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N. 7 - Parrocchia di Chiari

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Notiziario della Comunità <strong>Parrocchia</strong>le <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> - N. 7 - Settembre 2007Poste Italiane S. p. A. - Spe<strong>di</strong>zione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia


N. 7 - Settembre 2007Anno XVII nuova serieNotiziariodella Comunità<strong>Parrocchia</strong>le<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>Conto corrente postale n. 12509253intestato <strong>Parrocchia</strong> Santi Faustino e Giovita25032 <strong>Chiari</strong> (Bs)Registrazione N. 45/91 del 6 settembre 1991Tribunale <strong>di</strong> BresciaE<strong>di</strong>to dalla <strong>Parrocchia</strong> dei Santi Faustino e Giovita in<strong>Chiari</strong>, via Morcelli 7 <strong>Chiari</strong> (Bs)sito web: www.parrocchia<strong>di</strong>chiari.orge-mail: angelo<strong>di</strong>chiari@libero.itper le vostre lettere: Ufficio <strong>Parrocchia</strong>le,p.za Zanardelli (8.30 - 11.30)Direttore responsabileDon Giuseppe MensiDirettore redazionaleDon Alberto BoscagliaRedazioneMons. Rosario Verzeletti, Enrica Gobbi, Bruno Mazzotti,Roberto Bedogna, Ida Ambrosiani, Elia Facchetti,Alessandro Gropelli, Paolo FestaCollaboratoriLuisa Libretti, Maria Marini, don Felice Rizzini, RosannaAgostini, don Mino Gritti, don Davide Carsana,Giuseppe Delfrate, Fulvio CoccioloImpaginazioneVittorio BedognaPreparazione copertinaGiuseppe SisinniTipografiaTipolitografia Clarense <strong>di</strong> Lussignoli S. & G.367811121314161822242831In questo numeroLA PAROLA DEL PARROCOIncontra Cristo tuo redentoreSettimana Pastorale MarianaConsiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>leConsiglio per gli Affari EconomiciLENTE D’INGRANDIMENTOUn’amicizia finita sull’asfaltoCOMUNITÀ E SCUOLAAnno nuovo scuola nuovaBENE DICTAEntrata in vigore del motu proprio...CI VEDIAMO IN ARCHIVIOSul po<strong>di</strong>o delle più amateCITY LIGHTSScoprendo la Fondazione:Dessanti spiegato da DessantiCLARENSITÀVITA SOCIALESulle orme <strong>di</strong> don Lorenzo MilaniDA SAN BERNARDINOPASTORALE GIOVANILECentro Giovanile SamberCentro Giovanile 2000Tempo ScoutCOSE SBALORDITIVEMa a questi chiari <strong>di</strong> luna serve ancora Dio?Il prossimo numerode l’Angelo sarà<strong>di</strong>sponibile il 6 ottobreAi collaboratori:► Il materiale per il numero <strong>di</strong> ottobresi consegna entro il 17 settembre.► L’incontro <strong>di</strong> redazione per progettareil numero <strong>di</strong> novembre si terràl’1 ottobre.Non scopriamo oggi l’eccesso dei sinistri stradali.Troppi morti, spesso giovani, troppe cause, siano esse attribuite al“destino” o processate dai sensi <strong>di</strong> colpa nelle aule dei tribunali.Solo una cosa rimane lì isolata, profonda: il dolore.Bramoso <strong>di</strong> giustizia, rassegnato e prostrato, l’unico in grado <strong>di</strong> fermareil corso del tempo mentre tutto il resto invecchia sempre più rapidamente.Neanche un saluto, spesso raccomandazioni che ora sembrano pocoaffettuose e rincarano il rimorso. I ricor<strong>di</strong> aggrappati alle fotografie ea indumenti <strong>di</strong>soccupati.La paura che neanche stavolta si sia trattato dell’ultimo incidente.La speranza che il prossimo non tocchi alla mia famiglia.Ogni minima infrazione è potenzialmente una trage<strong>di</strong>a.Ciascuno <strong>di</strong> noi ha le sue responsabilità. Non sempre, evidentemente,si riesce a farla franca.In copertina2


Incontra Cristo tuo redentoreCarissimi Clarensi,in questo mese <strong>di</strong> settembresi riprende in modo or<strong>di</strong>narioil cammino pastorale della comunitàcristiana, della parrocchia, nei suoiambiti particolari <strong>di</strong> liturgia, catechesie carità. La lettera che volentierivi de<strong>di</strong>co, dal titolo “Incontra Cristotuo Redentore”, intende presentareil programma <strong>di</strong> vita cristiana perl’anno pastorale 2007 - 2008, settimoanno del mio parrocchiato in mezzo avoi. Mi auguro si possa continuare laformazione <strong>di</strong> catechisti e animatori apartire dai vari gruppi e associazionigiovanili e dalla comunità degli educatori,collaboratori e volontari, genitorie famiglie. <strong>Chiari</strong> per i “giovanie la fede” punta sull’educazione: glieducatori siano pronti a raccoglierequesta sfida. Pertanto in parrocchianon è sufficiente parlare <strong>di</strong> Gesù ofare iniziative nel suo nome, occorrefarlo incontrare in quanto Cristo èla legge vivente d’amore, che si manifestain alcune priorità: la pastoraledella famiglia, la catechesi e formazionereligiosa, l’educazione deigiovani, la promozione della carità edella spiritualità.L’annuncio <strong>di</strong> fedeI cristiani sono uomini in camminonella società attuale che portanol’unico e indefettibile messaggio <strong>di</strong>salvezza che viene dal Vangelo. Oggiil nemico da combattere è l’in<strong>di</strong>fferenza<strong>di</strong> chi rinuncia a misurarsi suigran<strong>di</strong> perché della vita e a cercare laverità. Essi devono porre, prima conla vita e poi con le parole, le gran<strong>di</strong>questioni sull’amore, la vita, la morte,il dolore, il bene, il male e sono sollecitatiad avere la forza <strong>di</strong> riproporrela bellezza e la grandezza <strong>di</strong> unaappartenenza totale a Dio, Verità eAmore. Per riproporre la fede oggi, ilConvegno Ecclesiale <strong>di</strong> Veronaci rivolge un appello alla corresponsabilitànella comunione <strong>di</strong> tutti i battezzatiin or<strong>di</strong>ne al Vangelo, per poteressere in grado <strong>di</strong> “dare ragione dellapropria speranza”. L’enciclica “Deuscaritas est” ci propone <strong>di</strong> coniugarein armonia l’accoglienza dell’Amore<strong>di</strong> Dio e l’impegno per la giustizia,impegno affidato a tutti noi immersinel mondo e attori delle sue vicendee perciò chiamati a portare il fermentodel Vangelo nella famiglia e nellasocietà. Questo comporta riportareal centro della vita dei credenti ilnucleo essenziale del Vangelo, fare <strong>di</strong>Cristo il cuore della vita quoti<strong>di</strong>ana,della propria testimonianza. L’annuncioesplicito e vivente della federichiede corresponsabilità e autenticità:deve tradursi in atteggiamenti <strong>di</strong>servizio nello spirito delle beatitu<strong>di</strong>nievangeliche, in una misura alta <strong>di</strong>vita cristiana or<strong>di</strong>naria e in uno stile<strong>di</strong> semplicità e <strong>di</strong> mitezza.Durante l’anno vivremo <strong>di</strong>verseiniziative e proposte <strong>di</strong> formazione:il percorso della iniziazionecristiana dei fanciulli e dei ragazzi alprimo e secondo anno in comunionecon i genitori e le famiglie, il cammino<strong>di</strong> formazione morale e spiritualedegli adolescenti e giovani, seguendoil nuovo progetto <strong>di</strong> pastoraledei preadolescenti e adolescenti,la Scuola della Parola <strong>di</strong> Dio che siintende rilanciare con maggior vigoreper gli adulti, gli incontri <strong>di</strong> formazionebiblica, l’accoglienza delladottrina sociale della Chiesa, i centri<strong>di</strong> ascolto, gli Esercizi Spirituali dellaCittà, le settimane pastorali, le novene,i cammini formativi dei gruppi eassociazioni, gli incontri <strong>di</strong> catechesie <strong>di</strong> spiritualità nei vari tempi delcammino liturgico. Invito tutti adessere generosi nella partecipazioneassidua e perseverante.Non manchino certamente i catechisti,gli animatori ed educatori.Il nuovo anno pastorale parrocchialesarà de<strong>di</strong>cato all’educazione alla fedenel solco del Convegno <strong>di</strong> Verona:un progetto nei suoi cinque ambiti(vita affettiva, lavoro e festa, fragilità,tra<strong>di</strong>zione, citta<strong>di</strong>nanza) che sarannopure oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o nel ConsiglioPastorale della <strong>Parrocchia</strong>.L’intento è <strong>di</strong> aiutare ogni personaperché con la fede in Cristo Gesù, ilSignore Risorto, riscopra lo sguardonitido del Vangelo, mantenga destala propria coscienza, se ne lasci interrogare,la formi e l’ascolti per giungerea una fede consapevole e coraggiosa.Al centro poi della nostra comunitàcristiana c’è l’Eucaristia, fontee culmine della vita della Chiesa.Chi si pone a servizio del Vangelo, sevive dell’Eucaristia, avanza nell’amoreverso Dio e verso il prossimo econtribuisce così a costruire la Chiesacome comunione, che annunciala fede in Cristo Gesù, il Redentoredell’uomo.SCUOLA BIZANTINA,Cristo PantocratoreTretyakov Gallery, Mosca3


CORNELIS ENGELBRECHTSZ(1468-1533)Il profeta Eliseo guarisce NaamanMuseo <strong>di</strong> Belle Arti, ViennaUn <strong>di</strong>alogo accoglientee serenoDio non si stanca mai dell’uomoe nella sua misericor<strong>di</strong>a è semprepronto ad ascoltarne la voce <strong>di</strong> supplicae a stendere la sua mano misericor<strong>di</strong>osacome nella vicenda delladonna che lava i pie<strong>di</strong> al Signore nellacasa <strong>di</strong> Simone il fariseo: “Le sonoperdonati i suoi molti peccati, poichémolto ha amato” e alla donna Gesù<strong>di</strong>ce: “La tua fede ti ha salvata; va inpace” (Lc 7, 36 - 50).A questo proposito san Bernardoebbe a <strong>di</strong>re: “Solo la carità può <strong>di</strong>stogliereil cuore dall’amore <strong>di</strong> sé edel mondo e in<strong>di</strong>rizzarlo verso Dio”.L’annuncio <strong>di</strong> Cristo avviene soloquando una persona cerca e fa esperienzadella presenza amorevole <strong>di</strong>Cristo. Si instaura un rapporto personale<strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> amore verso ilSignore. Gesù nella sua preghiera afferma:“La vita eterna è questa: conoscereTe, l’unico vero Dio, e coluiche Tu hai mandato, Gesù Cristo”.Conoscere significa vivere un rapportocon Dio <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong>fede e <strong>di</strong> preghiera. Il Vescovo Giulionella sua lettera pastorale 2007/2008per la <strong>di</strong>ocesi, sul tema Vita liturgicadella comunità cristiana eministero episcopale in “Vita liturgica,Eucaristia e comunità ecclesiale”<strong>di</strong>ce:”Esorto tutte le comunità cristianee in primo luogo i presbiteri, afar sì che la celebrazione Eucaristicadomenicale, pur essendo ovviamenteun incontro personale con Cristo,<strong>di</strong>venti sempre <strong>di</strong> più un’azione comunitaria,caratterizzata da autenticapartecipazione, a partire da una piùgrande consapevolezza del misteroche viene celebrato e del suo rapportocon l’esistenza quoti<strong>di</strong>ana”.Il papa Benedetto XVI nella “EsortazioneApostolica post-sinodale Sacramentumcaritatis” sottolinea chel’Eucaristia non è soltanto un misteroda credere e da celebrare, ma è pureun mistero da vivere, cioè da inserirein una esistenza quoti<strong>di</strong>ana. L’impegnocomunitario ci porterà quest’annoa vivere bene la preghiera in genere,a curare particolarmente la celebrazionedella Messa per una liturgiasemplice, bella ed affascinante.In questo sarà utile la collaborazione<strong>di</strong> tutti i gruppi che fanno riferimentoall’Eucaristia: sacristi, ministranti,lettori, cantori, cori, organisti, animatoriliturgici, ministri straor<strong>di</strong>naridell’Eucaristia, i gruppi delle puliziee del decoro delle Chiese, il gruppoBetania, i volontari delle parature.Tutto riuscirà favorevole a far sì chela liturgia sia davvero un incontrareCristo: “Questa vita nella carne, io lavivo nella fede del Figlio <strong>di</strong> Dio, chemi ha amato e ha dato se stesso perme”(S. Paolo ai Galati 2,20).Avendo il Vescovo Giulio emanatoil “Direttorio per la celebrazione e lapastorale dei Sacramenti nella <strong>di</strong>ocesi<strong>di</strong> Brescia”, i sacerdoti della <strong>Parrocchia</strong><strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> vi hanno al riguardode<strong>di</strong>cato una giornata <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>onel giugno scorso e hanno ritenutoutile offrire a tutti in <strong>Parrocchia</strong> unlibretto dal titolo:”La comunità nascedai Sacramenti”: in<strong>di</strong>cazioni perla celebrazione e la pastorale dei Sacramentinella comunità parrocchialeclarense.Un servizio significativoe gratuitoNella nostra esistenza cristiana possiamoportare speranza nella misurain cui abbiamo una “storia da raccontare”a chiunque, nella sua inquietu<strong>di</strong>ne,la cerchi.Nella nostra parrocchia vasta e consistentesono presenti e operanti <strong>di</strong>versigruppi, movimenti, camminie associazioni protesi a un serviziosignificativo e gratuito nella comunità.Invito tutti a fare proprio ilprogramma <strong>di</strong> vita che Cristo stessosuggerisce, come criterio <strong>di</strong> autenticitàvaloriale per l’agire <strong>di</strong> ognigruppo: “Vi do un comandamentonuovo: che vi amiate gli uni gli altri;come io ho amato voi, così amatevianche voi gli uni gli altri. Da questotutti sapranno che siete miei <strong>di</strong>scepoli,se avrete amore gli uni gli altri”(Gv 13, 34 - 35; 1 Gv 2,7). Siamoad una svolta importante dellastoria della nostra comunità cristiananei primi anni del nuovo millennio.Tutti siamo chiamati a sentirepiù urgente la chiamata <strong>di</strong> Cristo Signoread essere fermento <strong>di</strong> novità<strong>di</strong> vita nella fede in Lui e nella suagrazia, con stima delle sane tra<strong>di</strong>zioniclarensi, affinché tutte le cose sianoricapitolate in Cristo. È questo losfondo da tenere presente in ogninostra azione e decisione: noi siamoparte <strong>di</strong> un grande momento storicodell’azione <strong>di</strong> Cristo, <strong>di</strong> Colui chetiene il libro della storia e attira a sél’intera vita <strong>di</strong> ciascuno e <strong>di</strong> ogni famiglia.Nel farsi della vita comunitariaparrocchiale è utile, anzi in<strong>di</strong>spensabilela collaborazionedei laici, presenti nei vari gruppie associazioni. Tanto bene fannoi gruppi nella vita parrocchiale:i gruppi caritativi, i gruppi della liturgia,quelli della catechesi, dellacultura e dell’animazione giovanile,dei collaboratori e degli educatori, igruppi sportivi e <strong>di</strong> programmazione<strong>di</strong> iniziative e proposte presso ilCentro Giovanile, i gruppi delle comunicazioni(stampa, archivio, biblioteca,la ra<strong>di</strong>o parrocchiale Claronda),i vari Consigli (pastorale,per gli affari economici, dell’oratorio)e tutti gli altri gruppi parrocchialie <strong>di</strong> coloro che sono vicini all’azionedella comunità cristiana. Ritengo ungruppo a valore parrocchiale quelloche delinea il suo agire e collaborarenella <strong>di</strong>mensione evangelica ed ecclesialee in un sentire sociale <strong>di</strong> rispettonon <strong>di</strong>rompente, ma costruttivo<strong>di</strong> valori umani e cristiani.A tutta la comunità e a tutti questi4


gruppi mi sento <strong>di</strong> chiedere la collaborazionenella promozione dellavita pastorale innanzitutto, maa tutti e a ciascuno faccio riferimentoper un contributo eun sostegno collaborativo peril restauro dell’interno dellaChiesa <strong>di</strong> Santa Maria, del tettodel Duomo, della Chiesa delcimitero, dell’impianto campanariodella torre, e soprattuttodel complesso <strong>di</strong> Sant’Agape,cioè dell’oratorio (il campetto)che ha bisogno <strong>di</strong> un rifacimentototale e <strong>di</strong> un completamentodell’opera del nuovo CentroGiovanile 2000 secondo lanuova impostazione <strong>di</strong> pastoralegiovanile e familiare.So <strong>di</strong> chiedere tanto, ma tanta èpure la mia stima, grande la fiducianei clarensi, sensibili e fieri delleopere parrocchiali e del nuovoCentro Giovanile, che sembra essereunico nella <strong>di</strong>ocesi e che desiderereiportare a termine in un tempoil più breve possibile. Tutti i giovaniin questi anni mi sollecitano a questoe io mi sento <strong>di</strong> ascoltarli e <strong>di</strong> acconsentirlicon la collaborazione <strong>di</strong>tutti e soprattutto con l’aiuto del Signoree la intercessione della VergineMaria.Per una testimonianza<strong>di</strong> Gesù nel quoti<strong>di</strong>anoL’unione con Cristo porta alla unionecon gli altri ai quali Gesù si dona.Io non posso avere Cristo solo perme; posso appartenergli soltanto inunione con tutti quelli che sono <strong>di</strong>ventatio <strong>di</strong>venteranno suoi.L’amore per Dio e per il prossimosono veramente uniti.Il messaggio dell’enciclica “Deus caritasest” è certamente <strong>di</strong> questo sentoree <strong>di</strong>chiara la carità il principiofondante della Chiesa <strong>di</strong> Cristo e <strong>di</strong>ogni comunità cristiana. La carità èla forza vincolante per la vita dellacomunità cristiana: come non esistela Chiesa se non dalla Parola e dall’Eucaristia,così non esiste la Chiesase non dalla carità. Infatti lo Spiritoche rende viva la Parola, che rendepresente Cristo nel suo corpo enel suo sangue, fa la Chiesa un solocorpo <strong>di</strong> Cristo. Così la carità al paridella Parola e dell’Eucaristia “forma”la Chiesa. La dottrina socialedella Chiesa illumina il cammino<strong>di</strong> salvezza dell’umanità, anche neisuoi elementi <strong>di</strong> promozione umana,<strong>di</strong> lotta per la giustizia e <strong>di</strong> promozionedella pace. Infatti la caritàcristiana non è un amore cieco, maun amore intelligente. Colui che èanimato da una vera carità è ingegnosonello scoprire le cause dellamiseria, nel trovare i mezzi per combatterla,nel vincerla risolutamente.Il modo vero <strong>di</strong> servire i poveri nonè partire dalla loro povertà in sensosociologico, ma partire da Cristo povero:come una semplice povertà,così anche la semplice prassi non èuna luce, come suggerisce la “Populorumprogressio” <strong>di</strong> Papa Paolo VI.I cristiani vivono la carità non soloquando, negli organismi caritativiche sono espressione della Chiesa,aiutano chi è nel bisogno, ma anchequando si impegnano nel mondo afianco <strong>di</strong> fedeli <strong>di</strong> altre confessionireligiose e <strong>di</strong> persone <strong>di</strong> altra estrazionesociale.La nostra parrocchia programmae svolge varie iniziative caritative esi avvale della Caritas parrocchialee zonale. I gruppi caritativi parrocchialisono i seguenti: l’Ascolto Caritas,il Centro Aiuto Vita (C.A.V.),la Conferenza <strong>di</strong> san Vincenzo, laCommissione parrocchiale Caritase la Consulta zonale Caritas, l’Auxiliumpresso la comunità <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no,Gruppo “mobili” Caritas alRota. La testimonianza della caritàè il modo con cui la parrocchia può<strong>di</strong>ventare missionaria oggi, con cuiallargare le sue frontiere. È l’unicomodo con cui potrà superare i luoghicomuni, la ripetitività, il suo esseresempre allo stesso punto, perirra<strong>di</strong>arsi secondo il grande <strong>di</strong>segno<strong>di</strong> unità <strong>di</strong> Cristo, consegnato dallasua croce a ciascuno <strong>di</strong> noi e <strong>di</strong> cuinoi oggi siamo responsabili <strong>di</strong> frontealle generazioni passate e per le generazionifuture.Carissimi Clarensi, questo programmapastorale per il nuovo anno accompagnail cammino <strong>di</strong> gioia dellanostra parrocchia e vi consegnoun’ultima parola: “La prima, necessaria,irrinunciabile, possibilee doverosa testimonianzaal Vangelo <strong>di</strong> Cristo tuo Redentore,è la vita <strong>di</strong> ogni giorno,una vita nella quale seguiamoCristo, il Signore”.Buon anno pastorale!Mons. Rosario, il vostro PrevostoApostolato della PreghieraIntenzione per il mese <strong>di</strong>settembre:“Perché tutti coloro che attraversanomomenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltàinteriore e <strong>di</strong> prova trovino inCristo la luce e il sostegno cheli conducano a scoprire l’autenticafelicità”.La situazione attuale della societàin ogni campo è preoccupante.Dove trovare allora deicriteri per collaborare in manieraresponsabile all’e<strong>di</strong>ficazionedel presente, come purealla costruzione <strong>di</strong> un avvenirenostro e <strong>di</strong> questo mondo?Mettersi <strong>di</strong> fronte a queste domandevuol <strong>di</strong>re innanzituttorendersi conto che un ‘cammino’per risolvere i problemi haun suo punto <strong>di</strong> partenza e unconseguente percorso, incontrandoe vivendo Colui che hail potere <strong>di</strong> instaurare un ‘regnouniversale <strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong>pace’, cioè Gesù Cristo. Si trattaconseguentemente <strong>di</strong> imitarela ricerca svolta con insistenzadai Re Magi, per essere in grado<strong>di</strong> sperimentarla ogni giornonella nostra vita. I Re Maginon si sono certamente stancati<strong>di</strong> domandare “Dov’è il redei Giudei che è nato?” L’Apostolatodella Preghiera ci invitaa rivolgerci quoti<strong>di</strong>anamenteal Cuore <strong>di</strong> Gesù con le parole“io ti offro in unione al SacrificioEucaristico tutto quello cheoggi vivo per la salvezza <strong>di</strong> tuttigli uomini, nella grazia delloSpirito Santo, a gloria del DivinPadre”.Padre Piero Donadoni5


