segni - casa di riposo “mons. g. sagnori” - Diocesi Suburbicaria ...
segni - casa di riposo “mons. g. sagnori” - Diocesi Suburbicaria ...
segni - casa di riposo “mons. g. sagnori” - Diocesi Suburbicaria ...
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
26<br />
LA VIA CRUCIS NELLA CHIESA<br />
DELLA CORONCINA IN VELLETRI /2<br />
Tonino Parmeggiani<br />
Terminata così, nell’anno 1753, la costruzione<br />
della Chiesa della SS.ma Concezione,<br />
meglio conosciuta come Oratorio ‘della<br />
Coroncina’ o anche ‘della Via Crucis’, voluta dal<br />
popolo veliterno a seguito delle Missioni del Beato<br />
P. Leonardo da Porto Maurizio, dopo un periodo<br />
<strong>di</strong> interruzione, dovuto alla mancanza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> ma,<br />
superato questo con il decisivo apporto finanziario<br />
<strong>di</strong> un devoto, il nobile veliterno Giuseppe Angelini<br />
il quale, nello stesso anno, «…hà ceduto e rinunciato<br />
al sudetto V. Convento, e RR.PP. <strong>di</strong> S. Lorenzo<br />
<strong>di</strong> questa Città <strong>di</strong> Velletri dell’Or<strong>di</strong>ne de Minori Osservanti<br />
<strong>di</strong> S. Francesco, e per essi al Molto R.P. Marcello<br />
da Pistoia Guar<strong>di</strong>ano attuale … presente, et accettante<br />
colla presenza, consenso, parola, e volontà<br />
dell’Ill.mo Sig.re Giuseppe Felice Toruzzi Nobil<br />
Patrizio <strong>di</strong> Velletri, e Conte del Sagro Romano Impero<br />
Sin<strong>di</strong>co Apostolico dello stesso V. Convento <strong>di</strong> S.<br />
Lorenzo presente [nel <strong>di</strong>ritto ecclesiastico il<br />
Sindaco svolgeva il ruolo <strong>di</strong> controllo dell’amministrazione<br />
<strong>di</strong> un convento, n.d.A.] …tutto ciò, che<br />
ad esso Sig.re Angelini spetta, ed appartiene rispetto<br />
allo speso da Lui per la prosecuzione, terminazione,<br />
stabilimento, e prove<strong>di</strong>mento del sudetto<br />
Oratorio della Via Crucis, ad averlo, e goderlo<br />
con tutte, e singole raggioni, e colla clausola del<br />
Costituto, et effetto del Precario [termini giuri<strong>di</strong>ci<br />
che in<strong>di</strong>cano un patto (Costituto possessorio) per<br />
cui chi ha ceduto un immobile continua a goderne<br />
l’uso gratuitamente (Precario) senza alcuna scadenza<br />
temporale, n.d.A.]…colle con<strong>di</strong>zioni seguenti,<br />
cioè: che li suddetti RR.PP. siano tenuti, ed obbligati<br />
quanto prima eriggere nel sudetto Oratorio il<br />
S. Esercizio della Via Crucis; che li medesimi …<br />
siano tenuti per l’avvenire far fare nel medesimo<br />
Oratorio anche l’Esercizio della Coroncina coll’assistenza<br />
del P. Direttore; che li stessi RR.PP., acciò ogn’uno<br />
à suo bellaggio possa andare à fare il S. Esercizio<br />
della Via Crucis in detto Oratorio, debbano far aprire<br />
la matina <strong>di</strong> buon ora ogni giorno la Porta …<br />
dalla parte della strada, e non chiuderla sino alla<br />
sera al tar<strong>di</strong>, sempre, et in perpetuo, e la medesima<br />
porta non possano mai in alcun tempo futuro<br />
farla murare sotto qualunque pretesto…» [Atto<br />
II, redatto il 17 agosto 1750, notaio Giovanni Serangeli,<br />
vol. 1213 (ex 1257), f. 259].<br />
Questo primo nucleo <strong>di</strong> fedeli, devoti alla pia pratica<br />
della Via Crucis, definitosi “i Fratelli della Coroncina<br />
della Città <strong>di</strong> Velletri” ottenne, dal Vicario Generale,<br />
anche il permesso (15 luglio 1753) per l’erezione<br />
dell’Esercizio della Via Crucis per gli uomini, ad<br />
esclusione del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> farvi celebrare la S. Messa<br />
e <strong>di</strong> erigervi una Confraternita (Archivio Vescovile,<br />
Sez. I, Tit. IV). A questo punto nelle fonti documentarie<br />
c’è un vuoto <strong>di</strong> oltre 60 anni che però riusciamo<br />
in parte a colmare: dall’Atto III [del 17 agosto 1820,<br />
notaio Fortunato Giuseppe Moretti, vol. 1483 (ex<br />
1529)], f. 366, veniamo a sapere che «Dopo molti<br />
anni rovinò il muro dalla parte <strong>di</strong> Tramontana e<br />
per lo spazio <strong>di</strong> molti, e molti anni restò detto luogo<br />
del tutto abbandonato finchè il pio Sig.re Niccola<br />
Cesaretti coll’elemosine che potè accumulare cominciò<br />
la rie<strong>di</strong>ficazione del Muro, che per vari anni restò<br />
imperfetto, perché cessarono l’elemosine».<br />
Sulle cause del crollo del muro perimetrale a nord,<br />
trascinando giù anche il tetto (in un documento riferito<br />
all’anno 1809 vien detto che l’Oratorio rimase<br />
chiuso per 17 anni, quin<strong>di</strong> l’evento sarebbe da<br />
datarsi al 1792), se non da attribuirsi solo a cattiva<br />
costruzione, possiamo ipotizzare il terremoto<br />
