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Altiero Spinelli fonds - European University Institute

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Visentini<br />

Sono appunto le istituzioni e i meccanismi di<br />

decisione che occorre modificare. Non abbiamo<br />

mai avuto l'illusione che il libero scambio e i più<br />

stretti legami economici, portassero di per sé, in<br />

modo evolutivo, e quasi inerziale, alla integrazione<br />

politica; e certo non ripeteremo l'ingenuità- e mi<br />

sia consentito dire -la banalità, di affermare che i<br />

cittadini europei hanno esigenze di occupazione, di<br />

livello di vita, di tranquillità sociale e non di<br />

istituzioni, perché la soluzione di ogni problema<br />

economico e sociale presuppone istituzioni e processi<br />

decisionali, capaci di affrontarli e di<br />

risolverli. E ciò vale anche per la Comunità<br />

europea, dove la mancanza di istituzioni ha<br />

portato alle attuali crisi e alla sua impotenza anche<br />

nei problemi economici e sociali.<br />

Di ciò si è resa perfettamente conto questa<br />

Assemblea, la quale infatti, con la risoluzione del 9<br />

luglio 1981, ha stimato dovere elaborare proposte<br />

di riforma delle istituzioni comunitarie, dando<br />

incarico alla Commissione istituzionale di elaborarle.<br />

Si è presa in questo modo una iniziativa<br />

innovativa, nell'indirizzo dell'integrazione degli<br />

Stati, che è il solo mezzo per salvare l'Europa e si è<br />

respinta l'opposta soluzione, che va sotto i diversi<br />

nomi e diverse concezioni : di «Europa a due<br />

velocità >> o « di Europa alla carta>>, la quale<br />

prende anch'essa le mosse dal riconoscimento<br />

della crisi della Comunità, ma ne trae come conseguenza<br />

la rinuncia ad ogni processo di<br />

integrazione e la concezione della Comunità quasi<br />

come un club che offre servizi, dei quali ciascun<br />

associato può avvalersi o meno.<br />

Occorrono una unione e una integrazione di tutti<br />

per risolvere i problemi che, in una forma o nell'altra,<br />

sono di tutti i paesi e che chiedono l'apporto<br />

di tutti. Spetterà all'equilibrio politico di ciascuno,<br />

alla prudenza delle decisioni di evitare poi che si<br />

determinano situazioni insostenibili per singoli<br />

Stati o per le loro popolazioni.<br />

La proposta, che è stata elaborata dalla Commissione<br />

istituzionale, indica gli indirizzi fondamentali<br />

di principio e di metodo. Essa ripete giustamente<br />

che la meta è di modificare le istituzioni. Il<br />

punto centrale della risoluzione è, quindi, a mio<br />

avviso, il numero 8, in cui si afferma l'indirizzo<br />

fondamentale, per cui le diverse istituzioni<br />

comunitarie devono essere regolati in modo che<br />

ciascuno collabori nell'ambito delle sue competenze<br />

alla formazione del processo decisionale.<br />

Questa affermazione vuole quindi superare la<br />

situazione attuale in cui le istituzioni comunitarie<br />

sono disciplinate in modo da potere elidersi<br />

reciprocamente nel processo decisionale.<br />

Nel medesino punto 8 si delineano le future istituzioni.<br />

Questi sono, a mio avviso, - ripeto _- i pro-<br />

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blemi più importanti. Seguono al numero 9 le<br />

indicazioni dei problemi di carattere finanziario,<br />

altrettanto importanti, dove si dispone che, nella<br />

ripartizione nei limiti delle risorse fiscali<br />

periodicamente stabilite, l'Unione e gli Stati membri,<br />

determineranno in modo autonomo le proprie<br />

risorse e i propri bilanci. Rimane tuttavia da stabilire<br />

il punto difficile ed essenziale relativo alle<br />

procedure di ripartizione delle risorse fiscali fra<br />

gli Stati membri e l'Unione.<br />

Nel concludere, mi richiamo a quanto dicevo<br />

all'inizio sulle attese che molti elettori europei<br />

hanno riposto in questo Parlamento e nella<br />

pochezza invece dei suoi compiti istituzionali e<br />

della sua attività limitata a modesti aspetti<br />

burocratici o a inutili manifestazioni declamatorie.<br />

Bisogna impedire che la delusione diventi acquiescenza,<br />

rassegnazione e pigrizia.<br />

Questo Parlamento ha voluto assumere - anche se<br />

non è scritto nei _Trattati - l'iniziativa della<br />

riforma istituzionale della Comunità, assumendo<br />

così un'opera di ordine costituzionale ed esso presenterà<br />

le sue proposte direttamente ai parlamenti<br />

dei singoli Stati. In questa iniziativa il Parlamento<br />

europeo ritrova la sua ragione di essere come<br />

Assemblea eletta, la cui sovranità, il cui dovere<br />

iniziativa e la legittimazione dell'azione derivano,<br />

anche all'infuori dei Trattati, dal mandato<br />

direttamente ricevuto dagli elettori che hanno<br />

voluto eleggere un'Assemblea politica e non un<br />

organo burocratico di consulazione amministrativa.<br />

Der Priisident.- Das Wort hat Herr B0gh.<br />

Bogh. - Hr. formand, hele verden trues af inflation<br />

i penge, men EF trues yderligere af inflation i ord,<br />

og h0jdepunktet er formentlig naet med denne<br />

betrenknings orgier af ord og mytologi og visioner<br />

uden jordforbindelse. Ordene l0ber af med menneskene<br />

og river dem med i en religi0s, mystisk<br />

ekstase, hvor hverdagen og dens realiteter forsvinder<br />

i tage.<br />

HAEU AHUE HAEU AHUE<br />

Jeg bliver n0dt til at vrere lyseslukker midt i det<br />

ordorgie, der ber er fremme, og sp0rge om, hvad<br />

meningen egentlig er med disse krigshyl. Lad mig<br />

komme bare med to jordbundne sp0rgsmal i forbindelse<br />

med prremisserne for hele bygvrerket.<br />

Det ene er dette: Hvorfra ved disse geskreftige<br />

folk, hvad de europreiske folks forhabninger er?<br />

Mig bekendt bar vi kun to instrumenter til at<br />

grade befolkningernes 0nsker og begejstring i<br />

forhold til EF. Det ene er resultaterne af de direkte<br />

valg til EF-Parlamentet for 3 ar siden, og<br />

ber bar man abenbart lykkeligt glemt, at disse<br />

resultater i de lande, hvor der ikke var valgtvang,<br />

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