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L'indennizzo del danno da mobbing - Codacons

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D.Lgs.626: conflittualità, ansia, <strong>mobbing</strong><br />

C. finisce sul banco degli im-putati per le diagnosi errate più gravi (quelle in cui ci sono<br />

persone morte di cancro) ma solo nei casi in cui vi siano denunce di parte o parenti<br />

<strong>del</strong>le vittime ai quali la magistratura ha potuto notificare l’avvio <strong>del</strong> procedimento<br />

giudiziario. In tutto sono una dozzina di «decessi sospetti», cinque dei quali, essendo<br />

nel frattempo intervenuta la nuova legge che trasferisce le competenze sul reato di<br />

omicidio colposo, vengono trasmesse alla pretura. La magistratura rinvia a giudizio C.<br />

anche per abuso di ufficio aggravato e continuato nei confronti di Bigotti.<br />

Facciamo un piccolo passo indietro, al mese di luglio <strong>del</strong> ‘92. Sul Gemelli si accendono i<br />

riflettori internazionali per la presenza di un paziente eccellente. Papa Wojtyla è<br />

malato e viene ricoverato alla Cattolica, che prepara l’evento con molta cura mediatica.<br />

Nei confronti <strong>del</strong> pontefice si sospetta un tumore ma non si sa di che entità. Le analisi<br />

vengono eseguite nel reparto diretto <strong>da</strong> Arnaldo C. Ma i vetrini istologici vengono<br />

portati fuori <strong>da</strong>ll’ospe<strong>da</strong>le, all’Università La Sapienza, verificati <strong>da</strong>ll’anatomopatologo<br />

Vittorio Marinozzi. In altre parole viene seguita la procedura (negata) sollecitata <strong>da</strong><br />

Bigotti per le diagnosi sospette effettuate nei confronti di decine di pazienti comuni.<br />

Intanto il «monatto di manzoniana memoria», <strong>da</strong>l suo esilio forzato adiacente alla<br />

camera mortuaria, ha modo di prepararsi per il concorso di medico associato indetto<br />

<strong>da</strong>lla stessa Cattolica. Ma il suo tentativo non ha storia: viene bocciato con la<br />

motivazione che negli ultimi due anni la sua «produzione scientifica si è interrotta».<br />

Nella commissione esaminatrice c’è Arnaldo C., nientemeno che l’artefice<br />

<strong>del</strong>l’azzeramento <strong>del</strong>la sua attività professionale. Il Tar, successivamente, accogliendo<br />

anche in questo caso il ricorso di Bigotti, annullerà il concorso sostenendo che C., visti<br />

i rapporti che corrono tra lui e il ricercatore, si sarebbe dovuto quanto meno astenere<br />

<strong>da</strong>l giudizio<br />

L’ennesima figuraccia <strong>del</strong>la Cattolica avverrà, anche in questo caso, molti mesi dopo.<br />

Bigotti è ancora interdetto. Ma non si scoraggia, e partecipa a un altro concorso,<br />

questa volta bandito <strong>da</strong> un altro ospe<strong>da</strong>le romano, il Santo Spirito, che sta proprio a<br />

due passi <strong>da</strong> San Pietro, ma non è struttura vaticana. E’ ospe<strong>da</strong>le laico. Vince il posto<br />

<strong>da</strong> anatomopatologo distanziando di molti punti il secondo classificato. È l’inizio <strong>del</strong><br />

‘94. L’anno <strong>del</strong>le buone notizie per Bigotti. Arriva infatti anche la sentenza <strong>del</strong><br />

Consiglio di Stato, che rigetta il ricorso <strong>del</strong>la Cattolica contro l’ordinanza di reintegro<br />

<strong>del</strong> ricercatore emessa un anno prima <strong>da</strong>l Tar. La sentenza è definitiva, inappellabile.<br />

Bigotti in teoria dovrebbe tornare nel reparto <strong>da</strong>l quale è stato ingiustamente<br />

cacciato. Ma ormai ha già preso l’aspettativa <strong>da</strong>l Gemelli per an<strong>da</strong>re al Santo Spirito,<br />

dove ha <strong>da</strong>vanti a sé un periodo di prova di sei mesi prima di essere assunto<br />

ufficialmente. Ma nel nuovo posto di lavoro, come vedremo, il suo dramma si<br />

trasformerà in farsa.<br />

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