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File - Dipartimento di Matematica

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28 CAPITOLO 2. JOHN NAPIER<br />

2.3 Che cosa è un logaritmo neperiano?<br />

Il titolo <strong>di</strong> questa sezione non vuol essere una oziosa provocazione ma richiama<br />

un lavoro [12] in cui Raymond Ayoub ricostruì la strategia <strong>di</strong> Nepero<br />

per definire i logaritmi, mostrandone la <strong>di</strong>stanza, per definizione e proprietà,<br />

dai logaritmi come li conosciamo oggi. Qual è l’origine del termine logaritmo?<br />

Nepero non ne parla e vi sono due scuole <strong>di</strong> pensiero. La prima ha origine con<br />

Keplero, che traduce logaritmo con misura <strong>di</strong> rapporti (`αριϑµoς τ˜ων λoγ˜ως),<br />

e viene ripresa da Nicoluas Mercator all’inizio della Logarithmotechnia, dove<br />

leggiamo<br />

La parola logaritmo è un vocabolo composto, formato da ragione e numero, come<br />

se fosse il numero <strong>di</strong> ragioni; ciò che si accorda bene con la realtà. 6 (Mercator,<br />

Logarithmotechnia p. 1 [13])<br />

La seconda interpretazione risale ad un lavoro <strong>di</strong> Matzka del 1860 che<br />

fa risalire il termine logaritmo all’accostamento <strong>di</strong> λoγιστικóς ´αριϑµoς dove<br />

λoγιστικóς fa riferimento alla logistica che già ai tempi <strong>di</strong> Platone designava<br />

la scienza del calcolo, per <strong>di</strong>stinguerla dall’aritmetica o teoria dei numeri [14].<br />

Per quanto criticata, la prima definizione appare naturale pensando alla<br />

ragione delle progressioni aritmetiche e geometriche che sono alla base della<br />

costruzione <strong>di</strong> Nepero.<br />

Per comprendere il senso della definizione, occorre esaminare in dettaglio il<br />

proce<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> Nepero. Nella Descriptio, la teoriadei logaritmioccupapoche<br />

pagine e si articola attraversouna successione <strong>di</strong> definizioni e corollari, come qui<br />

illustrato.<br />

Testo 2.1 (Descriptio, in [9] pp.295-296. Originale 2.2) Def. 1. Si <strong>di</strong>ce<br />

che una linea cresce in modo uniforme quando un punto che la descrive si sposta<br />

<strong>di</strong> spazi uguali in tempi uguali.<br />

Cor. Pertanto occorre che quantità equi<strong>di</strong>fferenti vengano prodotte da questo<br />

incremento in tempi equi<strong>di</strong>fferenti.<br />

Def. 2. Si <strong>di</strong>ce che una linea decresce proporzionalmente in una più breve<br />

quando un punto che si muove su <strong>di</strong> essa stacca in tempi uguali dei segmenti<br />

che sono in proporzione continuata con i segmenti da cui sono staccati.<br />

Cor. Pertanto segue che questo incremento deve lasciare, in tempi uguali,<br />

segmenti proporzionali nello stesso rapporto.<br />

Def. 3. Le quantità irrazionali (surdae) ovvero non esprimibili tramite un<br />

numero si <strong>di</strong>cono essere definite da numeri alquanto vicini quando sono definite<br />

da numeri gran<strong>di</strong> (numeris majusculis) che <strong>di</strong>fferiscono dai veri valori degli<br />

irrazionali al più per un’unità.<br />

Def. 4. Due moti sono detti sincroni quando hanno luogo nello stesso tempo<br />

ed insieme.<br />

vocem, apud se pro aliquot annos conscriptam habuerat) copiosissime explicata.<br />

6 Logarithmus composito vocabulo <strong>di</strong>citur a ratione et numero, quasi rationum numerus;<br />

id quod plane cum re consentit.

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