<strong>Chiari</strong> vanta sei negozidal cuore anticoRiconosciuti dalla Regione: Farmacia Borsato, Forno Magico,Calzature Serina, Forneria Moletta, Tradati Abbigliamento, Caffè Roma.Una citta<strong>di</strong>na, la nostra, daitanti volti e realtà, comequella che vede alcuni nostriconcitta<strong>di</strong>ni impegnati con tenaciae coraggio a mantenere viveantiche attività e mestieri. Tra questitestimoni d’identità urbana, figuranoi sei nostri negozi che la RegioneLombar<strong>di</strong>a ha recentementestu<strong>di</strong>ato ed iscritto in un registrospeciale. Sta scritto che, quando unCentro commerciale, “sfratta”, o fachiudere i battenti ad una delle botteghedel centro storico, i paesi e lecittà perdono una parte dell’anima.E <strong>di</strong> tentacoli, i gran<strong>di</strong> magazzini nehanno allungati anche qui da noi.Loro, i nostri esercenti e commercianti,a questi cambiamenti hanno<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> saper resistere. Dallastatistica stilata dai ricercatori regionali,i negozi <strong>di</strong> “rilievo storico” dellaLombar<strong>di</strong>a sono appena un centinaio,sei dei quali clarensi. La FarmaciaBorsato, fondata da DomenicoBorsato nel 1913, ha mantenutoimmutato l’originale arredamento el’aspetto esterno. Sentinella dei nostrimalanni, da qui è passato un secolo<strong>di</strong> evoluzioni e scoperte dellame<strong>di</strong>cina per il bene della nostra salute.Poi ci sono la Forneria Moletta,<strong>di</strong> via XXV aprile, attiva dal 1927, ilCaffè Roma, inaugurato nel 1903, ilForno Magico <strong>di</strong> via Zeveto 44, cheha iniziato a produrre i primi dolci ele prime michette nel 1911, le CalzatureSerina, <strong>di</strong> via De Gasperi 36,Seminascosto, Costante Moletta. Accanto a lui, una <strong>di</strong>pendente e il giovane aiutanteBerto Baroni. In primo piano, il nipote Mauro Bonotti con un amichetto.Costante Moletta con la moglieEmanuela Mangialardoche ha aperto i battenti nel 1917, lecui scaffalature sono le stesse d’allora.Con ben 186 anni d’ininterrottaattività, e quattro generazioni chelo hanno tenuto aperto, la Palmad’Oro dei più longevi spetta <strong>di</strong> <strong>di</strong>rittoa “Tradati Abbigliamento”, le cuiorigini risalgono al 1821.Tra le curiosità che è stato possibilefar emergere, c’è la notizia che,negli anni Cinquanta, il Bar Romaospitava la redazione del quin<strong>di</strong>cinale“Il Citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> <strong>Chiari</strong>”. Provaprovata, che in fatto <strong>di</strong> carta stampatavantiamo una lunga ed interessantetra<strong>di</strong>zione. I nostri negozianti,oltre a sfidare le concorrenze, hanno<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> possedere doti <strong>di</strong> bravurae gestione oculata, adattamentoal cambiamento delle mode e capacitaprofessionale.Un esempio per tutti: Giovanni Serina,classe 1878, fondatore del negozioCalzature della Posta (ora CalzatureSerina, via De Gasperi 36),vero maestro nel confezionare scarpeper uomo e donna su misura.Tanto abile da vincere importantimostre, fiere e concorsi regionalie nazionali, come quello del 1949,quando a Vigevano, capitale dellacalzatura per eccellenza, sbaragliòtutti con la sua tomaia senza cuciture,vincendo la Coppa d’Oro edun premio in denaro <strong>di</strong> 50mila lire.Sono anche questi gli uomini che in18
