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segni - casa di riposo “mons. g. sagnori” - Diocesi Suburbicaria ...

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10<br />

Don Dario Vitali *<br />

LG 33 affronta il tema dell’apostolato dei laici.<br />

Il paragrafo è forse il tema più innovativo<br />

dell’intero capitolo sui laici: per secoli la missione<br />

della Chiesa era stata affare dei chierici<br />

e solo con la nascita dell’Azione Cattolica<br />

– un secolo e mezzo fa – si era parlato <strong>di</strong> una<br />

partecipazione subor<strong>di</strong>nata e ausiliare dei laici<br />

a tale missione, in aiuto della gerarchia.<br />

La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> trovare un equilibrio nella formulazione<br />

del tema si può misurare dai continui<br />

rimaneggiamenti del testo.<br />

Già nel titolo si avverte il cambio <strong>di</strong> prospettiva:<br />

mentre lo schema consegnato ai Padri<br />

parlava <strong>di</strong> «vita salutifera Ecclesiae a laicis<br />

active participata», dove l’attenzione va alla<br />

vita della Chiesa e i laici sono chiamati a partecipare<br />

attivamente alla sua vita, la redazione<br />

definitiva si riferisce <strong>di</strong>rettamente ai laici, la<br />

cui vita è «salutifera et apostolica».<br />

Il testo afferma a chiare note che «l’apostolato<br />

dei laici è partecipazione alla missione stessa<br />

della Chiesa» a cui tutti sono deputati non<br />

già da una concessione della gerarchia, ma<br />

dal Signore stesso in forza del battesimo e della<br />

cresima.<br />

Se l’affermazione <strong>di</strong> principio è chiara, si chiariscono<br />

anche gli ambiti e le modalità <strong>di</strong> esercizio<br />

<strong>di</strong> questo apostolato. Lo schema fonda<br />

e spiega l’apostolato dei laici sulla base della<br />

missione stessa della Chiesa: essendo membra<br />

del corpo <strong>di</strong> Cristo, tutti sono chiamati a<br />

collaborare perché tutto il corpo cresca e si<br />

e<strong>di</strong>fichi me<strong>di</strong>ante la carità.<br />

La relazione allo schema precisava che «la<br />

loro attività [dei laici] non è meramente occasionale<br />

e suppletiva, ma or<strong>di</strong>naria e continuata».<br />

E aggiungeva che, se soltanto alcuni assumono<br />

un apostolato a tempo pieno, su tutti incombe<br />

la cooperazione alla <strong>di</strong>ffusione della fede<br />

e della grazia secondo le proprie con<strong>di</strong>zioni,<br />

in modo particolare ai genitori e agli educatori.<br />

Sorprende che la relazione qualifichi come<br />

«oggetto secondario che spetta solo in<strong>di</strong>rettamente<br />

alla religione» l’impegno <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nare<br />

cristianamente la città dell’uomo.<br />

Nella seconda redazione scompare questa <strong>di</strong>cotomia,<br />

e la relazione afferma che i laici hanno<br />

il <strong>di</strong>ritto – e il compito conseguente – <strong>di</strong> cooperare<br />

alla missione della Chiesa, o partecipando<br />

<strong>di</strong>rettamente alla missione della Chiesa, o promuovendo<br />

i valori morali, o santificando le opere<br />

secolari.<br />

Dopo aver in<strong>di</strong>cato che la sorgente <strong>di</strong> ogni apostolato<br />

– il testo <strong>di</strong>ce “l’anima”, riecheggiando<br />

un famoso libro dell’abate Choutard – si<br />

trova nei sacramenti, soprattutto nell’Eucarestia,<br />

perché alimenta la carità, il paragrafo precisa<br />

che l’apostolato dei laici consiste nel rendere<br />

presente e viva la Chiesa nei luoghi dove<br />

vivono e operano, soprattutto là dove la Chiesa<br />

può essere “sale della terra” solo me<strong>di</strong>ante la<br />

loro presenza e la loro opera.<br />

Opera che non ha alcun carattere <strong>di</strong> supplenza<br />

o <strong>di</strong> concessione, in quanto si fonda sui carismi<br />

ricevuti da Dio stesso, che abilitano ogni<br />

laico ad essere «testimone e strumento vivo<br />

della missione della Chiesa “secondo la<br />

misura del dono <strong>di</strong> Cristo” (Ef 4,7)».<br />

La citazione, rimandando ai doni <strong>di</strong> Dio, mostra<br />

come la logica che sostiene il testo è quella<br />

stessa <strong>di</strong> Paolo: «Aspirate ai carismi più gran<strong>di</strong>:<br />

