32 Brigata Karpacka e questi affidò la guida della sezione editoriale ad un redattore di grande capacità: Jerzy Giedroyć. L’attività pubblicistica e d’informazione dell’esercito era caratterizzata da un notevole senso critico e dalla consapevolezza di rivolgersi a dei lettori che, provati dalle esperienze concentrazionarie, non avevano bisogno di una facile propaganda del successo, che anzi li avrebbe urtati, ma di un approccio che non temesse di mostrare le difficoltà che li attendevano. Nell’inverno del 1943-44, ebbe luogo lo sbarco nel Golfo di Taranto di oltre 50.000 uomini del II Corpo d’Armata Polacco e l’immediato loro invio lungo la linea del Sangro. Si può immaginare quale inattesa attualità assunsero per i soldati del gen. Anders, reduci dal gelo siberiano, dal torrido clima mediorientale, le parole dell’inno nazionale: “In marcia, in marcia Dąbrowski, dalla terra d’Italia in Polonia, sotto il tuo comando ci ricongiungeremo alla nazione”. A marzo del 1944 fu decisa l’offensiva sulla linea Gustav e al II Corpo fu affidato il compito di prendere Monte Cassino e quindi di superare la linea Hitler a Piedimonte. Si trattava di un obiettivo particolarmente arduo, nel quale si erano già cimentate vanamente altre formazioni alleate; le truppe polacche vi riuscirono il 18 maggio del 1944, dopo sei giorni di combattimento e gravi perdite. L’esercito polacco fu quindi spostato, a giungo, sul versante adriatico con l’ordine di inseguire i nazisti e liberare quanto prima il porto di Ancona, conquistato, dopo la battaglia di Loreto, il 18 luglio. Il combattimento più pesante di questo periodo ebbe luogo sul Metauro; pochi giorni dopo, il 2 settembre, fu spezzata la linea gotica. Nell’ottobre ripresero i combattimenti lungo la linea Santa Sofia, Galeata, Rocca San Casciano, Predappio, Brisighella fino ad arrivare a dicembre, con azioni coordinate alle altre formazioni dell’VIII Armata, sul fiume Senio. Il 9 aprile del 1945 ebbe inizio l’offensiva su Bologna con sanguinosi scontri con i nazisti, fino all’entrata in città il 21 aprile. Fu questo l’ultimo contributo dato dai polacchi alla liberazione d’Italia. Complessivamente, in Italia morirono 4.000 soldati polacchi e 9.000 furono feriti. Le spoglie dei caduti vennero raccolte in quattro cimiteri militari: Casamassima, Cassino, Loreto e Bologna. Dopo la cessazione delle ostilità, il II Corpo fu dislocato in varie località della Romagna, delle Marche e degli Abruzzi. Per tante migliaia di polacchi, che si erano offerti volontari ed avevano lottato contro l’oppressione nazista, si apriva un nuovo dramma. L’assetto europeo sancito dai Grandi a Yalta poneva la Polonia sotto la sfera d’influenza sovietica, ovvero sotto una delle due potenze che l’avevano aggredita nel 1939. Il nuovo governo filosovietico instaurato a Varsavia ufficialmente invitava al rientro, di fatto era ostile verso coloro che avevano militato negli eserciti occidentali. Il gen. Anders fu privato della cittadinanza. Su 112.000 militari del II Corpo solo 14.500, in gran parte provenienti dai campi di prigionia tedeschi, chiesero di tornare in Polonia. Tutti gli altri scelsero di restare nelle file del II Corpo. Il Comando era ben consapevole, fra i Polonia W³oska Nr. 2 (7) - 1998 tanti problemi che si presentavano, di quanto fosse importante ed urgente fornire ai giovani gli strumenti per potersi inserire nella vita civile. Corsi scolastici erano stati tenuti in retrovia anche durante le operazioni belliche, ma a guerra terminata quest’attività ebbe il suo massimo impulso; 1.200 militari vennero iscritti negli atenei italiani. Anche l’attività editoriale