Settimana Pastorale Mariana30 settembre - 7 ottobre 2007“Nella Parola <strong>di</strong> Dio una bussola per la vita <strong>di</strong> ogni giorno”“Cristo Redentore, Sapienza eterna, donaci <strong>di</strong> gustare la tua dolce amicizia”Domenica 30 settembreGiornata <strong>di</strong> aperturadell’anno catechisticoOre 10.00 - Santa Messa in Duomoe “mandato” alla Comunità educativadell’oratorio (catechisti, animatori,educatori, collaboratori).Primo incontro delle famiglie perl’avvio del primo anno della iniziazionecristiana dei fanciulli e dei ragazzi.Ore 11.00 e 16.00 - Celebrazionedei Battesimi in Duomo.Ore 15.00/18.00 - È proposta a tuttil’Adorazione Eucaristica in Duomo.Ore 18.00 - Santa Messa in aperturadella Settimana Pastorale Mariana.Lunedì 1 ottobreGiornata per gli ammalati e gli anzianiOre 9.00 - Santa Messa della comunità(Santa Maria).Ore 20.30 - Incontro genitori perl’introduzione all’anno sportivo alCentro Giovanile.Martedì 2 ottobreGiornata per la famigliaOre 9.00 – Santa Messa della comunità(Santa Maria).Ore 20.30 - Incontro per la presentazionedel documento “La Comunitànasce dai Sacramenti”(Santa Maria).Mercoledì 3 ottobreGiornata della Parola <strong>di</strong> DioOre 9.00 – Santa Messa della comunità(Santa Maria).Ore 20.30 - Incontro <strong>di</strong> formazionebiblica (Santa Maria).Giovedì 4 ottobreGiornata <strong>di</strong> preghieraper tutte le vocazioniOre 9.00 - Santa Messa della comunità(Santa Maria).Ore 15.00 - Adorazione Eucaristicamensile vocazionale (Duomo)Ore 20.30 - Liturgia penitenziale comunitariae Ss. Confessioni(Santa Maria)Venerdì 5 ottobreGiornata della preghieraOre 9.00 – Santa Messa della comunità(Santa Maria).Ore 10.00 - 11.30 Adorazione Eucaristica(Duomo).Ore 20.30 - Assemblea comunitaria<strong>di</strong> tutti i collaboratori parrocchialial Centro Giovanile (Consiglio pastorale,Consiglio per gli Affari Economicidella <strong>Parrocchia</strong>, Consigli deglioratori) e Aggregazioni ecclesiali(Associazioni, Gruppi, Movimenti,Cammini) sulla scelta <strong>di</strong>ocesana delvescovo per il nuovo anno pastorale2007/2008: “Vita liturgica della Comunitàcristiana e Ministero episcopale”.Sabato 6 ottobreGiornata della RiconciliazioneSpiritualeOre 9.00 - Santa Messa della Comunità(Santa Maria).Ore 15.00 - Ss. Confessioni per tuttiin Duomo.Ore 18.00 - Santa Messa del sabatosera in Duomo.Domenica 7 ottobreFesta della Beata Vergine Mariadel Santo RosarioOre 9.00 - Santa Messa della Comunitàin Duomo.Ore 10.00 - Santa Messa delle famigliein Duomo.Ore 10.00 - Santa Messa Solenne inSanta Maria.Ore 16.00 - Vespri Solenni in SantaMaria con la preghiera <strong>di</strong> affidamentoa Maria delle famiglie ICFR.Processione solenne marianaOre 18.00 - Santa Messa <strong>di</strong> ringraziamentonella conclusione della settimanamariana pastorale.Mondo femminileWelfare. Questo termine inglese,che ha il significato <strong>di</strong> ‘prosperità,benessere’, viene utilizzato anchein Italia per in<strong>di</strong>care l’assistenzasociale. Ho avuto l’occasione <strong>di</strong>informarmi sul welfare negli USA,traducendo il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> TheresaFuniciello, la presidente americana<strong>di</strong> un’associazione che <strong>di</strong>fendei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> coloro che devono assisterei familiari in <strong>di</strong>fficoltà, anzianio <strong>di</strong>sabili. Il welfare americanoviene definito “tirchio e crudele”,essendo basato sul principio cheè povero colui che non ha voglia<strong>di</strong> lavorare! Come esempio è stataportata la vicenda <strong>di</strong> Anna e <strong>di</strong>suo figlio Angelo.Anna era sola, poiché suo maritose n’era andato con un’altradonna. Lei era impiegata in unagrossa industria. Quando a suofiglio fu <strong>di</strong>agnosticata una gravemalattia in fase terminale, Annachiese <strong>di</strong> lavorare part-time perpoterlo assistere, ma le fu rifiutato.Un giorno dovette proprioassentarsi per accompagnare ilfiglio, ma al suo ritorno trovò lalettera <strong>di</strong> licenziamento: data lasituazione, non veniva più considerataaffidabile. Anna si rivolseall’assistenza sociale, ma al figlionon venne riconosciuta nessunaindennità, perché ‘tanto sarebbemorto <strong>di</strong> lì a poco’. Allora chieseassistenza per se stessa, essendo<strong>di</strong>soccupata: le venne assegnatoun lavoro qualsiasi <strong>di</strong> 25 ore settimanali.Anna lo accettò per forza.Doveva anche pagare le rate delmutuo per la casa. Quando Angeloentrò in coma, Anna non sirecò al lavoro per rimanere sempreaccanto al figlio. Perse il lavoroe la casa, si ammalò a sua voltae le fu detto che ciò era causatodallo stress subito. Quandole chiesero perché avesse lasciatoil lavoro dell’assistenza, rispose:“… perché quando gli tocco ilviso, Angelo sorride”.Anna morì <strong>di</strong>sperata, senza mezzie senza una casa.Ida Ambrosiani6


Consiglio Pastorale <strong>Parrocchia</strong>lea cura <strong>di</strong> Ida AmbrosianiSi sono svolte due riunioni - il17 maggio e il 15 giugno scorsi- presso il Centro Giovanile,aventi come argomento <strong>di</strong> riflessionel’aggiornamento della Pastorale Giovanile.Monsignor Verzeletti ha spiegato imotivi del tema proposto per la riflessionee la con<strong>di</strong>visione. Egli ha ricordatoche il progetto <strong>di</strong> pastoralegiovanile, che era stato programmatogià nel 1993, va aggiornato allaluce dei cambiamenti e dei comportamentidella società e dei giovani,avvenuti in questi anni, nonché del<strong>di</strong>alogo della <strong>Parrocchia</strong> con il CentroGiovanile e i giovani. C’era statauna premessa nella riunione del 12gennaio, in cui i responsabili degliOratori (don Alberto Boscaglia per ilCG2000 e don Mino Gritti per SanBernar<strong>di</strong>no) avevano espresso concretamentela situazione attuale. Poiera seguita la relazione <strong>di</strong> don MarcoMori, <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>ocesano per gliOratori e la Pastorale Giovanile, ilquale aveva illustrato lo stu<strong>di</strong>o da luifatto in riferimento ai giovani dellaDiocesi, fornendo chiari dati statisticie considerazioni.I consiglieri sono quin<strong>di</strong> stati invitatia continuare la riflessione sul percorsoche la Diocesi sta facendo, con <strong>di</strong>sponibilitàad accompagnare, a prendereatto del cammino dei preadolescenti,adolescenti e giovani dopo ilpercorso della iniziazione cristiana.Andava messa in risalto l’attenzioneai giovani, cercando <strong>di</strong> comprenderlie tenendo conto della situazione attuale,con <strong>di</strong>scernimento e senso <strong>di</strong>responsabilità.Al Consiglio Pastorale fanno riferimentoil Consiglio dell’Oratorio, lacomunità educativa, tutti i vari gruppie associazioni: c’è dunque la necessità<strong>di</strong> esprimere quella che oggiviene chiamata ‘la passione’ dei giovani,ossia l’avere la capacità <strong>di</strong> capire,intuire e comprendere come collocarcinella situazione dei giovanidella nostra <strong>Parrocchia</strong>.Per quanto riguarda la relazione <strong>di</strong>don Marco Mori (v. L’Angelo <strong>di</strong> aprile),ne sono stati rilevati alcuni aspetti;l’attitu<strong>di</strong>ne dei giovani a:1. rimanere in casa;2. limitare le relazioni ad una cerchiaristretta <strong>di</strong> amici;3. manifestare una certa reticenza,paura o perplessità ad uscire, mettendosiin rapporto con i problemi <strong>di</strong> integrazione,<strong>di</strong> relazione con gli altri;4. rapportarsi riguardo al futuro in<strong>di</strong>mensione personale, egoistica.Sulla base <strong>di</strong> questi temi, ci si è chiesticome si possa investire sul protagonismogiovanile. Al<strong>di</strong>là delle variesituazioni negative, sembra però checi sia tra i giovani anche una certa ricercadella fede, della pratica religiosa,della preghiera (Giovanni PaoloII li chiamava ‘sentinelle del mattino’).La Chiesa si chiede come accostarsiai giovani.Don Alberto ha illustrato lo schema<strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong>ocesano in <strong>di</strong>ecipunti per la nuova pastorale giovanile,spiegando che si deve tener contodelle esigenze attuali dei ragazzi,delle loro aspettative; quin<strong>di</strong> si progetta<strong>di</strong> sud<strong>di</strong>viderli in piccoli gruppida affidare ciascuno ad un coetaneoqualificato, il quale possa guidarli erilevare le esigenze, le richieste chevengono man mano espresse. I puntiprevisti sono i seguenti:• Analisi più corretta della situazionegiovanile.• Formazione degli educatori perloro stessi e per il servizio che svolgono.• Precisazione dell’identità e delruolo dell’Oratorio.• Coinvolgimento della famiglia e<strong>di</strong> tutta la comunità.• Precisazione circa la formazioneintegrale in rapporto allo specificocristiano.• Valorizzazione <strong>di</strong> associazioni emovimenti in un quadro più ampio.• Attenzione ai ‘me<strong>di</strong>a’ come risorsa.• Maggior attenzione e considerazionedelle esperienze in atto.• Relazione con la scuola e altrerealtà presenti sul territorio.• Ricerca della continuità tra IniziazioneCristiana e progetto giovanile.È un progetto sperimentale che sispera possa dare i suoi frutti, favorendol’aggregazione ed evitando la<strong>di</strong>spersione dei ragazzi – come avvieneattualmente dopo la Cresima.I consiglieri hanno giu<strong>di</strong>cato concretoe positivo il progetto stesso. I ragazziverranno comunque sempreseguiti da un sacerdote. La figura <strong>di</strong>Gesù Cristo può sicuramente destareattenzione e attrazione per loro.L’argomento della Pastorale Giovanileverrà perfezionato nel prossimoanno. Tra le riflessioni espressedai Consiglieri è emersa l’idea chel’Oratorio <strong>di</strong>venti veramente il centro<strong>di</strong> educazione alla fede. Tra le altrecose si dovrebbe <strong>di</strong>ffondere la letturadella Bibbia, così come è statoraccomandato dal Concilio VaticanoII. La figura <strong>di</strong> Gesù dovrebbe essereconsiderata nella sua realtà <strong>di</strong> uomoe figlio <strong>di</strong> Dio. 7


Consiglio per gli Affari Economicia cura <strong>di</strong> Rosanna AgostiniSi prospetta un calendario <strong>di</strong> lavoridel massimo rilievo programmatidal CPAE per la stagioneautunnale: dal restauro del catinoabsidale <strong>di</strong> Santa Maria, agli interventi<strong>di</strong> ristrutturazione del tettodel duomo, della Sacrestia della chiesa<strong>di</strong> San Faustino, al ripristino dellefacciate delle Discipline a<strong>di</strong>acentiSanta Maria.Restauro della voltae della cupola <strong>di</strong> Santa MariaÈ in fase <strong>di</strong> avvio l’opera <strong>di</strong> restauroconservativo della volta absidalee della cupola della chiesa <strong>di</strong>Santa Maria Maggiore, a cura delGruppo <strong>di</strong> Lavoro RecuperandoRestauro&Conservazione <strong>di</strong> Lonato.Gli affreschi, risalenti alla fine delXIX secolo, presentano un ciclo pittoricosul tema dell’Assunzione dellaVergine raffigurata nella volta e nellacupola, con schiera <strong>di</strong> angeli e santi.Gravemente compromesso lo stato<strong>di</strong> conservazione degli affreschi,specie nella volta absidale, per il deposito<strong>di</strong>ffuso <strong>di</strong> sali solubili <strong>di</strong> colorebiancastro che hanno deterioratovisibilmente alcune zone. Vasto è ildegrado cromatico della superficie,causato da massive infiltrazioni <strong>di</strong>acqua piovana indotte dallo stato <strong>di</strong>conservazione precario del tetto dellachiesa - antecedente il 2001 - che hacausato il sollevamento degli intonacied estese per<strong>di</strong>te degli affreschi. Ilrifacimento completo della coperturadella chiesa - eseguito a partire dal2002 - non ha potuto evitare il <strong>di</strong>ssestocausato dalle cospicue infiltrazioni<strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà cui oggi il restauro conservativodel catino absidale pone rime<strong>di</strong>o.Non si tratta semplicemente <strong>di</strong>asportare la patina biancastra dei sali<strong>di</strong> deposito che danneggiano la superficiedella volta della chiesa. L’intervento<strong>di</strong> pulizia e <strong>di</strong> asportazionedelle incrostazioni saline deve infattitener conto della per<strong>di</strong>ta ormai irrecuperabile<strong>di</strong> svariate parti cromatichedella superficie affrescata. Con lasupervisione della Soprintendenza,le porzioni degradate che non hannoperduto completamente il colore,dopo pulitura completa, vanno consolidatecon ri-adesione della pellicolapittorica me<strong>di</strong>ante applicazione <strong>di</strong>Qui sopra e in alto, due immagini del tetto del Duomo.Nella pagina a fianco, le facciate delle Chiese <strong>di</strong> San Pietro e San Lorenzoresine adesive adeguate. Non vengonoinvece reintegrate le parti irrime<strong>di</strong>abilmenteperdute: le attuali tecniche<strong>di</strong> restauro conservativo tendonoad evitare l’esecuzione <strong>di</strong> “falsi storici”,mentre si intende operare conuna tecnica minima <strong>di</strong> integrazioneper dare unità visiva all’effetto finale.Tetto del DuomoUrge provvedere alla sistemazionedel tetto del duomo, che versain con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> generale <strong>di</strong>ssesto.La copertura in coppi risulta gravementeammalorata per azione degliagenti atmosferici e per consunzionedella struttura <strong>di</strong> rivestimento causatadagli anni. All’intervento <strong>di</strong> manutenzioneor<strong>di</strong>naria si aggiunge inoltreil serio deterioramento degli abbainia raso, realizzati con lamiere ondulatee struttura in plexiglass. Il degrado<strong>di</strong> questi elementi ha causato infiltrazionimassicce <strong>di</strong> acque meteoricheed infestazione <strong>di</strong> volatili che danneggiano-specie con deiezioni dannose-le strutture in legno e in muratura.L’intervento comporta il ripassocompleto dei coppi, la sostituzionedelle componenti danneggiatee la stesura <strong>di</strong> un nuovo manto impermeabile<strong>di</strong> copertura. Con il consensodella Soprintendenza, si procedeall’eliminazione degli abbaini,pericolosi per la conservazione dellachiesa e non necessari. Infatti l’accessoal sottotetto è garantito da passaggiesterni da rendere più agevolicon la creazione <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> aggancioper le corde <strong>di</strong> sicurezza. Inoltre,per quanto riguarda la copertura del8


tiburio del duomo, in corso d’operasi intende provvedere al consolidamentodel coronamento in mattoni,per ovviare al degrado e alla possibileper<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> elementi.Sacrestia del DuomoL’intervento sulla sacrestia del duomosi è reso necessario per riparareuna serie <strong>di</strong> fratture strutturali checompromettono la soli<strong>di</strong>tà murariadell’e<strong>di</strong>ficio. Si tratta <strong>di</strong> un fenomenostatico che i tecnici definiscono“espulsione dell’angolata”. La compromissionestatica del rivestimentomurario della Sacrestia si evidenziacon la comparsa <strong>di</strong> fessure all’interno- nell’angolo Nord-Est - e all’esternodella facciata, lungo il passaggio versola chiesa <strong>di</strong> Santa Maria. Il fenomenoè legato alla presenza dellevolte a crociera che coprono la sacrestiapiccola. Queste strutture, conla loro conformazione statica, determinanospinte con componente orizzontalesui muri esterni: il fenomeno,noto come “espulsione dell’angolata”,tende ad allontanare tra loro lepareti perimetrali, con il conseguentemanifestarsi <strong>di</strong> fissurazioni proprioin prossimità degli angoli. Per la sacrestiapiccola si prevede un consolidamentostatico da eseguirsi con lacreazione <strong>di</strong> un cordolo in legno realizzato“a pettine”. Con questo accorgimento,la messa in opera noncomporta rimozione della strutturaportante del tetto né danneggiamentodei travetti. Il cordolo in legno “apettine” permette <strong>di</strong> rendere solidalitra loro le murature perimetrali. Ciòcontrasta la componente orizzontaledelle spinte trasmesse dalle volte acrociera, come un anello che stringele pareti e ne impe<strong>di</strong>sce l’allontanamento.Il “pettine”, una volta messoin opera, viene fissato alle muraturesottostanti con perni in acciaio e vincolato,me<strong>di</strong>ante semplice chiodatura,alla struttura del tetto che in questomodo collabora all’effetto contenitivodella nuova struttura. Per completarel’opera, si prevede il consolidamentodel tetto con l’applicazione<strong>di</strong> un piatto in acciaio che corre sullafalda, fissato con semplice chiodatura.Il recupero strutturale della sacrestiaavviene dunque con un’operazioneminimamente invasiva. Nonvengono infatti rimossi i travetti originali.Si tratta inoltre <strong>di</strong> un’opera assolutamentereversibile, in accordocon le moderne teorie del restauroche mirano all’assoluta conservazionedel dato materico <strong>di</strong> un bene architettonico,pur intervenendo consoluzioni strutturalmente efficaci.Conservazione delle facciatedel complesso delle DisciplineL’intervento <strong>di</strong> restauro conservativodel complesso delle Disciplineriguarda le facciate delle chiese <strong>di</strong>San Lorenzo e <strong>di</strong> San Pietro che siaffacciano su via De Gasperi, compresoil passaggio che separa la chiesa<strong>di</strong> San Lorenzo e <strong>di</strong> Santa Maria.Anche la chiesa <strong>di</strong> Santa MariaNascente rientra nel complesso, main questa fase non rientra nell’opera<strong>di</strong> recupero. In generale, l’aspettoattuale delle facciate interessate dall’interventopresenta un <strong>di</strong>ffuso stato<strong>di</strong> compromissione. Infatti, si notanoper<strong>di</strong>te significative <strong>di</strong> parti <strong>di</strong>intonaco, cadute <strong>di</strong> colore, rappezziincoerenti realizzati con malta cementiziae grave deterioramento deglielementi decorativi, come i portali,i fregi, le volute e gli affreschi,in molti casi ormai perduti. Evidenteè soprattutto il degrado della facciatadella chiesa <strong>di</strong> San Pietro. La parteinferiore dell’e<strong>di</strong>ficio sacro è stataparzialmente tinteggiata, come purela porzione interna al portale sul latosinistro: l’intervento però risulta deltutto improprio rispetto alla strutturaesistente, mentre il resto versa intotale abbandono ed attualmente sipresenta scolorito, con per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> coloree caduta <strong>di</strong> intonaco. Le facciatedella chiesa <strong>di</strong> S. Lorenzo e del corridoioverso Santa Maria risultano gravementedanneggiate da fenomenifisici che hanno causato la caduta <strong>di</strong>parti significative <strong>di</strong> intonaco, lo scolorimentodelle pitture, con evidentirappezzi in cemento lasciati senzacolore che vanno seriamente a minarela stabilità generale della maltaoriginale. La presenza <strong>di</strong> rappezzi incemento è pericolosa per la conservazionedegli intonaci <strong>di</strong> malta <strong>di</strong> calceoriginale. La maggiore rigi<strong>di</strong>tà fisicae la scarsa impermeabilità all’acquadelle superfici cementizie infattisi ripercuote sugli intonaci superstitiche vengono sottoposti a stress fisicie chimici, con passaggio <strong>di</strong> agenti inquinantidal cemento per fenomeni<strong>di</strong> capillarità indotta. L’intervento generaleintende dare un aspetto uniformealle facciate, risolvendo lo stato<strong>di</strong> degrado chiaramente visibile.Sono perciò in cantiere operazioni <strong>di</strong>rimozione dei rappezzi cementizi dasostituire con malte <strong>di</strong> calce. Inoltresi programma il consolidamento degliintonaci originali e la tinteggiaturaa latte <strong>di</strong> calce, mantenendo l’effettocromatico oggi visibile. Gli interventimirano a conservare il più possibilel’aspetto attuale delle chiese. Latecnica <strong>di</strong> ri-tinteggiatura adottata sipropone coerente con l’esistente dalpunto <strong>di</strong> vista materico, con impiego<strong>di</strong> latte <strong>di</strong> calce invece delle attualitempere a base sintetica e mantenendole cromie esistenti, anche se leindagini <strong>di</strong>agnostiche hanno <strong>di</strong>mostratonon essere quelle originali. Infatti,il dato cromatico attuale, anchese mo<strong>di</strong>ficato <strong>di</strong> recente -presumibilmenteall’inizio del secolo scorso-, èormai parte della percezione generaledel bene architettonico fruibile alpubblico. Anche per questo intervento,come già per la facciata <strong>di</strong> SantaMaria recuperata nel 2006 al suosplendore d’origine, il trattamento alatte <strong>di</strong> calce non crea una stesurauniforme ma permette <strong>di</strong> intravedere,con effetto “a macchia <strong>di</strong> leopardo”,i lavori <strong>di</strong> riparazione sottostantigarantendo la riconoscibilità dei rappezzi,percepiti come variazioni <strong>di</strong> tonalità,per rendere meglio apprezzabileil lavoro del restauratore. 9


