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F.A.M.<br />

LUOGHI<br />

sicilia<br />

ARTA ntis.info<br />

20<br />

Le Fabbriche Chiaramontane<br />

di Agrigento<br />

di Angela Tindara La Rocca<br />

In dieci anni di attività hanno codificato e catalogato quasi<br />

duecento anni di arte in Sicilia. E’ l’avventura di due collezionisti<br />

agrigentini, Antonino Pusateri e Paolo Minacori, che<br />

nel 2001 hanno aperto i battenti delle Fabbriche Chiaramontane,<br />

la Galleria d’Arte Moderna che quest’anno celebra i<br />

primi dieci anni dedicati alla valorizzazione del patrimonio<br />

artistico siciliano. E non solo. Venticinque le mostre promosse<br />

dal 2001 ad oggi, quando sotto le volte a crociera dell’antico<br />

complesso architettonico in stile chiaramontano (XIII sec.<br />

d.c.) - oggetto di un attento e rispettoso restauro - si aprono<br />

fino a metà marzo gli orizzonti infiniti delle tele di Piero Guccione:<br />

il suo “Mediterraneo” è un azzurro che trascolora dal<br />

cielo al mare e viceversa. A definire e coordinare le esposizioni<br />

sono gli Amici della Pittura Siciliana dell’Ottocento, l’associazione<br />

costituita undici anni fa e presieduta dallo stesso<br />

Pusateri. “Un’intitolazione - confessa - quella all’Ottocento<br />

Siciliano, periodo storico dal quale ha preso il via la collezione<br />

di dipinti di famiglia, che da qualche tempo comincia a<br />

stare un po’ stretta. Se non altro perché quando frequenti e<br />

ti confronti con l’arte, in Italia e all’estero in giro per gallerie,<br />

musei, fondazioni e collezionisti, t’innamori dell’arte tutta. E<br />

dopo ogni viaggio si torna in Sicilia con lo spunto per una<br />

nuova indagine intorno ad artisti e a determinati periodi storici,<br />

con il contributo critico di studiosi di tutta Italia sollecitati<br />

a leggere - a volte a rileggere e a rivalutare, com’è accaduto<br />

lo scorso anno con “Astrazione Siciliana”, la ricerca<br />

sull’Astrattismo nell’isola dal ‘45 al ‘68 - e a codificare l’apporto<br />

dei siciliani nei confronti del linguaggio internazionale<br />

dell’arte”. Si spiega così, dunque, quel procedere a grandi<br />

passi dall’Ottocento, con i dipinti delle collezioni private agrigentine<br />

(2001), al Novecento, esplorato nel 2005 con “Passo<br />

di corsa. Espressioni futuriste in Sicilia”. Di nuovo indietro con<br />

“Poliorama Pittoresco. Dipinti e disegni dell’800 siciliano”, nel<br />

2007, e ancora avanti, con “Le ferite dell’essere. Solitudine<br />

e meditazione nell’arte siciliana degli anni Trenta” (2005), ritratti<br />

in Sicilia tra 800 e 900 con “Sguardi” (2007), il contemporaneo<br />

con il Gruppo di Scicli (nel 2008) e per il centenario,<br />

nel 2009, una nuova esplorazione fra le avanguardie futuriste.<br />

Quindi la già citata Astrazione Siciliana, nel 2010 - evento<br />

che ha riunito ad Agrigento una generazione di artisti dai<br />

capelli bianchi e con tanta storia alle spalle - e nei prossimi<br />

mesi il viaggio intorno all’arte concettuale, curata come<br />

la precedente da Marco Meneguzzo, per un esame delle<br />

esperienze verbo-concettuali in Sicilia e in Italia. A far da corollario<br />

alle esposizioni storiche, sono da sempre le mostre di<br />

artisti contemporanei, per lo più siciliani - ma non solo - per i<br />

quali le Fabbriche Chiaramontane sono insieme culla, accogliente<br />

epifania per promettenti talenti, ma anche ulteriore<br />

trampolino verso scenari internazionali. Come è accaduto<br />

con Piero Zambuto, Croce Taravella, Alfonso Leto, Rossella<br />

Leone e Michele Canzoneri che nei prossimi mesi esporranno<br />

nel Teatro di Stoccarda in occasione della messa in scena<br />

di un’opera lirica per la quale hanno realizzato scene e costumi.<br />

Grande attenzione anche verso la fotografia. “In dieci<br />

anni - commenta Pusateri - si è arricchito il patrimonio degli<br />

studi e dei cataloghi che riuniscono le opere della pittura siciliana<br />

dai primi dell’Ottocento, passando per la pittura di<br />

paesaggio, al vero, al realismo, al futurismo, alla pittura crepuscolare<br />

tra gli anni venti e gli anni quaranta, fino ad arrivare<br />

