori di<br />

lavoro continueranno a intascare i soldi guadagnati con gli<br />

aumenti di produttività, scaricando gran parte del rincaro<br />

sui loro dipendenti. Questa situazione è ingiusta soprattutto<br />

in considerazione del fatto che sono le aziende stesse a<br />

essere fortemente responsabili della spirale inflazionistica<br />

(come spiega anche il professor Sergio Rossi nell’intervista<br />

a pagina 14). In uno studio pubblicato a giugno, il Fondo<br />

monetario internazionale (FMI) ha calcolato che i forti aumenti<br />

dei loro margini durante e dopo la crisi del Covid<br />

sono «responsabili di quasi la metà dell’aumento dell’inflazione<br />

in Europa negli ultimi due anni».<br />

Infatti, come ha ribadito Pierre-Yves Maillard, «non tutti<br />

sono minacciati dall’impoverimento». Mentre dal 2016<br />

la maggior parte dei dipendenti ha subito una perdita (–0,9<br />

per cento in media), il 10 per cento con i salari più elevati<br />

ha visto aumentare la propria retribuzione in modo significativo<br />

(+5,4 per cento). Sono dati riportati da uno studio<br />

di Unia pubblicato nell’agosto 2023. E questo processo favorevole<br />

ai piani alti ha fatto molta strada: in venticinque<br />

anni, il numero di dipendenti che guadagnano più di un<br />

milione di franchi è quadruplicato, mentre il livello dei dividendi<br />

pagati agli azionisti è quintuplicato!<br />

Per una compensazione automatica del rincaro<br />

Per il presidente dell’USS, è evidente che l’impennata dei<br />

prezzi viene ora usata come pretesto dai datori di lavoro e<br />

dalla maggioranza borghese di Palazzo federale per mantenere<br />

questo «meccanismo inarrestabile di ridistribuzione<br />

della ricchezza verso l’alto», a cui contribuiscono anche<br />

i tagli alle tasse. Oltre alle trattative economiche, Pierre-Yves<br />

Maillard chiede la reintroduzione nei CCL delle clausole<br />

di adeguamento automatico all’inflazione, abbandonate<br />

negli anni Novanta. Secondo Matteo Antonini, questa<br />

è una richiesta che <strong>syndicom</strong> avanzerà ogni volta che verrà<br />

firmato un nuovo accordo.<br />

Se non diversamente specificato, le cifre riportate in questo articolo<br />

provengono dall’Ufficio Federale di Statistica.<br />

Il video della manifestazione<br />

del 16 settembre a Berna


10 Dossier<br />

Più soldi a fine mese!<br />

Le trattative salariali ricominciano da capo<br />

ogni autunno; si tratta di una conquista sindacale.<br />

<strong>syndicom</strong> è un partner sociale in molti<br />

contratti collettivi. I segretari dei sindacati e<br />

i membri attivi delle delegazioni negoziali si<br />

impegnano a far rispettare i livelli salariali.<br />

Tuttavia, non è sempre possibile condurre<br />

trattative collettive che garantiscano ai lavoratori<br />

uno standard di vita relativamente<br />

confortevole. In <strong>syndicom</strong> sono organizzati<br />

anche molti lavoratori indipendenti, ad esempio<br />

nelle industrie creative. Cosa possono fare<br />

per assicurarsi che i soldi bastino per arrivare<br />

a fine mese? Come può sostenerli il sindacato?<br />

E come avvengono le trattative salariali?<br />

3 diversi settori, 3 ecosistemi, 3 esempi.<br />

Testi: Redazione<br />

Foto: Bruno Ferreira Dias<br />

Le trattative salariali alla Posta<br />

Grazie al Contratto collettivo di lavoro (CCL), le trattative<br />

salariali collettive si svolgono a cadenza annuale: questo è<br />

quanto sancisce l’articolo 3.1 del cosiddetto CCL mantello<br />

della Posta Svizzera SA. <strong>syndicom</strong> si appella a questo diritto<br />

legale quando, entro il 6 dicembre di ogni anno, presenta<br />

le rivendicazioni di aumento salariale a nome dei lavoratori.<br />

Questo avviene in modo molto formale, attraverso<br />

una lettera firmata dal responsabile del settore Logistica.<br />

Per l’attuale tornata salariale, <strong>syndicom</strong> chiede un aumento<br />

complessivo dei salari pari all’equivalente di 200 franchi<br />

per 13 mensilità per ogni posto di lavoro della Posta.<br />

Uno dei compiti nelle trattative salariali è quello di distribuire<br />

questo denaro in modo equo tra i dipendenti.<br />

Cosa significa equo? Che tutti ricevono la stessa somma?<br />

O piuttosto se i dipendenti con salari più bassi ricevono in<br />

proporzione un po’ di più rispetto ai colleghi con salari<br />

più alti? Dopotutto, la vita costa di più per tutti, ma l’aumento<br />

del costo della vita grava molto di più su chi guadagna<br />

meno rispetto a chi ha più margine.<br />

«E come si arriva a 200 franchi per 13?», si chiedono alcuni.<br />

Questo si basa su un processo democratico interno<br />

al sindacato e analizzato meticolosamente. Nei numerosi<br />

comitati di milizia di <strong>syndicom</strong>, le preoccupazioni e le rivendicazioni<br />

degli iscritti al sindacato nelle aziende vengono<br />

espresse, protocollate e incanalate. Le parti sociali<br />

ricevono dalla Posta una panoramica dei dati aziendali<br />

attuali. Il CCL prescrive alcuni parametri che servono<br />

come base per determinare gli aumenti salariali: l’indice<br />

nazionale dei prezzi al consumo (IPC), ovvero l’indicatore<br />

dell’inflazione, è particolarmente rilevante. Sono importanti<br />

anche l’indice dei premi dell’assicurazione malattie<br />

(IPAM), l’andamento dei salari reali, la situazione economica<br />

generale e così via.<br />

I comitati di milizia nominano la loro delegazione negoziale,<br />

ovvero le colleghe e i colleghi che li rappresenteranno<br />

al tavolo delle trattative. Insieme ai segretari cen-<br />

La parola a Carlo Mächler, team leader di RetePostale a Pfäffikon<br />

Cosa ti spinge a partecipare alla<br />

delegazione negoziale?<br />

Negli ultimi anni siamo riusciti a ottenere<br />

risultati dignitosi e a mantenere<br />

sostanzialmente il potere d’acquisto.<br />

L’anno scorso, nonostante un risultato<br />

salariale favorevole, abbiamo registrato<br />

delle perdite in termini di salario reale<br />

per alcuni dipendenti. Mi impegno<br />

a favore di condizioni di lavoro eque e<br />

di un sistema salariale funzionante.<br />

I nostri membri si aspettano una piena<br />

compensazione del rincaro e un<br />

aumento del salario reale che corrisponda<br />

agli aumenti di produttività<br />

della Posta.<br />

Come difenderai queste rivendicazioni<br />

davanti al datore di lavoro?<br />

Ho già diversi anni di esperienza nelle<br />

trattative sui salari e sul CCL. Non<br />

è mai facile far passare le richieste,<br />

ci sono sempre due interlocutori con<br />

aspettative diverse. Più persone sono<br />

organizzate in <strong>syndicom</strong>, più peso abbiamo<br />

nelle trattative.<br />

Come sono andate le trattative<br />

finora?<br />

Prima di tutto, c’è sempre una «sessione<br />

di piagnistei» in cui la Posta mostra<br />

quanto siano negativi i suoi risultati,<br />

mentre noi evidenziamo quanto è<br />

in salute la Posta. Poi si scambiano le<br />

prime richieste e iniziano le trattative.<br />

Cosa c’è di particolarmente difficile<br />

nelle trattative?<br />

È particolarmente difficile ottenere<br />

una misura salariale efficace per i dipendenti<br />

più anziani. Sebbene siano<br />

ancora ben pagati, anche loro soffrono<br />

della perdita del potere d’acquisto.


trali eletti, si incontrano poi con la Posta per 4 o 5 tornate<br />

negoziali. Trattano strenuamente fino a quando non si<br />

arriva a un risultato.<br />

Se i delegati di <strong>syndicom</strong> responsabili nei vari organi<br />

accettano il risultato delle trattative, questo viene messo<br />

per iscritto, firmato e comunicato. Il servizio del personale<br />

della Posta ha poi qualche settimana di tempo per definire<br />

l’aumento salariale per ciascun dipendente. Il sindacato<br />

<strong>syndicom</strong> offre un cosiddetto «calcolatore salariale»<br />

sul suo sito web (vedi il codice QR in basso) per verificare<br />

e comprendere meglio l’aumento salariale.<br />

Il calcolatore salariale<br />

di <strong>syndicom</strong><br />

Come funziona a Cablex<br />

Il diritto di condurre trattative salariali è sancito dal contratto<br />

collettivo di lavoro. Il sindacato discute i salari con<br />

gli iscritti durante tutto l’anno. A Cablex, le trattative salariali<br />

tra <strong>syndicom</strong> e la direzione si sono svolte nel febbraio<br />

2023. Il copresidente del comitato aziendale Cablex di<br />

<strong>syndicom</strong>, composto da Werner Schenk e Pascal Wicht, ne<br />

ha parlato in modo dettagliato. Le trattative sono difficili<br />

e a volte durano diversi giorni. Di norma, ci sono diversi<br />

time-out durante i quali <strong>syndicom</strong> discute soluzioni alternative.<br />

In caso di mancato accordo, il CCL prevede che si<br />

possa ricorrere al tribunale arbitrale. Il risultato provvisorio<br />

delle trattative viene dapprima sottoposto ai membri<br />

della conferenza aziendale, i quali decidono se accettarlo<br />

o meno. Quest’anno è stato accettato.<br />

Werner Schenk, copresidente del comitato aziendale Cablex,<br />

ha preso parte alle trattative salariali di quest’anno<br />

Quale mandato è stato affidato<br />

a <strong>syndicom</strong>?<br />

Il nostro mandato era «5 per cento a<br />

livello generale». Il risultato delle trattative<br />

è stato un aumento generale dei<br />

salari mensili tra 140 e 160 franchi, a<br />

seconda dell’esperienza professionale.<br />

Non abbiamo raggiunto il 5 per cento,<br />

ma credo che sia stata una buona soluzione<br />

per tutti. Tutti hanno potuto beneficiare<br />

di un aumento, cosa che non<br />

accadeva da tempo.<br />

Come coinvolgi i tuoi colleghi?<br />

Le colleghe e i colleghi vengono da noi<br />

per esprimere le loro preoccupazioni<br />

e per lamentarsi delle difficoltà. Dobbiamo<br />

poi capire qual è il nocciolo della<br />

questione per trovare una soluzione valida,<br />

il che non è sempre facile. Li ascolto<br />

con attenzione e trasmetto le loro<br />

opinioni in modo ragionevole.<br />

Come funziona la collaborazione con<br />

<strong>syndicom</strong>?<br />

Ci incontriamo regolarmente. Discutiamo<br />

delle questioni attuali che riguardano<br />

il settore e l’azienda. La collaborazione<br />

con i segretari centrali di <strong>syndicom</strong><br />

è molto costruttiva, anche in condizioni<br />

difficili.