Grazie, suor GianaureliaAbbiamo accolto, in modo inaspettato,nel mese <strong>di</strong> maggioscorso, la notizia del trasferimento<strong>di</strong> Suor Gianaurelia Sangallida <strong>Chiari</strong> alla comunità delleSuore Dorotee dell’Eremo <strong>di</strong> Biennoin Valle Camonica. Ci ha poi lasciatinel mese <strong>di</strong> giugno.Ella ha svolto il suo ministero religiosonella nostra comunità per ben do<strong>di</strong>cianni intensi <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong> impegnopastorale, soprattutto presso ilCentro Giovanile 2000. La sua presenzaassidua e generosa è stata soprattuttoper i bambini, per i ragazzi,i catechisti e le famiglie nel camminodella iniziazione cristiana. Ha collaboratocon i sacerdoti nelle varie iniziativee proposte educative giovanilisia durante l’anno pastorale comenel periodo estivo nell’attenzione aivari gruppi e associazioni.Suor Gianaurelia si è donata in parrocchiacon generosità al lavoro semplice,umile e costante <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne, lavaggioe pulizia della biancheria eparamenti del Duomo e delle varieChiese, coor<strong>di</strong>nando un gruppo apposito<strong>di</strong> signore, <strong>di</strong> mamme, denominato“Gruppo Betania”, che ognisettimana si de<strong>di</strong>cavano, e si de<strong>di</strong>canotuttora, a questo impegno comunitario,con sede presso l’oratorioRota.Questo gruppo lavora con tanta de<strong>di</strong>zionee convinzione, serenità e passione:caratteristiche che la Suora desideravafossero presenti e accompagnatida una spiritualità e preghiera.Penso poi sia utile ricordare volentierianche gli incontri e le visite agliammalati, cui portava l’Eucaristia e ilconforto <strong>di</strong> una parola buona.A suor Gianaurelia va tutta la nostrariconoscenza e l’augurio <strong>di</strong> ogni beneper il suo nuovo apostolato. La accompagniamocon la preghiera e lastima, assicurando che <strong>Chiari</strong> con riconoscenzale vuole bene e volentierila ricorda. Un grazie vivo pure dei sacerdotie mio personale.don RosarioCarissima Sr Gianaurelia.è passato già più <strong>di</strong> un meseda quando hai lasciato la nostra<strong>Chiari</strong> per l’Eremo <strong>di</strong> Bienno, latua nuova casa, ma il vuoto che hailasciato è <strong>di</strong>fficile se non impossibileda colmare.Mentre scriviamo, siamo al Rota nella“nostra” stanza dove il giovedì ci troviamoper la cura dei paramenti sacridel Duomo e <strong>di</strong> S. Maria e ci tornanonella mente i momenti belli e serenidove, tra una risata, una preghierae una chiacchierata passavamo iltempo attaccate ai ferri da stiro o allemacchine per cucire per il bene dellanostra <strong>Parrocchia</strong> e dove, sovente,c’era l’occasione per festeggiare qualchecompleanno o ricorrenze particolaricon la merenda.L’unica cosa che in questo momentopossiamo <strong>di</strong>rti, e probabilmente èl’unica che si può usare, è semplicementeGRAZIE perché la tua sensibilità,già dal tuo arrivo a <strong>Chiari</strong> 12anni fa, ci ha fatte sentire persone ate care pur senza conoscerci, perchénon ti sei mai tirata in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> frontea qualsiasi esigenza o servizio. Grazieper quello che sei stata per noi ecioè una confidente <strong>di</strong>screta e semprepronta a dare consigli e suggerimentie qualche volta me<strong>di</strong>atrice <strong>di</strong>screta.Ci torna alla mente il giorno in cuici hai detto che la Madre Generale tiaveva destinato all’Eremo e solo tusai quale tremendo <strong>di</strong>spiacere ci hadato quella notizia e sai quanto ci è<strong>di</strong>fficile ancora oggi accettarla.Vogliamo terminare queste poche righeche ti <strong>di</strong>mostrano tutto il nostroaffetto, la stima verso te e la riconoscenzaper tutto quello che sei stata(e sei) e hai fatto con una poesia cheriassume la tua persona.Donare un sorrisorende felice il cuore.Arricchisce chi lo ricevesenza impoverire chi lo dona.Non dura che un istantema il suo ricordo rimane a lungo.Nessuno è così riccoda poterne fare a menoné così povero da non poterlo donare.Il sorriso crea gioia in famigliadà sostegno nel lavoroed è segno tangibile <strong>di</strong> amicizia.Un sorriso dona sollievo a chi è stancorinnova il coraggio nelle provee nella tristezza è me<strong>di</strong>cina.E se poi incontri chi non te lo offresii generoso e porgigli il tuo:nessuno ha tanto bisogno <strong>di</strong> un sorrisocome colui che non sa darlo.P. Faber.Grazie ancora per quello che hai fattoper la nostra comunità parrocchialee per noi.Ti portiamo sempre con noi e ricordache tu sarai sempre la “NOSTRASR GIAN”.Non ti <strong>di</strong>menticheremo mai.Con affetto grande le tue donne:Rosa, Marì, Marita, Marì,Rosanna,Giu<strong>di</strong>tta, Tania, Luigina, Anna.10


Sono a casa, sono quasi a casa, loannuncia anche il nome della Via.Ma accade qualcosa, qualcosa <strong>di</strong> incomprensibile,<strong>di</strong> inaccettabile: “stavamoparlando <strong>di</strong> cosa avremmofatto l’indomani - continua Jennifer- quando Giuliano ha corretto unpo’ a destra perché un camion piuttostoingombrante arrivava dal sensoopposto”. E lì, una manovra perstare più sicuri, un gesto consuetosi trasforma nell’inaccettabile. L’autosbanda, forse per la ghiaia oltreil bordo della strada, da destra finiscetutta a sinistra, travolge la corsiaopposta, incontra un palo, un lungomuro, striscia, si ribalta. Qualcunochiama i soccorsi, Jennifer nel frattemporiesce a liberarsi, a uscire dalfinestrino. Pensa subito ai suoi genitori,al terrore che li assalirà. Cercail cellulare, lo trova nella borsa sbalzatafuori dall’auto. Tutto è intatto.Assurdo, tutto è intatto. Il resto è silenzio:lui muore, lei si salva. “Erala persona <strong>di</strong> cui mi fidavo <strong>di</strong> più almondo - sottolinea - non ho avutopaura nemmeno durante l’incidente:lui guidava, io ero sicura”. “Oggimi è cambiato tutto - continua - perchécon lui facevo tutto”.Per tanti è passato un anno, ormai,da questa vicenda. Per Jennifer no,“è come se fosse successo ieri”. Così,quando la domenica sera rientra eascolta il TG che fa la conta dei mortisulla strada, si arrabbia: “mi vienerabbia, sì, quando sento <strong>di</strong> chi muoreil weekend perché aveva bevuto,perché andava veloce, perché si eradrogato - ci confessa - c’è già il destinoa pensarci, non serve aggiungerealtri pericoli”. “A chi mette a rischiola sua vita io racconto la mia storia:non bevevamo, non andavamoa 200 all’ora, nulla; avevamo milleprogetti, stavamo solo tornando acasa e ci <strong>di</strong>cevamo che ci saremmovisti domani. Eravamo Amici”.Alessandro GropelliUn’amicizia finita sull’asfaltoLa storia <strong>di</strong> Jennifer Brescianiniche, un anno fa, ha perso ilsuo amico sulle strade brescianee, mentre il peggio accadeva, eraseduta accanto a lui. Nelle storie, <strong>di</strong>solito, la morale viene alla fine. Quila morale è all’inizio, dove si racconta<strong>di</strong> un’amicizia <strong>di</strong> quelle vere. Allafine c’è solo un consiglio pratico perchi, il sabato sera, vuole evitare <strong>di</strong>mettere a rischio se stesso e gli altri.È una bella ragazza, Jennifer. Discreta,porta un piccola cicatrice al polsodestro; quando la incontriamo èappena nascosta da un nastrino azzurro.È una storia quella ferita oggiquasi scomparsa e le chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>raccontarcela.“Era la sera del 23 agosto 2006 - inizia- e, come accadeva spesso, il miocarissimo amico Giuliano era passatoa prendermi per andare a fare ungiro in auto: io avevo finito <strong>di</strong> lavorare,lui era ancora in ferie”.Si conoscevano da cinque anni i dueragazzi, si erano incontrati al Grestnel 2001 e da lì la loro amicizia nonsi era più fermata, “facevamo tuttoinsieme” spiega Jennifer.Era un rapporto fatto <strong>di</strong> fiducia, e celo racconta così, con le sue lunghechiacchierate, le confidenze, lei chesi era allontanata dalla fede e “luimi ha convinta a tornare a messa, aSan Bernar<strong>di</strong>no: ero felice”. Poi, poici tocca tornare al 23 agosto 2006:“stavamo ritornando da Coccaglio -<strong>di</strong>ce lucida Jennifer - e, usciti dal sottopassodella ex statale 11, avevamoimboccato la Via per <strong>Chiari</strong>”.“Decalogo”del Conducentetratto dal Documento del PontificioConsiglio della Pastorale per i migrantie gli itineranti: “Orientamentiper la Pastorale della strada”(19 giugno 2007)I. Non uccidere.II. La strada sia per te strumento<strong>di</strong> comunione tra le personee non <strong>di</strong> danno mortale.III. Cortesia, correttezza e prudenzati aiutino a superare gliimprevisti.IV. Sii caritatevole e aiuta il prossimonel bisogno, specialmentese è vittima <strong>di</strong> un incidente.V. L’automobile non sia per teespressione <strong>di</strong> potere, <strong>di</strong> dominioe occasione <strong>di</strong> peccato.VI. Convinci con carità i giovani,e i non più tali, a non mettersialla guida quando non sonoin con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> farlo.VII. Sostieni le famiglie delle vittime<strong>di</strong> incidenti.VIII. Fa’ incontrare la vittima el’automobilista aggressore in unmomento opportuno, affinchépossano vivere l’esperienza liberatricedel perdono.IX. Sulla strada tutela la partepiù debole.X. Senti te stesso responsabileverso gli altri. 11


Anno nuovo scuola nuovaRiorganizzazione scolastica a <strong>Chiari</strong>a cura <strong>di</strong> Paolo FestaNiente a che vedere con lariorganizzazione delle “scuole”intesa come costruzioneo meno <strong>di</strong> nuovi e<strong>di</strong>fici scolastici: <strong>di</strong>quella si parlerà in un futuro più omeno prossimo. Qui si tratta <strong>di</strong> unariorganizzazione <strong>di</strong>versa, che coinvolgele persone. Si tratta del passaggioda “<strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>dattica ” a “istitutocomprensivo”. Ve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> fare unpoco <strong>di</strong> chiarezza, giusto per non perdercitra parole che ai più possono risultare<strong>di</strong>fficili, o perlomeno “nuove”,e per riuscire a definire in cosa consistaquesto tipo <strong>di</strong> passaggio, che negliultimi anni ha riguardato moltissimescuole della Provincia (ma anchedell’Italia tutta).Prima, anche se legalmente questo“prima” è stato fino al 31 agosto scorso,c’erano la scuola elementare, opiù precisamente la scuola primaria,come si chiama da un paio d’anni,e la scuola me<strong>di</strong>a (scuola secondaria<strong>di</strong> primo grado), come due realtà <strong>di</strong>stinte,con tempi, spazi e organizzazioni<strong>di</strong>verse. Ah, sì, c’era anche lascuola materna (o scuola dell’infanzia).C’era poi la figura <strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettore<strong>di</strong>dattico che si occupava <strong>di</strong> materneed elementari. Quando questescuole hanno cominciato a chiamarsiscuola dell’infanzia e scuola primaria,alla definizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rettore si èsostituita quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>rigente scolastico.Sono cambiate anche altre cose,non solo i nomi, ma si tratta soprattutto<strong>di</strong> questioni tecniche. Fatto stache a <strong>Chiari</strong>, da un lato c’erano materneed elementari (o scuola dell’infanziae primaria...non lo <strong>di</strong>co più),con il proprio <strong>di</strong>rettore (o <strong>di</strong>rigentescolastico) e dall’altra le scuole me<strong>di</strong>e(secondaria <strong>di</strong> primo grado) chefacevano riferimento a un preside.C’erano quin<strong>di</strong> due livelli orizzontali,più o meno a sé stanti: quello <strong>di</strong>scuola dell’infanzia e scuola primariae quello della scuola secondaria<strong>di</strong> primo grado. C’erano un <strong>di</strong>rettore<strong>di</strong>dattico e un preside. C’erano comunquedue realtà <strong>di</strong>stinte che, certo,si trovavano a collaborare perchéoperanti sullo stesso territorio e perché,in fin dei conti, accompagnavanonel percorso scolastico gli stessiragazzi, ma si trattava, come ho giàdetto, <strong>di</strong> due realtà <strong>di</strong>verse.Nell’anno scolastico 2006-2007 c’eragià stato un primo rimescolamentodelle carte: a seguito del pensionamentodel <strong>di</strong>rigente scolastico, il presidedella scuola secondaria <strong>di</strong> primogrado aveva assunto anche l’incarico<strong>di</strong> <strong>di</strong>rigente <strong>di</strong> primaria e infanzia,trovandosi così a svolgere un doppiocompito. Si trattava ovviamente <strong>di</strong>una situazione transitoria, anche perchécosì facendo il prof Angeli, coluiche appunto svolgeva questo ruolo,si trovava a doversi occupare <strong>di</strong> unnumero veramente alto <strong>di</strong> studenti einsegnanti. Quello che risulta interessanteè che però, per la prima volta,l’organizzazione scolastica non erapiù solo “orizzontale”, ma <strong>di</strong>ventavaanche “verticale”, ponendo sotto ununico coor<strong>di</strong>namento quelle che untempo si chiamavano materne, elementarie me<strong>di</strong>e.Organizzazione “verticale” che è <strong>di</strong>ventatastabile dal 1 settembre: si èriorganizzata la scuola clarense in“istituti comprensivi”, che comprendono,appunto, alunni che vannodalla scuola dell’infanzia alla scuolasecondaria. Parlo <strong>di</strong> “istituti” perché,visto l’alto numero <strong>di</strong> studenti <strong>di</strong><strong>Chiari</strong>, è stato necessario creare dueistituti separati, che fanno capo a segreterie<strong>di</strong>verse e <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong>versi.Non si ha più, quin<strong>di</strong>, un’unica “<strong>di</strong>rezione<strong>di</strong>dattica” o “circolo <strong>di</strong>dattico”,che comprende tutte le scuole <strong>di</strong>pari grado (le elementari, appunto, ele materne), ma due strutture verticali(non certo in concorrenza tra <strong>di</strong>loro, ma che semplicemente operanosullo stesso territorio, quello <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>).Per esperienza, avendo già avutola possibilità <strong>di</strong> lavorare in un istitutocomprensivo (anzi in due, Castrezzatoe Castelcovati), posso <strong>di</strong>re cheil fatto che maestri e professori collaborinoinsieme può, superata magariqualche incomprensione inizialelegata al modo <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> vedere e<strong>di</strong> “<strong>di</strong>rsi” le cose, un grande arricchimento,per portare avanti idee nuoveper cercare <strong>di</strong> realizzare la scuolamigliore per i nostri ragazzi.Nei prossimi mesi cercheremo <strong>di</strong> incontrarei due <strong>di</strong>rigenti per farci meglioraccontare cosa possa significarea <strong>Chiari</strong> un istituto comprensivoe conoscere meglio la sua organizzazione.12


Festa dell’esaltazionedella Santa CroceEntrata in vigore del motu proprio“Summorum pontificum” sull’usodel Messale romano del 1962.14 settembre 2007a cura <strong>di</strong> A. P.“Riconciliazione”: è questa la parolachiave, “la ragione positiva” delMotu proprio Summorum Pontificum<strong>di</strong> Benedetto XVI sull’uso del Messaleromano del 1962. A sottolinearlo èil Papa stesso nella lettera in<strong>di</strong>rizzataai presuli <strong>di</strong> tutto il mondo, che accompagnail documento. Lo sguardoal passato, alle «<strong>di</strong>visioni che hannolacerato il Corpo <strong>di</strong> Cristo», scrive ilPontefice, mi hanno spinto a «fare tuttigli sforzi, affinché, a tutti quelli chehanno veramente il desiderio dell’unitàsia reso possibile <strong>di</strong> restare inquest’unità o <strong>di</strong> ritrovarla nuovamente».Il Pontefice non manca <strong>di</strong> constatareche «notizie e giu<strong>di</strong>zi fatti senzasufficiente informazione hanno creatonon poca confusione», suscitando«reazioni molto <strong>di</strong>vergenti per un progettoil cui contenuto in realtà non eraconosciuto». Quin<strong>di</strong>, affronta quei timoriche si opponevano più <strong>di</strong>rettamentea questo documento.Sin dall’articolo 1, il Motu proprio stabilisceche il Messale romano, promulgatoda Paolo VI nel 1970, è l’espressioneor<strong>di</strong>naria della lex oran<strong>di</strong> (leggedella preghiera) della Chiesa cattolica<strong>di</strong> rito latino.Il Messale promulgato da San Pio V, enuovamente e<strong>di</strong>to dal Beato GiovanniXXIII, deve essere perciò consideratocome forma straor<strong>di</strong>naria. Non sicrea, dunque, in alcun modo, una <strong>di</strong>visionenella «legge della fede», giacchési tratta <strong>di</strong> «due usi dell’unico ritoromano». L’articolo 5 si sofferma sullarealtà delle parrocchie, <strong>di</strong>sponendoche laddove «esista stabilmente ungruppo <strong>di</strong> fedeli aderenti alla precedentetra<strong>di</strong>zione liturgica, il parrocoaccolga volentieri le loro richieste perla celebrazione della Santa Messa» secondoil rito del Messale del 1962.Benedetto XVI si sofferma poi sul timoreche «venga intaccata l’Autoritàdel Concilio Vaticano II», mettendo indubbio «una delle sue decisioni essenziali»:la riforma liturgica. «Tale timore- avverte - è infondato». Il Ponteficeriba<strong>di</strong>sce che il messale pubblicatoda Paolo VI «è e rimane la formanormale, forma or<strong>di</strong>naria, della LiturgiaEucaristica».L’ultima stesura del Missale Romanum,anteriore al Concilio, e pubblicatada Giovanni XXIII nel 1962 «potràinvece essere usata come Formaextraor<strong>di</strong>naria della celebrazione liturgica».«Per questo - è il richiamo del Papa- non è appropriato parlare <strong>di</strong> questedue stesure del Messale Romanocome se fossero “due Riti”, ma piuttosto<strong>di</strong> un duplice uso “dell’unico emedesimo Rito”».D’altro canto, Benedetto XVI attiral’attenzione «sul fatto che questo Messalenon è stato mai giuri<strong>di</strong>camenteabrogato e, <strong>di</strong> conseguenza, in principio,restò sempre permesso». Introdottoil nuovo messale, ha ricordato,non furono emanate norme per«l’uso possibile» del Messale anteriore,supponendo che si sarebbe trattato<strong>di</strong> pochi casi facilmente risolvibili.In realtà, però, si legge nella Lettera,«non pochi rimanevano fortementelegati a questo uso del Rito romano».Il Papa si sofferma così sul movimentoguidato dall’arcivescovo Lefebvre,la cui «fedeltà al Messale <strong>di</strong>venne uncontrassegno esterno». Le ragioni <strong>di</strong>questa spaccatura, spiega il Papa,si trovano «più in profon<strong>di</strong>tà», giacchémolte persone, che accettavanoil Concilio Vaticano II ed erano fedelial Papa e ai vescovi, «desideravanotuttavia anche ritrovare la forma aloro cara della Sacra Liturgia». E ciòanche perché «in molti luoghi non sicelebrava in modo fedele alle prescrizionidel nuovo Messale». Anzi, sottolineail Pontefice, il nuovo Messaleveniva persino «inteso come un’autorizzazioneo perfino come un obbligoalla creatività, la quale ha portatospesso a deformazioni della liturgia,al limite del sopportabile».Ed è per questo, rammenta, che GiovanniPaolo II fu obbligato a dare,con il Motu proprio Ecclesia Dei del1988, un quadro normativo per l’usodel Messale del 1962. Tale documento,però «non conteneva prescrizionidettagliate», ma si appellava alle generositàdei presuli verso «le giusteaspirazioni» <strong>di</strong> quei fedeli che richiedevanol’uso del Rito romano. Eccoperché «è sorto il bisogno <strong>di</strong> un regolamentogiuri<strong>di</strong>co più chiaro» nonpreve<strong>di</strong>bile vent’anni fa.».Il Papa rivolge poi il pensiero alla secondapreoccupazione emersa nelle<strong>di</strong>scussioni sul Motu proprio, ovveroche una più ampia possibilità dell’usodel Messale del 1962 potrebbe portarea «<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni o ad<strong>di</strong>rittura a spaccaturenelle comunità parrocchiali».«Anche questo timore - afferma ilPapa - non mi sembra realmente fondato»,soprattutto perché l’uso delMessale antico «presuppone una certamisura <strong>di</strong> formazione liturgica e unaccesso alla lingua latina». Con<strong>di</strong>zioni,che «non si trovano tanto <strong>di</strong> frequente».Per questo, si riba<strong>di</strong>sce neldocumento, il nuovo Messale «rimarrà,certamente, la Forma or<strong>di</strong>naria delRito romano».Benedetto XVI riba<strong>di</strong>sce dunque che«non c’è nessuna contrad<strong>di</strong>zione tral’una e l’altra e<strong>di</strong>zione del Missale Romanum».E rammenta che «nella storiadella liturgia c’è crescita e progresso,ma nessuna rottura», sottolineandoche ciò che per le generazioni anterioriera sacro «non può improvvisamenteessere del tutto proibito oad<strong>di</strong>rittura dannoso». Il Papa invita,infine, i vescovi a scrivere un resocontosulle loro esperienze, tre anni dopol’entrata in vigore del Motu proprio(documento del Papa che non è statoproposto da alcun organismo dellaCuria Romana). E ciò in modo che,qualora fossero venute alla luce delleserie <strong>di</strong>fficoltà, «potranno essere cercatevie per trovare rime<strong>di</strong>o». 13


