profondamente incisive nella compagine sociale; è vero, però, che finché vi sarà in tale regione un Comune così fieramente deciso nell’azione e così <strong>vol</strong>enteroso quale per lunga tradizione è sempre stato ed è tuttora Avigliano; si potrà essere fiduciosi nei migliori destini della generosa terra lucana. BIBLIOGRAFIA Oltre i testi già citati nelle note, ne indichiamo altri fondamentali per la conoscenza della regione lucana: R. CIASCA, Per la storia delle classi sociali nelle province meridionali durante la prima metà del secolo XIX, in «Studi in onore di Michelangelo Schipa», Napoli, 1926. S. DE PILATO, Saggio bibliografico sulla Basilicata, Potenza, 1914. G. FORTUNATO, Il Mezzogiorno e lo Stato italiano, Firenze, 1926. R. GIUSI LONGO, Studi sulla vita economica della Basilicata nel XVIII secolo - «Archivio Storico per la Lucania e Calabria», XXXII, 1963. F. MOLESE, Storia del brigantaggio dopo l’unità, Milano, 1964. M. MONNIER, Notizie storiche documentate sul brigantaggio nelle province napoletane, Napoli, 1963. F. S. NITTI, Scritti sulla questione meridionale, Bari, 1958. E. PANI-ROSSI, La Basilicata, Verona, 1868. T. PEDIO, Uomini, aspirazioni, contrasti nella Basilicata del 1799. I rei di Stato lucani, Matera, 1961. T. PEDIO, Contadini e galantuomini nelle province del Mezzogiorno d’Italia durante i moti del 1848, Matera, 1968. G. RACIOPPI, Storia <strong>dei</strong> popoli della Lucania e della Basilicata, Roma, 1902. R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini, Bari, 1961. U. ZANOTTI BIANCO, La Basilicata, Roma, 1926. 27
LAINO NELLA STORIA DEI SUOI MARCHESI AMATO CAMPOLONGO Capostipite della famiglia de Cardenas fu Alfonso I, nobile e potente signore spagnolo, figlio di Ferdinando e di donna Emmanuela della casa reale di Castiglia. Dopo aver servito il re di Spagna, si recò a Napoli con Alfonso d’Aragona, al quale fu particolarmente caro. Fu, inoltre, consigliere collaterale del padre e del figlio, maggiordomo maggiore dell’infante don Pietro ed aio di Alfonso duca di Calabria. Per molto tempo fu viceré di Gaeta e di Terra di Lavoro ed ebbe in proprietà le terre di Castelforte, Traetto e Suio. Morì nel 1476 e venne sepolto nella chiesa dell’ospedale dell’Annunziata di Napoli. Sposò Eufemia Villaraut, di nobilissima famiglia valenzana, dalla quale ebbe vari figli: don Ferdinando, suo successore nella contea di Acerra, don Vincenzo, prete ed abate, don Federico, donna Eleonora e donna Caterina. L’arma di questa famiglia è costituita da due lupi andanti di color azzurro in campo d’oro 1 . Ferdinando I de Cardenas, I marchese di Laino. E’ ricordato come cavaliere di gran senno e di alto valore, governatore di Almeria in Granata in nome del re cattolico; in Italia, appartenne al consiglio di re Federico d’Aragona, del quale era parente. Secondo il Gioia, questo re, con istrumento del 9 maggio 1500, gli vendé Laino per 2500 ducati; così, al primo titolo di conte di Acerra, 1 Scrivono di questa famiglia: A. INVEGES, Degli Annali della felice città di Palermo, parte terza, Palermo, 1651, foll. 52 e 158; C. DE LELLIS, Discorsi delle famiglie nobili <strong>dei</strong> regno di Napoli, parte prima, Napoli, 1654, pp. 152-156, che cita Alonso Lopez, de Stato nel nobiliario di Spagna; B. ALDIMARI, Memorie historiche di diverse famiglie nobili, Napoli, 1691, pp. 62 e 63; G. CAPORALE, Memorie storico-diplomatiche della città di Acerra, Napoli, Stab. Tipografico Iovene, 1889, che cita Geronimo Zurita, Historia del Rey don Hernando et Catholico de las empresas, y Egas de Italia. La nomina di Alfonso di Cardenas a viceré, della città di Gaeta e del suo distretto (Traietto, Castelforte, Spigno, Castelnuovo, Rocca Guillelmi, Pico, San Giovanni in Carico) e di tutte le terre di Antonello Spinelli e del comitato di Fondi, nonché di tutte le terre situate al di là del fiume Garigliano, eccetto quelle dell’Abbazia cassinese, che dovevano rimanere sotto il governo del viceré Carafello Carafa, risale al 16 luglio 1443. Quella a castellano e capitano di Traetto e Castelforte, in sostituzione di Marino de Medicis, al 17 settembre 1443: per entrambi questi documenti, e per altri ancora, cfr. R. MOSCATI, Il Registro 2903 della Cancelleria Neapolis dell’Archivio della Corona d’Aragona, pubblicato in «Studi in onore di Riccardo Filangieri», I, Napoli, 1959, pp. 515-529. «Un Alfonso de Cárdenas acompañó a Alfonso el Magnánimo a Italia, y ya entoces vió recompensados sus servicios militares con el Marquesado de Laino. Véase Giovio, Le Vite del Marchese di Pescara e del Gran Capitano» afferma J. ERNESTO MARTINEZ FERRANDO, Privilegios otorgados por el Emperador Carlos V en el Reino de Napoles, Barcelona, 1943, p. 65. Vedremo, successivamente, che tale affermazione è inesatta. Nello stendere questo lavoro, ci è stata di aiuto particolare l’opera di CAPORALE, op. cit., che tratta <strong>dei</strong> de Cardenas, conti di Acerra e marchesi di Laino, da p. 422 a 548. Ringraziamo pubblicamente il Dott. Sosio Capasso, Direttore responsabile di questa Rivista, che ci ha dato la possibilità di leggere questa rara e documentata opera. 28
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