12<br />

Dossier<br />

E i salari degli indipendenti?<br />

Salari equi e sindacati, un binomio inscindibile: la capacità<br />

dei dipendenti di guadagnarsi da vivere con il proprio<br />

lavoro è alla base di tutte le rivendicazioni sindacali. Storicamente,<br />

l’attenzione si concentra sulla lotta delle lavoratrici<br />

e dei lavoratori che il 1° maggio scendono in piazza<br />

per rivendicare ad alta voce i loro diritti.<br />

Esiste però un gruppo di persone che non rientra nel<br />

quadro tradizionale di questo target sindacale: le lavoratrici<br />

e i lavoratori indipendenti. Anche loro dipendono da<br />

prezzi di mercato stabili ed equi nel loro settore. Mentre<br />

in altri settori il valore del lavoro si riflette in una retribuzione<br />

adeguata, la situazione dei lavoratori indipendenti<br />

della comunicazione visiva è oggi precaria. Illustratori e<br />

graphic designer sono costretti a lavorare con tariffe orarie<br />

basse, che sono insufficienti o bastano appena per<br />

sopravvivere, o a sovvenzionare il loro lavoro con una<br />

seconda attività. A differenza dei dipendenti, però, i lavoratori<br />

indipendenti non hanno un’azienda comune che<br />

fa da interlocutrice per negoziare collettivamente i loro<br />

compensi.<br />

Per questo motivo <strong>syndicom</strong> sta lavorando con i membri<br />

attivi dei gruppi professionali di grafic design e illustrazione<br />

per sfatare un tabù profondamente radicato<br />

nell’immagine collettiva della società svizzera: dobbiamo<br />

parlare di soldi. Solo chi scambia idee con gli altri, fa rete<br />

e unisce le forze può difendersi efficacemente dagli abusi.<br />

A tal fine, organizziamo regolarmente tavoli di discussione<br />

e colloqui vari.<br />

Ma la trasparenza da sola non basta. Ecco perché abbiamo<br />

elaborato una tariffa oraria minima per i due gruppi<br />

professionali. In questo modo vogliamo evitare che soprattutto<br />

i giovani professionisti vendano il loro lavoro<br />

sottocosto. Adeguiamo regolarmente questa linea guida,<br />

ultimamente alla luce dell’attuale inflazione. Mentre nel<br />

caso dei dipendenti sono i datori di lavoro a compensare<br />

il rincaro, i lavoratori indipendenti devono adoperarsi affinché<br />

i clienti accettino un adeguamento dei prezzi. Per<br />

supportare i nostri iscritti in questo processo, da maggio<br />

2023 offriamo una formazione continua sulle tecniche di<br />

negoziazione.<br />

Per cambiare le strutture del settore nel lungo periodo,<br />

anche i clienti devono rivedere il loro modo di pensare.<br />

Devono essere consapevoli del fatto che il lavoro creativo<br />

immateriale ha un prezzo e che non è disponibile gratuitamente.<br />

Il processo informativo nel settore sarà quindi<br />

fondamentale anche in futuro.<br />

La pagina degli illustratori<br />

di <strong>syndicom</strong> (in tedesco)<br />

L’opinione di Barbara Seiler, illustratrice e membro del gruppo Illustratori<br />

Perché è importante il sostegno di<br />

<strong>syndicom</strong>?<br />

In quanto illustratori, prima d’ora non<br />

avevamo una nostra associazione professionale,<br />

quindi è stato difficile per<br />

noi trovare gli interlocutori giusti.<br />

Sebbene in Svizzera esistano molte<br />

associazioni, le esigenze degli illustratori<br />

variano molto a seconda del settore<br />

in cui lavorano. Mentre gli uni si vedono<br />

come autori, altri si considerano<br />

anche come grafici e altri ancora si<br />

sentono maggiormente rappresentati<br />

dagli artisti. Insomma, le illustratrici e<br />

gli illustratori si trovano un po’ dappertutto.<br />

Grazie a <strong>syndicom</strong>, noi illustratori<br />

abbiamo finalmente trovato il nostro<br />

interlocutore diretto. Qui possiamo organizzarci<br />

come parte del sindacato e<br />

stabilire i nostri standard per il nostro<br />

settore: quale dovrebbe essere la<br />

tariffa oraria minima? Come si lavora<br />

con i diritti d’utilizzo? Che cos’è il<br />

copyright?<br />

Insieme possiamo rafforzare la<br />

nostra professione – ecco perché<br />

<strong>syndicom</strong> è così importante.<br />

Perché è così difficile negoziare compensi<br />

equi nel settore dell’illustrazione<br />

e della comunicazione visiva?<br />

Credo che questo sia in parte dovuto<br />

ai clienti che non si rendono conto di<br />

quanto tempo e lavoro ci sia dietro a<br />

un’illustrazione e in parte agli illustratori<br />

stessi, che fanno molta fatica a<br />

chiedere il giusto prezzo per il loro<br />

lavoro creativo. Dobbiamo costantemente<br />

giustificare i nostri prezzi, il<br />

che porta a molta incertezza. Nel sindacato<br />

lavoriamo regolarmente per<br />

contrastare queste incertezze. Sia attraverso<br />

appositi corsi sulle tattiche di<br />

negoziazione, spiegazioni sui calcoli<br />

dei compensi o semplicemente scambiando<br />

di tanto in tanto le idee.<br />

Come stabilisci i tuoi onorari?<br />

In base a quali regole?<br />

Io e Annina chiediamo sempre in anticipo<br />

quale sia il budget su cui possiamo<br />

fare affidamento. Abbiamo tariffe<br />

orarie molto chiare che non riduciamo.<br />

Se le nostre tariffe sono troppo elevate<br />

per i clienti, possiamo ovviamente<br />

negoziare. In questo caso, ci assicuriamo<br />

che i compromessi vengano fatti<br />

da entrambe le parti, non solo da<br />

noi! Per contrastare le discussioni sui<br />

prezzi, raccogliamo in anticipo quante<br />

più informazioni possibili sull’incarico.<br />

Cosa serve esattamente? Per che<br />

cosa? Per quanto tempo verrà utilizzata<br />

l’illustrazione? Tuttavia, è inevitabile<br />

che di tanto in tanto si creino<br />

aspettative di compenso diverse.<br />

Poiché lavoriamo in coppia, siamo in<br />

grado di supportarci a vicenda nelle<br />

trattative. A volte, se un lavoro non è<br />

di nostro gradimento, possiamo anche<br />

rifiutare l’incarico.<br />

L’attuale aumento dei prezzi viene<br />

trasferito ai clienti? O come affronti<br />

la questione?<br />

Quest’anno abbiamo aumentato la<br />

nostra tariffa oraria per compensare il<br />

rincaro. Tuttavia, il fatto che i nostri<br />

prezzi siano generalmente più alti<br />

rispetto a tre anni fa è dovuto principalmente<br />

alla maggiore esperienza<br />

accumulata.