a cura <strong>di</strong> Elia FacchettiSul po<strong>di</strong>o delle più amateSono certo che se dovessimofare un sondaggio sulle piùamate dai clarensi, lei avrebbe<strong>di</strong> sicuro un posto sul po<strong>di</strong>o. Magarinon sul gra<strong>di</strong>no più alto, ma non si samai! Eppure non ha nulla <strong>di</strong> eccezionalee gli anni si fanno sentire ancheper lei. Le forme sono ancora <strong>di</strong>screte,anche se avrebbero bisogno <strong>di</strong> unintervento energico per riacquistarelo smalto che una volta avevano. Primao poi tutti quanti passiamo a farleuna visita apprezzando, soprattuttoin estate, la sua fresca accoglienza, lasua pace e la consolazione che sa regalare.E salutandola invariabilmentepensiamo “che peccato, e pensareche era così bella”. Ma non per questol’amiamo <strong>di</strong> meno!Sto parlando (ma l’avrete già capito)della chiesa della Beata Vergine <strong>di</strong>Caravaggio, anzi del santuario, chesorge accanto al Camposanto, dellasua bellezza, ma anche delle sue statueferite e delle pietre che si stannosbriciolando.Eppure questa chiesa fu fortementevoluta dai clarensi.Racconta la storia che, a seguito dell’apparizionedella Madonna in quel<strong>di</strong> Caravaggio ed al <strong>di</strong>ffondersi delladevozione relativa, qualcuno appeseun <strong>di</strong>pinto della Madonna suun albero posto sulla strada che, lasciandosi<strong>Chiari</strong> alle spalle, si inoltravaverso Castelcovati e Castrezzato.Oggi, sfrecciando in macchina,non ce ne saremmo manco accorti,ma allora si andava a pie<strong>di</strong> ed ancheun <strong>di</strong>pinto, seppur senza pretese,non poteva essere ignorato. I passanticominciano a lasciare delle offertee ben presto si pensa <strong>di</strong> erigereun piccolo portico, ben più consonoalla venerata immagine.Com’è strana la storia: senza particolariincitamenti si arriva a <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong>una cifra sufficiente a sostenere la costruzione<strong>di</strong> una vera e propria chiesa.Si provvede ad interpellare la Curiache il due maggio 1681 scrive: “Siconcede la licenza <strong>di</strong> fabricar la Chiesasotto al titolo della Beata Vergine<strong>di</strong> Caravaggio, purchè, fabbricata chesarà, si trasporti l’altare <strong>di</strong> S. Genesio,esistente in quella chiesa poco <strong>di</strong>scostada quella da fabbricarsi, e restitotalmente <strong>di</strong>strutta, col trasferir tuttigli emolumenti et obbligazioni che <strong>di</strong>presente vi sono al medesimo altare<strong>di</strong> San Genesio, et ciò perché non restinomoltiplicate tante chiese senzanecessità”. Povero S. Genesio: chissàse ne avrà avuto a male…Bastano solo otto anni e la chiesa èpronta: il 24 maggio del 1690 avvienela bene<strong>di</strong>zione con l’intervento <strong>di</strong>autorità civili e religiose, ma soprattutto<strong>di</strong> tante persone comuni. Si festeggiafino al 26 maggio, giorno incui si ricorda l’apparizione della Verginea Caravaggio, avvenuta nell’anno1432.Passano altri anni e si pensa <strong>di</strong> arricchireil santuario costruendo alcunialtari laterali. Ed è datata 17 settembre1728 la lettera in cui LeandroChizzola, vicario generale, ne autorizzal’e<strong>di</strong>ficazione.Ma si sa: una cosa tira l’altra. E cosìperché non pensare alle stazioni dellaVia Crucis?Detto fatto: “Il sacerdote Andrea Andreis<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Brescia,oratore umilissimo, implora la facoltà<strong>di</strong> poter erigere le stazioni dellaVia Crucis nel <strong>di</strong>voto santuario dettodella B.V. Maria <strong>di</strong> Caravaggio, poco<strong>di</strong>stante dal paese sud e quasi unitoal campo santo della popolatissima<strong>Parrocchia</strong> medesima, coll’applicazionedella solita indulgenza da lucrarsida tutti i fedeli dell’uno e dell’altrosesso”.Anche in questo caso la richiesta è accoltae l’autorizzazione porta la datadel 27 gennaio 1822. È forse il periododel massimo splendore della chiesa,che così viene descritta dal Rivetti:“La chiesa è <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne composito,ad una sola navata con sette altari: èlunga, compreso il coro, metri 34, largametri 9.70 per la navata, oltre metri6.80 per lo sfondo delle cappelleaperte da ambedue i lati. La splen<strong>di</strong>dae meravigliosa soasa in stile barocco,è dovuta al chiarese Giacomo14


Faustini, autore anche della magnificacassa d’organo e cantoria che ammiransinella chiesa <strong>di</strong> Santa Maria.È tutta una festa <strong>di</strong> putti, <strong>di</strong> volute, <strong>di</strong>festoni <strong>di</strong> frutta, <strong>di</strong> foglie, <strong>di</strong> mascheronimirabilmente <strong>di</strong>sposti”.Val la pena ricordare anche i sei altarilaterali <strong>di</strong> questo santuario; entrandodalla porta principale si incontrano,a destra, quello de<strong>di</strong>cato ai santiFermo e Rustico, quello de<strong>di</strong>catoai santi Giovanni Nepomuceno, VincenzoFerreri e Francesco <strong>di</strong> Sales e<strong>di</strong>nfine quello de<strong>di</strong>cato alla Beata VergineAddolorata. Dalla parte oppostatroviamo l’altare del Santo Crocifissocon i Santi Antonio e Pietro Martire,l’altare della Beata Vergine dellaneve e quello <strong>di</strong> Sant’Andrea Avellino(per altri <strong>di</strong> San Filippo Neri).Non possiamo <strong>di</strong>menticare i tre affreschiche fanno bello il coro dellachiesa: sono del Teosa e rappresentanol’assunzione della Vergine Mariae, sulle pareti laterali, l’apparizionedella Madonna rispettivamentead un gruppo <strong>di</strong> fanciulle e <strong>di</strong> giovanotti(a proposito vi invito ad osservarlobene ed a scoprirne una anomalia!).Presso il santuario arrivano offerte edoni per la Madonna, tant’è che l’archivioconserva una “Nota degli effettimobili <strong>di</strong> proprietà della Madonna<strong>di</strong> Caravaggio campestre in <strong>Chiari</strong>”datata 7.5.1851. La nota <strong>di</strong>ceche “la Madonna tutelare <strong>di</strong> dettosantuario trovansi in testa una coronache rassomiglia d’argento” e che“al collo ha una filsa... <strong>di</strong> pastilia neriantichi” nonché “ una filsa <strong>di</strong> corallorosso”. Ed ancora, nel santuario esistonoimportanti reliquie: “del legnodella croce <strong>di</strong> N.S.G., del velo dellaB.V.M. e del Pallio <strong>di</strong> San Giuseppesposo, della carne <strong>di</strong> Anna madredella B.V.M., dell’ossa <strong>di</strong> S. Gio. Battistaprecursore del Signore”. Nonmancano neppure le “ossa <strong>di</strong> Zaccaria,<strong>di</strong> S. Maria Maddalena penitente,dei santi apostoli Simone e Taddeo”nonché “del panno in cui furonoinvolte le teste dei SS. App. Pietroe Paolo”.L’elenco delle reliquie è alquantolungo, ma sulla loro autenticità…beh! permettetemi quel dubbio cheinvece non ho riguardo al “banco edun ginaciojo <strong>di</strong> legno dolce” ai “vestari<strong>di</strong> legno duro” fino a giungerealle “due corde logore che servonoalle campane”.Eh si! Perché accanto al santuariodella Vergine c’è anche un campanilecon le sue belle quattro campaneche si sa, col tempo necessitano<strong>di</strong> revisione; cosa che avviene nel1779.In quell’anno Giuseppe Parolini sottoscriveche “in ogni miglior modosi è obbligato e s’obbliga <strong>di</strong> fonderee perfezionare <strong>di</strong> concerto le quattrocampane della B.V.M. <strong>di</strong> Caravaggio”riducendole a tre del peso<strong>di</strong> fusi bresciani 53 circa. Garantisceinoltre il concerto perfetto e “<strong>di</strong> manteneresane queste tre campane perun anno e tre giorni da incominciarsidal <strong>di</strong> che saranno poste in opera”.Un così bel santuario necessita <strong>di</strong> uncustode, che ha i suoi bei doveri che,in una scrittura datata 25 ottobre1805, vengono ben dettagliati.“1) Tutta la robba stata inventata, siatenuta in esatta cura, tanto per custo<strong>di</strong>rla,quanto per farla aggiustarequale che occorresse spesa questasarà a carico della suddetta Chiesa;2) mancando inavertutamente dellarobba consegnata è in obbligo ilsagrista a rimetterla; 3) sia ha caricodel sagrista <strong>di</strong> tenere lavata la biancheriadella sagristia a sua spesa; 4)il medesimo è tenuto ad aprire e fermarele porte della Chiesa alle oredovute, secondo il praticato, ed assisterealle funzioni, che si fanno nellamedesima chiesa, oltre servire lamessa in giorni feriali; 5) il prodottodelle questue tutto si deve <strong>di</strong>videreper metà, soltanto a lui resti l’uvaaffinché prove<strong>di</strong> il vino per le messe;6) per suo annuo salario è fissatolire venti una oltre l’abitazione, l’ortorestando proibito <strong>di</strong> fare altri affittuali,se non che col consenso dellispettabili deputati”. (Vi prego <strong>di</strong> nonimputare al sottoscritto eventuali errorigrammaticali: mi sono limitato acopiare!).Ma, con tutto il rispetto alla Madonna,anche il custode del santuario hadelle urgenze, come quella evidenziatain questa lettera datata 1902 e<strong>di</strong>n<strong>di</strong>rizzata agli “onorevoli sig. Fabbriceridel Santuario della B.V. Caravaggioin <strong>Chiari</strong>”. Scrive: “Mi permettanoinoltre farle conoscere la necessitàche vi sarebbe <strong>di</strong> accomodarmiil piccolo fienile ad uso solaio, acciòsgombrare la stanza che ora serve dasolaio e dormitorio <strong>di</strong> mio figlio poichéessendo il detto mio unico figliogiunto all’età <strong>di</strong> 28 anni devo permettergli<strong>di</strong> prendere moglie. Il custodeAgostino Zamboni”.L’archivio purtroppo non conservala risposta dei fabbriceri, ma mi auguroche abbiano provveduto all’intervento,consentendo il tanto desideratomatrimonio.Ho terminato lo spazio a <strong>di</strong>sposizione,ma voglio concludere rilanciandoun appello (del 1981) <strong>di</strong> mons.Guido Ferrari per il recupero del santuario:“Siamo in tanti noi <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> earriveremo a concludere quest’operacon il concorso libero <strong>di</strong> tutti. Chiedotroppo se aggiungo senza il mugugno<strong>di</strong> nessuno?”La sfida è ancora aperta... 15


a cura <strong>di</strong> Alessandro GropelliScoprendo la FondazioneDessanti spiegato da DessantiLa nuova ala della FondazioneMorcelli Repossi, <strong>di</strong> recenteaperta, è un vero e propriomuseo, anche <strong>di</strong> arte contemporanea.Con questo articolo iniziamouna serie <strong>di</strong> visite per scoprire laFondazione e le sue opere. Tra queste,quin<strong>di</strong>ci sono <strong>di</strong> Cesco Dessanti,importante autore dei nostri giorni,espressionista, che ha esposto intutta Italia. Lo scorso luglio abbiamovisitato i nuovi spazi della Fondazioneinsieme a lui, e con lui abbiamocommentato l’allestimento.Mercato a <strong>Chiari</strong>, 1953Carboncino su cartaSono espressioni <strong>di</strong> stupore continuo,quelle che animano Dessantinello scoprire gli spazi appena restauratidella Fondazione Morcelli Repossi.E questo è motivo d’orgoglio perla nostra città. Cesco Dessanti, natoa Rovigno nel 1926, è dunque istrianod’origine e si è laureato all’Accademia<strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Zagabria. Perun periodo, negli anni ’50, è vissutonella nostra citta<strong>di</strong>na e alla nostracitta<strong>di</strong>na ha donato moltissime opere.Ora risiede a Roma.“La scelta della donazione - ci spiega- deriva dal desiderio <strong>di</strong> con<strong>di</strong>viderele mie opere con il pubblico, purnon mercificandole e la FondazioneMorcelli Repossi ne ha fatto davverotesoro”.Proprio nel foyer, infatti, è stato appenaterminato l’allestimento <strong>di</strong> unprimo “assaggio” dei quadri <strong>di</strong> Dessanti.Qui, in particolare, è da notareil <strong>di</strong>alogo, quasi mistico, tra la Maternitàdel 1992, e l’Indovina del 1995.Di estremo interesse, anche per lacultura locale, è poi il carboncino sucarta Mercato a <strong>Chiari</strong> del 1953. QuiCesco Dessanti ha colto l’intimo parlottiosociale che, per anni, ha denotatole bancarelle della nostra PiazzaZanardelli. “Ricordo in maniera nitidai volti del mercato - ci ha detto- ho <strong>di</strong>segnato anche molti conta<strong>di</strong>ni”.E i crocchi dei nostri uominiche contrattano, infatti, sono naturalesoggetto per molti altri <strong>di</strong>segni,che tuttavia rimangono per ora nonesposti.E la carta, la carta su cui <strong>di</strong>pingere,tracciare segni e forme, <strong>di</strong>viene affascinantesupporto per le opere <strong>di</strong>Dessanti. È lui stesso a <strong>di</strong>rci della sua“ricerca <strong>di</strong> carte antiche, <strong>di</strong> pergameneche <strong>di</strong>ventino sostegno per esaltarel’espressione compositiva”. È così,infatti, che al secondo piano dellanuova ala, troviamo il suo Omaggioa Montale dove le figure <strong>di</strong> sovrappongono,in una danza <strong>di</strong>alogante,L’indovina, 1995Acrilico su cartaalle parole del Poeta. Ecco, dunque,che i blu della china si fanno sfondodel “male <strong>di</strong> vivere” spesso incontratoda Montale, oppure la cartaaccompagna il “cavallo stramazzato”tra i <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> Dessanti. “Sovrappongomessaggio a messaggio -Volti dal mercatoUn capitolo a parte, anche nellastoria clarense, meritano i 14 <strong>di</strong>segni(<strong>di</strong> cui solo uno esposto),con cui Cesco Dessanti “fotografa”a modo suo la clarensità.“La vita <strong>di</strong> paese al mercato,nelle osterie e nei caffè, le figuretipiche (i caratteristi) e gli amicidelle lunghe giornate d’epoca,le lavandaie piegate sui pannidella roggia - la ‘castrina’ a cingerela città in sua <strong>di</strong>fesa – cheun tratto deciso, senza incertezze,puntiglioso e libero ad untempo ha saputo esaltare nellaparsimonia del segno e nellapu<strong>di</strong>cizia delle intenzioni”; cosìFranca Calzavacca ha commentatoi <strong>di</strong>segni a carboncino.Disegni da vedere, che meriterebberouna mostra de<strong>di</strong>cata,utile a ricordare <strong>di</strong> quanto fosserobelli il nostro mercato e igesti perduti delle lavandare.16


Omaggio a Montale, 1978Inchiostri colorati su carta anticaMaternità, 1992Acrilico su cartaConcertino, 1978Inchiostri colorati su carta anticaci confessa - cerco <strong>di</strong> promuovere unincontro tra il tempo attuale e quellopassato, in una ricerca che attraversiil tempo”.E il tempo fa un concerto, sotto lamano <strong>di</strong> Cesco Dessanti, come nell’inchiostrocolorato su carta anticadel 1978, intitolato proprio Concertino.Ma non <strong>di</strong> sole immagini vivel’artista Dessanti, che è anche poetaed ha pubblicato il volume <strong>di</strong> versi“Così nel tempo” presso l’e<strong>di</strong>toreSciascia.Mentre osserva l’allestimento, dunque,Dessanti commenta anche <strong>di</strong>come la gente della FondazioneMorcelli-Repossi abbia “lavorato conamore”. E questo lo colpisce, lo commuove,ci inorgoglisce. Ad accompagnarci,in questa visita, ci sono ancheEugenio Molinari e Ione Belotti, rispettivamenteconsigliere e presidentedella Fondazione. Con cura e de<strong>di</strong>zione,mentre passiamo tra le sale,chiedono opinioni all’artista sulla <strong>di</strong>sposizionedelle opere, le aggiustano,le spostano, prestano ancora attenzioneagli ultimi particolari. E così,nell’allestire gli spazi <strong>di</strong> questo veromuseo clarense, <strong>di</strong>etro ogni quadrosi annodano anche degli affetti, lastoria <strong>di</strong> alta <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> un artista, dellesue opere e <strong>di</strong> coloro che rendonopossibile ai citta<strong>di</strong>ni bresciani <strong>di</strong> fruiredel Bello.(1 - continua) Mo.I.Ca informaXXV anniversarioL’avvenimento più importante da ricordare, con il quale si è chiusa lanostra attività prima della pausa estiva, è stato la celebrazione del XXVanniversario del Mo.I.Ca. nazionale, che venne fondato a Brescia nel1982. Si è svolta nei giorni 7 e 8 giugno, così come era in<strong>di</strong>cato sul programmache avevamo <strong>di</strong>stribuito alle nostre associate. Vi hanno partecipatooltre duecento persone, tra responsabili e delegate dei Gruppi italianie presidenti delle associazioni estere, d’Europa e delle Americhe.Si è iniziato nel pomeriggio del 7 con una S. Messa, celebrata nellachiesa del Centro Pastorale Paolo VI dal Vescovo ausiliare mons. FrancescoBeschi. Alla riunione successiva, nell’Au<strong>di</strong>torium Santa Giulia,ci sono stati gli interventi <strong>di</strong> saluto e apprezzamento <strong>di</strong> varie personalità.Il tema era “Donne nel mondo nell’anno delle Pari Opportunità”.Abbiamo ascoltato anche le relazioni delle presidenti <strong>di</strong> associazionistraniere: dell’Irlanda, che presiede attualmente le casalinghe europeedella F.E.F.A.F.; degli Stati Uniti, dell’Argentina, del Paraguay e dellaCosta Rica. In generale non vengono riconosciuti i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> chi è costrettoa lavorare in casa per assistere un <strong>di</strong>sabile, un anziano <strong>di</strong>pendente,dei bambini piccoli e si lamenta la mancanza <strong>di</strong> assistenza daparte dello Stato.La giornata si è chiusa con un concerto <strong>di</strong> musica classica.Il giorno successivo, all’Au<strong>di</strong>torium San Barnaba, hanno partecipatoi rappresentanti delle Istituzioni nazionali e locali. È stato letto il telegramma<strong>di</strong> auguri del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,e abbiamo cantato tutte insieme l’inno nazionale e quello europeo.C’è stata una tavola rotonda sul tema “La donna protagonista dellame<strong>di</strong>azione nella famiglia e nella società”. A conclusione della celebrazioneabbiamo cenato tutte a Villa Fenaroli <strong>di</strong> Rezzato, con grandeanimazione. È <strong>di</strong>sponibile in sede un fascicoletto contenente il testodei vari interventi.Ida Ambrosiani17


<strong>Chiari</strong> vanta sei negozidal cuore anticoRiconosciuti dalla Regione: Farmacia Borsato, Forno Magico,Calzature Serina, Forneria Moletta, Tradati Abbigliamento, Caffè Roma.Una citta<strong>di</strong>na, la nostra, daitanti volti e realtà, comequella che vede alcuni nostriconcitta<strong>di</strong>ni impegnati con tenaciae coraggio a mantenere viveantiche attività e mestieri. Tra questitestimoni d’identità urbana, figuranoi sei nostri negozi che la RegioneLombar<strong>di</strong>a ha recentementestu<strong>di</strong>ato ed iscritto in un registrospeciale. Sta scritto che, quando unCentro commerciale, “sfratta”, o fachiudere i battenti ad una delle botteghedel centro storico, i paesi e lecittà perdono una parte dell’anima.E <strong>di</strong> tentacoli, i gran<strong>di</strong> magazzini nehanno allungati anche qui da noi.Loro, i nostri esercenti e commercianti,a questi cambiamenti hanno<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> saper resistere. Dallastatistica stilata dai ricercatori regionali,i negozi <strong>di</strong> “rilievo storico” dellaLombar<strong>di</strong>a sono appena un centinaio,sei dei quali clarensi. La FarmaciaBorsato, fondata da DomenicoBorsato nel 1913, ha mantenutoimmutato l’originale arredamento el’aspetto esterno. Sentinella dei nostrimalanni, da qui è passato un secolo<strong>di</strong> evoluzioni e scoperte dellame<strong>di</strong>cina per il bene della nostra salute.Poi ci sono la Forneria Moletta,<strong>di</strong> via XXV aprile, attiva dal 1927, ilCaffè Roma, inaugurato nel 1903, ilForno Magico <strong>di</strong> via Zeveto 44, cheha iniziato a produrre i primi dolci ele prime michette nel 1911, le CalzatureSerina, <strong>di</strong> via De Gasperi 36,Seminascosto, Costante Moletta. Accanto a lui, una <strong>di</strong>pendente e il giovane aiutanteBerto Baroni. In primo piano, il nipote Mauro Bonotti con un amichetto.Costante Moletta con la moglieEmanuela Mangialardoche ha aperto i battenti nel 1917, lecui scaffalature sono le stesse d’allora.Con ben 186 anni d’ininterrottaattività, e quattro generazioni chelo hanno tenuto aperto, la Palmad’Oro dei più longevi spetta <strong>di</strong> <strong>di</strong>rittoa “Tradati Abbigliamento”, le cuiorigini risalgono al 1821.Tra le curiosità che è stato possibilefar emergere, c’è la notizia che,negli anni Cinquanta, il Bar Romaospitava la redazione del quin<strong>di</strong>cinale“Il Citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>”. Provaprovata, che in fatto <strong>di</strong> carta stampatavantiamo una lunga ed interessantetra<strong>di</strong>zione. I nostri negozianti,oltre a sfidare le concorrenze, hanno<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere doti <strong>di</strong> bravurae gestione oculata, adattamentoal cambiamento delle mode e capacitaprofessionale.Un esempio per tutti: Giovanni Serina,classe 1878, fondatore del negozioCalzature della Posta (ora CalzatureSerina, via De Gasperi 36),vero maestro nel confezionare scarpeper uomo e donna su misura.Tanto abile da vincere importantimostre, fiere e concorsi regionalie nazionali, come quello del 1949,quando a Vigevano, capitale dellacalzatura per eccellenza, sbaragliòtutti con la sua tomaia senza cuciture,vincendo la Coppa d’Oro edun premio in denaro <strong>di</strong> 50mila lire.Sono anche questi gli uomini che in18