all’astrazione siciliana e presto al concettuale”. Cosa<br />

riserva il futuro delle Fabbriche Chiaramontane? “Penso che<br />

affiancheremo alle Fabbriche la Fondazione che mi appresto<br />

a costituire - ipotizza Pusateri - e allestiremo un racconto<br />

intorno all’arte per temi e periodi. Ma senza dimenticare gli<br />

emergenti, per i quali d’istinto sentiamo l’entusiasmo nel sostenerne<br />

il percorso artistico e umano”.<br />

Fabbriche Chiaramontane<br />

M. Meneguzzo, A. Pusateri, P. Minacori<br />

Fabbriche Chiaramontane<br />

Mostra di Michele Canzoneri<br />

Astrazione Siciliana<br />

Foto di gruppo con gli artisti<br />

Fabbriche Chiaramontane<br />

Doppio Linguaggio<br />

Fabbriche Chiaramontane<br />

Astrazione Siciliana<br />

Fabbriche Chiaramontane<br />

A. Pusateri, L. Gauthier, G. Ru<br />

Marc Quinn<br />

Totem, 2007<br />

cemento e ghisa<br />

Parco Internazionale della Scultura, Catanzaro<br />

Jan Fabre<br />

L’uomo che misura le nuvole, 1998<br />

bronzo e silicone<br />

Parco Internazionale della Scultura, Catanzaro<br />

Scultura in<br />

Calabria<br />

di Gianfranco Labrosciano<br />

foto di Vittorio Giordano<br />

Gli esperimenti di Museo all’aperto, realizzati in Calabria per<br />

il tramite e mediante la scultura, rappresentano un unicum<br />

di un itinerario che connota fortemente il territorio e tende a<br />

farsi riconoscere a partire dai segni dell’arte. Si tratta di operazioni<br />

materiali ideate allo scopo di valorizzare il paesaggio<br />

grazie alla valenza sovra-territoriale dell’arte, mediante l’installazione<br />

di opere di importanti artisti che, ridisegnando e<br />

riqualificando il paesaggio urbano o il contesto nel quale il<br />

museo all’aperto sorge, potenziano l’intero contesto ambientale<br />

caricandolo di una valenza culturale e sociale che<br />

procede di pari passo allo Zeitgeist, lo Spirito del tempo. È<br />

il caso della Calabria, che pare assumere proprio in questi<br />

anni la funzione di colmare un gap, un vuoto, mediante la<br />

distribuzione sul territorio di aree dedicate alla scultura che<br />

hanno il compito di focalizzare l’attenzione su di esse di una<br />

massa rilevante di fruitori sempre più interessati ai valori culturali<br />

e ai messaggi veicolati con l’arte. Intendiamoci, non<br />

che la Calabria sia priva di scuole di scultura o di scultori,<br />

che anzi, a ben vedere ne detiene il primato rispetto a tante<br />

altre aree geo-culturali della penisola. Basta solo pensare<br />

ai Bronzi di Riace per eliminare ogni fraintendimento. Solo<br />

che per ragioni storiche e condizioni sociali l’argomento ha<br />

registrato gravi lacune sul territorio della Regione e non ha<br />

trovato, fino alle soglie della contemporaneità, occasione di<br />

recupero. Ma negli ultimi anni le cose si sono ribaltate grazie<br />

all’intervento lungimirante di privati e amministratori pubblici<br />

che, guardando all’arte come a uno dei simboli più efficaci<br />

del riscatto culturale del territorio, hanno creato dei parchi di<br />

scultura, isole museali nel tessuto urbano e veri e propri musei<br />

all’aperto, che oggi rappresentano un fiore all’occhiello per<br />

l’intera Regione. Questi nuovi luoghi della socializzazione e<br />

dell’incontro, dello scambio e dell’abbraccio con l’arte nelle<br />

forme variegate della scultura moderna e contemporanea<br />

sono diventate, nel volgere di pochi anni, zone della critica<br />

ma anche della meditazione, del dubbio ma anche della riflessione,<br />

dello scetticismo e dell’incredulità ma anche della<br />

consapevolezza, perché attorno a quelle opere si è dovunque<br />

manifestato un accrescimento del dialogo del fruitore<br />

con l’arte, e quando si sta insieme con l’arte è segno sempre<br />

che qualcosa sta mutando. Oggi si moltiplicano le iniziative.<br />

Si investe nella scultura con la volontà di migliorare l’aspetto<br />

e il contenuto del paesaggio al fine di renderlo più godibile<br />

alla collettività degli abitanti.<br />

LUOGHI<br />

calabria<br />

ARTA ntis.info<br />

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