dell’anno 1771 (“Scosse <strong>di</strong> terremoto e restauri<br />
alla Chiesa <strong>di</strong> S. Martino” (A. Remid<strong>di</strong>, Velletri<br />
Memorie storiche, vol. 2, 1982, p. 279; ibidem, alla<br />
p.125, notizia che, nello stesso anno, anche “I PP.<br />
<strong>di</strong> San Lorenzo volendo rifare la facciata della chiesa<br />
che minaccia rovina…”) o uno smottamento dell’area<br />
(ibidem, p. 125, nell’anno 1757 “Si accordano<br />
scu<strong>di</strong> 90 ai Frati <strong>di</strong> San Lorenzo per le muraglia<br />
dell’orto” ed ancora, nell’anno 1761,“si accordano<br />
scu<strong>di</strong> 198 ai Frati <strong>di</strong> San Lorenzo per ricostruzioni<br />
<strong>di</strong> vari muri nel convento”).<br />
Sulla figura generosa <strong>di</strong> Nicola Cesaretti, che ritroviamo<br />
spesso nei documenti del tempo, vogliamo<br />
proporre questa testimonianza storica, resa da Fabio<br />
Bartoli nel settembre 1820 (A.V. Sez. I, Tit. IV), nell’ambito<br />
<strong>di</strong> una controversia tra lo stesso Bartoli -<br />
accusato <strong>di</strong> essersi appropriato <strong>di</strong> offerte e del legname<br />
necessitato nei lavori <strong>di</strong> restauro da lui realizzati<br />
- e la Confraternita, <strong>di</strong> cui ci occuperemo in<br />
seguito: «Nicola Cesaretti non era riuscito all’intento<br />
del restauro in questione.<br />
Era il Cesaretti <strong>di</strong> sempre grata ricordanza ai buoni<br />
velletrani un uomo pio, religioso, e caritatevole<br />
in maniera, che avendo meritata la confidenza<br />
<strong>di</strong> tutti, era esso quegli, che colle elemosine da<br />
esso procurate<br />
sollinnezzava<br />
ogni anno con<br />
devota, e solenne<br />
pompa la<br />
Festa della<br />
Madonna<br />
SS.ma delle<br />
Grazie, che<br />
importava<br />
annualmente<br />
una somma considerevole,<br />
esso<br />
coll’elemosine<br />
fece costruire<br />
una macchina <strong>di</strong><br />
argento (sic!)<br />
per portare pro-<br />
cissionalmente<br />
la Immagine del-<br />
Aprile<br />
2009<br />
la Vergine, esso, che accorreva coll’elemosine al<br />
sollievo dei bisognosi della Città, esso, cui non si<br />
negava sussi<strong>di</strong>o, quando si faceva a <strong>di</strong>mandarlo.<br />
Eppure quest’uomo, che godeva, e meritava la confidenza<br />
dell’intera Popolazione, benche si accingesse<br />
all’opera del restauro della Coroncina, non<br />
potè accozzare (accumulare) tanto <strong>di</strong> elemosine<br />
per venirne al capo».<br />
Se aveva dovuto desistere anche lui, ancor <strong>di</strong> più<br />
doveva essere magnificato l’operato del Bartoli che<br />
«…<strong>di</strong> niuna relazione, <strong>di</strong> niuna eloquenza, senza<br />
maniera, e nella sola sua simplicità ottenesse tanto<br />
<strong>di</strong> elemosine..».<br />
Per inciso, va detto che questi decenni <strong>di</strong> fine secolo<br />
furono un susseguirsi <strong>di</strong> crisi economiche e <strong>di</strong><br />
carestie, a cui venne ad aggiungersi anche l’occupazione<br />
francese dello stato pontificio.<br />
Nel contempo, nell’anno 1814, veniva eretta la<br />
Confraternita degli Amanti <strong>di</strong> Gesù e Maria (T. Bauco,<br />
Storia della Città <strong>di</strong> Velletri, Velletri, 1851, vol. II.<br />
p. 149). La situazione del mancato uso dell’Oratorio<br />
rimase così immutata ancora per alcuni anni fino<br />
a che, nell’anno 1809, intervenne un altro ‘benefattore’<br />
(per ora usiamo le virgolette, in quanto un<br />
giu<strong>di</strong>zio su quanto da lui svolto richiederà un’analisi<br />
attenta), nella persona <strong>di</strong> Fabio Bartoli che<br />
«Finalmente… mosso da santo zelo, e <strong>di</strong>vozione<br />
risolvette <strong>di</strong> terminare, e ricostruire a sue spese<br />
l’Oratorio sudetto, come coll’ajuto del Signore eseguì,<br />
e felicemente terminò… con una non piccola<br />
spesa per il pagamento degli Artisti (artigiani),<br />
e compra dè travi, che importò la somma <strong>di</strong> scu<strong>di</strong><br />
trecento ventinove e baiocchi quattro…» (Atto<br />
III, f. 366); in questo atto <strong>di</strong> donazione, da parte<br />
del Bartoli ai Padri del Convento <strong>di</strong> S. Lorenzo,<br />
veniamo ad apprendere la cronistoria <strong>di</strong> questi ultimi<br />
lavori, con nuovi ed interessanti particolari, desunti<br />
dalle ricevute dei pagamenti da lui effettuati ed<br />
allegate all’atto, che riportano in dettaglio l’elenco,<br />
con relative misure, dei lavori eseguiti dalle varie<br />
maestranze.<br />
In totale il Bartoli asserì <strong>di</strong> aver speso 500 scu<strong>di</strong>,<br />
L’interno della chiesa verso la porta murata, sulla parete le cornici in<br />
stucco che contenevano i quadri delle stazioni della Via Crucis