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Allure Magazine (1-2024)

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

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025<br />

CREATOR<br />

adv<br />

Quali sono i pro e i contro di una maggiore regolamentazione<br />

dell’attività adv degli influencer?<br />

Il costante incremento dell’attività di promozione e<br />

sponsorizzazione effettuate dai content creator – con<br />

il conseguente aumento dell’impatto che gli stessi<br />

hanno quotidianamente nel panorama digitale influenzando<br />

le scelte di milioni di utenti – richiede al<br />

contempo un adeguato quadro normativo che regolamenti<br />

l’attività di tali soggetti e garantisca la trasparenza<br />

commerciale quale principio alla base del patto<br />

di fiducia con il consumatore, per il quale diventa<br />

essenziale che i meccanismi messi in atto nel rapporto<br />

tra influencer e utente siano pari o superiori a<br />

quanto avviene nei tradizionali canali di comunicazione.<br />

Non vedo pertanto nessun impatto negativo,<br />

anzi, doveva già essere così.<br />

Dal punto di vista della trasparenza che differenze ci sono<br />

fra le varie categorie di influencer?<br />

Sulla trasparenza commerciale le regole valgono per<br />

tutti e ancor di più per i professionisti che operano nel<br />

campo della salute, che hanno delle regole imposte da<br />

norme specifiche e dal proprio codice deontologico.<br />

Oltre a essere una tutela per il pubblico, questo provvedimento<br />

proteggerà anche gli influencer da eventuali scorrettezze<br />

attuate dai brand e viceversa?<br />

Sicuramente, ma più che di scorrettezza io parlerei di<br />

mancanza di formazione su questi temi, c’è davvero<br />

un gap enorme che vale sia per i creator sia per alcuni<br />

brand, soprattutto gli emergenti che arrivano sul<br />

mercato. Oggi vale più un no per essere compliance<br />

che mille sì, il primo obiettivo è divulgare in maniera<br />

trasparente sempre e scegliere brand/cause in cui<br />

si crede. La monetizzazione dunque dovrebbe essere<br />

il secondo step, che poi va comunicato secondo le<br />

norme sulle piattaforme.<br />

Ha senso equiparare le norme di trasparenza adv per gli<br />

influencer a quelle usate per gli altri media?<br />

Assolutamente sì, soprattutto in Italia, che è il paese<br />

con il maggior numero di influencer che hanno un<br />

vero peso sulle decisioni del pubblico per engagement<br />

con la propria community, indipendentemente<br />

dal numero di follower. I social sono diventati un<br />

canale di informazione, un media puro e possono<br />

essere un canale di formazione se gestiti con autorevolezza<br />

e trasparenza. Sono molto di più che delle<br />

pagine, sono motori di ricerca, luoghi di intrattenimento<br />

e chi fa questo mestiere deve sapere che parla<br />

a milioni di persone di ogni età. Pertanto la responsabilità<br />

è un principio cardine che deve andare oltre<br />

qualsiasi aspirazione di mera visibilità.<br />

talent manager<br />

I social sono diventati<br />

media, se ben gestiti<br />

possono diventare<br />

canale di formazione

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