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EDITORIALE

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Pietro Consagra<br />

Quattro paracarri, 2002<br />

marmo di Bardiglio, travertino di Toscana, travertino noce, marmo di Ami<br />

MAB, Museo all’Aperto Carlo Bilotti, Cosenza<br />

Giacomo Manzù<br />

Cardinale<br />

bronzo<br />

MAB, Museo all’Aperto Carlo Bilotti, Cosenza<br />

Hsiao Chin<br />

Stele di David, 1980<br />

calcestruzzo dipinto<br />

MuSaBa, Museo Santa Barbara, Mammola (RC)<br />

da sinistra<br />

Antonio Riello<br />

Nettuno<br />

materiali vari<br />

Museo del Mare e dei Miti, Isola di Capo Rizzuto (KR)<br />

Tony Cragg<br />

Cast Glances, 2002<br />

bronzo<br />

Parco Internazionale della Scultura, Catanzaro<br />

Fiorella Rizzo<br />

Saturno<br />

acciaio, pietra<br />

Museo del Mare e dei Miti, Isola di Capo Rizzuto (KR)<br />

Amerigo Tot<br />

Catena spezzata, 1960<br />

ferro<br />

Ara Fratelli Bandiera, Cosenza<br />

natura e cultura, favorendo l’interazione con l’arte contemporanea,<br />

ha consentito la nascita di una forma omogenea<br />

di paesaggio come scultura o di scultura come<br />

paesaggio. Nel parco sono state realizzate, in particolare,<br />

opere di Jin Jong Chen, Hisiao Chin, Alberto Coluccio,<br />

Pietro Gentili, Stevi Kerwin, Italo Sganga, Nik Spatari, Bruno<br />

Sutter, Shigeo Toya e Barbara Quinn. Di quest’ultima<br />

la Grande croce greca, incorniciata sull’acrocoro Santa<br />

Barbara per osservare il solstizio d’estate, è al tempo stesso<br />

una sorta di altare celebrante la forza della natura e<br />

una cattedrale di pietra elevata in onore della religiosità<br />

cristiana.<br />

ARTA ntis.info<br />

23<br />

Mimmo Paladino<br />

I Testimoni, 1998<br />

bronzo<br />

Parco Internazionale della Scultura, Catanzaro<br />

Così, il Parco Archeologico di Scolacium (CZ) è diventato<br />

il luogo d’incontro tra la scultura contemporanea e l’archeologia.<br />

Questo scenario straordinario, caratterizzato<br />

dall’antica città di Skylletion, ogni anno ospita alcuni dei<br />

protagonisti della scena internazionale all’interno di un<br />

progetto espositivo denominato Intersezioni, curato da<br />

Alberto Fiz. Quest’anno è toccato a Pistoletto col grande<br />

progetto denominato DNA del Terzo Paradiso, che comprende<br />

tre istallazioni, I temp(l)i cambiano-Terzo Paradiso,<br />

Love Difference-Le sponde del Mediterrano. Sino ad<br />

ora sono stati coinvolti, con specifici progetti installativi,<br />

Stefhan Balkenhol, Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre,<br />

Antony Gormley, Mimmo Paladino, Marc Quinn e Dennis<br />

Oppennheim, che ha installato l’opera Electric Kisses,<br />

pubblicata sulla copertina di questo numero di Artantis.<br />

info. Si tratta, di un’installazione che traduce i diversi linguaggi<br />

artistici, dal segno alla scultura fino all’architettura,<br />

in un progetto estetico che trapassa dall’oggetto<br />

rappresentato all’ambiente e configura una sorta di residenza<br />

utopistica e avveniristica integrata con il territorio<br />

del mondo, a partire dal riferimento islamico.<br />

Mimmo Rotella<br />

Il lupo della Sila<br />

travertino verde<br />

MAB, Museo all’Aperto Carlo Bilotti, Cosenza<br />

A Cosenza il MAB (Museo all’Aperto Carlo Bilotti) si snoda<br />

sul corso Giuseppe Mazzini, via principale della città,<br />

dove si possono ammirare I Bronzi e le Tre colonne di<br />

Sacha Sosno, la Grande bagnante di Emilio Greco, San<br />

Giorgio e il drago di Salvador Dalì, il Grande cardinale e<br />

la Medusa, di Giacomo Manzù, i Quattro paracarri e La<br />

Bifrontale di Pietro Consagra, il Lupo della Sila e Rinascita<br />