°<br />

°<br />

•<br />


14 Dossier<br />

Aumentare i salari non è fare un regalo ai lavoratori<br />

ma fa bene a tutti: ne beneficia l’insieme dell’economia<br />

L’economista Sergio Rossi analizza la situazione attuale e dimostra i<br />

vantaggi di una giusta remunerazione dei lavoratori in Svizzera.<br />

La sua proposta: sgravi fiscali per le aziende virtuose, che assumono<br />

personale locale con salari corretti e che non inquinano.<br />

Intervista: Giovanni Valerio<br />

Foto: (ritratto) Maurizio Solari<br />

(a destra) Bruno Ferreira Dias<br />

Assistiamo da tempo a rincari come non accadeva da molti<br />

decenni. Perché proprio adesso? Lo abbiamo chiesto a<br />

Sergio Rossi, professore ordinario di macroeconomia ed<br />

economia monetaria all’Università di Friburgo.<br />

Si sono sovrapposti diversi fattori. Dapprima, la pandemia<br />

ha costretto diverse attività economiche a chiudere,<br />

generando una carenza nell’offerta perché le catene di approvvigionamento<br />

erano state rallentate o interrotte. Poi,<br />

da febbraio 2022 con la guerra in Ucraina e ora in Medio<br />

Oriente, alcuni settori (commercio al dettaglio, elettronica,<br />

energia) ne hanno approfittato per aumentare i prezzi<br />

con la scusa delle difficoltà di approvvigionamento e dei<br />

maggiori costi. Un esempio è la benzina, il cui prezzo è<br />

schizzato alle stelle il giorno stesso dello scoppio della<br />

guerra in Ucraina. Eppure chi vende benzina non l’acquista<br />

il giorno prima, ma molti mesi se non anni prima… Per<br />

molte aziende, è stato un buon pretesto per aumentare i<br />

margini di profitto!<br />

Secondo la visione dominante, se le aziende rispondono<br />

alle esigenze dei lavoratori e aumentano gli stipendi, questo<br />

porterà a un aumento dei prezzi, sulle spalle di chi acquista.<br />

E quindi di nuovo sugli stessi lavoratori. In realtà,<br />

sono i margini di profitto ad essere aumentati in maniera<br />

esagerata dall’anno scorso: è quindi questa spirale profitti-prezzi<br />

che va interrotta! Dagli Anni Ottanta, le imprese<br />

non hanno adeguato i salari, nonostante la produttività<br />

sia cresciuta parecchio grazie anche alla tecnologia. È aumentata<br />

così la quota dei profitti ma non quella dei salari<br />

(e di questa, una parte notevole è quella che va ai dirigenti<br />

aziendali sotto forma di bonus). Nel settore dei servizi,<br />

con i computer possiamo produrre di più e più in fretta. E<br />

questo non è solo grazie alla tecnologia, ma anche ai lavoratori<br />

che hanno seguito dei corsi, suggerito cambiamenti<br />

e migliorato i processi di produzione. Per questo vanno<br />

ricompensati con uno stipendio che poi andranno a spendere<br />

nel mercato dei prodotti. Questi aumenti salariali<br />

verranno quindi recuperati dalle stesse imprese, secondo<br />

il principio di Henry Ford, che aveva aumentato gli stipendi<br />

in modo che i suoi operai potessero comperare le auto<br />

che producevano. Anche se molte aziende esportano o<br />

vendono ad altre aziende anziché ai consumatori, questo<br />

circuito economico non può essere disatteso. Aumentare<br />

i salari non è fare un regalo ai lavoratori, ma fa bene a tutti!<br />

Ne beneficia l’insieme dell’economia a cominciare dal<br />

commercio locale, la società e lo Stato, che incassa maggiori<br />

imposte invece di versare aiuti sociali. Si potrebbe<br />

così ridurre anche il divario tra ricchi e poveri, in una società<br />

oggi sempre meno coesa…<br />

Quale potrebbe essere la risposta della politica rispetto a<br />

chi ha approfittato di tutto questo?<br />

Si potrebbe prelevare un’imposta speciale sui profitti di<br />

tutte le aziende che hanno aumentato i prezzi molto più di<br />

quanto siano cresciuti i loro costi di produzione. Questa<br />

imposta dovrebbe essere pagata solo dalle imprese i cui<br />

profitti superano almeno del 10% la media dei loro profitti<br />

negli scorsi 5 anni. Si potrebbe attuare senza difficoltà<br />

burocratiche, ma la politica non vuole. La maggioranza in<br />

parlamento dirà che se si prelevasse questa imposta supplementare,<br />

i contribuenti che ne sarebbero colpiti andrebbero<br />

altrove, che le aziende non avrebbero abbastanza<br />

soldi per investire e tutta l’economia ne soffrirebbe.<br />

Evidentemente si tratta di un argomento fallace e pretestuoso,<br />

ma che continua a fare presa anche su una parte<br />

notevole dell’elettorato.<br />

Lavoratori e sindacati chiedono di aumentare i salari.<br />

Basterà?<br />

Il ruolo dei<br />

sindacati è di<br />

fare pressione<br />

sulle aziende:<br />

è nel loro interesse<br />

versare<br />

salari corretti


In questa battaglia per salari maggiori, quale il ruolo dei<br />

sindacati? Come essere più forti?<br />

Si tratta di una questione molto difficile, perché il ruolo<br />

dei sindacati è venuto meno da quando lo Stato ha abbandonato<br />

l’obiettivo del pieno impiego. Non ci sono consigli<br />

miracolosi: il ruolo dei sindacati è di continuare a fare<br />

pressione sugli imprenditori e sulle aziende, per far capire<br />

loro che è nel loro stesso interesse versare stipendi corretti<br />

alla forza lavoro. Ogni attore economico opera all’interno<br />

di un tessuto economico nazionale o globale e ognuno<br />

deve fare la propria parte nella ripartizione delle ricchezze.<br />

Anche perché questo crea un circolo virtuoso per tutti,<br />

anche per le finanze pubbliche.<br />

Che fare, allora?<br />

Se la carota non funziona, bisogna usare il bastone. Ovvero<br />

passare in rassegna le aziende attive in Svizzera, verificare<br />

i dati sulla forza lavoro e valutare se, in base alle competenze,<br />

i lavoratori ricevono un salario corretto. Con una<br />

sanzione fiscale per le aziende che non rispettano i criteri<br />

stabiliti, calcolata sui loro profitti. Inoltre, le banche che<br />

prestano soldi alle piccole e medie imprese dovrebbero<br />

applicare tassi d’interessi maggiori alle aziende che sfruttano<br />

i lavoratori, valutando la loro massa salariale. Ma tutto<br />

questo richiede uno sforzo burocratico mostruoso, che<br />

la destra politica non vorrà mai fare. Tempo fa avevo proposto<br />

sgravi fiscali solo per le imprese che assumono lavoratori<br />

residenti in Svizzera con stipendi corretti. Allo stesso<br />

modo, le aziende dovrebbero pagare più imposte (o<br />

maggiori tassi d’interesse quando chiedono prestiti alle<br />

banche) se inquinano. Trovare le strategie per sostenere<br />

le imprese che non inquinano potrebbe essere uno stimolo<br />

incredibilmente efficace per fermare il riscaldamento<br />

globale, ridistribuendo allo stesso tempo i profitti in maniera<br />

equa. Ma non c’è stato alcun riscontro, nessun politico<br />

ha abbracciato queste proposte.<br />

USS, un calcolatore efficiente<br />

Il mio stipendio è giusto? Quanto potrei guadagnare se facessi<br />

lo stesso lavoro a Zurigo? Oppure: quale richiesta di<br />

salario potrei avanzare durante un colloquio di lavoro?<br />

L’Unione Sindacale Svizzera (USS) ha realizzato uno strumento<br />

online che permette di calcolare i salari usuali in funzione<br />

della professione, del settore e del luogo di lavoro.<br />

Facile da utilizzare, il calcolatore salariale viene aggiornato<br />

regolarmente e permette così di confrontare e di ottenere<br />

una fascia di salari, oltre al salario mediano. Il calcolatore<br />

salariale tiene ovviamente conto dei contratti collettivi e li<br />

integra nei suoi calcoli, dato che stabiliscono i salari minimi<br />

d’obbligatorietà generale in diversi settori. Si tratta quindi<br />

di uno strumento utilissimo non soltanto per i lavoratori, ma<br />

anche per le risorse umane e per gli stessi sindacati.<br />

Il calcolatore salariale USS


16 Dossier<br />

Una tipografia controcorrente<br />

Printoset, una piccola tipografia di Zurigo con sei dipendenti, ha una grande ambizione: lavorare a<br />

livello locale e in modo sostenibile. Stampa secondo rigorosi criteri ambientali, dà priorità alle brevi<br />

distanze e, nei limiti del possibile, si rifornisce di materiali acquistati da partner di Zurigo e dintorni.<br />

Nel 2023, la tipografia ha aumentato i salari del 3,5%, cosa piuttosto insolita per un settore in crisi.<br />

Per Reis Luzhnica, comproprietario di Printoset e membro del sindacato, è una questione di valori.<br />

Testo: Redazione<br />

Foto: Patrik Gutenberg<br />

Tu e Dominik Lanzersdorfer avete rilevato Printoset circa<br />

cinque anni fa. Perché lo avete fatto?<br />

I due precedenti proprietari avevano iniziato a cercare dei<br />

successori prima di andare in pensione. Conoscevamo<br />

l’attività, i clienti e ci piaceva l’atmosfera lavorativa di<br />

Printoset. Dominik lavorava già in Printoset da oltre 10<br />

anni e io da 6 anni. Eravamo una buona squadra ed eravamo<br />

convinti che sia Printoset che il team fossero una buona<br />

base per il futuro. Così abbiamo deciso di imbarcarci<br />

in questa avventura. Oggi siamo in sei. Non vogliamo<br />

espanderci, ma continuare piuttosto con il nostro modello,<br />

ovvero continuare a lavorare fornendo alta qualità.<br />

All’inizio dell’anno avete concesso un aumento salariale<br />

del 3,5 per cento. Come siete giunti a questa decisione?<br />

I nostri dipendenti hanno fornito un enorme contributo<br />

al nostro successo. Come in molti settori, è stata particolarmente<br />

dura durante la pandemia. Ma i nostri dipendenti<br />

hanno dato prova di enorme impegno e continuano<br />

a farlo tuttora. Crediamo che tutti debbano beneficiare<br />

degli utili. Siamo due proprietari, io e Dominik (rispettivamente,<br />

il secondo e il terzo da destra nella foto a fianco),<br />

ma nelle decisioni coinvolgiamo anche i dipendenti. Printoset<br />

è stata fondata come cooperativa e successivamente<br />

è diventata una società a garanzia limitata. Non sono in<br />

molti a voler correre un rischio del genere, quindi abbiamo<br />

deciso di mantenere la forma giuridica attuale.<br />

Adeguerete i salari all’aumento del costo della vita anche<br />

nel 2024?<br />

Al momento dell’intervista non abbiamo ancora svolto i<br />

colloqui sui salari, ma ci atteniamo sempre alle richieste<br />

di <strong>syndicom</strong>, e questo sarà certamente così anche nel 2024.<br />

Cosa significa essere una piccola tipografia in un cantone<br />

come Zurigo e in un settore in costante evoluzione?<br />

La gestione di una piccola azienda nella città di Zurigo<br />

non è priva di sfide. Gli affitti sono elevati e per trovare e<br />

mantenere dipendenti di livello non basta il salario. Deve<br />

essere attraente tutto il contesto. Ci si abitua in fretta al<br />

salario, ma se l’atmosfera e le condizioni di lavoro non<br />

sono buone, spesso si rimane presto insoddisfatti. Grazie<br />

al nostro stile di gestione più collegiale e al coinvolgimento<br />

dei dipendenti nelle decisioni aziendali, abbiamo un<br />

rapporto stretto tra di noi. I problemi vengono affrontati,<br />

non messi sotto il tappeto. Certo, abbiamo il vantaggio di<br />

essere un piccolo team, ma sono sicuro che con questo approccio<br />

tutto funzionerebbe meglio anche nelle grandi<br />

aziende.<br />

Printoset ha firmato un contratto con <strong>syndicom</strong>, ma non<br />

è membro dell’associazione mantello dell’industria<br />

grafica svizzera (dpsuisse, già viscom). C’è una ragione<br />

particolare per questo?<br />

L’associazione degli imprenditori del settore non rifletteva<br />

la nostra filosofia politica. Anche le quote associative<br />

elevate e il dominio dei grandi player come Tamedia e Ringier<br />

ci hanno fatto desistere. Comunque, oltre a essere imprenditore<br />

sono anche sindacalista.<br />

Cioè?<br />

Vedo il sindacato innanzitutto come un’organizzazione<br />

che difende gli interessi dei lavoratori, che lotta per ottenere<br />

migliori condizioni di lavoro e salari più elevati. Ma<br />

vedo nel sindacato anche qualcosa di molto unificante,<br />

che ci mostra come, nonostante le diverse professioni e le<br />

opinioni più disparate, gli interessi e le sfide siano spesso<br />

uguali per tutti. Nel nostro settore ci sono sfide come l’intelligenza<br />

artificiale, l’esternalizzazione del lavoro e la<br />

concentrazione su un numero ridotto di aziende. Ma noi<br />

contrastiamo tutto ciò con la nostra semplicità e la nostra<br />

etica del lavoro.<br />

www.printoset.ch


Diritto e diritti<br />

17<br />

Cara consulenza legale,<br />

lavoro presso un centro pacchi<br />

della Posta. In qualità di padre di<br />

famiglia, sono preoccupato, perché<br />

tutto sta diventando più caro:<br />

crescono gli affitti, i premi delle<br />

casse malati e i prezzi dell’elettricità.<br />

Abbiamo sempre meno soldi<br />

a disposizione. Quest’anno ho<br />

diritto a un aumento di salario<br />

individuale?<br />

Per i miei figli ricevo gli assegni<br />

familiari mensili. Questi assegni<br />

vengono aumentati automaticamente<br />

in funzione dell’aumento del<br />

costo della vita?<br />

Lavoro anche di notte. Sebbene sia<br />

faticoso, è economicamente interessante<br />

grazie ai supplementi salariali<br />

per il lavoro notturno. Il mio<br />

contratto prevede che io faccia<br />

turni di notte e di giorno. Nell’ambito<br />

di una riorganizzazione, in futuro<br />

ci saranno meno persone che<br />

lavoreranno di notte. È previsto<br />

che io lavori solo di giorno. Posso<br />

intraprendere un’azione legale<br />

contro questo provvedimento?<br />

Risponde il servizio giuridico di <strong>syndicom</strong><br />

In quanto dipendente della Posta, sei assoggettato al CCL aziendale<br />

della Posta. Ai sensi dell’art. 2.19.2 capoverso 3 del CCL Posta, ogni<br />

anno, nell’ambito delle trattative salariali, la Posta deve mettere a<br />

disposizione almeno lo 0,4 per cento del monte salari per misure salariali<br />

individuali. Questo però non significa che quest’anno il tuo<br />

aumento salariale individuale sarà dello 0,4 per cento. Tale disposizione<br />

stabilisce solo l’importo totale minimo che la Posta deve impiegare<br />

per le misure salariali. L’evoluzione del tuo salario dipende<br />

dai risultati delle trattative salariali annuali ai sensi dell’art. 3.1 del<br />

CCL mantello della Posta, che saranno comunicati nella primavera<br />

del 2024. Secondo il CCL Posta, i criteri decisivi per le trattative salariali<br />

sono in particolare la situazione economica del gruppo aziendale,<br />

il confronto con le aziende concorrenti, l’andamento del costo<br />

della vita e l’andamento dei salari medi per gruppo professionale e<br />

regione salariale. L’indice nazionale dei prezzi al consumo viene utilizzato<br />

come base per valutare il costo della vita; viene inoltre preso<br />

in considerazione anche l’indice dei premi dell’assicurazione malattie<br />

(IPAM, aggiornato a novembre).<br />

Ai sensi dell’art. 2.19.4 capoverso 1 del CCL Posta, l’assegno per i<br />

figli ammonta attualmente a 260 franchi al mese per figlio. Poiché<br />

si tratta di un supplemento salariale e non è stato previsto un<br />

meccanismo di adeguamento automatico nel CCL, non aumenta<br />

automaticamente nella stessa misura del tuo salario negoziato in<br />

occasione delle trattative salariali annuali.<br />

Non esiste alcun diritto legale al lavoro notturno e ai relativi supplementi.<br />