La Farmacia Borsatoin una cartolina d’epocaL’antica panetteria, ora “Forno Magico”, in una cartolina d’epocapassato hanno saputo dare prestigioe lustro alla nostra città. “Mio nonno- ricorda con giusto orgoglio, LidoinaSerina, che ben rappresentaquesto storico negozio - il mestieredel calzolaio lo ha appreso da giovanissimoquand’era al Conventino,dove tra l’altro ha conosciuto ilpittore Attilio Andreoli, con il qualeha con<strong>di</strong>viso quei magri anni <strong>di</strong> gioventùed una bella amicizia duratatutta la vita.Nel 1911, a fondare quello che oggisi chiama Forno Magico, è stata lafamiglia Signoroni. “Mio papà Marioe mia mamma Federica - sottolineacon tono riconoscente verso igenitori l’attuale proprietario GiovanniBianchi - vantano una lungatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> panettieri. Tra le specialità<strong>di</strong> mio padre c’è stata la famosa“Torta Para<strong>di</strong>so”, la cui ricettagliel’aveva passata mia nonnaMarì”.Un tempo, fino ad almeno quarant’annifa, le nostre strade sapevano<strong>di</strong> pane appena sfornato chesi spargeva per tutto il centro abitato.Tra questi panettieri che anticipavanol’alba accendendo i fornia legna, c’era una sorta <strong>di</strong> legittimodesiderio essere il migliore. E ci riuscivano.Eccome. Tra questi c’eraanche la “Pasticceria Moletta”. “Miomarito Costante - ci ha detto la signoraEmanuela Mangialardo, conocchi accesi d’emozione <strong>di</strong> chissàquanti bei ricor<strong>di</strong> che le sono tornatiin mente - è stato un panettiere edun pasticcere eccezionale come pochi,tra le sue specialità più rinomatee richieste, <strong>di</strong> sua esclusiva ricetta,c’erano i “Funghi <strong>di</strong> Cioccolato”,ed i “Brutti e Buoni”.Di cambiamenti, la nostra comunitàne ha visti tanti. Fino a mezzo secolofa si viveva attorno, e dentro,consuetu<strong>di</strong>ni ben definite. Col passaredegli anni sono andati in crisi itra<strong>di</strong>zionali luoghi d’incontro, tra cuila piazza, le osterie, i circoli, i cinema,lo “struscio” lungo i viali, gli inverninelle stalle, il campanile, i cortilidai portoni sempre aperti in cuici si ritrovava per parlare <strong>di</strong> tutto e<strong>di</strong> nulla, ma anche “i bagni nel fosso- con il sole addosso,” come recitauna delle strofe de la “Cantatadelle Quadre”.Poi dalla nostra gente sono emersenuove risposte e volontà <strong>di</strong> conservareparte delle nostre ra<strong>di</strong>ci storiche.Come, appunto, hanno <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> saper fare questi sei negozipremiati, quanto quelli, seppur meritevoli,rimasti fuori da questa ristrettacategoria d’eccellenza. Lorosono le luci che <strong>di</strong> sera, come tantifari accesi, contribuiscono ad illuminarele vie e le piazze del centro,come se volessero invitarci ad uscire<strong>di</strong> casa per riappropriarci dei nostrispazi e delle nostre belle abitu<strong>di</strong>ni.La loro presenza non è solo unaspetto puramente commerciale e<strong>di</strong> servizi; è molto, molto <strong>di</strong> più.Guerino LoriniIncre<strong>di</strong>bile ma veroSabato <strong>di</strong> fine giugno, si celebraun matrimonio in Santa Mariae già da un bel po’, prima dellafine della cerimonia, sono depositatisul sagrato almeno settanta-ottantachili <strong>di</strong> riso da “versare”sugli sposi all’uscita dallachiesa.Eccoli, eccoli che arrivano… eal termine della baraonda rimanela strada coperta <strong>di</strong> riso ecartacce come se fosse nevicato:una desolazione. A metà lugliostessa scena e chissà quantealtre volte. Basterebbe chiedereai sagrestani che hanno l’onere<strong>di</strong> ripulire tutto. E sentire i commentinon proprio benevoli deipassanti.E pensare, con tutto quel risobuttato, quante famiglie bisognosesi potrebbero aiutare…E intanto celebrare matrimoniintelligenti e raffinati, da festeggiarecon un paio <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> coriandoli,una! scatola <strong>di</strong> riso…Vi ricordate quei tempi: an po’de cunfècc, an quatt màndule, e’l spusòtt co l’öcc négher per ’nasmandulada de spala…Già, ma quei tempi, purtroppo,non tornano più…Franco Rubagotti19


Antiche famiglie: famiglia MussinelliAngelo Mussinelli - Gino per gli amici - conosce Elisabetta Re<strong>di</strong>vo,nativa <strong>di</strong> Pordenone, dopo essere rientrato dalla Germaniadove si era trasferito per lavoro nel 1943. Non erano anni facili,quelli! Lavorano entrambi alla Niggeler e Küpfer (la caalchina)dapprima amici, poi fidanzati, più tar<strong>di</strong> finalmente sposi. Abitanoin via Cavalli, nel palazzo del dottor Torielli e dall’unionenascono Anna, Fernanda, Bruno e Aldo. Angelo ha tre passioni:le montagne, la bicicletta e la musica. La famiglia lo seguee lo imita. Un giorno decide che scalerà il passo Falzarego inbicicletta e lo annuncia alla famiglia riunita per il pranzo. Dubbi,perplessità, ce la farà?... E lui come Coppi, Bartali, Magni,i gran<strong>di</strong> del tempo, compie l’impresa. Un’altra volta annunciache andrà, sempre in bicicletta, da <strong>Chiari</strong> a Pordenone, città nataledell’adorata moglie. Anche qui dubbi e incertezze ma lui cela fa tranquillamente.Appassionato <strong>di</strong> musica, propone al figlio Aldo <strong>di</strong> imparare unostrumento.«A me ma piazerès al flauto» è la risposta. E infatti il prossimoanno Aldo festeggerà il cinquantesimo anno <strong>di</strong> appartenenzaalla nostra banda musicale. Aldo è stato per molti anni caporepartoalla Gnutti, e oggi si gode la meritata pensione.Bruno è scomparso alcuni anni fa fra le sue amate montagne,a Canazei in val <strong>di</strong> Fassa, colpito da un improvviso arresto car<strong>di</strong>aco,gettando nello sconforto i compagni <strong>di</strong> viaggio, gli amici,la famiglia. Anna la primogenita vive a Zanano in Val Trompiae Fernanda, impiegata, si gode pure lei una serena pensione.Nella fotografia ve<strong>di</strong>amo Angelo ed Elisabetta Mussinelli in unmomento <strong>di</strong> serenità.Franco RubagottiRecensione:Usèi e casadùrFa piacere, e fa Cultura, leggere l’ultimolibro <strong>di</strong> Mino Facchetti, “Usèi ecasadùr”. Si tratta <strong>di</strong> un breve e compositopamphlet che si preoccupa eoccupa veramente <strong>di</strong> fare cultura e <strong>di</strong>raccogliere testi sull’ampio tema dellacaccia e del rapporto tra i bresciani ela natura.La prima sezione - ‘Ndà a càcia’, raccoglietutte le espressioni tipiche delvocabolario del cacciatore: dalla A <strong>di</strong>archèt (trappola per uccelli) alla Z <strong>di</strong>zögh (gli uccellini <strong>di</strong> richiamo). La secondaparte è de<strong>di</strong>cata, invece, agliùsei e - se i cacciatori permettono - èrivolta anche agli amanti dei volatili…quando sono ancora vivi. Infattisi tratta <strong>di</strong> un prezioso memorandumcon i nomi <strong>di</strong>alettali degli uccelli e conil loro corrispettivo italiano. La poeticaupùpa - béba, l’affascinante usignolo- risignöl o l’allegra allodola - serlóda:ci sono tutti.C’è poi una sezione - Uzelà co’ la sièta- dove sono raccolte tutte le poesie atema venatorio-ambientale che Facchettiha rintracciato negli archivi dellaletteratura locale.Un altro viaggio nella memoria storicae poetica del bresciano, che parte conAngelo Albrici, fa tappa presso il <strong>di</strong>aletto“scapricciato” dell’iseano Fava,continua con gli ine<strong>di</strong>ti del Lattieri,con Lino Marconi, Bortolo Prezzolino,Giuseppe Rossini, Marcello Salvi, colclarensissimo Renato Tenchini e, poi,ancora Manlio Valseriati e GiambattistaZani.I giovani bresciani che leggerannoquesto libro, come gli anziani, sarannograti a Mino Facchetti per la suapaziente opera <strong>di</strong> archeologia linguistica,<strong>di</strong> trovarobato delle parole, maanche <strong>di</strong> vivificazione della memoria -non solo letteraria - portata avanti conquesto libro.Pagine preziose, pagine <strong>di</strong> cultura altae allo stesso tempo popolare, pagineche ci raccontano della nostra terracon la passione delle idee, più che conil cicaleccio degli ideologismi. (a.gro.)Mino Facchetti, Usèi e casadùr, GamE<strong>di</strong>zioni (030.716202) 2007, € 12.00.20


Appassionarsi alla BandaAfine giugno gli allievi del “CorpoBan<strong>di</strong>stico Giovanni BattistaPedersoli” hanno presentatoil saggio <strong>di</strong> chiusura dell’attivitàannuale. Esibendosi in numerosi branii giovani musicanti hanno dato <strong>di</strong>mostrazionedel buon grado <strong>di</strong> preparazionee <strong>di</strong> capacità interpretativache si possono raggiungere anche ingiovane età ed in tempi relativamentebrevi.Si può <strong>di</strong>re che da sempre la nostraBanda, che per tra<strong>di</strong>zione vanta ottimiesecutori, cura la preparazione deigiovani destinati a mantenere ed incrementarel’organico dei musicanti(è documentata l’istituzione <strong>di</strong> unascuola per archi ad<strong>di</strong>rittura nel 1903).È un aspetto importante perché <strong>di</strong>mostra,al<strong>di</strong>là degli scopi <strong>di</strong>retti, l’intenzione<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere, attraverso laBanda, la cultura musicale.È presumibile che per molto tempocomunque il passaggio delle conoscenzemusicali, delle tecniche strumentalie dell’esecuzione d’insiemesia avvenuta da trombettista a giovanetrombettista, da percussionista agiovane percussionista: proprio comenelle vecchie botteghe dove crescevanoartigiani ma anche pittori, scultorie liutai, tutti imparavano beneed alcuni <strong>di</strong>vennero dei gran<strong>di</strong>. Anchequei tempi videro risultati positivi.L’esperienza <strong>di</strong> tanti anni, la convinzione<strong>di</strong> dover migliorare sempree l’impegno <strong>di</strong> tante persone hannoportato ora ad una strutturazione delpercorso formativo che parte dal reclutamentoper arrivare all’esor<strong>di</strong>o nelcorpo ban<strong>di</strong>stico. Per quanto riguardail primo momento sarebbe meglioparlare <strong>di</strong> sensibilizzazione più che <strong>di</strong>reclutamento. Vengono utilizzate variemodalità.La prima è quella degli interventi nellescuole. Agli alunni delle classi quartee quinte elementari vengono propostidei percorsi <strong>di</strong> educazione musicale,che prevedono anche elementi <strong>di</strong> lettura,con l’utilizzo <strong>di</strong> flauti e percussioniper esecuzioni d’insieme. Anchese limitati nel tempo, questi interventi,seguiti dal professor Polloni, hannodato risultati positivi e sod<strong>di</strong>sfazione.Agli alunni delle elementari e delleme<strong>di</strong>e vengono poi proposti dei concerti<strong>di</strong>mostrativi. Anche questi hannofatto registrare gra<strong>di</strong>mento ed attrazioneverso la musica.La terza modalità <strong>di</strong> reclutamento è,come naturale, affidata al passaparolache si avvale <strong>di</strong> amicizia, simpatia,passione con<strong>di</strong>visa.I ragazzi che scelgono <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare allievisi troveranno ad affrontare unpercorso formativo strutturato in tremomenti: il solfeggio, lo strumento ela scuola d’assieme. Il primo momentoè necessario, anche se non entusiasmante,ma viene presto accostato alsecondo, che dà le prime sod<strong>di</strong>sfazioni.In questa fase gli allievi hanno a<strong>di</strong>sposizione un<strong>di</strong>ci insegnanti <strong>di</strong>plomatiper ogni sezione <strong>di</strong> strumenti. Lascuola d’assieme, curata dal maestroMarco Paruta, rappresenta veramenteil livello più importante e significativosia dal punto <strong>di</strong> vista tecnico che sottol’aspetto formativo.L’intero progetto è seguito in primapersona dal <strong>di</strong>rettore della BandaMaestro Stefano Morlotti con la preziosacollaborazione <strong>di</strong> Egi<strong>di</strong>o Paruta,responsabile, e <strong>di</strong> Francesco Fattori. Aicorsi dell’anno ormai trascorso hannopartecipato 47 allievi che hanno avutoanche l’opportunità <strong>di</strong> partecipare avarie manifestazioni con <strong>di</strong>verse realtàculturali e musicali. Sono stati presentatia “<strong>Chiari</strong> Musica Insieme”, hannoaccompagnato il coro, hanno suonatocon altre bande. Questa partecipazionea tanti eventi culturali, in vari luoghi,aggiunge valore alla proposta chela banda rivolge ai ragazzi.A <strong>Chiari</strong>, in campo musicale, le propostesono tante e serie. Tenete presenteanche questa che ha ra<strong>di</strong>ci profonde,tra<strong>di</strong>zioni forti, proposte ricche.I corsi riprenderanno il 10 settembre.Bruno MazzottiPRESBITERIO DELLA COMUNITÀPARROCCHIALE DI CHIARIMons. Rosario VerzelettiVia Morcelli, 7030/711227don Giovanni AmighettiP.za Zanardelli, 2328 1416742 - 030/7000667don Alberto BoscagliaVia Tagliata, 2328 8163662 - 030/70073207don Valentino BosioViale Cadeo, 5030/70073218don Davide CarsanaP.za Zanardelli, 2030/7002087don Giuseppe FusariP.za Zanardelli, 2030/7001979don Angelo Piar<strong>di</strong>P.za Zanardelli, 2don Mario RusichVia De Gasperi, 18030/7000930030/711372UFFICIO PARROCCHIALE030/700117521


Vita socialeSulle orme <strong>di</strong> don Lorenzo Milania cura della Presidenza del Circolo AcliIn occasione del 40° anniversariodella morte <strong>di</strong> don Lorenzo Milanimolte persone si sono recate inpellegrinaggio sulla sua tomba, a Barbiana,una piccola frazione <strong>di</strong> montagnain provincia <strong>di</strong> Firenze, dove è sepoltoil sacerdote e priore che si pro<strong>di</strong>gòper il riscatto culturale e sociale<strong>di</strong> tanti ragazzi, figli <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni e <strong>di</strong>operai in particolare, vissuti con Luialla famosa scuola <strong>di</strong> Barbiana.Coloro che vi hanno partecipato ritengonodoveroso far conoscere, anchea <strong>Chiari</strong>, questa singolare figura<strong>di</strong> prete ed educatore a tutto campo,e far “passare”, pure negli ambientiscolastici, i contenuti del suo messaggio,consapevoli che la Chiesa ha ormairiconosciuto in don Lorenzo Milaniun profeta dei nostri tempi. Infatti,tutta la stampa cattolica, da Avvenirea Famiglia cristiana, ai mensili comeCittà Nuova, il Messaggero <strong>di</strong> S. Antonioed altri; così pure numerose testatelaiche, hanno rievocato la figurae l’opera straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong> questo preteche visse, in modo del tutto particolare,la “ra<strong>di</strong>calità evangelica”, applicandolaal contesto sociale nel qualela Chiesa fiorentina lo aveva inviato.Purtroppo, allora non furono compresele sue lettere e le sue scelte, oggiritenute cariche <strong>di</strong> profezia. Le testimonianzeraccolte <strong>di</strong>rettamente dallaviva voce <strong>di</strong> alcuni <strong>di</strong> quei numerosiragazzi che, circa 50 anni fa, vissero lastupenda esperienza educativa e formativaalla scuola, <strong>di</strong> San Donato primae <strong>di</strong> Barbiana poi, hanno confermatocome don Lorenzo Milani considerasseessenziale offrire a tutti i ragazzi,senza alcuna <strong>di</strong>stinzione, la possibilità<strong>di</strong> conoscere ed imparare tuttele cose necessarie per poter affrontareresponsabilmente la realtà lavorativae sociale. Pertanto il suo invito erarivolto, in particolare, ai figli <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>nie operai; coloro che facilmenteabbandonavano la scuola per svolgeredei piccoli lavori. Ed è ciò che succedeancora oggi nelle situazioni <strong>di</strong>emarginazione culturale e sociale.Sintesi biografica ed attività pastoralee sociale <strong>di</strong> don Lorenzo Milani, “ilmaestro scomodo”.Nasce a Firenze nel 1923; sua madre,Alice, è ebrea, mentre il padreAlbano Milani appartiene alla piccolaborghesia fiorentina. Stu<strong>di</strong>a a Milanoe consegue la maturità. In quelperiodo fu affascinato dall’arte sacrae decise così <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re il cristianesimosotto la guida spirituale <strong>di</strong> uncerto don Bensi. A vent’anni entra inSeminario, a Firenze, guadagnandosi,da subito, la fama <strong>di</strong> ribelle per lasua straor<strong>di</strong>naria vivacità. Fresco <strong>di</strong>or<strong>di</strong>nazione, nel 1947 fu mandatocappellano a San Donato <strong>di</strong> Calenzano,in <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Firenze. Nella piccolacomunità svolse un’indagine perconoscere i bisogni della <strong>Parrocchia</strong> ecommisurare ad essi le azioni pastorali.Il risultato dell’indagine, pubblicatanel 1958 con il titolo <strong>di</strong> “Esperienzepastorali” suscitò un vespaio<strong>di</strong> critiche velenose ed ingiuste, talida indurre le Autorità ecclesiastichea togliere il libro dalla circolazione. Idati raccolti avevano messo a nudo lecontrad<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> una chiesa che preferival’alleanza con i ricchi alla vicinanzaevangelica con i poveri, mentreLui considerava estremamentenecessario partire dai bisogni sociali(lotta all’analfabetismo, adeguata conoscenzadella realtà…) per poi arrivarea proporre la partecipazione allavita cristiana. Un approccio, il suo, <strong>di</strong>fede, coerenza e ra<strong>di</strong>calità evangelica(come lo è tutt’oggi nelle terre <strong>di</strong>missioni).Così don Lorenzo, il prete che nellaCuria fiorentina veniva considerato“sovversivo”, ma che era stato ingrado <strong>di</strong> capire, in anticipo i “segnidei tempi”, fu trasferito in una piccola,quasi sperduta, parrocchia a Barbiana,comune <strong>di</strong> Vicchio nel Mugello,formata da poche case, unachiesetta ed un piccolo cimitero. Vigiunse,“in questo esilio”, la sera del 7<strong>di</strong>cembre 1954 su <strong>di</strong> un camioncino,portando con sé tutto ciò <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>sponeva.Osservò la realtà dei pochiabitanti e riprese ad esercitare il suoministero sacerdotale con grande austerità,senza separarlo dalla vita deisuoi nuovi parrocchiani, quin<strong>di</strong> ripreseil progetto educativo dando vita aquella che è rimasta nella memoriastorica come la scuola <strong>di</strong> Barbiana;una scuola <strong>di</strong> vita completa, che sisvolgeva per molte ore al giorno eper tutti i giorni della settimana. Unaltro intervento <strong>di</strong> rilievo, che suscitòun certo scalpore, fu la lettera chedon Milani inviò ai Cappellani militaridella Toscana per <strong>di</strong>fendere il <strong>di</strong>rittoall’obiezione <strong>di</strong> coscienza, in alternativaal servizio militare, considerato,allora, “un sacro dovere per servirela Patria”. Per questa sua scelta antimilitaristicaed a favore della vita <strong>di</strong>tutti venne processato e condannatopost’mortem.Intanto, alcuni mesi prima <strong>di</strong> morire,insieme a 8 dei suoi ragazzi, che tantoamava come un padre, scrisse lafamosa Lettera ad una professoressa,dove si sottolineava l’errore e il dannomorale riguardante le bocciature deglialunni poveri, convinto che le <strong>di</strong>suguaglianzesociali non fossero solo<strong>di</strong> natura socio-economica, ma anchee soprattutto <strong>di</strong> natura culturale.Quel documento, che contribuì afar acquisire un nuovo concetto dellascuola <strong>di</strong> massa e non <strong>di</strong> élite (oun privilegio per i ricchi che lasciavanell’ignoranza la maggioranza del popolo),fu stampato in centinaia <strong>di</strong> migliaia<strong>di</strong> copie. Venne fatto circolareanche grazie al Sindacato. L’attuale22