La Farmacia Borsatoin una cartolina d’epocaL’antica panetteria, ora “Forno Magico”, in una cartolina d’epocapassato hanno saputo dare prestigioe lustro alla nostra città. “Mio nonno- ricorda con giusto orgoglio, LidoinaSerina, che ben rappresentaquesto storico negozio - il mestieredel calzolaio lo ha appreso da giovanissimoquand’era al Conventino,dove tra l’altro ha conosciuto ilpittore Attilio Andreoli, con il qualeha con<strong>di</strong>viso quei magri anni <strong>di</strong> gioventùed una bella amicizia duratatutta la vita.Nel 1911, a fondare quello che oggisi chiama Forno Magico, è stata lafamiglia Signoroni. “Mio papà Marioe mia mamma Federica - sottolineacon tono riconoscente verso igenitori l’attuale proprietario GiovanniBianchi - vantano una lungatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> panettieri. Tra le specialità<strong>di</strong> mio padre c’è stata la famosa“Torta Para<strong>di</strong>so”, la cui ricettagliel’aveva passata mia nonnaMarì”.Un tempo, fino ad almeno quarant’annifa, le nostre strade sapevano<strong>di</strong> pane appena sfornato chesi spargeva per tutto il centro abitato.Tra questi panettieri che anticipavanol’alba accendendo i fornia legna, c’era una sorta <strong>di</strong> legittimodesiderio essere il migliore. E ci riuscivano.Eccome. Tra questi c’eraanche la “Pasticceria Moletta”. “Miomarito Costante - ci ha detto la signoraEmanuela Mangialardo, conocchi accesi d’emozione <strong>di</strong> chissàquanti bei ricor<strong>di</strong> che le sono tornatiin mente - è stato un panettiere edun pasticcere eccezionale come pochi,tra le sue specialità più rinomatee richieste, <strong>di</strong> sua esclusiva ricetta,c’erano i “Funghi <strong>di</strong> Cioccolato”,ed i “Brutti e Buoni”.Di cambiamenti, la nostra comunitàne ha visti tanti. Fino a mezzo secolofa si viveva attorno, e dentro,consuetu<strong>di</strong>ni ben definite. Col passaredegli anni sono andati in crisi itra<strong>di</strong>zionali luoghi d’incontro, tra cuila piazza, le osterie, i circoli, i cinema,lo “struscio” lungo i viali, gli inverninelle stalle, il campanile, i cortilidai portoni sempre aperti in cuici si ritrovava per parlare <strong>di</strong> tutto e<strong>di</strong> nulla, ma anche “i bagni nel fosso- con il sole addosso,” come recitauna delle strofe de la “Cantatadelle Quadre”.Poi dalla nostra gente sono emersenuove risposte e volontà <strong>di</strong> conservareparte delle nostre ra<strong>di</strong>ci storiche.Come, appunto, hanno <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> saper fare questi sei negozipremiati, quanto quelli, seppur meritevoli,rimasti fuori da questa ristrettacategoria d’eccellenza. Lorosono le luci che <strong>di</strong> sera, come tantifari accesi, contribuiscono ad illuminarele vie e le piazze del centro,come se volessero invitarci ad uscire<strong>di</strong> casa per riappropriarci dei nostrispazi e delle nostre belle abitu<strong>di</strong>ni.La loro presenza non è solo unaspetto puramente commerciale e<strong>di</strong> servizi; è molto, molto <strong>di</strong> più.Guerino LoriniIncre<strong>di</strong>bile ma veroSabato <strong>di</strong> fine giugno, si celebraun matrimonio in Santa Mariae già da un bel po’, prima dellafine della cerimonia, sono depositatisul sagrato almeno settanta-ottantachili <strong>di</strong> riso da “versare”sugli sposi all’uscita dallachiesa.Eccoli, eccoli che arrivano… eal termine della baraonda rimanela strada coperta <strong>di</strong> riso ecartacce come se fosse nevicato:una desolazione. A metà lugliostessa scena e chissà quantealtre volte. Basterebbe chiedereai sagrestani che hanno l’onere<strong>di</strong> ripulire tutto. E sentire i commentinon proprio benevoli deipassanti.E pensare, con tutto quel risobuttato, quante famiglie bisognosesi potrebbero aiutare…E intanto celebrare matrimoniintelligenti e raffinati, da festeggiarecon un paio <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> coriandoli,una! scatola <strong>di</strong> riso…Vi ricordate quei tempi: an po’de cunfècc, an quatt màndule, e’l spusòtt co l’öcc négher per ’nasmandulada de spala…Già, ma quei tempi, purtroppo,non tornano più…Franco Rubagotti19