La Posta può impiegarti di giorno o di notte esercitando il<br />

diritto di impartire istruzioni ai sensi dell’art. 321d CO e sulla base<br />

dell’accordo contrattuale. Nel pianificare il tuo impiego, la Posta<br />

deve tenere conto anche degli aspetti legati alla tutela della salute<br />

(art. 2.29 CCL Posta) e alle pari opportunità (art. 2.26 CCL Posta),<br />

compresi i doveri familiari e di assistenza. Poiché nell’ambito della<br />

riorganizzazione in futuro lavorerai solo di giorno, il tuo contratto<br />

dovrà essere adeguato riguardo all’obbligo di lavorare di notte.<br />

Questo punto contrattuale fondamentale può essere modificato<br />

solo nel rispetto del termine di disdetta previsto dal contratto.<br />

Le precedenti rubriche<br />

su internet


18<br />

Dalle<br />

professioni<br />

Planzer, l’impegno sindacale paga!<br />

Basta con la cattiva programmazione, le giornate lavorative<br />

troppo lunghe e i bassi salari: grazie a dipendenti coraggiosi che<br />

si sono difesi con successo contro gli abusi di «Planzer Pacchi»,<br />

siamo riusciti a stipulare un contratto collettivo di lavoro. Negli<br />

ultimi sei mesi abbiamo lottato duramente: ecco i risultati.<br />

Il lavoro quotidiano presso «Planzer<br />

Pacchi» era caratterizzato da bassi salari,<br />

elevata pressione lavorativa e impieghi<br />

di lavoro incerti. Un gruppo di<br />

dipendenti ha detto basta: insieme a<br />

<strong>syndicom</strong> si sono organizzati e hanno<br />

richiamato l’attenzione sulle loro condizioni<br />

di lavoro con numerose azioni<br />

all’interno dell’azienda. Vi sono state<br />

lunghe discussioni con i superiori,<br />

sondaggi tra le colleghe e i colleghi<br />

sulle condizioni di lavoro e una petizione<br />

per migliorare la situazione. La<br />

pressione è aumentata via via fino a<br />

ottenere un contratto collettivo di lavoro.<br />

<strong>syndicom</strong> è orgoglioso di aver<br />

stipulato un contratto che giova ai<br />

dipendenti di «Planzer Pacchi» e che<br />

garantisce finalmente i loro diritti.<br />

Cosa abbiamo ottenuto?<br />

La riduzione dell’orario di lavoro da 48<br />

ore a 44 ore settimanali è particolarmente<br />

degna di nota. E questo con la<br />

piena compensazione del salario! Un<br />

altro successo della trattativa è il saldo<br />

delle ore a zero a partire dal 1° gennaio<br />

2024, il che significa che il numero<br />

esorbitante di ore in meno che si sono<br />

accumulate a causa di una cattiva programmazione<br />

sarà un ricordo del passato.<br />

I dipendenti di «Planzer Pacchi»<br />

Queste le disposizioni più importanti<br />

del CCL «Planzer Pacchi»:<br />

– Settimana di 44 ore senza perdita<br />

di salario<br />

– Saldo zero delle ore: a partire dal<br />

1° gennaio 2024, tutti i saldi di<br />

tempo saranno impostati a zero<br />

– 5 settimane di vacanze<br />

– Tredicesima mensilità<br />

– Negoziati salariali collettivi su<br />

base annua<br />

– Pianificazione degli impieghi con<br />

14 giorni di anticipo; le modifiche<br />

con preavvisi più brevi sono possibili<br />

solo previo accordo<br />

– Congedo sindacale<br />

– Salari minimi vincolanti<br />

hanno ratificato il loro CCL e anche gli<br />

organi di <strong>syndicom</strong> hanno dato il via<br />

libera. Il nuovo CCL è entrato in vigore<br />

il 1° ottobre 2023 e da subito le condizioni<br />

di lavoro sono migliorate.<br />

Urs Zbinden<br />

Finalmente, un contratto collettivo per i dipendenti di Planzer Pacchi. (© Planzer)


Pronti a negoziare il contratto di domani<br />

19<br />

Da sinistra: Manuel Wyss (<strong>syndicom</strong>), David Roth (<strong>syndicom</strong>), Daniel Trösch (Servizi logistici), Sharon Peduzzi (RetePostale), Marius Lüdi (Servizi logistici),<br />

Anita Jochum (PostFinance), Christophe Plaze (AutoPostale), Christel Terreaux (RetePostale), Dominik Dietrich (<strong>syndicom</strong>), Patrick Savary (Servizi logistici).<br />

Non presenti sulla foto: Petra Hösli (PostFinance) e Urs Zbinden (<strong>syndicom</strong>). (© Jana)<br />

«I diritti dei dipendenti e il miglioramento<br />

delle condizioni di lavoro<br />

sono sempre stati una priorità per<br />

me», afferma Patrick Savary, addetto<br />

al recapito pacchi nel Canton Vaud.<br />

Dopo le trattative del 2020, questa è<br />

la seconda volta che fa parte della<br />

delegazione di <strong>syndicom</strong> che rinegozia<br />

il contratto collettivo di lavoro<br />

aziendale Posta CH con i dirigenti<br />

della Posta. La sua motivazione<br />

sembra chiara. La delegazione di<br />

<strong>syndicom</strong> è composta da otto<br />

membri del sindacato e dipendenti<br />

della Posta che danno un volto ai<br />

colleghi e rappresentano la loro voce.<br />

Sono accompagnati dai quattro<br />

segretari centrali del settore Logistica.<br />

La prima tornata di negoziati si è<br />

svolta alla fine di novembre presso la<br />

sede centrale della Posta a Wankdorf.<br />

Il CCL Posta CH regola le<br />

condizioni di lavoro di molte migliaia<br />

di dipendenti, in particolare quelli<br />

delle due società del gruppo Servizi<br />

logistici (lettere e pacchi) e RetePostale<br />

(uffici postali).<br />

Le trattative con la Posta Svizzera<br />

sul «CCL di domani» stanno quindi<br />

entrando nel vivo. Dalla fine dell’estate,<br />

il settore Logistica di <strong>syndicom</strong><br />

sta già negoziando il CCL mantello<br />

con l’obiettivo di ampliare questo<br />

accordo. Il CCL mantello intende<br />

offrire a tutti i colleghi del gruppo<br />

Posta una protezione sotto lo stesso<br />

tetto e rafforzare la parità dei diritti<br />

per tutti i dipendenti. Ora stiamo<br />

entrando nella seconda fase di<br />

queste trattative, il CCL aziendale<br />

della Posta CH. I negoziati si protrarranno<br />

presumibilmente fino alla<br />

primavera. Per Christel Terreaux,<br />

consulente alla clientela di un<br />

contact center, «i negoziati saranno<br />

difficili. Si tratterà di difendere quanto<br />

acquisito finora e di migliorare il<br />

nostro contratto collettivo». Vuole<br />

«un buon CCL per gli impiegati della<br />

Posta», afferma Daniel Trösch,<br />

spiegando la motivazione che lo<br />

spinge a impegnarsi in queste<br />

trattative. Lavora alle macchine di<br />

smistamento in un centro lettere e<br />

pacchi. Quando le viene chiesto cosa<br />

vuole ottenere nelle trattative,<br />

Sharon Peduzzi, consulente alla<br />

clientela di RetePostale, lo dice a<br />

chiare lettere: «Migliori condizioni di<br />

lavoro e migliori salari!». Sulla base<br />

dei risultati di un ampio sondaggio<br />

condotto tra i dipendenti della Posta,<br />

gli organi competenti di <strong>syndicom</strong><br />

hanno elaborato rivendicazioni<br />

concrete. Queste possono essere<br />

suddivise nelle seguenti aree:<br />

sistema salariale, orari di lavoro e<br />

pianificazione dell’impiego, misure<br />

di tutela della salute, rafforzamento<br />

della protezione contro il licenziamento<br />

(soprattutto per i dipendenti<br />

più anziani) e diritti degli apprendisti.<br />

Christophe Plaze, conducente di<br />

autopostale, ha le idee chiare su<br />

come intende far valere le sue<br />

richieste nei confronti del datore di<br />

lavoro: «Gli esempi concreti tratti<br />

dalla vita lavorativa quotidiana sono<br />

spesso gli argomenti migliori».<br />

Bisogna anche «enfatizzare le<br />

rivendicazioni», dice con forza<br />

Marius Lüdi. Lui è un addetto al<br />

recapito in un tour misto: «Essere<br />

sempre gentili non paga». L’umore<br />

al lavoro «non è molto buono al<br />

momento, perché ci saranno cambiamenti<br />

anche nel nostro team», dice<br />

Petra Hösli, consulente alla clientela<br />

di PostFinance. Vuole «far qualcosa<br />

per garantire che tutti i dipendenti<br />

stiano bene». È sicuramente d’accordo<br />

con la sua collega di PostFinance<br />

Anita Jochum quando dice che lo fa<br />

«per tutti i suoi colleghi della Posta»<br />

e allo stesso tempo promette: «Darò<br />

il massimo». Un impegno totale, per<br />

il «CCL di domani».<br />

Matthias Loosli<br />

Il sondaggio CCL Posta


20<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Il nuovo contratto è professionale, progressista e sostenibile:<br />

è il segnale forte di un buon partenariato sociale» Michael Moser<br />

Una buona notizia per le libraie<br />

e i librai della Svizzera tedesca<br />

Grazie al nuovo contratto collettivo di lavoro, i dipendenti del<br />

settore del libro della Svizzera tedesca beneficeranno di più<br />

vacanze e di altri miglioramenti.<br />

I miglioramenti del nuovo<br />

contratto:<br />

– 2 giorni di vacanza in più per tutti<br />

– programma di lavoro fissato<br />

con 4 settimane di anticipo<br />

(invece di 2)<br />

– sono possibili controlli<br />

– le trattative salariali si svolgeranno<br />

dopo il periodo natalizio<br />

– apprendisti protetti dal CCL<br />

Questi punti importanti del precedente<br />

contratto collettivo rimangono<br />

invariati:<br />

– settimana di 40 ore<br />

– adeguamento del rincaro fino al<br />

2 per cento sui salari minimi<br />

– i supplementi per gli straordinari<br />

rimangono invariati<br />

La soddisfazione di Jasmin Weirauch, membro di comitato del settore Libro. (© Karin Scheidegger Photography)<br />