e io vi mostrerò la via migliore <strong>di</strong> tutte»: la<br />

carità (cfr 1Cor 12,31).<br />

Partecipare alla missione della Chiesa è soprattutto<br />

testimoniare la carità, attuare forme <strong>di</strong><br />

vita che abbiano l’agape come principio e fine.<br />

Accanto all’affermazione dell’apostolato dei laici<br />

come <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ogni battezzato, il concilio<br />

ripropone ancora la concezione dell’apostolato<br />

come compito che procede da un mandato<br />

della gerarchia e che si configura come<br />

collaborazione <strong>di</strong>retta con la gerarchia.<br />

«Oltre a questo apostolato, che spetta assolutamente<br />

a tutti i fedeli – precisa il testo – i<br />

laici possono anche essere chiamati in <strong>di</strong>versi<br />

mo<strong>di</strong> a collaborare più imme<strong>di</strong>atamente con<br />

Aprile<br />

2009<br />

l’apostolato della gerarchia, alla maniera <strong>di</strong> quegli<br />

uomini e <strong>di</strong> quelle donne che aiutavano l’apostolo<br />

Paolo nel vangelo, faticando molto per<br />

il Signore».<br />

La logica è quella della cooperazione, per cui<br />

la gerarchia assume nell’esercizio <strong>di</strong> determinate<br />

funzioni – peraltro non precisate – quei laici<br />

che manifestano attitu<strong>di</strong>ne in tal senso.<br />

La scelta <strong>di</strong> non elencare le forme e gli ambiti<br />

della collaborazione lascia aperto il campo<br />

alla determinazione <strong>di</strong> tale mandato della gerarchia.<br />

In altre parole, è affermato un principio che<br />

apre a una possibilità, attuabile in molti mo<strong>di</strong><br />

secondo le necessità della Chiesa.<br />

Il testo conclude sottolineando la responsabilità<br />

dei laici nel campo dell’apostolato e il corrispondente<br />

compito della gerarchia <strong>di</strong> promuovere<br />

ogni forma <strong>di</strong> apostolato dei laici: «Grava su<br />

tutti i laici il glorioso peso <strong>di</strong> lavorare, perché<br />

il <strong>di</strong>vino <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> salvezza raggiunga ogni<br />

giorno <strong>di</strong> più tutti gli uomini <strong>di</strong> tutti i tempi e<br />

<strong>di</strong> tutta la terra.<br />

Sia perciò loro aperta qualunque via, affinché,<br />

secondo le loro forze e le necessità dei tempi,<br />

anch’essi attivamente partecipino all’opera<br />

salvifica della Chiesa».<br />

È questo capoverso, più <strong>di</strong> tutto il capitolo IV<br />

sui laici, a costituire il fondamento per il decreto<br />

conciliare sull’apostolato dei laici Apostolicam<br />

Actuositatem.<br />

Il proemio si richiama <strong>di</strong>rettamente a questo<br />

paragrafo, asserendo che «Il sacra concilio,<br />

volendo rendere più intensa l’attività apostolica<br />

del Popolo <strong>di</strong> Dio, con sollecitu<strong>di</strong>ne si rivolge<br />

ai fedeli laici, dei quali già altrove – cioè<br />

in LG 33 – ha ricordato la parte propria e assolutamente<br />

necessaria nella missione della Chiesa.<br />

L’apostolato dei laici, infatti, derivando dalla<br />

loro stessa vocazione cristiana, non può mai<br />

venire meno nella Chiesa» (AA 1).<br />

* Teologo e Dir SDFP Scuola <strong>di</strong> Teologia

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