Testo PDF - DSMC: Dipartimento di Storia Modernae e ...
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GIORGIO FIOCCA<br />
<strong>di</strong>ventati così il termine <strong>di</strong> paragone per definire ciò che <strong>di</strong> rilevante è<br />
accaduto in quei decenni e il collante utile per assemblare eventi <strong>di</strong>versi.<br />
La <strong>di</strong>ssoluzione della Repubblica jugoslava, le guerre e le pulizie etniche<br />
che ne sono seguite, hanno dato nuova energia agli stu<strong>di</strong>, in Europa e<br />
negli Stati Uniti, sui processi <strong>di</strong> formazione e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa delle identità<br />
collettive che hanno caratterizzato la storia, tra Ottocento e Novecento,<br />
<strong>di</strong> quasi tutti i paesi del mondo, dal Vecchio Continente al Sudamerica,<br />
dal Me<strong>di</strong>o all’Estremo Oriente. Le lotte cruente che si sono scatenate<br />
nella ex-Jugoslavia dopo la morte <strong>di</strong> Tito nel 1980, hanno rinnovato le<br />
pretese <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza prima del Kosovo albanese dalla Federazione<br />
jugoslava e poi, via via, della Slovenia e della Croazia dalla Serbia fino ai<br />
massacri in Bosnia-Erzegovina tra musulmani e serbi. Una guerra civile<br />
durata più <strong>di</strong> 15 anni, con migliaia <strong>di</strong> vittime (soprattutto civili) e che<br />
oggi cova ancora sotto le ceneri, tenuta a bada dalla presenza massiccia<br />
delle truppe NATO.<br />
Questi eventi hanno spinto gli stu<strong>di</strong>osi a interrogarsi sulle ragioni<br />
che hanno consentito, dopo decenni <strong>di</strong> (apparente) omogeneizzazione<br />
ideologica e culturale comunista, la sopravvivenza “carsica” dei nazionalismi.<br />
Con un certo stupore, si è constatato il riemergere <strong>di</strong> mobilitazioni<br />
nazionalistiche anche in contesti che si supponevano pacificati su valori<br />
con<strong>di</strong>visi 1 . Si è perciò voluto rivedere il significato dei trattati <strong>di</strong> pace <strong>di</strong><br />
Versailles del 1918 e quello dell’egemonia dei sistemi comunisti del 1945<br />
interpretandoli come l’avvio <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> ibernazione delle culture<br />
politiche, delle mentalità e delle aspirazioni preesistenti, destinate puntualmente<br />
a riproporsi con la fine del sistema <strong>di</strong> Yalta e con la caduta<br />
del muro <strong>di</strong> Berlino 2 . Non solo quanto è successo nella ex-Jugoslavia,<br />
ma altri fenomeni assai meno cruenti come la separazione tra boemi e<br />
slovacchi, i sussulti degli ungheresi <strong>di</strong> Romania e via <strong>di</strong>cendo fino ad<br />
arrivare alle aspirazioni in<strong>di</strong>pendentiste degli scozzesi, dei baschi e dei<br />
padani <strong>di</strong> casa nostra, suonano a conferma, appunto, della convinzione<br />
che le appartenenze nazionalistiche e le identità collettive siano espressione<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazioni tanto forti quanto longeve, tali da superare,<br />
come salamandre, il fuoco delle repressioni, delle snazionalizzazioni e<br />
delle deportazioni.<br />
Gli stu<strong>di</strong> in questo campo continuano così ad arricchire gli scaffali<br />
delle biblioteche e, pur nella <strong>di</strong>versità dei terreni <strong>di</strong> indagine e dei perio<strong>di</strong><br />
cronologici, con<strong>di</strong>vidono lo stesso uso frequente del termine “antagonismo”<br />
in tutte le sue possibili declinazioni lessicali. Uno dei più noti<br />
storici italiani, Franco Gaeta, ha usato il vocabolo “contrapposizione”<br />
per in<strong>di</strong>care come l’idea <strong>di</strong> nazione riman<strong>di</strong> al contrasto con il vecchio<br />
stato patrimoniale dei monarchi assoluti 3 . Altri hanno utilizzato vari<br />
sinonimi per descrivere i caratteri dei gruppi etnici, linguistici, religiosi<br />
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