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File - Dipartimento di Matematica

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10.2. LA TRIGONOMETRIA IPERBOLICA DI LAMBERT 365<br />

introdotta da William Oughtred e che venne usata per molto tempo da tutti<br />

gli autori. Il motivo <strong>di</strong> questa notazione è la natura sui generis <strong>di</strong> una proporzione<br />

che in<strong>di</strong>ca una somiglianza (analogia, appunto) tra rapporti più che<br />

un’uguaglianza dei loro valori numerici. Le origini <strong>di</strong> questo status particolare<br />

delle proporzioni possono presumibilmente ascriversi al ruolo che i rapporti avevano,<br />

già in Euclide ma anche in epoca moderna, con la musica [4]. Infine, la<br />

<strong>di</strong>ssimmetria rispetto alle formule <strong>di</strong> somma e sottrazione in utilizzo oggi deriva<br />

dall’averpresoil seno totale parigenericamentead r, anzichéunitario. Ottenute<br />

formule trigonometriche per settori come nφ o φ<br />

n , Riccati ritorna al problema<br />

da cui era partito e può costruire geometricamente le ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> alcune famiglie<br />

<strong>di</strong> equazioni algebriche.<br />

10.2 La trigonometria iperbolica <strong>di</strong> Lambert<br />

Per ottenere una completa simmetria con le formule <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>zione per funzioni<br />

circolari, Riccati moltiplica al bisogno alcune <strong>di</strong> queste funzioni per √ −1.<br />

Come già osservato, si trattava <strong>di</strong> un artificio formale già utilizzato da Leibniz<br />

e Newton e, in epoca contemporanea a quella <strong>di</strong> cui ci stiamo occupando,<br />

da un allievo <strong>di</strong> Lagrange, Daviet Francois de Foncenex (1734-1799) in un<br />

lavoro molto <strong>di</strong>scusso apparso sul Vol. I delle Miscellanea Societatis Taurinensis.<br />

de Foncenex aveva però anche osservato che alla base dell’analogia tra<br />

circonferenza ed iperbole equilatera vi era la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> centro e <strong>di</strong>ametro.<br />

Questa osservazione spinse Lambert a cercare <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>re l’analogia su<br />

basi puramente geometriche, evitando il ricorso a quantità immaginarie. Tale<br />

obiettivo fu perseguito in [6] dove ottenne una ricca tabella <strong>di</strong> confronto tra le<br />

due coniche.<br />

Testo 10.1 (Lambert) [1], pp. 309-310. Originale 10.1.<br />

Occorre però mostrare qui fino a che punto una tale analogia possa esser<br />

spinta in<strong>di</strong>pendentemente dalle quantità immaginarie. Sia dunque (Fig. 10.3)<br />

C il centro, CH l’asse, CA il semi<strong>di</strong>ametro dell’iperbole equilatera AMG e<br />

del cerchio AND, CF l’asintoto, AB la perpen<strong>di</strong>colare all’asse ed allo stesso<br />

tempo la tangente comune al cerchio ed all’iperbole. A partire dal centro C<br />

si traccino le rette CM, Cm infinitamente vicine l’una all’altra e dai punti<br />

<strong>di</strong> intersezione M, m, N, n si abbassino sull’asse le or<strong>di</strong>nate MP, mp, NQ,<br />

nq. Infine il raggio AC sia uguale ad 1. Diciamo l’angolo MCA = ϕ e sia

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