Appena prima di Natale, sono arrivate<br />

buone notizie per il settore del Libro<br />

nella Svizzera tedesca. Dal 2024, i dipendenti<br />

del settore potranno beneficiare<br />

di un Contratto collettivo di<br />

lavoro (CCL) migliorato. Esso prevede<br />

soprattutto due giorni di vacanza in<br />

più e migliori condizioni per le trattative<br />

salariali, che non si svolgeranno<br />

più prima ma dopo l’importante periodo<br />

natalizio. Il CCL per il settore<br />

del libro, in vigore da oltre 100 anni, è<br />

stato rinegoziato negli ultimi quattro<br />

anni. Un periodo che è stato caratterizzato<br />

dalla pandemia da coronavirus,<br />

motivo per cui le trattative sono state<br />

temporaneamente sospese.<br />

Michael Moser, segretario centrale<br />

di <strong>syndicom</strong>, dice al riguardo: «I miglioramenti<br />

contenuti in questo accordo<br />

danno alle libraie e ai librai il<br />

giusto riconoscimento per il loro impegno<br />

quotidiano e la passione per la<br />

loro professione. In particolare, impegnandosi<br />

in trattative salariali collettive,<br />

l’Associazione svizzera dei librai e<br />

degli editori (SBVV) adempie la sua<br />

responsabilità di migliorare continuamente<br />

le condizioni quadro finanziarie<br />

in un settore difficile. Questo è un<br />

segnale forte e importante del buon<br />

partenariato sociale nel settore. Il<br />

nuovo CCL è professionale, progressista<br />

e sostenibile».<br />

Desideriamo esprimere i nostri più<br />

sinceri ringraziamenti alle libraie e ai<br />

librai organizzati nel nostro sindacato,<br />

che hanno contribuito alle negoziazioni<br />

degli ultimi quattro anni, e<br />

augurare ai dipendenti del settore tante<br />

soddisfazioni con questo «regalo di<br />

Natale».<br />

Lydia Schebesta<br />

Quando la Posta<br />

usa la matita rossa<br />

Manuel Wyss è responsabile del settore Logistica<br />

La notizia è stata un vero e proprio<br />

shock per i dipendenti di Direct Mail<br />

Company AG (DMC), una filiale della<br />

Posta. Il gruppo ha deciso di chiudere<br />

definitivamente l’organizzazione addetta<br />

al recapito della pubblicità<br />

all’interno di DMC e licenziare circa<br />

4mila dipendenti.<br />

La maggior parte di loro riceve una<br />

paga oraria con carichi di lavoro ridotti,<br />

recapitando gli annunci pubblicitari<br />

nelle cassette delle lettere una o due<br />

volte alla settimana. Ora tutte queste<br />

persone perderanno il lavoro e una<br />

parte significativa del loro reddito.<br />

Dietro a tutto questo ci sono destini<br />

individuali, come quello del collega<br />

che deve spiegare ai suoi figli perché<br />

non possono più andare in vacanza. Il<br />

gruppo Posta ha il dovere di adempiere<br />

pienamente la sua grande responsabilità<br />

sociale nei confronti dei dipendenti<br />

di DMC.<br />

Soltanto nel 2012 la Posta aveva rilevato<br />

interamente DMC, e appena<br />

dieci anni dopo i riflettori si sono già<br />

spenti. <strong>syndicom</strong> chiede ai responsabili<br />

della Posta di fare a tutti gli interessati<br />

un’offerta di lavoro all’interno<br />

del gruppo. Per coloro che non sono<br />

dis posti o non possono accettare tale<br />

offerta, <strong>syndicom</strong> si aspetta un piano<br />

sociale con una sostanziosa indennità<br />

di licenziamento.<br />

<strong>syndicom</strong> sarà al fianco dei colleghi<br />

colpiti, li informerà dei loro diritti<br />

durante le varie riunioni, raccoglierà<br />

le loro richieste e le loro esigenze e li<br />

rappresenterà nei confronti del datore<br />

di lavoro.


«Si sentivano nell’aria la coesione dei colleghi<br />

e la loro determinazione a resistere» Stephanie Vonarburg<br />

21<br />

Operatori dei media, organizzatevi!<br />

Il settore è confrontato con un’ondata di licenziamenti. È ora di<br />

mettere in atto una difesa collettiva forte, assieme ai sindacati.<br />

Azione di protesta davanti alla sede Tamedia a Zurigo. Una manifestazione simile si è svolta a Losanna. (© <strong>syndicom</strong>)<br />

Il settore dei media ha vissuto un autunno<br />

caldo, caratterizzato da numerose<br />

notizie negative e da energiche<br />

azioni di protesta. A settembre, il<br />

Gruppo TX ha tagliato diversi posti<br />

nelle sue redazioni, sia in Svizzera tedesca<br />

che in Svizzera francese. A novembre,<br />

CH Media ha annunciato di<br />

voler licenziare 150 dipendenti, circa<br />

il 10% dei dipendenti dell’intera Svizzera<br />

tedesca. Lo stesso giorno, il Consiglio<br />

federale comunicava l’intenzione<br />

di ridurre il canone radiotelevisivo.<br />

È evidente che tale riduzione comporterà<br />

tagli al personale e una limitazione<br />

del servizio pubblico. Stiamo assistendo<br />

le commissioni del personale<br />

di CH Media nel processo di consultazione<br />

in corso. E nella prossima consultazione<br />

ci opporremo con fermezza<br />

alla riduzione del canone per le economie<br />

domestiche.<br />

In quanto persone che plasmano<br />

l’opinione pubblica, gli operatori dei<br />

media sono particolarmente sensibili<br />

a un’informazione indipendente. Tuttavia,<br />

la consapevolezza della necessità<br />

di essere neutrali spesso impedisce<br />

loro di iscriversi a un sindacato. Di<br />

fronte a nuove minacce (come la crisi<br />

finanziaria o l’AI) questo dilemma può<br />

diventare la rovina dell’intero settore<br />

e, in ultima analisi, della qualità<br />

dell’informazione. Di fronte a tutte<br />

queste minacce, gli operatori dei<br />

media farebbero bene a unire le loro<br />

forze e a difendersi collettivamente e<br />

in modo solidale. Questa volontà di reagire<br />

è stata palpabile durante le azioni<br />

di protesta di quest’autunno, allorché<br />

numerosi operatori dei media<br />

provenienti da varie regioni e redazioni<br />

hanno lanciato un segnale forte,<br />

dando prova di solidarietà. La determinazione,<br />

la volontà di resistere e la<br />

solidarietà erano palpabili. Noi di<br />

<strong>syndicom</strong> sosteniamo, consigliamo e<br />

organizziamo le persone colpite, sia a<br />

livello individuale che collettivo. Aiutateci<br />

a rafforzare questo potere collettivo!<br />

Stephanie Vonarburg<br />

Intelligenza artificiale,<br />

la politica deve reagire<br />

Daniel Hügli è responsabile del settore ITC<br />

Le aziende svizzere utilizzano sempre<br />

più spesso l’intelligenza artificiale<br />

(AI) per monitorare e gestire il proprio<br />

personale. Secondo un’inchiesta condotta<br />

dall’Università di San Gallo tra<br />

158 grandi aziende svizzere, il suo uso<br />

è addirittura in aumento: tra il 2018 e<br />

il 2020, si stima che il numero di aziende<br />

che utilizzano l’AI per le assunzioni<br />

sia aumentato del 18%, raggiungendo<br />

il 39%, mentre il 47% (+10 per cento)<br />

utilizza strumenti di gestione automatizzata<br />

delle prestazioni, come il monitoraggio<br />

dei tasti premuti sulla tastiera,<br />

dell’uso di Internet o della<br />

gestione del tempo. In risposta a questo<br />

risultato, AlgorithmWatch CH e<br />

<strong>syndicom</strong> hanno richiesto un parere<br />

legale.<br />

Pubblicato alla fine di novembre,<br />

questo parere rivela alcune sorprendenti<br />

carenze in termini di protezione<br />

del personale. In particolare sottolinea<br />

che, secondo la legge sulla partecipazione,<br />

in determinate situazioni le<br />

aziende dovrebbero coinvolgere i propri<br />

dipendenti, cosa che spesso non<br />

accade. In una presa di posizione congiunta,<br />

AlgorithmWatch CH e <strong>syndicom</strong><br />

chiedono di rafforzare la partecipazione<br />

dei dipendenti a diversi livelli:<br />

in primo luogo, il diritto all’informazione<br />

e, in secondo luogo, il diritto a<br />

essere consultati. Inoltre, occorre introdurre<br />

sanzioni per proteggere<br />

meglio i diritti dei dipendenti. Il personale<br />

deve anche poter ricorrere a<br />

specialisti esterni per valutare gli<br />

aspetti tecnici, giuridici o etici dei vari<br />

strumenti automatizzati. Infine, chiediamo<br />

l’attuazione di un diritto d’azione<br />

collettivo, in modo che i dipendenti<br />

interessati possano difendere i<br />

loro diritti collettivamente e con il sostegno<br />

delle loro rappresentanze del<br />

personale e dei sindacati.<br />

Ora tocca alla politica nazionale<br />

agire. Conformemente alle nostre<br />

rivendicazioni, il Consiglio federale<br />

deve coinvolgere i sindacati e le associazioni<br />

dei datori di lavoro nell’elaborazione<br />

di un progetto di legge.


22<br />

Dalle<br />

professioni<br />

«Ciò che manca ai media è il calore» Matthias Zehnder, fondatore di Bajour<br />

Astinenza dai media: che fare?<br />

I giovani, in particolare, non leggono più i quotidiani o non ascoltano<br />

più i notiziari alla radio. Come devono comportarsi i media?<br />

Questo il tema della conferenza settoriale Stampa.<br />

Disinformati, disinteressati, astinenti<br />

dai media: gli studi dipingono un quadro<br />

desolante del consumo dei media<br />

in Svizzera. Cosa significa questo per i<br />

media e per un Paese con un forte carattere<br />

democratico che si basa su una<br />

popolazione informata? Se ne è parlato<br />

in occasione della conferenza settoriale<br />

Stampa di <strong>syndicom</strong> tenutasi il<br />

18 novembre a Bienne. Sul podio:<br />

esperte ed esperti dei media di successo<br />

come Baba News, Bajour, Edito e<br />

Tataki di RTS.<br />

La scelta dei giusti canali<br />

«Dobbiamo andare laddove sono le<br />

persone», afferma Albina Muhtari, caporedattrice<br />

di Baba News. La <strong>rivista</strong><br />

multimediale online è dedicata ai<br />

temi della migrazione, dell’integrazione,<br />

degli stranieri e dei «secondos».<br />

Raggiunge il suo pubblico target attraverso<br />

i social media. Poiché l’uso dei<br />

media tradizionali è in calo soprattutto<br />

tra i giovani, anche la radiotelevisione<br />

RTS della Svizzera francese si<br />

sta concentrando sui social media,<br />

con un format creato appositamente<br />

per questo scopo nel 2017: Tataki. La<br />

<strong>rivista</strong> social in formato breve è presente<br />

su diverse piattaforme, da Instagram<br />

e YouTube a TikTok. Tuttavia,<br />

l’obiettivo non è quello di portare il<br />

pubblico da lì al telegiornale, afferma<br />

la responsabile del progetto Manon<br />

Bornand: «Quando i giovani consumano<br />

RTS su Instagram, consumano<br />

RTS, punto e basta».<br />

La ricerca dell’identificazione<br />

Matthias Zehnder, co­fondatore della<br />

<strong>rivista</strong> basilese online Bajour, vede i<br />

vantaggi di questi canali, ma mette in<br />

guardia dal fare troppo affidamento<br />

sulle piattaforme di terzi. «Instagram<br />

può cambiare le sue regole e i suoi algoritmi<br />

in qualsiasi momento». Ecco<br />

perché Bajour si affida a una newsletter<br />

per attirare l’attenzione sugli articoli.<br />

Ancor più che il canale, ne va del<br />

contenuto, dice Muhtari: «In Baba<br />

News, raccontiamo argomenti che trovano<br />

poco spazio nei media tradizionali.<br />

Vogliamo colmare questa lacuna».<br />

I media di nicchia o le riviste<br />

specializzate sono più agevolati, afferma<br />

Matthias Zehnder, editore della <strong>rivista</strong><br />

Edito. «Ma ciò che manca ai media<br />

è il calore».<br />

Manon Bornand vede questo calore<br />

nell’identificazione: «In Tataki, i<br />

giovani devono poter parlare ai giovani».<br />

L’età media della sua redazione è<br />

di 25 anni. Anche la newsletter di<br />

Bajour si basa sulla personificazione,<br />

scritta dalla prospettiva di un membro<br />

della redazione. Tuttavia, Zehnder<br />

obietta che ci sono sempre più aree di<br />

identificazione che si escludono a vicenda.<br />

La pandemia da coronavirus, il<br />

dibattito sul genere, la questione palestinese:<br />

«Le persone ai margini non riescono<br />

più a trovare una posizione<br />

neutrale. Ma anche per i media è diventato<br />

difficile rimanere neutrali».<br />

Baba News ha recentemente dovuto<br />

affrontare un problema simile: a<br />

causa di un podcast controverso su<br />

Israele, il Canton Berna ha cancellato<br />

il finanziamento a Baba News.<br />

Paradossalmente, questo ha portato<br />

a un aumento dei lettori. Muhtari è<br />

convinto che «la nostra comunità apprezza<br />

il fatto che non ci sottraiamo ad<br />

argomenti controversi e diamo una visione<br />

critica». Autenticità, identificazione,<br />

argomenti di nicchia e il canale<br />

giusto: esistono sicuramente dei fattori<br />

di successo. Infine: «Non possiamo<br />

fare di ogni erba un fascio. I giovani di<br />

oggi mi sembrano più informati di<br />

quanto non lo fossi io da adolescente»,<br />

afferma Manon Bornand.<br />

Eva Hirschi<br />

Scambio di opinioni tra Albina Muhtari, Matthias Zender, Manon Bornand e Dominique Hartmann. (© Eva Hirschi)


