Petrolio dai Rifiuti - Documento senza titolo
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Secondo le previsioni degli esperti, nel 1980 si dovrebbe<br />
registrare un notevole raffreddamento dei<br />
prezzi con un aumento, in media annua, del dieci per<br />
cento. Successivamente gli aumenti dei prezzi dovrebbero<br />
rientrare nell'ordine del quattro-cinque per<br />
cento. Nel 1985 un barile di petrolio dovrebbe costare<br />
tra i trenta e i trentacinque dollari. Recentemente,<br />
in un'intervista a « Repubblica », Nicolas<br />
Sarkis, direttore del centro arabo di studi petroliferi,<br />
considerato uno dei massimi esperti in materia,<br />
ha dichiarato che « se il prezzo non lo facessero<br />
quelle minuscole entità che si chiamano Kuwait, Abu<br />
Dhabi, Libia, oggi il petrolio sarebbe venduto a trentacinque-quarantacinque<br />
dollari al barile » aggiungendo<br />
che « prevedere una quota di cinquanta dollari<br />
a barile non è, oggi, follia ».<br />
Alla lievitazione dei prezzi si accompagnerà nei<br />
prossimi anni una sensibile riduzione del tasso di<br />
crescita dell'offerta di petrolio: <strong>dai</strong> saggi storici di<br />
incremento del sei-sette per cento medio annuo si<br />
passerà infatti a valori prossimi al due per cento;<br />
dalla seconda metà degli anni Ottanta si avrà presumibilmente<br />
« crescita zero ».<br />
Su questo ultimo punto sono stati espressi ultimamente<br />
pareri discordi. Alcuni, come la Economie<br />
Models Ltd. di Londra, sostengono che dopo<br />
il 1980 il petrolio tornerà a sovrabbondare, grazie<br />
all'aumento di produzione dei pozzi, cui dovrebbe<br />
far riscontro un minor consumo di energia. Altri,<br />
come Michael Pocock, presidente della Shell, sostengono<br />
che la disponibilità di petrolio diminuirà ulteriormente.<br />
Due ricercatori americani, il matematico<br />
David Root e l'economista Emil Attanasi, affermano<br />
che la produzione petrolifera mondiale comincerà<br />
a calare « prima della fine del 1993 »; moltissimi,<br />
poi, ritengono utopistiche le previsioni di<br />
una costante disponibilità di « oro nero » nei prossimi<br />
anni e paventano un black out petrolifero a breve<br />
scadenza. Se queste ultime previsioni dovessero<br />
rivelarsi esatte ci troveremmo seriamente nei guai:<br />
persino con un tasso ridotto di crescita economica<br />
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