presidente del Senato, Franco Marini,già <strong>di</strong>rigente sindacale, lo ha ricordatorecentemente in televisione. Anchealle Acli <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> arrivarono alcunecopie <strong>di</strong> quel libro e servirono nellenostre scuole serali, aperte in queglianni, per far conseguire la licenza <strong>di</strong>terza me<strong>di</strong>a.Don Lorenzo è morto, per un tumorealla gola, il 26 giugno 1967, a soli 44anni, e come Lui volle, è stato sepoltoin quel piccolo cimitero, meta, anchenei mesi scorsi <strong>di</strong> pellegrinaggi.Il 17 giugno noi abbiamo incontratoFranco, Giuseppe, Luigi, Mario e Nevio;sono alcuni <strong>di</strong> quei ragazzi che,grazie all’esperienza vissuta alla scuola<strong>di</strong> Barbiana e con don Dilani, hannoproseguito gli stu<strong>di</strong> e raggiuntoposizioni sociali significative. Essi costituisconoil gruppo centrale che sorregge,oggi, la “Fondazione don Milani”.Altri gruppi <strong>di</strong> amici e testimonidella singolare esperienza vissuta circa50 anni fa sono ra<strong>di</strong>cati in <strong>di</strong>verseprovince, tra cui anche in quella<strong>di</strong> Brescia. Sempre a giugno, pressoil saloncino ex Rota è stato presentatoun documentario, con relative testimonianze,riguardanti la vita e l’opera<strong>di</strong> don Lorenzo.Purtroppo la partecipazione non èstata numerosa.Abbiamo, comunque, ritenuto <strong>di</strong> farconoscere questa esperienza tramite ilNotiziario della <strong>Parrocchia</strong>, per rievocarealcune pagine molto significativedella nostra storia, e perché conoscendolealtri abbiano a rendere, sempree ovunque, testimonianza della veritàe dei valori primari della vita, tra cuianche una adeguata istruzione e formazione“al senso critico” <strong>di</strong> tutte lepersone, senza alcuna esclusione.Gli aclisti Emore, Beppe e LinoNUMERI UTILIComando Polizia Locale - <strong>Chiari</strong>0307008228Numero verde della Polizia Locale800853669Cellulare in dotazionealla pattuglia della Polizia Locale3204357618Associazione PensionatiEccoci <strong>di</strong> nuovo qui dopo la lunga pausa estiva. Le vacanze organizzatedalla nostra Associazione Pensionati ci hanno dato l’opportunità <strong>di</strong>ammirare posti incantevoli e <strong>di</strong> affrontare con rinnovato spirito giovanileanche i momenti <strong>di</strong> calura fuori dalla norma. Ringraziamo ancorail Signore, come già lo abbiamo ringraziato in occasione della grandesolennità del Corpus Domini, anche nella tra<strong>di</strong>zionale processione,purtroppo interrotta dal maltempo.Tante le nostre iniziative e presenze in questi ultimi tre mesi: venerdì 8giugno numerosi iscritti hanno partecipato alla bella serata organizzatadalla Fondazione Morcelli-Repossi in occasione della presentazione delvolume “Le memorie della Prepositura clarense” <strong>di</strong> Stefano AntonioMorcelli; per tutto il mese <strong>di</strong> giugno siamo inoltre stati impegnati pressola Fondazione per l’apertura della mostra in onore dell’artista FlorianoBo<strong>di</strong>ni, recentemente scomparso, del quale la Fondazione possiedenumerose e significative opere da lui stesso donate.Il nostro sodalizio non ha conosciuto sosta durante l’estate, perché ilvolontariato si è pro<strong>di</strong>gato per far sì che i soci che non hanno potutogodere <strong>di</strong> un periodo <strong>di</strong> vacanza potessero sentirsi meno soli ed averecomunque alcune opportunità <strong>di</strong> svago. Nel mese <strong>di</strong> luglio in particolareci siamo impegnati per la migliore preparazione delle elezionidel nuovo Consiglio, che si terranno in una data ancora da definirsi,ma comunque dopo il rientro <strong>di</strong> tutti i “vacanzieri” e prima della nuovatornata <strong>di</strong> soggiorni previsti in settembre ed ottobre a Ischia, SciaccaMare e Sardegna.Nel mese <strong>di</strong> agosto si è celebrata la festività dell’Assunta, alla qualenoi pensionati siamo particolarmente affezionati. Sembra che la datadel 15 agosto sia stata scelta dai cristiani per sovrapporre una festivitàcattolica a quella pagana delle Feriae Augusti istituita nel 18 a.C. perla celebrazione delle ferie in onore dell’imperatore Augusto, ma certoquesta è la festa mariana più antica e più universale. L’abbiamo festeggiatacon rinnovata fede ricordando le parole “La morte non si vanterà<strong>di</strong> Te, o Maria”, pronunciate da San Germano, un vescovo dell’AltoMe<strong>di</strong>oevo. E noi, con rinnovata fede, cre<strong>di</strong>amo nella resurrezione deicorpi e nella vita che verrà.Prima <strong>di</strong> chiudere, ci piace qui ricordare la festa augurale della signoraPierina Foglia Vezzoli in occasione del suo 90° compleanno. Attorniatadai numerosi figli, nipoti e pronipoti ha potuto godere della bene<strong>di</strong>zionedel nipote don Emanuele Vezzoli, missionario in terra d’Africa, cheha celebrato la messa tra le mura domestiche in una cerimonia sobria esuggestiva, conclusasi in armonia e con gli auguri <strong>di</strong> lunga vita alla festeggiatae <strong>di</strong> buon apostolato al caro don Emanuele.Chiu<strong>di</strong>amo con i consueti auguri anche a tutti gli altri soci che duranteil periodo estivo hanno festeggiato il compleanno e con la speranza chela nuova Direzione porti a tutti una ventata <strong>di</strong> serenità e concor<strong>di</strong>a.per la Direzione, Pietro RanghettiLa Direzione comunica che l’Amministrazione comunale ha rinnovatoall’Associazione Pensionati l’incarico del servizio dei vigili-nonnidavanti alle scuole.Pertanto chi volesse partecipare a questo servizio può fin d’oramettersi in nota presso la sede <strong>di</strong> via C. Battisti 6, tutti i giorni dalle15.00 alle 18.00.23


Un Domenico Savioanche a <strong>Chiari</strong>Idoni del Signore non sono legatiné ad alcuni paesi o città, né adalcuni tempi. Questa la riflessionespontanea mentre facevo scorrerele paginette, scritte <strong>di</strong>ligentementea mano, <strong>di</strong> un quadernetto cherisaliva alla presenza dei PP. Benedettinia San Bernar<strong>di</strong>no e che miera stato donato da una famiglia <strong>di</strong>amici.È la relazione del monacobenedettino P. Luigi SistoPandolfi, letta il 20 agosto1922 a <strong>Chiari</strong> nella classeVI della Dottrina Cristiana aicompagni <strong>di</strong> scuola del carodefunto Emilio Magrinello(1909-1922).Inizia così: “Come un giglioolezzante appena sbocciatoal mattino, una mano invisibileti ha colto, o Emilio,per adornarne il Para<strong>di</strong>so. Ilprofumo delle tue virtù ci allietavae ci invitava ad imitarti…”.Dalle note che accompagnanola relazione,si viene a sapere che EmilioMagrinello era nato a <strong>Chiari</strong>,in via Isidoro Clario, il 16 ottobre1909 da Luigi e RosaBergamo, battezzato il 18 ottobre1909, cresimato il 12maggio 1919 da mons. GiuseppeBeretta e il 27 giugno 1919 ascrittoai chierichetti <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no.Pur dando ampio spazio a questoperiodo della sua vita, il P. Pandolfirileva, sulla testimonianza <strong>di</strong> conoscenti:“Vivace come dev’essere unfanciullo, allegro sempre, era dotato<strong>di</strong> un <strong>di</strong>scernimento che appenasi potrebbe esigere da un ragazzo alui superiore <strong>di</strong> cinque o sei anni <strong>di</strong>età”. Con il padre andava a cantarenel coro della chiesa parrocchialee seguiva attentamente le funzionireligiose. Se ne mettono in rilievola soda pietà, la fede viva, la speranzaa tutta prova e l’amore <strong>di</strong> caritàverso Dio e verso il prossimo.Soleva recitare le preghiere -mattinoe sera- in ginocchio ai pie<strong>di</strong> delsuo letto e prolungandole soventela sera, prima <strong>di</strong> coricarsi. Aveva ungrande amore a Gesù Eucaristia siaricevendolo spesso nella Comunione,sia partecipando alla Messa, siaadorandolo, sia accompagnandoloin viatico. Al Padre che voleva dargliuna piccola ricompensa per averloaccompagnato per il viatico, la rifiutò<strong>di</strong>cendo: “O Padre, è già statotroppo l’onore che ho avuto <strong>di</strong> accompagnareil Signore”. La sua primaformazione l’ebbe in famiglia,profondamente cristiana, sia comeincoraggiamento al bene, sia comeesempio <strong>di</strong> virtù-mostrandosi obbe<strong>di</strong>enteai genitori, rispettoso delleloro osservazioni, fedele nell’adempimentodei piccoli doveri della propriacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fanciullo.“Non può esservi sfuggita la sua pietàsenza che vi abbiate trovato esagerazione;non la sua modestia senzaaffettazione; non la sua <strong>di</strong>ligenzaalla scuola e ai suoi doveri senzasecon<strong>di</strong> fini, per attirarsi una stimaimmeritata da parte dei superiori.Niente ipocrisia, invi<strong>di</strong>a, superbia”.Per quanto riguarda la scuola, nonera certamente dotato <strong>di</strong> un’intelligenzasuperiore, ma seppe cavarselacon un lavoro assiduo e, davantiai doveri <strong>di</strong>fficili, con la preghieradomandava l’aiuto al Signore.Confidava alla mamma davanti adun compito <strong>di</strong>fficile: “Staserastu<strong>di</strong>erò la lezione, domattinafarò la Santa Comunionee poi farò il compito”. Sempremodesto e composto,pronto a prevenire i superiorie i conoscenti con il salutoed il sorriso sulle labbra. Nonconosceva che due strade:quella della scuola e quella <strong>di</strong>San Bernar<strong>di</strong>no.“A San Bernar<strong>di</strong>no trovò vitaed ingrandì l’anima sua: servireall’altare e cantare in coro,istruirsi sulle cose <strong>di</strong> Dio, pregarlo,accostarsi ai Sacramenti;precorreva i tempi esi vedeva grande, monaco eprete”.Meritò <strong>di</strong> essere scelto qualeassistente e coa<strong>di</strong>utore delPadre Maestro dei chierichetti,ufficio che <strong>di</strong>simpegnò mostrandosia tutti i compagni il primoin ogni cosa e acquistandosi sopra<strong>di</strong> essi un’autorità dovuta non soloal titolo, ma alla pratica coscienziosadel proprio dovere. Incaricato <strong>di</strong>tenere la sorveglianza e la <strong>di</strong>sciplinadei chierichetti in assenza del P.Maestro, svolgeva il suo compitosenza arroganza né debolezza, ma24


con convinzione profonda, facendosiamare e rispettare dai compagnianche maggiori <strong>di</strong> età <strong>di</strong> lui.Tutto procedeva per il meglio, senon che il 20 luglio 1922 Emilio dovetterestare a letto per forti dolorialla gamba accompagnati da febbre.Il 27 dello stesso mese la malattiaesplose in tutta la sua gravitàe rivelò la sua natura <strong>di</strong> osteomieliteacuta del femore sinistro. Portatoall’Ospedale Mellini <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, sitentò <strong>di</strong> salvarlo con un’operazionechirurgica. Ma ormai il male avevafatto tale progresso che ogni cura sirivelò inutile.P. Pandolci, che l’aveva seguito nellasua sofferenza, portandogli il Signorecome viatico, testimonia:“Dopo aver sopportato con ammirabilepazienza dolori acutissimi,dopo aver dato a quanti l’avvicinaronoil più bell’esempio <strong>di</strong> virtù, lasua bell’anima purificata dalla sofferenza,volava in Para<strong>di</strong>so nellanotte tra il 15 e il 16 agosto 1922,pochi minuti dopo la mezzanotte”.Mai aveva perduta la conoscenza ela conservò lucida fino alla fine. Ricordavaparenti, amici, conoscenti,compagni e per loro pregava e tuttiabbracciò in una promessa preghierain cielo. In mezzo a questi in<strong>di</strong>cibilidolori lo confortava l’Eucaristiaricevuta <strong>di</strong>verse volte e soprattutto ilCrocifisso. Ripetutamente lo offrivaal papà: “Bacialo anche tu, papà” epoi alla mamma “Bacialo anche tu,mamma”. Altre volte. “Soffro tanto,sai mamma”. Prese il Crocifisso e lobaciò. La mamma voleva riprenderlo:“Lasciami baciare le SS CinquePiaghe”.Anche la sua morte fu esemplare.Così la descrive il P. Pandolfi: «All’ultimo,tenendosi raccolto con ilCrocifisso tra le mani, appoggiandolosulla fronte: “Oggi, sarò con tein para<strong>di</strong>so”-<strong>di</strong>sse. La mamma: “Tiricorderai, Emilio, <strong>di</strong> pregare per ituoi genitori, per i tuoi fratelli e sorelleperché crescano buoni comete?”-“Sì, sempre, mamma”. E dopoun momento: “Tutto per Te, o Signore”.Sollevò la testa, tre sospiriaffrettati, la piegò <strong>di</strong> nuovo. Era inPara<strong>di</strong>so».don Felice RizziniIl pittore Franco BalduzziNella mostra <strong>di</strong> pittura che tra<strong>di</strong>zionalmente viene organizzataogni anno in occasione del Perdon d’Assisi, è tornato FrancoBalduzzi. È il pittore ufficioso della Curia Vescovile <strong>di</strong> Brescia. Ecome tale, dopo la pala sulla Madonna dell’Umiltà, nella cappelladell’Episcopio, ha realizzato la pala del Beato Mosè Tovini, in occasionedella sua beatificazione e ultimamente il ritratto <strong>di</strong> mons.Giulio Sanguineti che verrà collocato nella Galleria dei Vescovi.Don Giuseppe Fusari, custode del Museo Diocesano, lo seguecon attenzione e lo incoraggia con le sue pubblicazioni. Difatti,la pittura raffigurativa <strong>di</strong> Balduzzi riesce a coniugare modernità eclassicismo con una consumata tecnica. “Lucida, perfetta, eppuresintetica la sua pennellata non indugia in particolari inutili o eccessivi:solo lo stretto necessario entra nel cono ottico del suo <strong>di</strong>pingere.I fon<strong>di</strong> in<strong>di</strong>stinti paiono fondali per i poveri attori <strong>di</strong> questacomme<strong>di</strong>a umana…”.In una delle ultime mostre a Brescia ha esposto la raffigurazionedei sette vizi capitali, compreso l’ottavo, tutto contemporaneo,della totale mercificazione <strong>di</strong> corpi ed anime. In un piccolo rifugioa Lione sta elaborando, in gran<strong>di</strong> quadri, le sette virtù, teologalie car<strong>di</strong>nali, più l’ottava. Egli, riportandosi ai gran<strong>di</strong> pittori, amadare alle sue opere una profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> pensiero che, attraverso l’arte,raggiunge la mente e il cuore dello spettatore.Anche a Lione, in una mostra, sono andati a ruba i suoi <strong>di</strong>pinti,specialmente quelli <strong>di</strong> più ridotte <strong>di</strong>mensioni. Balduzzi ha perseguitoe raggiunto in oltre trent’anni <strong>di</strong> attività, con impegno e tenacianella ricerca quoti<strong>di</strong>ana, un segno pittorico tutto suo. Il suopaese nativo, Ru<strong>di</strong>ano, ne va giustamente fiero.Alla mostra <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no non sono mancati anche paesaggie vedute: un colloquio con la natura e le cose. Balduzzi raccontala realtà registrando fedelmente quel che l’occhio osserva e ilrapporto tra forma e colore, la luce <strong>di</strong>ffusa che ammorbi<strong>di</strong>sce l’atmosferaci danno le <strong>di</strong>mensioni della sua preparazione ed ispirazione.Però il vero Balduzzi si misura con la figura umana, con il ritratto,letto secondole leggi della psicologiaed interpretatosecondo i valori perennidella vita.Il succedersi dei visitatorie l’apprezzamentogenerale hannosottolineato positivamentel’itinerarioche il pittore avevapersonalmente pre<strong>di</strong>sposto.Hanno elogiato soprattuttola sua <strong>di</strong>sponibilitàad illustrarele sue operea chiunque lo chiedesse.DFR25


Il quinto Vescovo ex-allievo<strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>noSalesiano “San Bernar<strong>di</strong>no”<strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> è stato aspirantatodell’Ispettoria lombardo-L’Istitutoemiliana dal 1927 al 1970, quandogradualmente fu trasformato in ScuolaCattolica a servizio del territorio.Un ginnasio privato, fatto generalmentein quattro anni, dove si stu<strong>di</strong>avaseriamente dovendo fare gli esamipubblici, si pregava con entusiasmoe si viveva allegramente nel nome<strong>di</strong> don Bosco. Non aveva niente delchiuso e del forzato.Gli educatori -tutti Salesiani- vivevanoa fianco dei ragazzi, stu<strong>di</strong>avanoinsieme, giocavano insieme, si <strong>di</strong>vertivanoinsieme. Erano come fratellimaggiori e il <strong>di</strong>rettore come unpadre, con cui si andava volentieria parlare. Quando capitava qualchemancanza, qualche leggerezza,pronta era la correzione personale;se continuava, era rilevato nel voto<strong>di</strong> condotta settimanale. La Buonanottedel <strong>di</strong>rettore a conclusione dellagiornata e la lettura pubblica settimanaledei voti (condotta, stu<strong>di</strong>o e buonaeducazione) qualificavano educativamentel’ambiente, in genere serenoed operoso. Si dava attuazione almetodo educativo <strong>di</strong> don Bosco.Gli studenti, tutti convittori, stavanonell’Istituto dai primi <strong>di</strong> ottobre ametà luglio. Ridotte al minimo le vacanzeestive, si passava un mese inmontagna dove passeggiate e scalatesi alternavano allo stu<strong>di</strong>o.Ci si trovava bene a San Bernar<strong>di</strong>no,nonostante i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerracon le conseguenti privazioni. Inquesto clima venivano a maturazionei germi <strong>di</strong> vocazione che sorgevanoin cuore.Non c’è da meravigliarsi che un buonnumero <strong>di</strong> allievi, giunti in QuintaGinnasio, facesse la domanda <strong>di</strong>andare in noviziato e <strong>di</strong> verificarvi lapropria vocazione salesiana. Una minoranzapreferiva il Seminario o altreCongregazioni. Pochi lasciavano.Andarono in noviziato circa 500 allievi.Ne vennero molti sacerdoti e un<strong>di</strong>screto numero <strong>di</strong> missionari. Fra imissionari, alcuni furono nominatiVescovi come Mons. Giovanni Zerbini,Mons. Ignazio Be<strong>di</strong>ni, Mons.Nicolas Cotugno, Mons. FrancescoPanfilo.E, dai primi <strong>di</strong> giugno 2007, ancheMons. Luciano Capelli, l’ultimo missionarionominato Vescovo.È sondriese, nato il 19 ottobre 1947 aCologna <strong>di</strong> Tirano da famiglia modesta.Vive ancora la mamma e numerosisono i parenti. Lo zio sacerdotesalesiano è morto da tempo. Appartieneal gruppo <strong>di</strong> aspiranti mandatida don Luigi Borghino a <strong>Chiari</strong> perCURAZIA DI SAN BERNARDINOVia Palazzolo, 1don Antonio Ferrari (Direttore)030/7006811don Gianni Pozzi030/712356 - 333 3367973don Silvio Galli030/7002200CENTRALINO CURAZIA S. BERNARDINO030/712356frequentare il Ginnasio. Passato innoviziato, compagno <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> del <strong>di</strong>rettore<strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>no don AntonioFerrari, è salesiano dal 1965.Missionario nelle Filippine, al seguitodel grande missionario valtellinesedon Carlo Braga, vi ha compiuto glistu<strong>di</strong> filosofici e il tirocinio educativo.Tornato in Italia per gli stu<strong>di</strong> teologici,ha ottenuto la licenza in Teologiaa Torino ed è stato or<strong>di</strong>nato sacerdoteil 19 giugno 1975 nella basilica <strong>di</strong>Maria Ausiliatrice.Tornato nelle Filippine, ha rivestitovari incarichi fino alla nomina <strong>di</strong>Superiore Provinciale dal 1993 al1999.Dal 1999 è <strong>di</strong>rettore della “Don BoscoTechnical School” a Honiara,nelle Isole Salomone dove lo ha raggiuntola nomina a Vescovo <strong>di</strong> Gizo,sempre nelle Isole Salomone.don Sergio MicheliS.E. mons. Luciano Capelli con la mamma e don Guido Brambillaa Samber il 13 giugno 2007.26


Piccola Accademia <strong>di</strong> Musica<strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>noLa Piccola Accademia <strong>di</strong> Musica <strong>di</strong> San Bernar<strong>di</strong>noriapre i battenti, a partire da sabato 1 settembrecon le voci bianche e da lunedì 3 settembre con ilCoro Nuova Armonia.La Piccola Accademia, nata ufficialmente nel 2001,raccoglie al suo interno queste due realtà corali presentisul territorio clarense dal lontano 1979 ed haal suo attivo la realizzazione <strong>di</strong> 5 CD, tra i quali citiamogli ultimi due, Wed<strong>di</strong>ng songs e Viaggi oltreil suono, presentati rispettivamente nel 2006 e nel2007, oltre a numerosi concerti, rassegne e concorsiin <strong>di</strong>verse città italiane. Da quattro anni, inoltre,è stata aperta una scuola <strong>di</strong> strumento, riservata acoristi per fornire un iter formativo completo.Per il prossimo anno sono in programma concertia Cologne, Palazzolo sull’Oglio, Cellatica, Brescia,Lonato e naturalmente <strong>Chiari</strong>, con il tra<strong>di</strong>zionaleconcerto <strong>di</strong> Natale.La caratteristica forse più importante dell’attivitàdella Piccola Accademia è quella <strong>di</strong> proporre inun clima <strong>di</strong> collaborazione e <strong>di</strong> lavoro il più serenopossibile, a tutti i bambini ed i giovani che voglionofare un’esperienza musicale, e <strong>di</strong> canto in specie,una possibilità <strong>di</strong> cantare un repertorio “<strong>di</strong>verso”da quello che tra<strong>di</strong>zionalmente viene proposto.Infatti, avvalendosi della collaborazione <strong>di</strong> giovanimusicisti bresciani, da anni si eseguono brani originaliche incontrano il piacere soprattutto <strong>di</strong> chicanta, proponendo un repertorio che vuole andareal <strong>di</strong> là delle solite proposte, sperimentando canti emusiche senz’altro “classiche”, ma con una caratteristica<strong>di</strong> modernità essenziale.È forse per questi motivi che da anni molte coristeprovengono non solo da <strong>Chiari</strong>, ma anche dai Paesilimitrofi, in quanto l’esperienza a cui si va incontroè senz’altro unica nel suo genere.Per chi fosse interessato alle selezioni per l’ingressonella Piccola Accademia <strong>di</strong> Musica <strong>di</strong> SanBernar<strong>di</strong>no è possibile contattare <strong>di</strong>rettamente imaestri dei cori, Roberta Massetti per il PiccoloCoro e Maurizio Ramera per il Nuova armoniaal numero 030/7000864. Buongiorno.Mi chiamo Fabio Cogi e sono atleta e Consiglieredel G.S.A. Badminton <strong>Chiari</strong>. Leggendo l’ultimonumero dell’Angelo, nella parte de<strong>di</strong>cataallo sport, ho notato che l’autore dell’articolo Sig.Mazzotti, alla fine dello stesso concludeva chesolo il Basket <strong>Chiari</strong> ha un proprio sito. Questonon corrisponde a verità. Il G.S.A. è da circa novemesi che ha in rete un proprio sito all’in<strong>di</strong>rizzo:http://www.gsachiari.it. Lo stesso è stato segnalatoimme<strong>di</strong>atamente al webmaster della sezionesport del sito del comune e il Sig. Mon<strong>di</strong>ni ilgiorno stesso ha provveduto all’inserimento delcollegamento nella sezione stessa. In esso si possonotrovare tutte le attività che il G.S.A. svolgeormai dal 1998 e sopratutto una vasta sezioneriguardante l’attività del badminton, quest’ultimanata soli 2 anni fa.Ringraziandovi per l’attenzione porgo i mieisaluti.Fabio CogiGrazie Fabio: sono appunto il sig. Mazzotti, autoree firmatario dell’articolo da te segnalatocome, devo ammettere, perlomeno impreciso.Dopo il tuo richiamo ho aumentato la mia attenzionealla sezione che il sito del comune de<strong>di</strong>caallo sport. Riba<strong>di</strong>sco che non è completae che alcune società dovrebbero offrire <strong>di</strong> più.Però ho potuto constatare che i siti incontratinelle mie visite mi sono parsi generalmenteben impostati, per lo più gradevoli e facilmentevisitabili. Tengo a segnalare che molte societàpongono in primo piano i principi più propriamentesportivi e formativi ed aprono le loro paginecon il “Regolamento” o con lo “Statuto”.Più volte nella mia pagina ho cercato <strong>di</strong> parlaredello sport appunto con riferimento ai valoriumani, culturali ed educativi e sappiamo benequanto ce ne sia bisogno dopo i mille esempi <strong>di</strong>sport tra<strong>di</strong>to. Altre volte ho cercato <strong>di</strong> dare risaltoa sport alternativi che non sono meno <strong>di</strong>vertentie salutari <strong>di</strong> quelli più noti e frequentati. Aquesto punto posso tranquillamente invitare ragazzie genitori a constatare che le proposte valideper il tempo libero e l’attività sportiva sonomolte. Rinnovo anche l’invito alle società <strong>di</strong> utilizzarelo spazio <strong>di</strong>sponibile. Come si capiscedalla lettera <strong>di</strong> Fabio il webmaster della sezionesport è <strong>di</strong>sponibile e sollecito (va ringraziato anchelui). Ciao Fabio e ciao a tutti.Bruno Mazzotti27


