Testo PDF - DSMC: Dipartimento di Storia Modernae e ...
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LE “APPARTENENZE” PRIMA DEL NAZIONALISMO<br />
altri luoghi dell’Istria. Mentre alla Dieta <strong>di</strong> Trieste ci si accapigliava, in<br />
quel periodo, per decidere quale doveva essere la sola lingua ufficiale dei<br />
lavori dell’assemblea (italiano o croato) 93 , fuori dai palazzi si continuava a<br />
ricorrere a una sorta <strong>di</strong> lingua franca che rendeva possibile il colloquio tra<br />
le <strong>di</strong>verse identità: sul luogo <strong>di</strong> lavoro della grande Manifattura tabacchi<br />
così come nelle decine <strong>di</strong> piccole fabbriche <strong>di</strong> sar<strong>di</strong>ne dove, da aprile a<br />
ottobre, si impiegavano centinaia <strong>di</strong> persone provenienti dal contado 94 ;<br />
nei mercati al minuto e tra i domestici delle famiglie agiate.<br />
I componenti della famiglia e i domestici sono anch’essi spie del quoti<strong>di</strong>ano<br />
svolgersi della convivenza. Ancora a Fiume, le donne <strong>di</strong> servizio<br />
(ragazze giovani) giungevano dall’Ucraina, dalla Stiria, dalla Croazia<br />
e dall’Ungheria, si impiegavano per perio<strong>di</strong> più o meno lunghi presso<br />
varie famiglie per poi eventualmente lasciarle dopo il matrimonio. I dati<br />
quantitativi a <strong>di</strong>sposizione sull’ampiezza del fenomeno non permettono<br />
conclusioni sofisticate. Al censimento del 1921, su 1.000 famiglie, il 90%<br />
era costituito dai soli parenti e affini, mentre il restante 10% circa includeva<br />
garzoni e domestici. Inoltre, valutando la composizione me<strong>di</strong>a per<br />
famiglia (che comprendeva tutti i conviventi), secondo la con<strong>di</strong>zione<br />
sociale del capo risultava che, dopo quelle conta<strong>di</strong>ne, i nuclei familiari<br />
più numerosi erano quelli degli esercenti, industriali e artigiani, cioè<br />
<strong>di</strong> categorie professionali che più frequentemente dovevano servirsi <strong>di</strong><br />
garzoni e domestici 95 .<br />
Si possono fare due considerazioni: la prima, che il fenomeno del<br />
lavoro domestico doveva avere comunque una qualche rilevanza per<br />
entrare nelle cronache sociali dell’epoca; la seconda, che l’istituzione <strong>di</strong><br />
un servizio domestico costituiva, in Istria come altrove, un collegamento<br />
importante tra la famiglia, l’aggregato domestico e le comunità locali e<br />
regionali in cui le famiglie e gli aggregati si collocavano 96 . Era un altro<br />
modo <strong>di</strong> costruire – o rafforzare – una rete <strong>di</strong> contatti che avvicinava<br />
comunità <strong>di</strong>stinte non solo per provenienza geografica ma anche per identità<br />
etnica. Potevano stabilirsi legami assai stretti, affettivi, tra famiglia <strong>di</strong><br />
accoglienza e servitù se la storia narra <strong>di</strong> episo<strong>di</strong>, accaduti altrove, in cui i<br />
vincoli <strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> convivenza resistettero persino alle rappresaglie<br />
nazi-fasciste. A Torino, ad esempio, la comunità ebraica aveva stabilito<br />
nel tempo rapporti con i gentili più frequenti nel campo del lavoro e,<br />
soprattutto, in quello della scuola e delle professioni. Sebbene più lentamente,<br />
una forma <strong>di</strong> integrazione si era registrata anche attraverso la<br />
crescita dei matrimoni misti. Questo processo fu interrotto dalle leggi<br />
razziali del 1938 e, poi, dalle successive persecuzioni. L’isolamento nel<br />
quale gli ebrei si trovarono li portò a <strong>di</strong>ffidare del mondo esterno alla loro<br />
comunità e a troncare frequentazioni prima abituali. Fecero eccezione<br />
le havertot, le domestiche, molte delle quali rifiutarono <strong>di</strong> lasciare i loro<br />
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