Politica<br />

La pensione non basta<br />

più: sì alla 13esima AVS<br />

23<br />

Il 3 marzo si andrà a votare<br />

sull’iniziativa popolare<br />

dell’USS per una 13esima<br />

mensilità AVS. Gli affitti, i premi<br />

delle casse malati e i prezzi<br />

dei generi alimentari sono in<br />

costante aumento. Entro la<br />

fine del 2024 l’inflazione si<br />

porterà via un’intera rendita<br />

mensile dai pensionati. La<br />

13esima rendita AVS è quindi<br />

l’unica e migliore soluzione<br />

per compensare la perdita di<br />

potere d’acquisto. Chiunque<br />

abbia lavorato per tutta la vita<br />

merita una rendita dignitosa.<br />

«Adempiere al mandato costituzionale, aumentare le pensioni»: abbiamo diritto a una 13esima AVS<br />

Testo: Paul Rechsteiner<br />

Foto: Bruno Ferreira Dias<br />

Il costo della vita aumenta sempre di<br />

più. Ma le rendite peggiorano sempre<br />

di più. Questo vale in particolare<br />

per le rendite delle casse pensioni.<br />

Negli ultimi due decenni, nonostante<br />

l’aumento dei contributi, tali rendite<br />

sono peggiorate costantemente<br />

per la maggior parte delle persone.<br />

Per non parlare della compensazione<br />

del rincaro. Per molte economie domestiche<br />

composte da pensionati le<br />

cose sono diventate particolarmente<br />

difficili. E le prospettive per i futuri<br />

pensionati, ossia la popolazione attiva<br />

di oggi, sono desolanti. Con la revisione<br />

della LPP (il cosiddetto «secondo<br />

pilastro»), le rendite delle<br />

casse pensioni saranno ridotte di altri<br />

250 franchi al mese per i redditi<br />

medi. 250 franchi al mese corrispondono<br />

a 3’000 franchi all’anno. Prospettive<br />

nefaste. A giugno si voterà in<br />

merito al referendum su questo tema<br />

lanciato dai sindacati.<br />

In realtà, le rendite dovrebbero<br />

essere adeguate regolarmente all’andamento<br />

dell’economia e al costo<br />

della vita. Questo è ciò che prevede la<br />

Costituzione. L’«adeguata continuazione<br />

del tenore di vita abituale» dovrebbe<br />

essere garantita dall’AVS e<br />

dalle rendite delle casse pensioni.<br />

Invece di un aumento delle rendite<br />

in linea con i salari e i costi, da qualche<br />

tempo a questa parte stiamo assistendo<br />

in questo settore a una regressione<br />

e, nella migliore delle<br />

ipotesi, a una stagnazione.<br />

Ecco perché ora dobbiamo fare<br />

un passo avanti non soltanto in termini<br />

di salari, ma anche di rendite,<br />

come nei decenni precedenti. Questo<br />

è possibile solo con l’AVS. Anche<br />

questo non è gratis. Ma nel caso<br />

dell’AVS è molto più conveniente rispetto<br />

a tutte le altre forme di previdenza.<br />

Costa molto meno rispetto<br />

alle casse pensioni, dove sarebbe già<br />

un successo se le rendite non peggiorassero<br />

ulteriormente. E certamente<br />

è molto più conveniente rispetto a<br />

tutte le forme di previdenza privata,<br />

anche se queste vengono pubblicizzate<br />

moltissimo da banche e assicurazioni.<br />

La ragione della superiorità<br />

dell’AVS risiede nel suo ingegnoso sistema<br />

di finanziamento, efficiente e<br />

basato sulla solidarietà: anche i redditi<br />

più alti devono pagare l’intera<br />

percentuale sui salari. E non ricevono<br />

una rendita AVS superiore rispetto<br />

a chi dispone di un reddito medio.<br />

Il diritto alla 13esima AVS è giusto e<br />

necessario tanto quanto il diritto alla<br />

regolare tredicesima mensilità sui<br />

salari. Questa tredicesima ammonta<br />

a circa 200 franchi al mese: sarebbe<br />

un grosso sollievo per molti. L’esempio<br />

del Principato del Liechtenstein<br />

dimostra quanto sia facile realizzare<br />

la 13esima rendita AVS. Da quando<br />

la tredicesima è entrata in vigore,<br />

nessuno vuole più farne a meno.<br />

Per noi sarà esattamente lo stesso.<br />

Un’ultima cosa: negli ultimi 20-<br />

30 anni, i redditi elevati e quelli molto<br />

elevati, per non parlare dei grandi<br />

patrimoni, sono aumentati a dismisura.<br />

La grande maggioranza dei redditi<br />

medio-bassi ha invece beneficiato<br />

meno dell’enorme progresso<br />

economico. Oltre all’imposta federale<br />

diretta, solo l’AVS fornisce un<br />

certo grado di compensazione in<br />

Svizzera. L’AVS è un’assicurazione<br />

popolare e come tale è il risultato<br />

più importante conseguito dalla<br />

Svizzera del Ventesimo secolo.<br />

Dobbiamo rafforzarla. Questo è un<br />

altro motivo per cui è necessaria la<br />

13esima rendita AVS!


24 Politica<br />

Salari minimi,<br />

un’urgenza sociale<br />

25 anni fa, i sindacati hanno deciso di attaccare pubblicamente<br />

i salari bassi. Con la conseguenza che nei settori a basso<br />

salario, come nella vendita al dettaglio e nell’industria alberghiera<br />

e nella ristorazione, sono stati ottenuti aumenti salariali<br />

significativi. I salari minimi legali sono stati introdotti anche<br />

a livello locale. Tuttavia, i sindacati non possono riposare<br />

sugli allori: i salari bassi sono ancora molto diffusi.<br />

Testo: David Gallusser, USS<br />

Infografica: UNIA / elaborazione<br />

grafica Patrick Aliesch<br />

Al suo congresso del 1998, l’Unione<br />

sindacale svizzera (USS) ha deciso di<br />

politicizzare i bassi salari come problema<br />

sociale e di farne il fulcro del<br />

lavoro sindacale. Ciò che oggi sembra<br />

ovvio, all’epoca era una novità.<br />

Negli anni Novanta, i salari in Svizzera<br />

non erano ancora una questione<br />

pubblica. Nei casi in cui esistevano<br />

contratti collettivi di lavoro (CCL)<br />

con salari minimi, i sindacati negoziavano<br />

a porte chiuse in singole<br />

aziende e settori. I CCL erano pressoché<br />

sconosciuti nei settori a basso<br />

salario, come la vendita al dettaglio,<br />

l’industria tessile o le pulizie. Negli<br />

anni Novanta, i sindacati iniziarono<br />

a rendersi conto che la loro missione<br />

principale – quella di consentire<br />

ai dipendenti di lottare insieme per<br />

ottenere condizioni di lavoro migliori<br />

– non veniva applicata a una<br />

parte crescente dell’economia. I sindacati<br />

erano particolarmente deboli<br />

tra le molte donne che lavoravano in<br />

settori a basso salario.<br />

I primi successi<br />

Con la campagna «Nessun salario<br />

inferiore a 3000 franchi», i sindacati<br />

si batterono poi per ottenere salari<br />

migliori nei vari settori. Il giovane<br />

sindacato dei servizi «unia», precursore<br />

dell’attuale Unia, svolse un ruolo<br />

pionieristico. Fece pressione sui<br />

datori di lavoro mobilitando i dipendenti<br />

e gridando ai quattro venti lo<br />

scandalo dei bassi salari. Con successo:<br />

tra il 1998 e il 2004, i bassi salari<br />

dell’industria alberghiera e della<br />

ristorazione sono aumentati del<br />

18 per cento al netto del rincaro.<br />

Presso la Coop e la Migros, nello<br />

stesso periodo, si registrò un aumento<br />

analogo dei bassi salari. Tuttavia, i<br />

sindacati dell’USS furono in grado di<br />

aumentare i bassi salari anche<br />

nell’industria alimentare, nell’industria<br />

orologiera e tessile, nonché<br />

nell’industria grafica. In tutti questi<br />

settori con una campagna attiva, la<br />

percentuale di dipendenti a basso salario<br />

è diminuita in modo significativo.<br />

Al contrario, i salari sono rimasti<br />

stagnanti nei settori che non hanno<br />

goduto di campagne sindacali.<br />

Sconfitta alle urne, vittorie nei settori<br />

Dopo alcuni anni, gli sforzi sono diminuiti.<br />

Non si registravano praticamente<br />

più miglioramenti nei bassi<br />

salari, sebbene questo settore non<br />

fosse affatto scomparso. L’USS decise<br />

quindi di lanciare un’iniziativa<br />

sui salari minimi. L’iniziativa prevedeva<br />

un salario minimo di 22 franchi<br />

all’ora e la promozione dei CCL.


