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L'indennizzo del danno da mobbing - Codacons

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D.Lgs.626: conflittualità, ansia, <strong>mobbing</strong><br />

grazia e giustizia durante il governo Prodi). I legali di fiducia di C. sono invece Enzo<br />

Gaito e Giuliano Dominici.<br />

Una <strong>del</strong>le prime sentenze <strong>del</strong>la magistratura è sulla vicen<strong>da</strong> in cui il primario <strong>del</strong>la<br />

Cattolica è imputato per la morte <strong>del</strong>la bambina di 9 anni. E’ il ’96: il primario viene<br />

con<strong>da</strong>nnato a sei mesi per “omicidio colposo” e a risarcire 200 milioni ai genitori <strong>del</strong>la<br />

bambina deceduta per errore diagnostico. C. fa appello. Ma il tribunale di secondo<br />

grado, nel ‘97, conferma la con<strong>da</strong>nna, che diventa definitiva nell’aprile di quest’anno in<br />

Corte di Cassazione. Il reato di omicidio colposo è però nel frattempo caduto in<br />

prescrizione. Ma la sentenza non lascia dubbi: i giudici <strong>del</strong>la suprema corte «hanno<br />

ritenuto che sussistevano serie e apprezzabili probabilità di guarigione <strong>del</strong>la bambina,<br />

tali <strong>da</strong> consentire di affermare la sussistenza <strong>del</strong> necessario nesso causale con la<br />

condotta <strong>del</strong> medico che omise colposamente di formulare la corretta diagnosi,<br />

impedendo la instaurazione <strong>del</strong>la corretta terapia post-operatoria». C. resta in ogni<br />

caso al suo posto. Quanto agli altri dieci casi sospetti in<strong>da</strong>gati <strong>da</strong> tribunale e pretura, i<br />

periti confermano gli errori segnalati <strong>da</strong> Bigotti quella mattina di marzo, <strong>del</strong> 1991 e<br />

successivamente controfirmati <strong>da</strong>gli esperti americani. Le diagnosi vengono ritenute<br />

errate, ma non viene accertato il cosiddetto «nesso di causalità», ovvero se la morte<br />

dei pazienti, ai quali C. aveva erroneamente diagnosticato «patologie benigne», poteva<br />

essere evitata in presenza di diagnosi esatte. Alcuni erano molto anziani e altri erano<br />

malati di tumore maligno in stato avanzato.<br />

Si celebra, con la stessa lentezza, anche il processo contro Bigotti per i suoi presunti<br />

atteggiamenti irrispettosi nei confronti di C. e sul presunto furto dei vetrini <strong>da</strong>l<br />

reparto. La querela era stata sporta <strong>da</strong>l primario e <strong>da</strong>lla Cattolica. L’assoluzione <strong>del</strong><br />

ricercatore è piena. L’azione di Bigotti «non costituisce reato», in quanto <strong>da</strong> parte sua<br />

«c’è stata solo la volontà di protesta e di opporsi all’atteggiamento degli organi<br />

accademici di estrometterlo <strong>da</strong> ogni attività e di esercitare il suo diritto di critica e<br />

di libera manifestazione <strong>del</strong> proprio pensiero». Due dipendenti, la segretaria<br />

<strong>del</strong>l’Istituto di anatomia patologica e un preparatore di vetrini istologici testimoniano<br />

di aver subito forti pressioni e minacce affinché deponessero contro il ricercatore, in<br />

particolare denunciavano di essere stati «puniti» sul lavoro per non aver accettato di<br />

dire il falso. La donna dice ai giudici anche di aver subìto un tentativo di investimento<br />

con l’automobile <strong>da</strong> parte <strong>del</strong> tecnico che picchiò Bigotti. Scagionano insomma in pieno<br />

il ricercatore, giurando che tutti i suoi guai sono cominciati proprio quando segnalò gli<br />

errori diagnostici ai superiori chiedendone la ripetizione. Alla causa contro<br />

l’isolamento di Bigotti nella «stanza dei morti», la magistratura è durissima nei<br />

confronti <strong>del</strong>l’azien<strong>da</strong> vaticana il cui «grado elevato <strong>del</strong>la colpa, l’intensità <strong>del</strong> dolo e il<br />

complessivo comportamento post <strong>del</strong>ictum non è indicativo di elevata consapevolezza<br />

morale».<br />

Si conclude anche il processo di primo grado nei confronti di C., imputato di abuso di<br />

ufficio continuato e aggravato. Il primario viene con<strong>da</strong>nnato a un anno di reclusione<br />

Pag. 58

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