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intervista - La Repubblica

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DOMENICA 24 SETTEMBRE 2006<br />

IN COPPIA<br />

A sinistra, Miller al lavoro nel ’56<br />

e Marilyn Monroe<br />

Sotto, il drammaturgo nello stesso anno<br />

HOLLYWOOD<br />

In alto, Miller<br />

e Marilyn; il cast<br />

degli Spostati<br />

(1961): in senso<br />

orario dal basso,<br />

Montgomery Clift,<br />

Eli Wallach, Arthur<br />

Miller, John<br />

Huston, Clark<br />

Gable e Marilyn<br />

RIVALI D’AMORE<br />

In alto nel ’63 con Jo Mielziner<br />

ed Elia Kazan; nel ’60<br />

con Simone Signoret,<br />

Marilyn e Yves Montand<br />

Kazan e Montand ebbero<br />

una relazione con Marilyn<br />

Qui accanto Miller<br />

nel 2002 con Woody Allen<br />

FOTO GETTY IMAGES<br />

LA DOMENICA DI REPUBBLICA 45<br />

IL LIBRO<br />

Si intitola Arthur Miller.<br />

<strong>La</strong> biografia (Cooper, 487<br />

pagine, 20 euro) il libro<br />

scritto dal critico teatrale<br />

Martin Gottfried. Sarà<br />

in libreria dal 28 settembre<br />

Il libro percorre la vita<br />

del grande drammaturgo<br />

americano dall’adolescenza<br />

a New York al successo<br />

di “Morte di un commesso<br />

viaggiatore”, dall’amore<br />

per Marilyn al rapporto<br />

contrastato con Elia Kazan<br />

È la prima biografia<br />

di Miller tradotta in Italia<br />

cando e lo farò, di proteggere l’idea che ho di me<br />

stesso. Non potrei usare il nome di un’altra persona<br />

e metterla nei guai. Erano scrittori, poeti, e la vita<br />

di uno scrittore nonostante quello che a volte<br />

sembra, è piuttosto dura. Non potrei renderla ancora<br />

più dura per qualcuno. Vi chiedo di non farmi<br />

questa domanda». <strong>La</strong> domanda fu fatta, implacabilmente:<br />

se entro dieci giorni non avesse fatto quei<br />

nomi, sarebbe stato accusato di oltraggio al Congresso,<br />

evento che aveva rovinato in passato tanti<br />

altri, soprattutto nel mondo della cultura e dello<br />

spettacolo. Nel febbraio del 1957 fu processato, ritenuto<br />

colpevole, condannato a un anno di carcere<br />

ridotto poi a un mese: un anno dopo in appello la<br />

condanna fu revocata.<br />

«Lei indossava una gonna beige e una camicetta<br />

di seta bianca, e aveva i capelli sciolti sulle spalle, con<br />

la riga a destra, e guardarla dava come una specie di<br />

dolore. Allora capii che dovevo o fuggire o affrontare<br />

un destino inconoscibile. Malgrado la sua bellezza,<br />

era circondata da una tenebra che mi turbava. Io<br />

non potevo sapere che proprio nella mia timidezza<br />

lei vedeva un appiglio, un’uscita dalla vita sradicata<br />

e priva di punti di riferimento che le era toccata in<br />

sorte…». Così nella sua autobiografia scritta più di<br />

trent’anni dopo, Miller ricorda i momenti fatali dei<br />

primi incontri con Marilyn, la sbandata attricetta<br />

che faticava a farsi conoscere. E Elia Kazan registra<br />

la rinascita di questo intellettuale rigoroso, impegnato,<br />

perbenista e moralista alla scoperta di una<br />

carnalità che gli era sconosciuta: «Era tornato giovane<br />

e preda del primo amore, che lo stava felicemente<br />

portando a perdere il controllo. Non sembrava<br />

più l’uomo represso che avevo conosciuto.<br />

Ricordavo la deliziosa luce di lascivia nei suoi<br />

occhi mentre ballava con Marilyn…». Tornato<br />

da Hollywood a Brooklyn, Miller dovette<br />

accettare l’inevitabile: «Il profumo di<br />

lei ancora nelle mie mani, mi rendevo<br />

conto che ero solo tecnicamente<br />

innocente, e questo pensiero mi rendeva<br />

il cuore pesante, ma assieme ad<br />

esso vi era la certezza di potermi perdere,<br />

dopotutto, nella sensualità».<br />

Nel frattempo Marilyn stava diventando<br />

una diva internazionale, in un solo anno,<br />

il 1953, aveva girato Come sposare un<br />

milionario, Niagara, Gli uomini preferiscono<br />

le bionde, e aveva sposato la star del baseball<br />

Joe Di Maggio. Ma nell’autunno del<br />

‘54 era di nuovo divorziata e un anno dopo<br />

Miller veniva cacciato di casa dalla moglie<br />

Mary malgrado il tentativo di fare da paciere<br />

dei due figli Jane e Robert che allora avevano<br />

dieci e otto anni.<br />

Il grande drammaturgo (ancora messo in<br />

scena anche in Italia) era stato un eroe opponendosi<br />

agli ultimi sprazzi della follia anticomunista<br />

di quegli anni, il che avrebbe potuto rovinargli<br />

la carriera e la vita. Per salvare l’una e l’altra<br />

fu invece un uomo qualsiasi, un uomo degli anni<br />

‘50, rinunciando ad opporsi all’inferno che divorava<br />

la sua adorata bionda ragazza. Il tentativo lo fece,<br />

ma poi occuparsi della sua depressione, della<br />

sua sofferenza, del suo lento suicidio con i barbiturici,<br />

divenne troppo pesante per lui. Un giorno lei<br />

lesse per caso sul taccuino di Miller un suo appunto:<br />

lei lo aveva deluso più della prima moglie, Oliver<br />

pensava che lei fosse una sgualdrina e lui non sapeva<br />

più cosa rispondergli. L’unica donna che amava<br />

davvero era sua figlia. Lei ne fu sconvolta. Poco dopo<br />

divenne pubblica la relazione tra Marilyn e Yves<br />

Montand che lavoravano insieme in un filmetto deludente,<br />

Facciamo l’amore.<br />

Furono insieme ancora una volta, l’intellettuale<br />

e la star, per la produzione in Nevada di Gli spostati<br />

diretto da John Huston: l’autore della storia era Miller,<br />

la protagonista Roslyn era il ritratto di Marilyn,<br />

una donna a pezzi, maltrattata, sempre in cerca di<br />

un’amore, impotente, piena di desiderio, irrecuperabile,<br />

che andava lasciata al suo nero destino.

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