Visita ita alla Comunità ShalomAl giorno d’oggi sembra che sigarette,alcool a <strong>di</strong>smisura, spinelli opasticche assicurino il <strong>di</strong>vertimento.In un attimo, però, si cade nel vorticedella droga e il presunto sballo<strong>di</strong>venta un’insopportabile prigioniache lascia aperti pochi spiragli<strong>di</strong> speranza. Il turbine arriva e, senzapietà, travolge tutto ciò che trova.I giovani che un tempo apparivanoforti e belli rimangono vittima<strong>di</strong> qualcosa più grande <strong>di</strong> loro,mentre quelli che sembravano liberida ogni regola sono ormai <strong>di</strong>ventatischiavi dei loro errori.Mercoledì 30 maggio, i ragazzi <strong>di</strong> secondadel Liceo Scientifico <strong>di</strong> SanBernar<strong>di</strong>no, accompagnati da donMino Gritti, hanno avuto la possibilità<strong>di</strong> visitare la Comunità Shalom<strong>di</strong> recupero per tossico<strong>di</strong>pendenti aPalazzolo. Dal 1986 questa strutturaaccoglie ragazzi che, dopo la <strong>di</strong>sintossicazionefisica, desiderano compiereun percorso particolare perriuscire a <strong>di</strong>sintossicarsi anche psicologicamente.L’accoglienza è stata molto calda el’impatto con l’ambiente <strong>di</strong>rei quasiinaspettato: circondati da visi sorridentie cor<strong>di</strong>ali <strong>di</strong> alcuni ragazzi,ci siamo ritrovato in un’oasi in cuiregnavano pace, or<strong>di</strong>ne, cura e pulizia.Purtroppo, però, <strong>di</strong>etro queivolti apparentemente felici si nascondevanovite <strong>di</strong>fficili ed esperienzedrammatiche.Le testimonianze che abbiamoascoltato erano tutte pressoché simili:a do<strong>di</strong>ci anni le prime sigarette ei primi spinelli per sentirsi più gran<strong>di</strong>e non essere esclusi dalla compagnia;qualche anno dopo è la volta<strong>di</strong> cocaina e pasticche per colmareil grande vuoto lasciato da una famigliaassente e sentirsi più forti <strong>di</strong>fronte alle <strong>di</strong>fficoltà. Quello che erainiziato come un gioco <strong>di</strong>venta undramma e quando, in buona partedei casi, il ragazzo rischia la morte,la famiglia decide <strong>di</strong> salvare il salvabilemandando il figlio in comunità.Qui è prevista una vita <strong>di</strong> lavoro e<strong>di</strong> preghiera: i ragazzi lavorano perconto terzi, si occupano degli animalinelle stalle e svolgono piccolilavori <strong>di</strong> manutenzione, inseriti inuna vita intensa <strong>di</strong> fede.La Comunità è stata interamentecostruita dai ragazzi, anche perchénon richiede nessun pagamentoalle famiglie, non riceve alcun aiutoeconomico dallo Stato e vive soltanto<strong>di</strong> provvidenza. Il tempo liberoè destinato ad attività ricreativecome la preparazione <strong>di</strong> spettacolida portare in tutta Italia o l’organizzazionee l’animazione <strong>di</strong> varie iniziative.Dopo aver ascoltato alcuniragazzi, abbiamo visitato l’ala femminile,le camere, i giar<strong>di</strong>ni, i laboratorie le stalle; abbiamo fatto ancheun breve giro a cavallo e ci siamofermati a pregare con i ragazzidella Comunità.Credo che questa esperienza sia stataper noi una grande lezione <strong>di</strong> vitae un importante passo nella nostracrescita e formazione. Mi sono resaconto che nessun <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> prevenzionealla droga è tanto efficacequanto il contatto <strong>di</strong>retto con levittime <strong>di</strong> quest’ultima. I ragazzi <strong>di</strong>oggi spesso iniziano a drogarsi pergioco, non rendendosi conto deigravi problemi che sigarette, spinellie cocaina possono provocare. Vedendoi visi spenti e provati degliex-tossico<strong>di</strong>pendenti, si può percepirequanto la droga bruci la vita <strong>di</strong>una persona, <strong>di</strong>struggendola fisicamentee psicologicamente. La drogaè un problema incombente sullavita <strong>di</strong> molti giovani e, anche seormai il mondo sembra averlo <strong>di</strong>menticato,può condurre alla morte.Uno dei ragazzi con cui abbiamopotuto parlare ci ha confidato, infatti,<strong>di</strong> aver perso tutti gli amici dellasua compagnia e <strong>di</strong> considerarsiun miracolato per esser stato risparmiatoda questo crudele destino.E’sorprendente, però, vedere comedavanti alla <strong>di</strong>sperazione i giovanidella Comunità non abbiano mollato,abbiano affrontato il problemae, confidando nei pochi strumenti<strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spongono, non abbandoninola speranza <strong>di</strong> tornare ad avereuna vita felice. Vivere e non lasciarsivivere dagli altri. Non mollare mai.Rialzarsi dopo una caduta. Eccociò che abbiamo appreso da questaimportante scuola <strong>di</strong> vita. Auguri atutti i ragazzi della Comunità <strong>di</strong> ritrovarele certezze che hanno perdutoe <strong>di</strong> aver la forza per camminare,con responsabilità, verso unavita nuova, serena e libera.Maria Chiara GarbelliniSuor Rosalina, fondatricedella Comunità Shalom28


giu<strong>di</strong>zi delle opere non classificate.Un autore non può ricevere più <strong>di</strong>un premio.Licenza poetica V e<strong>di</strong>zioneNove anni fa, dall’attenzione ai giovani<strong>di</strong> don Piero e dalla creatività <strong>di</strong>un gruppo <strong>di</strong> giovani del Centro Giovanile2000, nasceva Licenza poetica,un concorso letterario a tema liberoper adolescenti e giovani. Neglianni questa iniziativa è stata un’occasioneper molti ragazzi <strong>di</strong> esprimersi,raccontarsi, affrontare sogni e paureprovando a trasferirli su un fogliobianco. Negli anni è stata un’occasioneper <strong>di</strong>mostrare che esiste qualcosa<strong>di</strong> bello nel mondo giovanile, qualcosache sa “volare alto”, con idee e parole,qualcosa che non ci può lasciarincasellare il loro mondo solo sotto ladefinizione <strong>di</strong> “<strong>di</strong>sagio”.Dal 2006 al Centro Giovanile 2000si è affiancata l’associazione culturaleL’Impronta, con l’iniziativa dellaRassegna della Microe<strong>di</strong>toria Italiana,cornice perfetta per la premiazionedel concorso, nell’intento <strong>di</strong> darenuovo slancio a Licenza Poetica.L’e<strong>di</strong>zione 2006 ha visto una buonapartecipazione da parte <strong>di</strong> giovani eadolescenti, con alcuni lavori decisamenteinteressanti, che sono statiraccolti in una pubblicazione.Ma ora è tempo per l’e<strong>di</strong>zione 2007.Ecco il regolamento:Art. 1 Il concorso è aperto a tutti igiovani <strong>di</strong> età compresa tra i 14 ei 26 anni. Sono inoltre ammessi alconcorso i partecipanti che alla data<strong>di</strong> consegna delle opere non abbianoancora compiuto il 27-esimo anno <strong>di</strong>età. Il concorso è articolato in 2 sezioni:la prima si rivolge ai giovanitra i 14 e 19 anni; la seconda, riservataai giovani tra i 20 e 26 anni. Lapartecipazione è gratuita.Art. 2 I componimenti dovranno essereine<strong>di</strong>ti ed in lingua italiana. Icomponimenti saranno <strong>di</strong>visi in 2categorie: la categoria poesia comprenderàle opere in versi (poesie etesti <strong>di</strong> canzoni); la categoria prosacomprenderà le opere narrative (fiabe,racconti, pagine <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario, lettere).I componimenti non dovrannosuperare i 5 fogli dattiloscritti (formatoA4, carattere corpo 12, interlineasingola). Ogni partecipante potrà inviareun massimo <strong>di</strong> 3 componimentiper ogni sezione.Art. 3 Le opere, in triplice copia e firmatecon uno pseudonimo (e noncon il nome dell’autore), devonoessere accompagnate da una bustachiusa contenente i dati anagraficidell’autore, un recapito telefonico el’eventuale in<strong>di</strong>rizzo e-mail; questabusta dovrà essere contrassegnataall’esterno con lo stesso pseudonimocon cui si sono firmate le opere.Tutto il materiale deve essere inviatoin busta sigillata entro il 9 ottobre2007 al seguente in<strong>di</strong>rizzo:Concorso letterario“LICENZA POETICA”Fermo posta pressol’ufficio postale <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>25032 <strong>Chiari</strong> (BS).Art. 4 Il giu<strong>di</strong>zio della giuria nominatadal comitato organizzatore è inappellabile.Non saranno comunicati iArt. 5 I premi saranno così ripartiti:alla migliore opera in assoluto500,00Prima Sezione (14-19 anni)1° classificato della categoria poesia200,001° classificato della categoria prosa200,002° classificato della categoria poesia100,002° classificato della categoria prosa100,00Seconda Sezione (20-26 anni)1° classificato della categoria poesia200,001° classificato della categoria prosa200,002° classificato della categoria poesia100,002° classificato della categoria prosa100,00I premi saranno corrisposti in buoniacquisto spen<strong>di</strong>bili presso la V Rassegnadella Microe<strong>di</strong>toria Italiana,che si terrà a <strong>Chiari</strong> dal 9 all’11 novembre2007. La giuria si riserva <strong>di</strong>segnalare e premiare altre eventualiopere meritorie.Art. 6 Le opere inviate non verrannorestituite. L’organizzazione si riservail <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e stampa dei lavoripervenuti, senza ulteriore compensoper <strong>di</strong>ritti d’autore. In caso <strong>di</strong><strong>di</strong>ffusione e stampa delle opere gliautori consentono preventivamenteed espressamente all’organizzazione<strong>di</strong> rendere note le loro generalità.Art. 7 La premiazione avverrà il9 novembre 2007 alle ore 21.00presso la Villa Mazzotti <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>, durantela Rassegna della Microe<strong>di</strong>toriaitaliana.Art. 8 La partecipazione al concorsocomporta l’accettazione delle normedel presente regolamento.Per informazioni:www.licenzapoetica.itlicenzapoetica@gmail.comAlessandro - 328.6630027Paola - 338.2356189Paolo - 338.879876429


Un campo “infernale”Un bel giornod’estate il repartoAndromeda<strong>Chiari</strong> I° partì per uncampo un po’ <strong>di</strong>verso dalsolito. Destinazione para<strong>di</strong>so?? Macchè…inferno! Ossia Colico sul lago<strong>di</strong> Como.Dante e Virgilio ci aspettavano lunedì25 giugno alle 7.30 in stazione aRovato per recarci tutti insieme “all’infernale”meta. Subito dopo esserearrivati abbiamo montato le nostremitiche sopraelevate, eravamo tuttimolto stanchi ma il campo era cosìpronto per iniziare.Martedì il reparto si è <strong>di</strong>viso in duegruppi, le ricche signore ed i cavalieri(Linci e Pantere) hanno fatto unalezione <strong>di</strong> wind-surf, mentre le suoree i preti (Gazzelle e Cervi) un girettoin canoa e un bagnetto nel lago… lasera ecco l’inizio della <strong>di</strong>scesa per i gironidell’Inferno con Dante a raccontarcidelle pene dei dannati! Dopoaver passato il primo girone dell’inferno,Dante e Virgilio mercoledì cihanno accompagnato a Tresenda perun Ride <strong>di</strong> Reparto: baschetto, giubbinoe pagaie e viaaa: rafting sulle rapide!!!è stato molto <strong>di</strong>vertente e solopochi coraggiosi hanno affrontato letumultuose e gelide acque del fiumeAdda.Giovedì, sempre <strong>di</strong>visi in due gruppi,abbiamo svolto ancora attività nautiche:questa volta le ricche signore e icavalieri (Linci e Pantere) canoa, lesuore e i preti (Gazzelle e cervi) windsurf.Nel pomeriggio ogni squadrigliaè partita per una missione affidataleda Dante e Virgilio.Venerdì siamo tornati dall’hike <strong>di</strong>squadriglia veramente stanchi, ignaridel fatto che eravamo entrati nel gironedei golosi e che ci aspettava lagara <strong>di</strong> cucina. E con molta sorpresal’hike <strong>di</strong> Alta (per gli esploratori eguide dell’ultimo anno)… dove settecoraggiosi/e ragazzi/e hanno camminatocome pazzi per raggiungereuna splen<strong>di</strong>da abbazia circondatadal lago, sarebbe bastato rubare unabarchetta e le nostre gambine affaticatenon avrebbero camminato tantoma… non è stile scout! quin<strong>di</strong> zainiin spalla, e via a pie<strong>di</strong> per cinquelunghe ore (povero Pippo che avevaun’anguria nello zaino). In questauscita oltre a ridere e scherzare abbiamoavuto tempo per riflettere suiquattro anni passati in reparto, e a <strong>di</strong>rla verità ci sono stati molti pianti.Secondo voi sabato i sette coraggiosisono riusciti a tornare al campo?? Sì,anche se con un’ora <strong>di</strong> ritardo…Al pomeriggio sono stati svolti gli atelierper un mega ripasso <strong>di</strong> Astronomia,trapper, pionieristica, segnalazione,topografia, tipi <strong>di</strong> fuoco epronto soccorso.Alla sera… gioco notturno! Bisognavasconfiggere Lucifero, il re degli inferi,e passare al purgatorio... così leVita da esploratori nell’angolo<strong>di</strong> squadrigliaricche signore, i cavalieri, le suore e ipreti arrivarono al purgatorio.Domenica abbiamo incominciatoa smontare il campo, poi abbiamosvolto l’hebert tecnico (gara sulletecniche scout). Subito dopo è iniziatoil Consiglio della Legge, nelquale molti esploratori e guide hannoavuto modo <strong>di</strong> portare avanti laloro progressione personale, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrareal resto del reparto le propriecapacità.Alla sera il Salto del Fuoco, dove i ragazzidel terzo anni saltando il fuocohanno ricevuto il loro totem (soprannomescout): Ermellino acuto, Leopardocapace, Orso generoso, Pandaperspicace, Ron<strong>di</strong>ne pensierosa e Tigrepremurosa. Per noi ragazzi dell’ultimoanno è stata una serata <strong>di</strong>fficile,poiché era l’ultima sera dell’ultimocampo e qualche lacrima è scappata.Lunedì tutti pronti per tornare a casa,dopo una lunga corsa per raggiungerela stazione (il treno non aspetta!).È stato un campo breve e intenso,non solo pieno <strong>di</strong> splen<strong>di</strong>de attività,ma anche <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> emozioni. Per noidell’ultimo anno sarà sicuramente in<strong>di</strong>menticabile,e per tutto questo dobbiamoringraziare i nostri capi che cihanno sostenuto, ci sono stati vicini,e hanno sempre creduto in noi…Grazie <strong>di</strong> tutto!Alta squadrigliaIl reparto in tenuta da rafting per la <strong>di</strong>scesa sul fiume Adda.Clau<strong>di</strong>a, Mattia, Giulia, Filippo,Stefania, Andrea e Debora30


a cura <strong>di</strong> don DavideMa a questi chiari <strong>di</strong> lunaserve ancora Dio?Ho scritto il presente articolouna settimana dopo il primomaggio, festa del lavoro.Dalla televisione e da internet citrasmettevano una sarabanda <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi,<strong>di</strong> slogan, <strong>di</strong> parole roboanti,incandescenti, <strong>di</strong> minacce, <strong>di</strong> previsionicatastrofiche, <strong>di</strong> condanna alleingiustizie sociali, ai lavori neri, alleretribuzioni ingiuste, alla precarietàdelle occupazioni, alla <strong>di</strong>menticanzadei giovani. Da tutte le partisi auspicano tempi migliori, lavoroper tutti, sicurezza e garanzie <strong>di</strong> incolumitàin ogni ambito <strong>di</strong> attività.Qualcuno parla <strong>di</strong> maggior coscienzacivica e personale. Se non si educapiù al valore primario della vita,delle leggi, della <strong>di</strong>gnità delle persone,non si potranno mai evitare infortunie morti sul lavoro. Ma <strong>di</strong> checoscienza si parla? Leggi normativee proibitive ce ne sono fin troppe.Scongiuri contro ferite e morti bianchesul lavoro se ne fanno in quantitàfino alla noia.Nel mondo tante cose vanno bene.Pare però che ce ne siano troppeche vanno male. I vecchi sono schifatida una società dove prevalgonole tre esse: sol<strong>di</strong>, sesso e successo;l’esecrabile fame dell’oro, donne,carriera. Questi sono gli idoli deitempi moderni. E quando questemete esecrabili sono raggiunte, gliuomini sono veramente felici? Leggevoin una rivista <strong>di</strong> taglio popolaree sincero: Ahimé! Abbiamo palazzie appartamenti e case semprepiù alti e famiglie sempre più piccole.Posse<strong>di</strong>amo sempre <strong>di</strong> più, masiamo sempre meno contenti. Abbiamosempre più como<strong>di</strong>tà ma ciritroviamo con sempre meno tempoper goderne. Abbiamo sempre piùleggi, ma sempre meno citta<strong>di</strong>ni chele rispettano, sempre più tempo liberoa <strong>di</strong>sposizione, ma sempre piùstressati, sempre più rime<strong>di</strong> e semprepiù malattie, abbiamo moltiplicatole proprietà, ma ridotto i valorifondamentali, abbiamo imparatobene come guadagnarci da vivere,ma non come vivere, abbiamo aggiuntoanni alla vita ma non vita aglianni ecc…Ma cosa succede in questo guazzabuglio<strong>di</strong> mondo? Succede che inmezzo a tante cose necessarie e superflue,in mezzo a tanto fracasso efrastuono e stor<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> ogni genere,manca quel che necessita <strong>di</strong>più, l’in<strong>di</strong>spensabile, l’assolutamenteinsostituibile, cioè?Manca Dio, manca Gesù Cristo,manca la sua parola, la sua luce.Siamo al buio, siamo nel caos, nellaBabele. Il mondo è un treno checammina fuori dalle rotaie. Dio cheè luce, che è Amore onnipotente,padre provvidente, pace e bene imperituroè cacciato da tutte le parti.Non se ne vuol più sapere <strong>di</strong> Lui.Bastiamo noi con la nostra scienza,con la nostra tecnica, con i nostricomputer. Dio non viene invitatoalle Nazioni Unite, nei parlamenti,nelle conferenze internazionali. Egliè assente dalla politica, dalla legislazione,dall’educazione, dalle scuole,dalle famiglie, dalla morale, da moltepre<strong>di</strong>che e dai cuori <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong>uomini.Un tempo lo Spirito <strong>di</strong> Dio aleggiavasopra le acque e tutto era moltobuono. Togliete ad un uomo lo Spiritoed egli non è più un uomo, è unrelitto o una fiera, un lupo per ognialtro uomo. Senza lo Spirito <strong>di</strong> Dioche anima ogni cosa, il mondo ricadenel caos.Cara la mia gente, abbiamo <strong>di</strong>menticatoe continuiamo a <strong>di</strong>menticarequelle parole eterne che ci ha proclamatoGesù Cristo: “Senza <strong>di</strong> Mevoi non potete fare niente, niente,niente”. Abbiamo <strong>di</strong>menticato le paroledel salmo 136: «Se Dio non costruiscela città, invano la custo<strong>di</strong>sconoquelli che la costruiscono, seDio non custo<strong>di</strong>sce la città, invano lasorvegliano gli agenti dell’or<strong>di</strong>ne».Questa è la verità. Noi stiamo annegandoma rifiutiamo il salvagente.C’è una luce brillante e splendentea Roma è il Papa Benedetto, millevolte benedetto, ma non solo non losi ascolta, ma neppure lo si rispetta,e proprio il primo maggio, festadel lavoro, gli hanno lanciato frecceingiuriose, minacce ed insulti volgari.E questo avrà portato bene ai lavoratori?!?Ne dubito assai. Non vogliatetoccare i miei unti e non vogliatemalignare nei miei profeti, recitaun salmo. Attenti! Dio è gelosodei suoi ministri e ogni offesa fatta aloro è un boomerang per chi la fa.Chi maltratta i ministri <strong>di</strong> Dio finiràmale. Attenzione!… Compagnia <strong>di</strong> Sant’OrsolaFiglie <strong>di</strong> Sant’Angela MericiPellegrinaggioparrocchialea Brescia“nei luoghi <strong>di</strong> S. Angela Merici”15 settembre 2007Partenza in pullman alle ore14.00 dal Palazzetto dello sport(via Lancini) e rientro previstoper le ore 19.00.Iscrizioni entro sabato 8 settembrepresso la Casa <strong>di</strong> S. Angela(via Rangoni 11) o AgneseVezzoli (tel. 030 7002038).31


