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N. 7 - Parrocchia di Chiari

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La Farmacia Borsatoin una cartolina d’epocaL’antica panetteria, ora “Forno Magico”, in una cartolina d’epocapassato hanno saputo dare prestigioe lustro alla nostra città. “Mio nonno- ricorda con giusto orgoglio, LidoinaSerina, che ben rappresentaquesto storico negozio - il mestieredel calzolaio lo ha appreso da giovanissimoquand’era al Conventino,dove tra l’altro ha conosciuto ilpittore Attilio Andreoli, con il qualeha con<strong>di</strong>viso quei magri anni <strong>di</strong> gioventùed una bella amicizia duratatutta la vita.Nel 1911, a fondare quello che oggisi chiama Forno Magico, è stata lafamiglia Signoroni. “Mio papà Marioe mia mamma Federica - sottolineacon tono riconoscente verso igenitori l’attuale proprietario GiovanniBianchi - vantano una lungatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> panettieri. Tra le specialità<strong>di</strong> mio padre c’è stata la famosa“Torta Para<strong>di</strong>so”, la cui ricettagliel’aveva passata mia nonnaMarì”.Un tempo, fino ad almeno quarant’annifa, le nostre strade sapevano<strong>di</strong> pane appena sfornato chesi spargeva per tutto il centro abitato.Tra questi panettieri che anticipavanol’alba accendendo i fornia legna, c’era una sorta <strong>di</strong> legittimodesiderio essere il migliore. E ci riuscivano.Eccome. Tra questi c’eraanche la “Pasticceria Moletta”. “Miomarito Costante - ci ha detto la signoraEmanuela Mangialardo, conocchi accesi d’emozione <strong>di</strong> chissàquanti bei ricor<strong>di</strong> che le sono tornatiin mente - è stato un panettiere edun pasticcere eccezionale come pochi,tra le sue specialità più rinomatee richieste, <strong>di</strong> sua esclusiva ricetta,c’erano i “Funghi <strong>di</strong> Cioccolato”,ed i “Brutti e Buoni”.Di cambiamenti, la nostra comunitàne ha visti tanti. Fino a mezzo secolofa si viveva attorno, e dentro,consuetu<strong>di</strong>ni ben definite. Col passaredegli anni sono andati in crisi itra<strong>di</strong>zionali luoghi d’incontro, tra cuila piazza, le osterie, i circoli, i cinema,lo “struscio” lungo i viali, gli inverninelle stalle, il campanile, i cortilidai portoni sempre aperti in cuici si ritrovava per parlare <strong>di</strong> tutto e<strong>di</strong> nulla, ma anche “i bagni nel fosso- con il sole addosso,” come recitauna delle strofe de la “Cantatadelle Quadre”.Poi dalla nostra gente sono emersenuove risposte e volontà <strong>di</strong> conservareparte delle nostre ra<strong>di</strong>ci storiche.Come, appunto, hanno <strong>di</strong>mostrato<strong>di</strong> saper fare questi sei negozipremiati, quanto quelli, seppur meritevoli,rimasti fuori da questa ristrettacategoria d’eccellenza. Lorosono le luci che <strong>di</strong> sera, come tantifari accesi, contribuiscono ad illuminarele vie e le piazze del centro,come se volessero invitarci ad uscire<strong>di</strong> casa per riappropriarci dei nostrispazi e delle nostre belle abitu<strong>di</strong>ni.La loro presenza non è solo unaspetto puramente commerciale e<strong>di</strong> servizi; è molto, molto <strong>di</strong> più.Guerino LoriniIncre<strong>di</strong>bile ma veroSabato <strong>di</strong> fine giugno, si celebraun matrimonio in Santa Mariae già da un bel po’, prima dellafine della cerimonia, sono depositatisul sagrato almeno settanta-ottantachili <strong>di</strong> riso da “versare”sugli sposi all’uscita dallachiesa.Eccoli, eccoli che arrivano… eal termine della baraonda rimanela strada coperta <strong>di</strong> riso ecartacce come se fosse nevicato:una desolazione. A metà lugliostessa scena e chissà quantealtre volte. Basterebbe chiedereai sagrestani che hanno l’onere<strong>di</strong> ripulire tutto. E sentire i commentinon proprio benevoli deipassanti.E pensare, con tutto quel risobuttato, quante famiglie bisognosesi potrebbero aiutare…E intanto celebrare matrimoniintelligenti e raffinati, da festeggiarecon un paio <strong>di</strong> borse <strong>di</strong> coriandoli,una! scatola <strong>di</strong> riso…Vi ricordate quei tempi: an po’de cunfècc, an quatt màndule, e’l spusòtt co l’öcc négher per ’nasmandulada de spala…Già, ma quei tempi, purtroppo,non tornano più…Franco Rubagotti19

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