Lo scandalo dei bassi salari, denunciato dai<br />

sindacati dagli Anni Novanta, ha consentito<br />

considerevoli progressi. Ma molto resta da<br />

fare perché tutti i lavoratori dispongano<br />

di un minimo vitale.<br />

25<br />

Fin dall’inizio, i sindacati sostennero<br />

l’iniziativa con nuove campagne nei<br />

settori. Con una percentuale di voti<br />

favorevoli pari appena al 23 per cento,<br />

nel maggio 2014 l’iniziativa sul<br />

salario minimo subì una clamorosa<br />

sconfitta alle urne. Tuttavia, nei singoli<br />

settori le campagne ebbero successo.<br />

La richiesta di almeno 4000<br />

franchi al mese è diventata il nuovo<br />

standard. Lidl e Aldi si sono distinti<br />

con salari minimi a questo livello rispetto<br />

ai loro concorrenti. Sono stati<br />

fatti progressi anche nei settori<br />

dell’industria alberghiera e della ristorazione,<br />

delle pulizie, dell’industria<br />

e dell’edilizia. Di conseguenza, i<br />

bassi salari sono aumentati in modo<br />

significativo anche durante la seconda<br />

campagna. Il settore dei bassi salari<br />

si è nuovamente ridotto.<br />

I salari minimi si impongono<br />

Salari minimi cantonali sotto attacco<br />

Nel dicembre 2022, i deputati borghesi<br />

hanno accettato la mozione di<br />

Erich Ettlin (Centro/OW). Il testo<br />

stabilisce il primato dei Contratti<br />

collettivi di lavoro (CCL) estesi e nazionali,<br />

dando loro la priorità sui<br />

salari minimi cantonali. Questo potrebbe<br />

significare, per i cantoni di<br />

Ginevra e Neuchâtel, una riduzione<br />

delle retribuzioni in settori già svantaggiati<br />

come ristorazione e hotel,<br />

pulizia o parrucchieri. In questi<br />

casi, i salari minimi cantonali sono<br />

più alti di quelli dei CCL e sono giuridicamente<br />

vincolanti, a differenza<br />

Con le loro campagne, i sindacati<br />

non solo hanno permesso salari più<br />

elevati, ma hanno anche fatto sì che<br />

il vento a favore di salari minimi legali<br />

cambiasse. Dal 2011, i Cantoni<br />

di Neuchâtel, Giura, Ticino, Ginevra<br />

e Basilea Città hanno introdotto salari<br />

minimi tramite votazioni popolari.<br />

Quando entreranno in vigore anche i<br />

due salari minimi adottati a Zurigo e<br />

Winterthur, quasi un terzo di tutti i<br />

dipendenti in Svizzera sarà coperto<br />

da un salario minimo legale – e questo<br />

appena un decennio dopo il clamoroso<br />

no all’iniziativa federale. E<br />

non è finita qui: sono in corso iniziative<br />

nei cantoni di Vaud, Vallese, Soletta,<br />

Friburgo e Basilea Campagna,<br />

oltre che nella città di Lucerna. Discussioni<br />

a favore dell’introduzione<br />

di un salario minimo sono in corso<br />

anche nei cantoni di Appenzello<br />

Esterno, San Gallo e Turgovia e nelle<br />

città di Berna e Bienne.<br />

La pressione di una nuova campagna<br />

Nonostante tutti i progressi, nel 2020<br />

un dipendente su dieci percepiva ancora<br />

un salario troppo basso (meno<br />

di due terzi del salario mediano o<br />

4060 franchi lordi per 13 volte per<br />

una posizione a tempo pieno). I salari<br />

minimi cantonali e comunali possono<br />

essere una risposta ai salari da<br />

fame, purché non siano fissati a un<br />

livello troppo basso o non siano pieni<br />

di eccezioni, come a Basilea o nel<br />

Giura. Tuttavia, rimangono uno strumento<br />

limitato. Non sostituiscono i<br />

contratti collettivi di lavoro con salari<br />

minimi più alti e di tipo scalare.<br />

L’USS chiede quindi 4500 franchi per<br />

tutti i settori e 5000 franchi per i lavoratori<br />

con un apprendistato. Tuttavia,<br />

la rivendicazione da sola non basta.<br />

Come alla fine degli Anni<br />

Novanta, ora è necessaria la pressione<br />

di una nuova campagna – e di dipendenti<br />

sindacalizzati.<br />

dei cantoni Basilea Città, Giura e<br />

Ticino, che privilegiano gli accordi<br />

settoriali. La palla è ora nel campo<br />

del Consiglio federale. Quest’ultimo<br />

deve elaborare un progetto di<br />

legge di applicazione per questa<br />

motivazione a cui si è opposto. Il<br />

suo progetto sarà infine sottoposto<br />

al dibattito delle camere. Se accettata,<br />

la legge potrebbe essere ancora<br />

sottoposta a referendum. Fino ad<br />

allora – e potrebbe volerci un sacco<br />

di tempo – continueranno ad applicarsi<br />

i salari minimi in vigore.<br />

Sindacati in<br />

prima linea<br />

I risultati lusinghieri delle Città di<br />

Winterthur e Zurigo, che il 18 giugno<br />

2023 hanno adottato un salario<br />

minimo, hanno dato nuovo impulso<br />

a una rivendicazione della sinistra<br />

bernese. Analogamente ad altri<br />

Cantoni in passato, nel giugno 2022<br />

Berna aveva rifiutato di introdurre<br />

un salario minimo. La maggioranza<br />

borghese riteneva che i salari dovessero<br />

essere definiti nel quadro dei<br />

contratti collettivi di lavoro (CCL)<br />

tra le parti sociali. La questione tornerà<br />

d’attualità quest’anno, quando<br />

sarà discussa dall’esecutivo della<br />

Città.<br />

Il salario minimo riguarda il<br />

nostro Dna. Quasi tutte le rivendicazioni<br />

salariali in Svizzera hanno una<br />

cosa in comune: le raccomandazioni<br />

da sole e le manifestazioni autunnali<br />

non sono sufficienti (o non lo<br />

sono più). Abbiamo bisogno di una<br />

massiccia pressione dal basso, unita<br />

a una forte campagna di sensibilizzazione<br />

sui bassi salari. I salari<br />

minimi diventano un problema per<br />

i partiti politici quando le trattative<br />

salariali non portano più a salari<br />

sufficienti e la situazione reddituale<br />

dei lavoratori diventa così precaria<br />

da spostarsi a livello sociopolitico.<br />

Non appena a Berna prenderà forma<br />

un’iniziativa politica in tal senso,<br />

per noi sarà importante partecipare<br />

fin dall’inizio alla<br />

formulazione del testo. I sindacati<br />

non devono rinunciare al controllo<br />

di questo tema. Nell’ambito di questa<br />

competenza fondamentale, è<br />

importante tornare a farci sentire.<br />

Adrian Flükiger, copresidente USS<br />

Berna e dintorni


26 Rubriche<br />

Idee<br />

Perché si può dire autrice<br />

e non si dice giornalisto?<br />

A rispondere a questa (e altre) domande<br />

sarà la giornalista Isabella<br />

Visetti in un corso in programma il<br />

5 febbraio dedicato alla lingua di genere<br />

e alla lingua inclusiva. Si tratta<br />

di temi sempre più d’attualità:<br />

quando si evocano schwa, asterischi<br />

e chioccioline a fine parole il dibattitto<br />

si surriscalda. C’è chi dice che<br />

c’è ben altro di cui occuparsi, trascurando<br />

che le parole ci servono<br />

per pensare e per nominare in modo<br />

preciso il mondo. La lingua italiana<br />

è ben attrezzata nel declinare al<br />

femminile le professioni ormai svolte<br />

anche dalle donne, basta seguire<br />

le regole grammaticali. Riesce anche<br />

a essere più inclusiva se si ricorre<br />

a termini collettivi e a formulazioni<br />

passive o impersonali, senza<br />

stravolgere la sua morfologia, come<br />

indica la recente edizione interamente<br />

riveduta della Guida all’uso<br />

inclusivo della lingua italiana nei testi<br />

della Confederazione, promossa<br />

dalla cancelleria federale. Gli strumenti<br />

ci sono, impariamo a usarli!<br />

Italianità in mostra<br />

Per le donne migranti in Svizzera il<br />

Novecento non è stato una passeggiata.<br />

Sono state discriminate in<br />

quanto operaie, in quanto straniere<br />

e per la loro appartenenza di genere.<br />

Sono state poco raccontate e poco<br />

visibili rispetto agli uomini, ma non<br />

sono rimaste sempre a guardare. Alcune<br />

hanno avuto la forza di lottare.<br />

Rosanna Ambrosi è stata una di queste.<br />

È stata una personalità di grande<br />

spessore all’interno dell’associazione<br />

delle Colonie libere italiane<br />

durante gli Anni Settanta e Ottanta,<br />

territorio molto «maschile», ed è riuscita,<br />

insieme ad altre compagne, a<br />

femminilizzare la rappresentanza<br />

migrante e a sollevare questioni sociali<br />

e politiche specifiche per le<br />

donne migranti. Rosanna Ambrosi è<br />

tra le protagoniste della mostra del<br />

Museo nazionale «Italianità. Esperienze<br />

della Svizzera», dedicata alla<br />

cultura italiana autoctona (quella<br />

del Ticino e dei Grigioni) e «importata»,<br />

quella della grande emigrazione<br />

e della diaspora italiana. Oggi il termine<br />

«italianità», forse un po’ troppo<br />

abusato, ha assunto connotati<br />

molto positivi. L’italiano lo si può<br />

trovare ovunque e i riferimenti alla<br />

cultura italiana sono parte del quotidiano<br />

della Svizzera oltre Gottardo.<br />

Alcuni sociologi parlano addirittura<br />

di una mediterranizzazione dei costumi<br />

quando fanno riferimento ai<br />

contesti urbani della Svizzera tedesca<br />

e francese. Ma è sempre stato<br />

così? Ovviamente no e la testimonianza<br />

di Rosanna, insieme a quella<br />

di altre protagoniste e protagonisti<br />

della mostra, ne è la riprova.<br />

Mattia Lento<br />

Museo Nazionale Svizzero, dal 16 gennaio<br />

al 14 aprile. www.landesmuseum.ch<br />

La lista dei nuovi corsi helias è online su<br />

www.helias.ch<br />

© Museo Nazionale Svizzero<br />

I Tedaldi, una<br />

storia d’amore<br />

nella Storia<br />

Un centinaio di lettere,<br />

minuziosamente<br />

ricostruite,<br />

che ripercorrono le<br />

vicende di un uomo e della sua famiglia<br />

nel decennio della sua assenza<br />

da casa, a cavallo della Seconda<br />

Guerra mondiale. L’uomo è Guido<br />

Tedaldi: scalpellino di origini italiane<br />

nato a Tenero nel 1909, militante<br />

in un gruppo socialista locarnese,<br />

poi nella gioventù comunista, attivo<br />

antifascista (e per questo minacciato<br />

di espulsione dalla Svizzera), fu<br />

uno dei circa 800 volontari antifascisti<br />

che dalla Svizzera partirono in difesa<br />

della Repubblica spagnola. La<br />

partenza di Guido lascia un vuoto<br />

che la moglie Ghida – madre sola e<br />

operaia – va a colmare. L’epistolario<br />

tra moglie e marito, mentre<br />

quest’ultimo si trova in Spagna, poi<br />

in un campo per rifugiati in Francia<br />

e infine in Russia, offre una testimonianza<br />

dell’amore tra i coniugi e della<br />

loro sofferenza, ma anche una finestra<br />

sulla vita della donna rimasta<br />

a casa e confrontata con pressioni di<br />

familiari e autorità a causa del marito<br />

e delle sue «attività politiche incompatibili<br />

coi doveri dell’ospitalità<br />

e turbanti la pace fra i cittadini». La<br />

biografia familiare di Tedaldi – che<br />

in una lettera del 1939 alla moglie<br />

scrive «mi si tratta come un padre<br />

snaturato […] Per aver voluto dare il<br />

mio aiuto a chi combatteva per la<br />

giustizia, per la libertà e per la<br />

pace?» – si interseca naturalmente<br />

con la grande Storia. Talvolta è lo<br />

stesso Guido, nelle sue lettere, a<br />

tracciare un quadro della situazione<br />

internazionale. In altri casi, è lo storico<br />

Renato Simoni, curatore del volume,<br />

a includere diverse fonti utili<br />

a ricostruire gli eventi. Di Simoni è<br />

anche il saggio introduttivo che serve<br />

a contestualizzare le vicende.<br />

Valeria Camia<br />

Il libro è disponibile online:<br />

fpct.ch/guido-e-margherita-tedaldi


1000 parole<br />

La matita di Ruedi Widmer<br />

27


28 Eventi Rappresentanti del personale eletti e già al lavoro \ In visita e in protesta<br />

a Palazzo federale \ Consegna della petizione per compensi degni nel settore<br />

dei media \ I grafici e gli illustratori di <strong>syndicom</strong> presenti a Weltformat<br />

e a Tÿpo 2023 \ Proteste a TX Group<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4 5


1. I candidati <strong>syndicom</strong> alle commissioni del personale di Swisscom<br />

in festa: 37 di loro (su 43) sono stati eletti.<br />

2. Formazione dei nuovi membri delle Commissioni del personale della<br />

Posta della sezione Ticino e Moesano<br />

3. Incontro dei rappresentanti ICT della sezione Zurigo a Winterthur<br />

il 10 e 11 novembre.<br />

4. Un gruppo di soci romandi in visita a Palazzo federale il 18 settembre.<br />

5. Ancora a Palazzo federale: <strong>syndicom</strong> partecipa all’azione contro le<br />

misure di risparmio nel trasporto pubblico.<br />

6. A Berna, la consegna delle firme per salari degni nel settore dei media<br />

7. Gli illustratori di <strong>syndicom</strong> al Weltformat Graphic Design Festival a<br />

Lucerna dal 7 al 15 ottobre.<br />

8-9. La folla e lo stand di <strong>syndicom</strong> alle Giornate della tipografia a San<br />