OFFERTEdal 13 maggio al 31 luglio 2007Opere <strong>Parrocchia</strong>liGiovanni Bicocchi e Rosa Martinazzinel 50° <strong>di</strong> matrimonio 50,00N. N. nel 60° <strong>di</strong> matrimonio 100,00Ahizi Kouame Kakou Emmanuel 50,00L. F. 50,00N. N. 500,00Associazione “Amici Pensionati e Anziani” <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 150,00Un pensionato 50,00Bene<strong>di</strong>zione famiglie 380,00S. Messa Villaggio Cristallo del 28 / 5 / 2007 65,55Banca Cre<strong>di</strong>to Cooperativo <strong>di</strong> Calcio e Covobene<strong>di</strong>zione nuova sede <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 1.500,00Famiglia Tarcisio Mantegari 100,00N. N. in ricordo della mamma 2.000,00Offerte S. Messa alla Cascina Manganina 90,00N. N. 1.000,00Associazione Nazionale Autieri - Sezione <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 150,00N. N. in memoria dei propri defunti 200,00Banca <strong>di</strong> Bergamo S.p.A. bene<strong>di</strong>zione nuova sede <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 500,00Le bambine del coretto 70,00B. B. 3.000,00N. N. in memoria <strong>di</strong> Giuseppe Sigalini 200,00Paolo, Giuseppe e Giovanniin memoria <strong>di</strong> Giuseppe Sigalini 1.000,00Tetto Duomo - Federico Galli e sorellein memoria della sorella Giulia 3.000,00Restauro organo Duomo - Federico Galli e sorellein memoria della sorella Giulia 3.000,00Restauro Chiesa S. Rocco - Federico Galli e sorellein memoria della sorella Giulia 3.000,00In memoria <strong>di</strong> Martino, Patrizia e Virginia 300,00Faustino in memoria del fratello Primo Bosetti 200,00Associazione Pensionati <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong> 100,00In memoria <strong>di</strong> Pietro Aceti 200,00T. A. G. 500,00I figli in ricordo del papà Giuseppe 1.000,00Una tegola per Santa MariaVen<strong>di</strong>ta nr. 67 libri“Cinque anni con Monsignor Rosario” 507,30Cassettina Chiesa - domenica 12 / 5 / 2007 104,00Gruppo <strong>di</strong> preghiera <strong>di</strong> San Padre Pio 200,00Cassettina Chiesa - Domenica 20 / 5 / 2007 50,00Cassettina Chiesa - Domenica 27 / 5 / 2007 108,00Gruppo rosario <strong>di</strong> via Paolo VI 80,00Cassettina Chiesa - domenica 3 / 6 / 2007 72,00In memoria della cara zia Natalina Begni, i nipoti Festa U. 120,00B. A. C. 5.000,00Cassettina Chiesa - domenica 10 / 6 / 2007 95,00Cassettina Chiesa - domenica 17 / 6 / 2007 37,00Cassettina Chiesa - domenica 24 / 6 / 2007 20,00N. N. 20,00Cassettina Chiesa - domenica 1 / 7 / 2007 43,00N. N. in memoria dei propri defunti 100,00Cassettina Chiesa - domenica 8 / 7 / 2007 36,00Tetto S. Maria - Federico Galli e sorellein memoria della sorella Giulia 3.000,00I. R. 50,00Famiglia N. N. 1.000,00Cassettina Chiesa - domenica 15 / 7 / 2007 33,00Cassettina Chiesa - domenica 22 / 7 / 2007 47,00Centro GiovanileOfferte cassettina centro Chiesa 258,00In memoria <strong>di</strong> Giuseppe Canesi 50,00W. G. nel 25° <strong>di</strong> matrimonio 200,00Condomino Gescal <strong>di</strong> via Lunghe 20,00N. N. 100,00Un pensionato 50,00N. N. 50,00N. N. 3.000,00Offerte domenica 27 / 5 / 2007 2.956,51Fratelli, sorelle e nipoti in memoria <strong>di</strong> Mario Terzi 800,00Gli alunni della classe 5C “Scuole Turla”per a festa <strong>di</strong> fine anno scolastico 115,00Gruppo rosario presso casa Ravizza 150,00Banca <strong>di</strong> Bergamo S.p.A. 500,00Famiglie Gozzini Marcello, Beniamino,Giovanni e Emilio 150,00Ahizi Kouame Kakou Emmanuel 50,00N. N. 3.000,00N. N. 500,00G.A.T. 20,00Offerte domenica 1 / 7 / 2007 3.050,95F. F. 100,00G. G. in memoria dell’amica Lucia Facchetti 50,00In memoria <strong>di</strong> Santo, Maria, Ernesto e Angela 200,00N. N. in memoria dei propri defunti 100,00N. N. in memoria <strong>di</strong> Lucia Facchetti 50,00Le famiglie <strong>di</strong> via L. Da Vinci in mem. <strong>di</strong> Giuseppe Sigalini 250,00In memoria <strong>di</strong> Maria Rosa e Paola, le zie Mari e Lucia,i cugini Martinelli, Delfrate e Volpi 500,00La moglie in memoria <strong>di</strong> Giuseppe Sigalini 1.000,00Ditta O.F.B.M. in memoria <strong>di</strong> Agnese Lancini in Festa 200,00Ahizi Kouame Kakou Emmanuel 50,00C. G. 2000 - Federico Galli e Sorellein memoria della sorella Giulia 3.000,00Famiglie Salvoni, Cavalleri e Romanenghiin memoria <strong>di</strong> Lucia Facchetti 450,00La famiglia B. F. in mem. dell’amico Pasquale Piceni 100,00In memoria <strong>di</strong> Piera Bombar<strong>di</strong>eri 1.800,00C. I. in memoria dei propri defunti 200,00In memoria <strong>di</strong> Pasquale Piceni 150,00Corrado, Paola e Lucia Caratti 100,00In occasione della S. Messa celebratanel parco degli Alpini in memoria <strong>di</strong> Paqsuale Piceni 124,00Mario Garzetti in memoria dei propri cari defunti 500,00In memoria <strong>di</strong> Clara 50,00La famiglia in memoria <strong>di</strong> Lucia Facchetti in Vezzoli 100,00I figli in ricordo del papà Giuseppe 1.000,00N. N. in memoria della defunta Piera Bombar<strong>di</strong>eri 200,00I nipoti Gozzini, Locatelli e Vezzoliin memoria <strong>di</strong> Angela Begni 240,00Terza me<strong>di</strong>a Toscanini - progetto Banca Etica 300,00Un fiore per i defuntiIn memoria dei defunti del villaggio Giovanni XXIII 170,00Pasqua e Gianna per la festa della mamma 100,00Sorelle e nipoti in memoria <strong>di</strong> Francesco Gualina 175,00Le famiglie <strong>di</strong> via Giovanni XXIIIin memoria <strong>di</strong> Antonio Zelaschi 155,00N. N. 20,00Torri - Plebani 400,00In memoria del marito 15,00In memoria <strong>di</strong> nonna Teresa 100,00M. E. in memoria del marito 30,00N. N. in memoria dei propri defunti 100,00N. N. 100,00In memoria <strong>di</strong> Primo Bosetti 200,00Pierina e famiglia Festain memoria della cognata defunta Natalina Begni 200,00In memoria del marito 25,00ClarondaN. N. 50,00B. M. 50,0032


In memoria <strong>di</strong> Paola e Maria Rosa“Ciao maestre vado al mare e quandotorno vi porto le conchiglie”. Con questeparole e un grande sorriso Paola venerdìci ha salutato per l’ultima volta.Tutto era pronto per la partenza: biciclette,valigie, giochi e… Frizzi, l’amato cagnolino.L’attendeva l’azzurro del mareche non aveva ancora visto e la gioia <strong>di</strong>una vacanza spensierata.Durante il viaggio la meta tanto desiderataperò è cambiata. A Paola e alla mammaMaria Rosa è giunto un invito, un invitospeciale <strong>di</strong> quelli che non si possonorifiutare.Con immenso amore e tanta tenerezzasono state accompagnate su una sofficenuvola bianca, bianca come la schiumadel mare, in uno spazio infinito dove l’azzurroè <strong>di</strong>verso, è un azzurro più intenso,pieno <strong>di</strong> gioia e felicità.Purtroppo non vedremo più il loro dolcesorriso, non sentiremo più le loro voci,ma sappiamo che saranno sempre connoi, nei nostri ricor<strong>di</strong>, nei nostri cuori.Le persone che ci lasciano non muoionomai perché vivono dentro <strong>di</strong> noi.Nei compagni della scuola materna èvivo il ricordo <strong>di</strong> Paola, dei giochi fatti insieme,delle risate e delle gioiose feste <strong>di</strong>compleanno, tanto che in questi giorni cihanno chiesto: “Ma Paola festeggerà ancorail compleanno?”Sì, sarà una festa in compagnia <strong>di</strong> tutti gliangioletti come lei.Ora Paola e la mamma sono due splen<strong>di</strong>angeli e dal cielo sono vicine a tutti, ainonni, ai parenti e a tutte le persone chele hanno amate. Sono particolarmentevicine al papà Giuseppe perché nonsenta troppo la loro mancanza e si sentameno solo.Paola ti vogliamo tanto bene.Ciao, un grosso bacioI tuoi amici e le tue maestreSabato 23 giugno, un normalissimo caldosabato <strong>di</strong> giugno, se non fosse cheoggi compio gli anni e qui a casa si respiraaria <strong>di</strong> festa e poi le mie amiche mitelefonano per farmi gli auguri e ci scappaanche una bella chiacchierata! Ma c’èuna telefonata che non arriva, è quella<strong>di</strong> Maria Rosa, che mai si <strong>di</strong>mentica <strong>di</strong>un compleanno, un anniversario, unaricorrenza, ma è in viaggio per il mare,una meritata vacanza con la sua famigliaquin<strong>di</strong> ci sentiremo quando torna! Maverso le 18.00 una telefonata mi comunical’accaduto: Maria Rosa e Paola sonomorte in un incidente!!! Un tuffo al cuore,un nodo in gola, incredulità, un pianto<strong>di</strong>sperato e tanto dolore! Sono tormentatae rabbiosa. La mia fede vacilla versoquel Dio che mi hanno insegnato esserebontà infinita, quel Dio che è giusto, dov’èe perché permette una simile cosa?Passo una notte a piangere abbracciata amio marito, mi sento impotente, impaurita<strong>di</strong> fronte ad un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>vino chenon comprendo! Il dolore e la rabbia rimangonotutto il giorno dopo, poi ad untratto in me si fa strada un pensiero chepiano piano <strong>di</strong>venta certezza, sì è così,Maria Rosa, nella sua bontà ha meritatoprima <strong>di</strong> tutti il “premio del Para<strong>di</strong>so”, il“premio della vita eterna” ed anzi Dio havoluto non lasciarla sola durante questoviaggio e le ha messo vicino l’Angelo piùbello ed amato, un Angelo <strong>di</strong> nome Paola.Il dolore è ancora fortissimo, ma conquesta convinzione sento che la rabbiache provo lascia il posto alla rassegnazioneed all’accettazione, perché la fedeè anche questo, accettare ciò che non siriesce a “capire”! e così… mi sembra <strong>di</strong>sentire Maria Rosa che coccolando la suadolce Paola mi <strong>di</strong>ce “buon compleannoGiuliana”!Non vi <strong>di</strong>menticherò mai“Sabato”la tua amica GiulianaEra un sabato mattina d’estate,un sabato mattina come tanti altri,per noi era un sabato normale,per Voi era un sabato speciale.Il destino l’ha cambiatoin un sabato fatale,un sabato che ci ha toltodue persone care,un sabato <strong>di</strong> lacrime e lamenti,un sabato bagnatodal pianto <strong>di</strong> noi viventi.Ora ci resta soloun sabato amaro da ricordare,un sabato che ci costringe a pregareun Dio che quel sabatoè stato per noi crudele,che quel sabato ci ha privatodel vostro amoreMa Dio quel sabato, ne siamo certi,aveva per voi un sabato<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> progetti,con questo pensiero per noi non saràpiù un sabato <strong>di</strong> dolore nella consapevolezzache da quel sabato, nel cielo,due nuove stelle son lì a brillare.(de<strong>di</strong>cata a Maria Rosa e Paola)M.C.Paola <strong>Chiari</strong>ni17/11/2003 - 23/6/2007Maria Rosa Chionni17/7/1966 - 23/6/2007Carissima Maria Rosa,sono trascorse alcune settimane daquando te ne sei andata all’improvviso,lasciandoci nello sconforto, tristi, senzaparole. Ogni tuo gesto, ogni tua parola,ogni tuo sguardo, tutto si ripresenta ognigiorno, il suono della tua voce non ciabbandona. Ripercorriamo spesso ognimomento della tua vita, una vita <strong>di</strong> generositàe amore verso tutti, una vita spezzatatroppo in fretta. Nel tuo vivere quoti<strong>di</strong>anoè entrata all’improvviso la morte,ha rapito te e la tua dolcissima Paola, duefiori meravigliosi, che il Signore ha volutoportare nel suo giar<strong>di</strong>no in Para<strong>di</strong>so.Maria Rosa, continua a parlarci da lassùe solo quando ci incontreremo <strong>di</strong> nuovonella Casa del Padre, potremo continuarei nostri <strong>di</strong>scorsi lasciati a metà…Un abbraccio per sempreLuisa e CarlaCarissima Paola,ti abbiamo salutato quel giorno, primadella tua partenza per le vacanze, per andarefinalmente al mare, tu timidamentestretta alla tua mamma, felice comesempre. È proprio con quel sorriso pieno<strong>di</strong> gioia che ti vogliamo ricordare, spensieratacome una bambina della tua età,vergognosa quando ti si chiedeva qualcosa,e così vivace al momento <strong>di</strong> giocare.Portiamo con noi tanti bei ricor<strong>di</strong>,anche se ora con nostalgia, ripensando aquei momenti, i nostri occhi luccicano esi riempiano <strong>di</strong> lacrime.Sai, piccola dagli occhi gran<strong>di</strong>, ti vogliamobene, ci mancherai tanto.L’unico conforto sta nel pensarti tra lebraccia della tua mamma in Para<strong>di</strong>so,tra caroselli <strong>di</strong> Angeli, che sorvegli il tuopapà dandogli tutto l’amore <strong>di</strong> cui ha bisogno,sostenendolo nelle <strong>di</strong>fficoltà.Paola, dolcissimo angelo, quando avremonostalgia <strong>di</strong> te, alzeremo il nostro sguardoe ti vedremo nella stella più grande e luminosanell’immensità del cielo.Letizia, Paolo, Lorenzo e Gabriele33


Giuseppe Sigalini23/2/1927 - 9/7/2007Con la scomparsa terrena <strong>di</strong> GiuseppeSigalini la nostra <strong>Parrocchia</strong> perde unapersona amica. L’opera a lungo prestatacome valente collaboratore, il ruolonelle ACLI, la presenza e la preziosa<strong>di</strong>sponibilità come consigliere anzianodel Consiglio per gli Affari Economici<strong>di</strong>mostrano lo spirito <strong>di</strong> servizio volontariomaturato negli anni e la partecipazione,<strong>di</strong>screta ma costante, allarealtà clarense vissuta a livello personale,familiare e comunitario attraversola profonda de<strong>di</strong>zione alla <strong>Parrocchia</strong>.Ne ricor<strong>di</strong>amo il tratto umano misurato,la sobrietà e prudenza della parola,la tempra <strong>di</strong> una fede espressa con animonobile, la delicatezza <strong>di</strong> una testimonianza<strong>di</strong> vita coerente e salda negliaffetti familiari. Nella tristezza del commiatodall’orizzonte terreno e nella certezza<strong>di</strong> un futuro in pienezza <strong>di</strong> luce, laparabola umana <strong>di</strong> Giuseppe Sigalinirispecchia l’invito del salmista: “Signore,insegnaci a contare i nostri giorni eavremo la sapienza del cuore” (90,12).no le tue caramelle che tenevi semprea portata <strong>di</strong> mano per i più piccoli. Miè rimasto il tuo tavolo con le foto deituoi cari defunti che ti proteggevano eti tenevano compagnia. Ogni volta cheti penso, i miei occhi si riempiono <strong>di</strong>lacrime. Non posso credere che te nesei andata; la Madonna che tu pregavitanto, ti ha voluto portare con sé. Anchequando le gambe, stanche per glianni, non ti reggevano più, hai accettatoserenamente <strong>di</strong> lasciarti accompagnaresu una carrozzina; e a chi ti incontrava<strong>di</strong>cevi: «Ti piace la mia macchina?»e sorridevi tenendo stretto inuna mano il fazzoletto e nell’altra la tuainseparabile corona del rosario che recitavisenza stancarti mai, ricordandocitutti. Grazie per la tua saggezza e pertutto il bene che ci hai saputo dare.Ciao, nonna AngelaErnesto Vescovi11/9/1928 - 23/5/2007Maurizio Sguazzi6/10/1952 - 23/7/20043° anniversario della scomparsa del caroMaurizio SguazziBuongiorno, dolce amore!Già, è così che mi svegliavi ogni mattinacon il caffè. Sono passati tre annida quando te ne sei andato. Tre lunghissimie tristissimi anni; e io tutte lemattine, appena sveglia, guardando latua fotografia ti saluto così: “Buongiorno,dolce amore. Anzi, arrivederci”la tua CeciAngela Begni ved. Bombar<strong>di</strong>eri17/12/1908 - 19/6/2007Cara nonna,te ne sei andata come un lampo. Erabello vederti così presente, attenta adogni cosa, con il tuo viso sereno ed ituoi occhiali appoggiati sulla puntadel naso, per leggere il libretto delletue preghiere. Mi manca tutto <strong>di</strong> te. Latua ra<strong>di</strong>o che ogni mattina accendeviper ascoltare la S. Messa. Mi manca-Giovanni Terzi6/3/1954 - 5/1/1984Mario Terzi3/5/1924 - 31/5/2007Giuliano Bosetti15/10/1984 - 23/8/2006Piccolo mio, è passato un anno dalgiorno <strong>di</strong> quell’incidente che ti ha toltola vita, ma per la tua famiglia tu saraisempre vivo nei nostri pensieri e saraisempre con noi.Quando penso agli anni passati con temi assale la tristezza. Mi manca tutto <strong>di</strong>te: il tuo farmi arrabbiare, i tuoi tantiscusa, il tuo modo <strong>di</strong> chiedermi <strong>di</strong> fartile coccole quando eri triste. Vorrei tantostringerti ancora tra le mia braccia.Un giorno quando il Signore lo vorràci rincontreremo e allora sarò <strong>di</strong> nuovofelice. Ricordati sempre <strong>di</strong> vegliare suituoi fratelli perché loro sono tutto quelloche mi rimane.Mi manchi tantissimo, ti porterò smprenel mio cuore. Ciao, Giuliano.la tua mamma34


Anagrafe parrocchialeClara Marzani6/11/1999 - 22/7/2005Cara Clara, ricordo con tanta tristezzae rabbia il tragico 22 luglio2005. Ero al lavoro quandoè squillato il telefono. Era la nonnache con voce tremante mi hadetto: vieni a casa perché hannoinvestito la piccola Clara… Nonsapevo cosa pensare quando èarrivato lo zio Seve. Insieme siamoandati al Civile. Quel tratto<strong>di</strong> strada mi sembrava non finissepiù. Continuavo a pregare emi domandavo come avrei trovatola piccola Clara. Quandosono entrata in quella terribilestanza tutto mi è crollato addosso:la mia dolce nipotina Claranon era già più con noi, era giànelle mani del Signore. Speravoche fosse un brutto sogno, inveceera la realtà che ha colpito lamia famiglia. Mi continuo a domandareperché possano succederequeste <strong>di</strong>sgrazie. Eravamouna famiglia serena e felice, contenta<strong>di</strong> avere tre bimbe che insiemepotevano crescere, giocareed allietare i nostri giorni. Diconoil “destino”… però spessocolpisce le persone che non se lomeritano…Mi rimane <strong>di</strong> sperare che il piccoloangioletto doni a tutta lamia famiglia serenità e salute persuperare con tanta forza i giorni<strong>di</strong>fficili che sono davvero tanti.Sei sempre nel mio cuore, dolceangioletto della tua zia Sabrina.Battesimi38. Andrea RosarioCangelosi39. Camilla Cornali40. Matteo Costa41. Elisa Olmi42. Alessandro Pedullà43. Leonardo Sirani44. Gaia Zerbini45. Romina Billeci46. Giorgia Grevi47. Giulia Libretti48. Alice Codoni49. Giulia Vezzoli50. Matteo Lancini51. Chiara Mombelli52. Cecilia AnabelSanchez Rodriguez53. Liliana LuciaSanchez Rodriguez54. Arianna Mariotti55. Alessandro Barbieri56. Lorenzo Fogliata57. Mattia Lonati58. Marco Mihoc59. Zoe Greta Rubagotti60. Giulia Zambellini61. Vanessa Inverar<strong>di</strong>62. Elisa Libretti63. Ludovica Mensi64. Marianna Salvoni65. Nicola Omodeo66. Aurora Lucia Gerar<strong>di</strong>67. Glen Mensah68. Gennaro Polverino69. Amelia Carniato70. Elisa Pedrinelli71. Alfredo Giulio Salvoni72. Scenill Calvaras73. Marco BuizzaMatrimoni9. Luca Folgoracon Francesca Lombardo10. Omar Fogliata con StefaniaAbdel Ha<strong>di</strong> Alì El Zawawi11. Marco Verzeletticon Marilena Ciccolallo12. Francesco Piantonicon Francesca Maria Sirani13. Marco Zerbinicon Cristina Donghi14. Paolo Guido Panseracon Ancy Micali15. Samuele Frigolicon Loredana Dora16. Stefano Bertolicon Elena Brescianini17. Giannicola Corsinicon Sheila Assoni18. Mauro Torellicon Floriana Andreoletti19. Clau<strong>di</strong>o Festa con Silvia Ramera20. Fabio Millefanticon Giovanna Valtulini21. Daniel Baciucon Danca Irina Antoaneta22. Massimo Pilucchicon Paola Scalvi23. Michele Lancinicon Daniela TraininiDefunti57. Giuseppe Volpi <strong>di</strong> anni 8558. Francesco Gualina 8759. Natalina Begni 7460. Ernesto Vescovi 7861. Antonio Zelaschi 7662. Ernesto Salvi 6963. Fernanda Maria Roveda 7764. Mario Terzi 8365. Giulia Galli 8666. Serena Biloni 8567. Giovanni Catania 5468. Angela Begni 7269. Ines Facchetti 8170. Agnese Lancini 8171. Angela Begni 9872. Maria Chionni 4073. Paola <strong>Chiari</strong>ni 374. Concetta Mignemi 7475. Lucia Facchetti 4976. Pasquale Piceni 7777. Primo Bosetti 8378. Giuseppe Sigalini 8079. Mafalda Iukich 7380. Martina Gazzoli 9381. Carmine Vastola 58ERRATA CORRIGENell’anagrafe parrocchiale dello scorsonumero de L’Angelo è stato erroneamenteriportato il nome FrancescoSegalini, quando la <strong>di</strong>citura correttaè Sigalini. Ce ne scusiamo conl’interessato e con i lettori.35

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