I tema - Renato Serafini

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18 COMUNI D'EUROPA maggio 1967 111 tema: Quindici anni d'azione per l'Europa garanzia per l'avvenire di Joseph J. Merlot ex ministro, deputato, sindaca di Seraing, vice presidente della Sezione belga del CCE A - La nascita del CCE: Seelisberg - Ginevra 1. E' in Svizzera, a Seelisberg, che il 1" ot- Ginevra: 28 gennaio 1951 tobre 1950 si riunirono i pionieri di questa nuova organizzazione, che doveva prendere un posto così importante nella storia della 6. La riunione di Seelisberg si tenne in un momento cruciale della costruzione europea. costruzione dell'Europa. 7. L'anno precedente, rispondendo all'ap- 2. Era un luogo significativo. Seelisberg è situata su un promontorio del lago dei Quattro Cantoni, ai cui piedi si trova la prateria di Grutli, dove i delegati dei primi cantoni, il 12 agosto 1291, prestarono lo storico giuramento che fondò la Confederazione Elvetica. pello del Congresso dell'Aja (di cui l'iniziativa era stata presa dall'unione europea dei federalisti al Congresso di Montreux), che dal 7 al 10 maggio 1948 aveva riunito 80~0 personalità e militanti europeisti intorno a Winston Churchill, e che aveva chiesto 11 5 maggio 1949 la convocazione di un'Assemblea deliberativa europea, i Governi avevano costituito il Consiglio d'Europa, composto da un Comitato dei Ministri e da un'Assemblea consultiva. 3. Sotto la presidenza del prof. Gasser, autore della bella opera «L'Autonomia comunale e la Ricostruzione delllEuropa », opera di base del comunalismo moderno, si erano riuniti: il prof. Milhaud, Madame De Jaeger, i signori Ladebeck, Patzen e Bareth. Anche Adriano Olivetti aveva inviato la sua adesione. Essi decisero di riunire a Ginevra un Congresso costitutivo e redassero la dichiarazione del mwimento, che così pren- deva vita. 4. Si leggeva in particolare: - - « Davanti al pericolo totalitario che au- menta ovunque, anche nei paesi democratici dove la tensione internazionale, insieme a tanti altri fattori, accresce incessantemente i poteri e i mezzi di pressione dello Stato, i Comuni, nella misura intera in cui possono conservare la loro autonomia, sono la difesa suprenta della vera democrazia e del libero esercizio dei diritti e delle libertà fonda- mentali della persona umana. I1 Consiglio dei Comuni d'Europa, con l'aiuto che porterà all'instaurazione, allo sviluppo e al consoli- damento di questa autonomia, costituirà dunque una forza morale di grande valore nella storica lotta condotta nell'ora presente per difendere i beni supremi che si ricol- legano alla salvaguardia di questi diritti e di queste libertà. Con il concorso così meto- dicamente dato alle istituzioni internazionali e ai loro organismi specializzati, il Consiglio dei Comuni d'Europa aiuterà a provare che i paesi di cultura occidentale sono impegnati in un grande sforzo per realizzare la sicu- rezza e la giustizia sociale e che, in conse- guenza, i popoli del mondo non sono divisi da antagonismi di aspirazioni irriducibili, che potrebbero trovare la loro soluzione sol3 in una nuova guerra mondiale. E con ciò, come con il suo concorso all'appianamento delle difficoltà economiche che spingono le diverse nazioni le une contro le altre, esso costituirà, nella vita dell'Europa e del mondo, un potente fattore di pace». 5. La dichiarazione dei fondatori del Con- siglio dei Comuni d'Europa definisce tuttora lo spirito che lo anima, anche se raggruppa oggi più di 50.000 Comuni e comunità locali. 8. Nello stesso anno, il 9 maggio 1950, Robert Schuman aveva lanciato quell'ap- pello storico in seguito al quale, il 19 marzo 1951, veniva costituita la prima istituzione comunitaria: la Comunità europea del car- bone e dell'acciaio. 