Gallo (Tÿpo 23), dal 10 al 12 novembre.<br />

10. La protesta degli operatori dei media davanti alla sede di TX Group<br />

a Zurigo, con Stephanie Vonarburg, vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />

(ne parliamo a pagina 21). (© <strong>syndicom</strong> per tutte le foto di queste pagine)<br />

6 7<br />

9<br />

8<br />

10 11


30 Internazionale<br />

Anche per gli attori<br />

lo sciopero funziona<br />

I salari e le condizioni dell’industria<br />

cinematografica<br />

non sono così affascinanti<br />

come il glamour di Hollywood<br />

vorrebbe farci credere.<br />

L’attore di origine svizzera<br />

Carlos Leal ci parla dell’impegno<br />

del suo sindacato.<br />

Testo: Monica D’Andrea<br />

Foto: Tomo<br />

L’attore svizzero Carlos Leal manifesta a Hollywood con il sindacato SAG­AFTRA. (© Tomo)<br />

Lo sciopero delle attrici e degli attori<br />

si è concluso il 9 novembre. Per i<br />

suoi 160mila membri, il potente sindacato<br />

Screen Actors Guild­American<br />

Federation of Television and Radio<br />

Artists (SAG­AFTRA) è riuscito a<br />

ottenere salari e condizioni di lavoro<br />

migliori. Ma ci sono voluti sei mesi<br />

di battaglie e di aspri scontri con i<br />

colossi di Hollywood. Dietro i compensi<br />

milionari delle grandi star, si<br />

nasconde infatti una realtà economica<br />

poco trasparente.<br />

«La questione dei diritti d’autore<br />

è fondamentale: il SAG­AFTRA<br />

supervisiona tutto ciò che viene trasmesso<br />

sui canali di streaming in<br />

tutto il mondo. È normale ricevere<br />

una parte dei colossali profitti realizzati<br />

dalle piattaforme che fanno<br />

vedere i film in giro per il mondo.<br />

È fondamentale che gli attori cinematografici<br />

e televisivi siano pagati<br />

correttamente e in base al rendimento<br />

del film o della serie», ci spiega<br />

al telefono Carlos Leal, un attore<br />

svizzero che ha vissuto negli Stati<br />

Uniti per molti anni.<br />

Oggi i ricavi provengono meno<br />

dai biglietti del cinema, bensì soprattutto<br />

dagli abbonamenti alle<br />

piattaforme. Tutti i principali studi<br />

(Disney, Netflix, tra gli altri) hanno<br />

lanciato i propri siti di «video on demand»,<br />

che possono essere consumati<br />

in qualsiasi momento e su<br />

qualsiasi schermo. Lo sciopero degli<br />

sceneggiatori era iniziato un mese<br />

prima contro gli stessi studi e piattaforme<br />

per chiedere un adeguamento<br />

dei guadagni in linea con lo<br />

streaming, una copertura sanitaria<br />

più accessibile e tutele contro i progressi<br />

tecnologici dell’intelligenza<br />

artificiale (IA) generativa, ora in<br />

grado di generare sceneggiature e<br />

clonare la voce o l’immagine degli<br />

artisti.<br />

La gloria non paga le fatture<br />

Carlos Leal si è iscritto al sindacato<br />

non appena arrivato negli Stati Uniti.<br />

«I membri che lavorano e che soddisfano<br />

le condizioni di adesione<br />

hanno tutto l’interesse a iscriversi,<br />

in particolare per avere un’assicurazione<br />

che copra malattia e infortuni.<br />

La mia famiglia ne beneficia a un<br />

costo molto ragionevole e io sono<br />

coperto quando faccio le riprese».<br />

La tutela dei diritti e delle condizioni<br />

di lavoro è fondamentale in professioni<br />

in continua evoluzione. Per<br />

Carlos Leal, lavori come quelli delle<br />

comparse rischiano di scomparire a<br />

causa dell’IA. «È proprio vero. E può<br />

sembrare assurdo, visti alcuni compensi,<br />

ma anche a Hollywood siamo<br />

preoccupati per le condizioni di lavoro<br />

e abbiamo scioperato per ottenere<br />

salari migliori per tutti. Non<br />

sono soltanto gli attori di punta a<br />

essere necessari per realizzare un<br />

film, ma anche migliaia di persone<br />

che devono pagare l’affitto». Ma l’avidità<br />

dei grandi studi si è scontrata<br />

con la mobilitazione sindacale.<br />

«Il sindacato ci informa dei progressi<br />

e degli effetti delle misure negoziate.<br />

Il personale americano ed<br />

europeo di Netflix, di Prime e di<br />

altre piattaforme sta già assistendo<br />

ai cambiamenti. L’impatto è quindi<br />

immediato e presto si farà sentire su<br />

una scala molto più ampia.<br />

Restiamo vigili!».


Impressum<br />

Redazione: Muriel Raemy e Giovanni Valerio<br />

(responsabili), Rieke Krüger<br />

Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Traduzioni: Alleva Translations, Alexandrine Bieri<br />

Correzione bozze: Petra Demarchi<br />

Illustrazioni: Katja Leudolph, infografica: Patrick<br />

Aliesch, foto copertina: Bruno Ferreira Dias<br />

Layout e stampa: Stämpfli Kommunikation, Berna<br />

Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />

Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />

Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />

Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />

Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 35.– (estero: 50.–)<br />

Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />

e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />

CP, 3001 Berna<br />

La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />

Il prossimo numero uscirà il 19 febbraio 2024.<br />

I termini riportati al maschile, laddove ambivalenti,<br />

sottintendono sempre il genere femminile.<br />

31<br />

Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />

In palio un buono Coop del valore di<br />

40 franchi offerto da Coop Protezione<br />

Giuridica.<br />

La soluzione sarà pubblicata sul prossimo<br />

numero insieme al nome del vincitore.<br />

Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />

sul concorso. Sono escluse<br />

le vie legali. Inviare la soluzione entro il<br />

22 gennaio a <strong>syndicom</strong>, via Genzana 2,<br />

6900 Massagno oppure per mail:<br />

info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />

La soluzione del cruciverba dello scorso<br />

numero è GENERAZIONI. Il vincitore è<br />

Giuseppe Basile di Giubiasco, al quale<br />

vanno i lingotti in argento del valore di<br />

100 franchi. Congratulazioni!<br />

Pubblicità


32<br />

Un lavoro,<br />

una vita<br />

Sono cresciuto a pane e solidarietà<br />

Nato nel 1966 a Novazzano (a Fercasa,<br />

dove è stata scattata la fotografia qui<br />

sopra), Stefano Croci lavora in Posta da<br />

quando aveva 16 anni. Dopo l’apprendistato,<br />

è stato tre anni e mezzo a<br />

Zurigo, per poi rientrare in Ticino.<br />

Ha lavorato in diversi uffici postali del<br />

Mendrisiotto, ora è a Chiasso. Come<br />

volontario, ha collaborato a diversi<br />

eventi culturali di Chiasso (come Festate)<br />

e ora alla Filanda, biblioteca polivalente<br />

di Mendrisio, luogo dedicato<br />

all’incontro, allo scambio e alla creazione<br />

di legami. Sposato, due figli, si<br />

definisce anarchico («non potrei mai<br />

comandare qualcuno). Uno dei suoi<br />

miti è Emma Goldman (detta «Emma la<br />

rossa), sindacalista americana vissuta<br />

tra fine Ottocento e primi del Novecento.<br />

Testo: Giovanni Valerio<br />

Foto: Sandro Mahler<br />

Ripartire dai valori<br />

e dalle ideologie<br />

Sono cresciuto a Fercasa, un enorme<br />

palazzo di 50 appartamenti di proprietà<br />

delle FFS, costruito a metà degli<br />

Anni Sessanta sul modello delle<br />

Unité d’habitation di Le Corbusier.<br />

Era una frazione a sé, senza alcun<br />

collegamento con il vicino paese di<br />

Novazzano, abitato solo da ferrovieri<br />

che venivano da fuori. Mio padre vi<br />

era arrivato come lavoratore stagionale<br />

alla casa di spedizione Danzas,<br />

da Ronago (piccolo paese sul confine<br />

italo-svizzero).<br />

Fercasa era (ed è tuttora) una cooperativa<br />

di abitazioni, autosufficiente,<br />

nella quale la manutenzione, così<br />

come il giardino, venivano gestiti dal<br />

personale che vi abitava. C’era, ad<br />

esempio, un’officina con gli attrezzi<br />

in comune. Insomma, un microcosmo<br />

a sé, dove si discuteva, ci si incontrava,<br />

si parlava di politica.<br />

Sono perciò cresciuto a pane e<br />

solidarietà. Il mio contesto ideale è<br />

la cooperativa. E sul lavoro, per me è<br />

importante il concetto di CoBas, di<br />

comitato di base, di gruppi orizzontali.<br />

Questa dovrebbe essere la base<br />

sindacale: io, in quanto lavoratore,<br />

conosco i problemi dei colleghi perché<br />

sono al loro stesso livello. L’organizzazione<br />

viene dal basso. Invece,<br />

per molti, il sindacato è una sorta di<br />

protezione giuridica: lo si chiama<br />

soltanto se si ha bisogno di risolvere<br />

il proprio problema. Ma si dimentica<br />

che spesso il problema non è individuale<br />

ma collettivo. Ci sarebbero le<br />

Commissioni del Personale per questo<br />

tipo di questioni, ma nei piccoli<br />

sportelli non si possono istituire perché<br />

i lavoratori sono troppo pochi.<br />

Le CoPe non si possono neppure<br />

costituire a livello di settore o di regione.<br />

E questo è un peccato.<br />

Sono alla Posta da più di 40 anni.<br />

Una volta, era una famiglia: bene o<br />

male, di persona o per sentito dire,<br />

conoscevi tutti, da Chiasso ad Airolo.<br />

Ora, con i team, si lavora per compartimenti<br />

stagni, per regioni, con pochissimi<br />

contatti. Si conoscono solo<br />

le classifiche tra team!<br />

Un paio di volte sono uscito dal<br />

sindacato, perché non mi sono sentito<br />

rappresentato. I vertici sono troppo<br />

distanti dalla base. Con la crisi attuale,<br />

sarebbe il caso di ripartire da<br />

zero, dai valori veri, dalle ideologie,<br />

condivise anche da altri, che siano<br />

sindacati o no. Ci si dovrebbe affiliare<br />

perché si crede nei valori del sindacato,<br />

al di là della protezione giuridica<br />

o della convenzione con la cassa<br />

malati. Ai giovani è importante spiegare<br />

che abbiamo ottenuto qualcosa<br />

dalla Posta perché qualcuno ha lottato<br />

per averlo. E continueremo a farlo,<br />

insieme.<br />

Perciò <strong>syndicom</strong> dovrebbe contrapporsi<br />

alla Posta con idee concrete,<br />

con proposte provocatorie, per la<br />

sostenibilità, non solo climatica, ma<br />

anche sociale ed economica. Una riduzione<br />

dell’orario di lavoro farebbe<br />

bene al clima, all’economia, al benessere<br />

personale. Per questo ho accettato<br />

di rappresentare il Ticino nel<br />

gruppo della Posta che si occupa di<br />

sostenibilità. E ho subito denunciato<br />

il greenwashing, l’ecologismo di facciata<br />

degli investimenti della Posta.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!