dal 28 MAGGIO al 3 GIUGNO 2013

DISABILITÀ L’esperienza dell’associazione “Il pomodoro” a Bolzano Vicentino è solo un esempio di iniziative diffuse e radicateIl pomodoro l’ho fatto io!L’inclusione sociale in fattoriaCosa c’è di speciale in un pomodoro?Forse niente per chi lo mangia,uno vale l’altro. Ma per chi loproduce può voler dire tanto.Prende spunto da qui il nome el’avventura dell’associazione “Ilpomodoro” di Vicenza che, da unpaio d’anni, sta lavorando per realizzareuna fattoria sociale a BolzanoVicentino. «L’associazione ènata da un gruppo di genitori diragazzi con probelmi comportamentali- racconta il presidente,Ruggero Marzotto -. Siamo partitidalla constatazione che esiste unafascia di persone con disabilitàmedie per le quali non ci sono tuteledi inserimento lavorativo eche non hanno altre forme di occupazionese non quelle che offronoi centri diurni. Il rischio,però, è che alcune competenze epotenzialità non vengano sviluppate.Questo ci ha fatto riflettereda un lato sulla necessità di farcrescere l’autonomia dei nostrifigli e, dall’altro, sulla necessità dipensare a un futuro per loro,quando noi non ci saremo più».Da qui il gruppo ha iniziato aprendere contatti con la fattoriasociale “Conca d’oro” di Bassanodel Grappa. Quella di Bassano, èuna delle realtà “apripista” nel Vicentinoe nel Veneto per quantoriguarda queste esperienze. Inuno stabile situato all’imboccodella Valsugana, messo a disposizionein comodato d’uso per vent’annidalla FondazionePirani-Cremona che opera nelbassanese per l’inclusione dei soggettisociali deboli, l’associazione“Conca d’oro Onlus” ha realizzatouna comunità dove gli ospiti (soggetticon disabilità psichiatrica)hanno la possibilità di lavorare laterra, sviluppare competenze relazionalicon volontari e altri ragazzie, soprattutto, vivere delproprio lavoro. All’interno di“Conca d’oro” si trova, infatti, unmercato di prodotti agricoli, laboratoriper la realizzazione di marmellate,salse e altri prodotti, unagriturismo e uno spazio per l’accoglienzadei camperisti.L’associazione “Il pomodoro”ha preso spunto da questa iniziativae, grazie anche al sostegnodella Caritas vicentina, ha contattatol’Ipab di Vicenza, proprietariadi numerosi beni immobili.È stata così individuata una fattoriaa Bolzano Vicentino, nonpiù abitata e inutilizzata dall’ente.Assieme all’Ipab, “Il pomodoro”ha costruito un percorsoper valorizzare il bene, ricevendoloin comodato d’uso in cambiodell’impegno a risistemarlo. Contestualmente,l’associazione haAl lavoro nei campi della fattoria sociale “Conca d’oro di Bassano”La fattoria dell’associazione “Il pomodoro” a Bolzano VicentinoSono 50 i soci vicentini iscrittial Forum dell’agricoltura socialeQuello dell’agricoltura sociale edelle fattorie sociali è una realtà incontinua crescita e molto variegata.Due sono i mondi che fanno dell’agricolturalo strumento per creareinclusione e benessere sociale:quello delle imprese agricole equello delle cooperative sociali, dell’associazionismoe del terzo settorein genere. Il movimento sta raccogliendoconsensi, anche perchè lediverse realtà creano da sè le risorseper mantenere il servizio e ilpersonale che vi lavora, alleggerendo,quindi, il peso economicosulle Ulss.Nel Vicentino, dal 2012, si è costituitoil Forum dell’agricoltura sociale,associazione che riunisce unacinquantina di soggetti sparsi pertutto il territorio della Provincia, conlo scopo di coordinare le iniziative,aiutarle a crescere e costruire percorsicon le istituzioni.«Quello dell’agricoltura sociale èun fenomeno diametralmente oppostoall’assistenzialismo - affermaTommaso Simionato, presidente delForum e della Cooperativa “I Berici”che segue la fattoria sociale “Pachamama”di Marostica -. L’unione delmondo profit e del no-profit inseriscei ragazzi in una catena produttivae commerciale che parte dallaterra e che crea benefici a catena.Per loro significa lavorare in unluogo aperto, in tutti i sensi, sia ambientaleche relazionale. I progettieducativi, inoltre possono esseremolto personalizzati e rivolti a diversitipi di soggetti. I risultati, poi,sono davvero “miracolosi”».ottenuto l’affitto di 10mila metriquadrati di campi lungo la roggiadel Ghebo, che attraversa ilpaese. «Siamo alla linea di partenza- spiega Ruggero Marzotto-; a breve avvieremo un primolotto di lavori grazie anche alcontributo della Fondazione Cariverona.Davanti abbiamo diecianni di lavoro per il pieno recuperodello stabile, ma intanto èun buon inizio». Nel frattempo èstato risistemato l’orto e uno spaziodedicato ad alberi da frutto epiante officinali. Nel pomeriggio,educatori, volontari e operatoriagricoli si mettono al lavoro piantando,inaffiando, arando. «Illuogo è ideale per questo tipo diprogetto - continua Marzotto -.Per molti anni ha ospitato la festadella contrada, devota ai SantiFermo e Rustico. Ci troviamoquindi in un luogo significativoper la comunità». Comunità cheha accolto con simpatia e generositàil progetto, come dimostratodalla messa celebrata neigiorni scorsi sotto il portico dellafattoria, dal concerto di beneficenzaorganizzato dal Comune edall’ampia partecipazione alcorso organizzato per la formazionedei volontari della fattoria(40 persone). «Per un educatorelavorare in un contesto del generesignifica sviluppare nuoveforme di progettualità, vi si mettea disposizione di buon grado -spiega Marzotto -. Di positivo, peril disabile, c’è il vedersi inseritoin un processo di cui può essereconsapovole. Prendiamo il pomodoro:ne segue la semina, la crescitadella pianta, la raccolta, iltrattamento per realizzre la conservae la vendita. Può dire “questol’ho fatto io, è il mio lavoro”. Ecosì recupera un ruolo sociale».Andrea Frison