9. Qualche settimana dopo Seelisberg, su iniziativa del Movimento Federalista Euro- peo, si teneva a Strasburgo, il 20 novem- bre, il Consiglio Europeo di Vigilanza, che si proponeva di impegnare il dialogo con l'Assemblea del Consiglio d'Europa e il cui Presidente fu il senatore belga Fernand Dehousse. Questa manifestazione permise di moltiplicare i contatti e di organizzare, con inizio il 28 gennaio 1951, un Congresso costitutivo del Consiglio dei Comuni d'Europa. Questo si tenne a Ginevra. Rappresentanti di Assemblee regionali vennero coi sindaci delle città e dei villaggi a testimoniare il loro attaccamento a questa iniziativa. In- sieme, essi diedero all'organizzazione uno Statuto e definirono i suoi strumenti di lavoro. 10. L'équipe iniziale si era rapidamente al- largata e, fin dalla sua fondazione, il CC% riunì molti uomini che non smisero mai di portare avanti i suoi lavori, ma anzi vi associarono le grandi Associazioni nazionali di poteri locali. 11. Ecco i nomi di coloro che hanno parte- cipato a questo Congresso costitutivo: Germania: Kist, sindaco di Buhl, dottor Krebsbach, Stadtrat di Braunschweig, Lade- beck, sindaco di Bielefeld, Menzer, Stadtrat di Francoforte, Meyle, sindaco di Heilbronn, dott. Muench, Landrat di Wangen, Muntzke, direttore dell'Hessischer Gemeindetag, pro- fessor Muthesius, Deutscher Staedtetag, Nou- vortne, Oberkreisdirektor di Peine, Sauer, sindaco di Ravensburg, Schaub, Stadtve- rordneter di Francoforte. Belgio: Chalmet, Borgomastro di Zelzate, Jurdant, Borgomastro d'ottignies, Merlot, Borgomastro di Seraing, Ronse, Borgomastro di Melsen, de Renesse, Borgomastro di Oostmalle. INDICE A) La nascita del CCE: Seelisberg - Ginevra Ginevra: 28 gennaio 1951 Comitato d'iniziativa per la creazione del Consiglio dei Comuni d'Europa Gli Stati generali dei Comuni d'Europa Versailles: ottobre 1953 Venezia: ottobre 1954 Francoforte: ottobre 1956 Liegi: luglio 1958 Cannes: marzo 1960 Vienna: aprile 1962 Roma: ottobre 1964 Lu Conjererzza eiiropea dei Poteri locali E) L'azione presente e futura del CCE 1) Ottenere, rafforzare e difendere l'autonomia delle comunità locali 2) Facilitare la gestione dei Comuni. assicurare le loro libertà e con- tribuire alla loro prosperità so- prattutto con lo sviluppo delle imprese e degli organismi intercomunali 3) Sviluppare lo spirito europeo nei Comuni, nelle Regioni, nelle co- munità locali e regionali per promuovere una federazione degli Stati europei fondata sulla autonomia di queste comunità 4) Assicurare la partecipazione e la rappresentanza dei Comuni, delle Regioni, delle comunità locali e regionali negli organismi europei ed internazionali 5) Integrare alle future istituzioni europee l'Assemblea rappresentativa dei Comuni, delle Regioni e delle comunità locali e regionali 6) I doveri degli amministratori locali e regionali.
maggio 1967 Danimarca: Aastrup, Sindaco di Brande, Hansen, Sindaco di Vejen. Francia: Berrurier, Sindaco di Mesnil-St.- Denis, Brumbt, Sindaco di Hagueneau, Cha- ban-Delmas, Sindaco di Bordeaux, Delebec- que, Sindaco di La Roque-sur-Pernes, Du- chet, Sindaco di Beaune, Duvert, Sindaco di Blanquefrot, Gaudin, Sindaco di St.-Martin- de Brem, Lasalarié, Presidente del Consiglio generale di Bouches-du-Rhone, Mandonnet, Sindaco di Pas-St.-Lhomer, Mondon, Sindaco di Metz, Orrion, Sindaco di Nantes, de Saint- Exupery, Sindaco di Orquevaux, Sergent, Sindaco d'Etrechy, Tremintin, Sindaco di Plouescat, Presidente dell'Associazione dei Sindaci di Francia, Voisin, Membro del Co- mitato di Studio e d'Azione degli Stati generali, Bareth, Segretario del Comitato di Stu- dio e d'Azione degli Stati generali. Olanda: Feber, Primo Assesso're dellJAja. Italia: Andreoli, Pro-Sindaco di Roma, D'Angelo, Assessore della Regione siciliana, sen. Bastianetto, Sindaco di S. Donà di Piave, dott. Ferrarotti, Segretario dei Centri Comu- nitari del Canavese, prof. M. S. Giannini, dell'Associazione nazionale dei Comuni