della cultura, di Mimmo Rotella, gli Archeologi, Ettore<br />

e Andromaca, e il monumentale Grande metafisico, di<br />

Giorgio De Chirico. L’opera afferma il primato del pensiero,<br />

e anche se è sospesa nella dimensione dell’enigma<br />

sollecita la risposta perché stuzzica l’enigma medesimo e<br />

attrae per la fondamentale alterità, che richiama come<br />

una forza davanti alla quale non ci si può che arrestare.<br />

A Isola Capo Rizzuto c’è il Museo del Mare e dei Miti, dove<br />

è stato realizzato un progetto di nove opere d’arte contemporanea<br />

raffiguranti i pianeti del sistema solare dislocate<br />

lungo l’area compresa tra Crotone e Le Castella.<br />

L’idea è quella di evocare, con l’arte contemporanea, il<br />

sentimento dell’eternità dinamica di una storia e di una<br />

cultura che sono nate nel passato, ma sono bellezza del<br />

presente, emozione della moderna ragione, fascino duraturo<br />

di un mito che in quei luoghi ha accompagnato la<br />

nascita della nostra civiltà. Nel parco sono state installate<br />

Rabarama<br />

Costellazione, 2007<br />

alluminio dipinto<br />

Reggio Calabria<br />

le opere di Gloria Pastore, Claudia Peil, Flavio Favelli, Patrizia<br />

Molinari, Ferdi Giardini, Riccardo Monachesi, Fiorella<br />

Rizzo e quella, suggestiva, di Antonio Riello; si tratta di<br />

una finestra in riva al mare, un luogo per contemplare un<br />

paesaggio capace di offrire un risarcimento emotivo per<br />

realizzare un candore di sguardo che incanta ed evidenziare<br />

lo iato incolmabile fra desiderio e realtà.<br />

A Mammola (RC), invece, è stato realizzato il MuSaBa<br />

(Santa Barbara Art Foundation), ente privato no profit<br />

che ha realizzato, su un patrimonio costituito da sette ettari<br />

di terreno protetto, un’integrazione di arte, scienza e<br />

architettura con ambiente mediterraneo. Il rapporto tra<br />

Queste le principali zone di interesse artistico dove si è<br />

insistito in questi anni, soprattutto con scultura e puntando<br />

sulla sua efficacia per la riqualificazione turistico-ambientale<br />

del territorio. Ma in Calabria sono state realizzate<br />

un po’ dovunque opere scultoree, anche al di fuori di<br />

un vero e proprio progetto culturale organico come fin<br />

qui descritto. Di queste, valga per tutte l’Igea di Lamezia<br />

Terme, di Riccardo Dalisi, la Grande lastra di Vladimiro<br />

Politano, a Lago (CS), la Vittoria di Samotracia, di Maria<br />

Cristina Carlini, a Cosenza e il Labirintite e la Grande Costellazione,<br />

opere realizzate da Rabarama e posizionate<br />

sul lungomare di Reggio Calabria. Queste opere, sono<br />

altrettanti richiami della meta comunicazione espressiva<br />

di questa artista, che si fregia della cifra corporale per il<br />

rimando a una poetica del divenire come mezzo per la ricerca<br />

dell’essenza dell’uomo. Come si è visto, una volontà<br />

netta, decisa e determinata, portata avanti in questi<br />

anni da privati ed amministratori preposti alla cosa pubblica,<br />

è stata imperniata in Calabria sull’arte, in particolare<br />

sulla scultura, nella convinzione che questa forma di<br />

arte si offre, oggi, in una comunicazione più schietta e immediata.<br />

Tutto ciò con la convinzione che pur correndo<br />

più rischi riguardo alla sua natura e alla sua funzione, essa<br />

risulta più democratica e propositiva che nel passato,<br />

quando aveva, chiusa nel museo, una funzione soprattutto<br />

conservativa. Di conseguenza la scultura diviene, in<br />

Calabria, punto di riferimento imprescindibile dell’attualità<br />

e dell’orientamento della contemporaneità.

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