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raccolta rassegna storica dei comuni vol. 3 - Istituto studi atellani

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perfino sul paesaggio, reso più suggestivo dai resti della vita medioevale: torri e<br />

bastioni, mura merlate e castelli, vale a dire testimonianze tangibili di lotte e di<br />

ribellioni, di sofferenze e di sottomissioni, tutte componenti che hanno avuto un ruolo di<br />

primo piano nel formare il carattere virilmente dignitoso <strong>dei</strong> Tuscaniesi nella buona<br />

come nell’avversa sorte.<br />

Quel sinistro boato delle 19,09 segnava una s<strong>vol</strong>ta decisiva nel destino di Tuscania:<br />

dalla storia essa passava di colpo alla cronaca: i ricordi del passato - dalle Scalette al<br />

Palazzo Guaglia, dalla Tomba della regina all’Ascensione giottesca - cedevano di<br />

fronte alle tristi esigenze del momento. La città doveva abdicare al suo ruolo di attrattiva<br />

culturale e turistica; essa, ormai, faceva soltanto «notizia». Tra le macerie ancora<br />

polverose accumulate presso le caratteristiche porte della città, nelle viuzze e nelle<br />

piazzette, ai piedi delle superbe facciate romaniche e rinascimentali ora indagano gli<br />

occhi scrutatori delle fotoelettriche e si aggirano cameramen, inviati speciali,<br />

fotoreporters e, soprattutto, soccorritori che cercano di strappare alle nuove rovine non<br />

già memorie del passato, ma preziose vite umane, proprio quelle di coloro che <strong>dei</strong> tesori<br />

di Tuscania erano stati vigili ed appassionati custodi.<br />

In breve <strong>vol</strong>ger di tempo Tuscania non è più esclusivo patrimonio degli <strong>studi</strong>osi che<br />

guardavano ad essa con reverente interesse; la sua tragedia umana è oggetto di<br />

un’edizione speciale del Telegiornale (mandata in onda dopo appena un’ora dal sinistro<br />

boato, fra un servizio speciale e l’altro sulla missione dell’Apollo 14) e di lunghi<br />

messaggi per telescrivente: ormai, ripetiamo, appartiene alla cronaca. Questa ci parlerà<br />

delle 22 salme delle vittime, pietosamente ricomposte nel foyer del teatro che, ironia<br />

della sorte, si doveva inaugurare proprio quella triste sera; ci dirà <strong>dei</strong> 140 feriti<br />

amore<strong>vol</strong>mente accolti e curati nei vari ospedali viciniori; ci darà i particolari della<br />

pronta e vasta opera di assistenza ai senzatetto (e tali sono tutti i Tuscaniesi), nonché<br />

della visita del Presidente della Repubblica.<br />

Parlavamo della cronaca, già. I colleghi <strong>dei</strong> quotidiani e <strong>dei</strong> periodici di attualità ci<br />

daranno tutti i particolari, nella loro cruda realtà, di questa tragedia che ha scon<strong>vol</strong>to<br />

l’Italia intera; forse ci diranno anche che il Supercinema di Tuscania aveva in<br />

programma, per il 7 febbraio, la proiezione di un film dal titolo «La notte <strong>dei</strong> morti<br />

viventi», che suona stridente richiamo con quanto facevano quel giorno a Tuscania i vivi<br />

che non <strong>vol</strong>evano essere considerati morti come la loro meravigliosa città. Forse<br />

neppure questa lo è, anche se per le sue vie ci siamo imbattuti in spezzoni di merli di<br />

architetture medioevali, merli che per secoli hanno svettato come vigili scolte verso<br />

questo cielo e che ora sono ridotti ad anonimi ciottoli. Lasciamo quindi alla cronaca il<br />

racconto della morte degli uomini e soffermiamoci sulla morte delle cose.<br />

* * *<br />

Sita sulla riva destra del fiume Marta, Tuscania si erge su di un masso tufaceo che<br />

spicca tra i numerosi burroni che caratterizzano le propaggini meridionali <strong>dei</strong> monti<br />

Volsini. Dei primi abitanti di questa antica città sappiamo ben poco: dall’esame <strong>dei</strong> resti<br />

di un vasto sepolcreto arcaico, scoperto in località Scalette, gli <strong>studi</strong>osi ritengono di<br />

poter fissare al VII secolo a.C. un primo stanziamento nella zona di popolazione<br />

Sacro Collegio, riuniti nel Palazzo Papale di Viterbo, non riuscissero a mettersi d’accordo sul<br />

candidato da eleggere; perdurando a lungo il disaccordo tra i cardinali, Ranieri Gatti, capitano<br />

del popolo, ricorse alla maniera forte per sollecitare l’elezione del nuovo pontefice. Chiusa con<br />

solidi chiavistelli la sala della riunione, ne fece scoperchiare completamente il tetto. Costretti a<br />

proseguire i loro lavori ... allo scoperto, i cardinali concordarono molto rapidamente di eleggere<br />

alla tiara papale Teobaldo Visconti, non presente all’elezione, che assunse il nome di Gregorio<br />

X.<br />

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