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Allure Magazine (1-2024)

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

Fondata nel 1978, Allure è il trade magazine di riferimento dei comparti bellezza/profumeria/cosmesi. Il suo attuale obiettivo: avvicinare sempre di più industria e profumeria, diventando così uno strumento indispensabile per tutti gli operatori del settore. Prestigiose firme del mondo della bellezza garantiscono ad Allure contenuti esclusivi, incisivi, di sicuro impatto.

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031<br />

TECHNOBRAIN<br />

tro ben vista dalle aziende. I chatbot possono effettivamente<br />

essere utilizzati per manipolare i clienti e<br />

indurli a comprare certi prodotti. Occorre in ogni<br />

caso ricordare che i testi prodotti sono lessicalmente<br />

e sintatticamente corretti, ma privi di valore informativo<br />

(i generatori di linguaggio non contengono<br />

alcun riferimento al vero e al falso, né alcun criterio<br />

per distinguerli). Simili chatbot possono essere perciò<br />

molto pericolosi per i clienti, perché possono<br />

dare suggerimenti che ne mettano a rischio la vita o<br />

la salute. Quando ad esempio, di recente, si è deciso<br />

di licenziare i lavoratori addetti a fornire una consulenza<br />

telefonica alle persone con disturbi alimentari<br />

e di sostituirli con un chatbot, questo ha suggerito<br />

agli utenti di ridurre le calorie e pesarsi con<br />

frequenza. E, quando un supermercato<br />

ha offerto ai propri clienti la possibilità<br />

di interagire con un chatbot che<br />

suggeriva ricette “personalizzate”,<br />

sulla base degli ingredienti che ciascuno<br />

aveva in casa, il chatbot ha<br />

suggerito, tra le altre, ricette di preparazioni<br />

che avrebbero sprigionato<br />

gas letali.<br />

Dei limiti ci ha parlato. Può dirci quali sono,<br />

secondo Lei, le prospettive dell’IA?<br />

Al momento sono i monopoli della tecnologia,<br />

in virtù della loro posizione dominante e della<br />

concentrazione di risorse e potere, a dettare le linee<br />

uomo<br />

vs ma<br />

china<br />

di progettazione e sviluppo dei sistemi di IA.<br />

Restano possibili, naturalmente, una progettazione<br />

e uno sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale<br />

che creino valore, anziché estrarlo, che valorizzino<br />

il lavoro umano, anziché parcellizzarne l’esecuzione<br />

a fini di controllo, e che non incarnino un<br />

modello di business basato sulla sorveglianza e sul<br />

controllo sociale. Tale possibilità sembra tuttavia<br />

affidata oggi, come già in altre epoche di cambiamento<br />

tecnologico, alle sole lotte dei lavoratori. Gli<br />

sceneggiatori di Hollywood, ad esempio, hanno<br />

mostrato concretamente come, senza il loro consenso<br />

e il loro lavoro, i sistemi di “intelligenza artificiale”<br />

non siano in grado di produrre alcunché.<br />

A livello statale, la priorità dovrebbe essere<br />

quella acquisire il controllo di dati e<br />

potenza di calcolo. Il che significa,<br />

anzitutto, seguire le tracce dei francesi,<br />

che hanno smesso di far usare<br />

Microsoft e Google e i loro cloud<br />

per scuole, università e amministrazioni<br />

pubbliche. Dovremmo<br />

anche noi valorizzare le competenze<br />

locali, a partire dalla rete<br />

GARR, la rete nazionale a banda ultralarga<br />

per la comunità della ricerca, dell’istruzione<br />

e della cultura e che rappresenta<br />

un’eccellenza pubblica italiana.

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