ita- liani, Quaroni, Vice-Presidente ddllIstituto Nazionale d'urbanistica, dott. Actis Perinetti, Sindaco di Caluso, Rossi, Sindaco di Ivres, Vinci, Consigliere comunale di Aidone Enna. Lussemburgo: Clement, Consigliere di Esch-sur-Alzette, Maroldt, Borgomastro di Remich, Rasquin, Borgomastro di Esch-sur- Alzette, Wilhelm, Borgomastro di Cappelen. Saar: Brukmeier, Sindaco di Neunkirchen. Dawo, Sindaco di Blieskastel, von Lautz, Oberregierungsrat, Nesseler, Sindaco di Mit- telbexbach. Svizzera: Cottier, Consigliere amministrativo di Ginevra, prof. Gasser, dell'università di Basilea, Genet, Consigliere comunale di Losanna, Patzen, Sindaco di Berthoud, Soll- berger, Syndic di Bex. Comitato d'Iniziativa per la creazione del Consiglio dei Comuni d'Europa: praf. Milhaud, dell'università di Gine- vra, Presidente m.me de Jager, Segretario; Marique, Direttore generale della piccola proprietà terriera, aveva contribuito alla co- stituzione della delegazione belga, mentre Serafini, Segretario dell'Istituto italiano per i centri comunitari, aveva costituito la delegazione italiana; poco tempo dopo questo Congresso, a questa équipe si unirono Lug- ger, oggi Sindaco di Innsbruck, e Hammer, Segretaria generale dell'Associazione dei comuni austriaci. 12. La Sede del CCE fu stabilita a Ginevra, presso la Casa dei Comuni situata nella Villa Moynier, proprietà messa a disposizione del CCE dalla città di Ginevra. Cottier, Consi- gliere amministrativo di Ginevra e, all'epoca, Presidente dell'unione delle città svizzere, fu il primo Presidente del Consiglio dei Comuni d'Europa. 13. Lo Statuto e una dichiarazione prelimi- nare fissarono lo spirito, la natura e gli scopi del CCE. Eccone i punti essenziali: t Riuniti a Ginevra, il 28 gennaio 1951, i rappresentanti dei Comuni e delle comunità locali affermano: - COMUNI D'EUROPA - che l'autonomia comunale è il baluar- do ddle libertà personali; - che le libertà comunali sono ovunque minacciate dalle usurpazioni dello Stato; - che la Federazione degli Stati europei è ritardata, malgrado la volontà dei popoli, dalle sempre rinascenti opposizioni tra gli Stati; - che i sindaci e gli amministratori elettivi delle comunità locali, uniti al di sopra delle frontiere dalle loro preoccupa- zioni di amministratori a contatto con le realtà e con le popolazioni, sono gli indi- spensabili artigiani di una Europa libera, unita e rispettosa delle diversità ». « I1 Consiglio dei Comuni d'Europa è la rappresentanza liberamente costituita dei coniuni e delle comunità locali >>. «Gli scopi del Consiglio sono i seguenti: - ottenere e difendere l'autonomia lo- cale; - sviluppare lo spirito europeo nei comuni e nelle comunità locali per promuovere una Federazione degli Stati europei fondata sull'autonomia delle comunità; - assicurare la partecipazione e la rappresentanza dei comuni e delle comunità locali negli organismi europei e internazionali; - integrare alle future istituzioni europee l'Assemblea rappresentativa dei comuni e delle comunità locali ». 14. Come si vede, questo Statuto definiva lo spirito del movimento che associa il Comune e le sue libertà alla costruzione di un ordine europeo. Esso stabiliva ardita- mente la partecipazione delle comunità locali e regionali alle istituzioni attuali e future dell'Europa. 15. Poco tempo dopo fu deciso di creare la diramazione francese, prima sezione nazionale, che si costituì in Associazione francese per il Consiglio dei Comuni d'Europa, sotto la presidenza di Edouard Herriot, avendo come Segretario generale Raymond Berru- rier, e con l'aiuto senza riserve dell'Asso- ciazione dei Sindaci di Francia: aiuto che le permise di svilupparsi rapidamente e che non è venuto mai meno, poiché ancora oggi l'Associazione francese ha la sua sede presso la Casa dei Sindaci di Francia. 