ebbe maggiore spazio. Da un punto di vista letterario il periodo italiano ha indubbiamente costituito un momento di grande importanza, in quanto vide il formarsi di posizioni ed idee che avrebbero caratterizzato la letteratura dell’emigrazione. Ampio ruolo in questo ebbe la rivista “Orzeł Biały”, il più importante tra gli oltre ottanta periodici militari polacchi che uscivano allora in Italia. Si stamparono guide e vocabolari. Tra le centinaia di titoli editi dall’esercito polacco in Italia, figurano testi di pubblicistica politica, opere storiche, reportages di guerra, classici della letteratura, romanzi, poesie di soldati. Tra i militari del II Corpo abbiamo scrittori già affermati, come Melchior Wañkowicz (autore di una monumentale e al tempo stesso umanissima epopea della battaglia di Monte Cassino) o Herminia Naglerowa, e giovani come Gustaw Herling Grudziñski (considerato attualmente uno dei maggiori scrittori polacchi contemporanei, dal 1955 residente a Napoli) o Jan Bielatowicz. Naturalmente accanto ad autori ed opere di prim’ordine, scrivono e pubblicano anche autori minori o semplicemente soldati in vena letteraria e non sempre il livello artistico va di pari passo con il successo tra i lettori. Una caratteristica comune a tutta la poesia del II Corpo è comunque l’inscindibilità di parole ed azione: anche quando la rima scade a esortazione tirtea, essa è sempre testimonianza di vita e di fede e da qui deriva la sua popolarità tra i commilitoni che condividono i medesimi ideali e che sono sostenuti dalla forte coesione morale dell’esercito, che lega autore e pubblico. Un dato, questo, testimoniato anche dalle forti tirature dei volumetti di poesia: 1.000-1.500 copie. Per rispondere alla ragguardevole domanda di libri da parte dei militari, a guerra conclusa sorsero perfino alcune case editrici private che si misero a stampare libri in polacco. Grazie al sostegno dell’esercito, nel marzo del 1946 fu fondata a Roma la Casa Editrice Lettere (Instytut Literacki) che qui pubblicò il primo numero della rivista “Kultura”, redatto da Jerzy Giedroyc e Gustaw Herling Grudziñski. Con il trasferimento del II Corpo nell’autunno del 1946 in Inghilterra per la smobilitazione, anche l’Instytut Literacki lasciò l’Italia, spostandosi in Francia, dove tuttora “Kultura” - considerata il più importante periodico dell’emigrazione ed emblematica eredità intellettuale dell’esercito polacco del gen. Anders - continua ad uscire. In nessun altro esercito, durante la seconda guerra mondiale, la letteratura, l’istruzione, la cultura, l’editoria hanno avuto un ruolo così rilevante come nell’Armata di Anders. Per quasi mezzo secolo ignorata dalla storiografia ufficiale polacca per via della censura, da alcuni anni tale produzione letteraria è finalmente
Polonia W³oska Nr. 2 (7) - 1998 33 oggetto di studio, anche se manca ancora una monografia che ne mostri la complessità e la ricchezza. Krystyna Jaworska Redakcja-Redazione Hanna Charuba Graziotti, Anna Jurasz, Andrzej Morawski, Małgorzata Sierotnik Mastrangelo (Rzym); Maria Emilia Lopatto (Florencja); Barbara Głuska Trezzani i Dorota Berbeć (Mediolan); Wanda Orda Barazza (Turyn). Ania Malczewska (przepisanie tekstów); Barbara Duliñska (wysyłki). Daniela Pigliapoco Polonia Włoska - Biuletyn Informacyjny c/o Associazione Generale dei Polacchi in Italia Via Piemonte 117, 00187 Roma, Tel -Fax 06.4814263 - E-mail: fond.umiast@flashnet.it Direttore responsabile: Andrea Morawski; Registrazione presso il Tribunale di Roma n. 561/96 del 15.11.96 Tipografia: Abilgraf, Via Pietro Ottoboni 11 - 00159 Roma - Finito di stampare nel giugno 1998