16. Assai rapidamente si costituirono altre associazioni nazionali in Italia, Svizzera, Lus- semburgo, Germania, Belgio, Austria, Gran Bretagna, Grecia, Paesi Bassi ... Esse hanno permesso di decentrare ed estendere l'azione del Consiglio dei Comuni d'Europa anche nell'ambito dei diversi paesi, adattandola ai costumi e alle legislazioni nazionali. Se l'atto d'adesione dei Comuni e delle comunità regionali si effettua direttamente a livello europeo - vale a dire al CCE stesso -, le strutture del CCE sono realmente federali, le decisioni d'interesse europeo sono prese a livello sovranazionale, applicate a questo livello per quel che riguarda le istituzioni comuni o dalla Sezione nazionale, quando esse si ripercuotono sulla legislazione o sullo Statuto delle comunità locali di quel paese. E' così che oggi, forte di 50.000 adesioni di comuni che vi partecipano direttamente o tramite le loro associazioni intercomunali, di comunità dipartimentali, provinciali o regionali, il Consiglio dei Comuni d'Europa è posto sotto la presidenza di Henry Cra- vatte, Presidente, Borgomastro di Diekirch Vice-Presidente del Governo del Lussem- burgo, di Alois Lugger, Vice-Presidente, Sin- daco di Innsbruck, e di un Comitato di Pre- sidenza composta da: Bareth, Bernascrni, Berrurier, Defferre, Debats, Engel, Green- wood, Grundemann, Hammer, Marique, Mer- lot, Métayer, Mondon, Munch, Muntzke, Plytas, Rippon, Schmedding, Schroeder, Schweda, Serafini, Terré, Wohlfart, Zoli. Di esso fanno parte sezioni nazionali dei seguenti paesi: Austria, Belgio, Francia, Ger- mania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Lus- semburgo, Paesi Bassi, Svizzera. GLI STATI GENERALI DEI COMUNI D'EUROPA Versailles: ottobre 1953 17. Al mo'mento della' fo'ndazione del CCE, i Governi, la stampa, l'opinione pubblica consi,deravano il Comune come una cellula minima ripiegata su se stessa, incapace di attirare profondam'enté l'attenzione del pen- siero e dell'azione politica. Col favore di questa indifferenza, l'accentram'ento aveva accelerato i suoi progressi, anche in quelle nazioni tra'dizionalmente att'accate alle libertà locali. 18. In tre anni il nuovo organismo ha assi- curato una straordinaria promozione dell'idea comunale, di cui i Prirni Stati generali dei Comuni d'Europa, tenuti a Versailles nei giorni 16, 17 e 18 ottobre 1953, sono stati senza dubbio la dimostrazione più appari. scente. Più di un migliaio di sindaci, venuti dai quattro angoli d'Europa, di piccole e grandi nazioni, dalla Gran Bretagna come dai paesi scandinavi, hanno adottato in quel- la occasione, in un ambiente entusiasta, la Carta europea delle libertà locali. Questa dichiarazione solenne determina gli obiet- tivi comuni di un'azione condotta ormai parallelamente in ogni nazione e che ha per scopo di far consacrare dalle leggi, dalle co- stituzioni nazionali, dalle istituzioni nazionali, dalle istituzioni europee, i principi rigo- rosamente formulati nella Carta. 19. Gli Stati generali hanno rinnovato il movimento comunale, dandogli l'ampiezza che gli è necessaria, grazie alla simbiosi del campanile e dello spazio continentale. Per risvegliare il villaggio e la città era necessaria la grande avventura europea: gli amministratori delle comunità locali hanno provato che essi avevano una coscienza molto viva della sua necessità. A che servirebbe la dedizione dei sindaci all'ingrata ammini- strazione dei Comuni, se questi dovessero deperire in seno alle nazioni oggi troppo ristrette, o essere asservifi da un centrali- smo totalitario? 20. L'Europa deve avere come primo scopo la Pace, la libertà degli uomini e la loro amicizia: gli Stati generali hanno dimo- strato che i Comuni sono le parti principali di questo edificio. 21. Al termine di questi Stati generali fu eletto Presidente del CCE Hamilius, allora Borgomastro di Lussemburgo.
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