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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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144 <strong>Marco</strong> <strong>Castellari</strong><br />

razione brechtiana. Dopo una ricognizione preliminare della <strong>presenza</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Hölderlin</strong> nell’intera opera <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> sullo sfondo della ricezione complessiva<br />

del poeta svevo nel primo Novecento (1.), lo stu<strong>di</strong>o muoverà a<br />

una <strong>di</strong>samina puntuale del “problema-<strong>Hölderlin</strong>” nell’Antigone brechtiana<br />

attraverso la presentazione <strong>di</strong> fonti ancora ignote alla critica e la rilettura <strong>di</strong><br />

dati noti in chiave integralmente hölderliniana, giungendo fra l’altro a<br />

determinare per la prima volta con esattezza l’e<strong>di</strong>zione dalla quale <strong>Brecht</strong><br />

trasse la traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> (2.); infine, si accennerà alla possibilità <strong>di</strong><br />

utilizzare i risultati ottenuti per un riposizionamento funzionale della rielaborazione<br />

<strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> nel contesto della vivace <strong>presenza</strong> <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> nel<br />

teatro novecentesco <strong>di</strong> lingua tedesca (3.).<br />

1. <strong>Hölderlin</strong> nell’opera <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong><br />

I dati che emergono con più forza dallo spoglio dell’opera <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong><br />

alla ricerca <strong>di</strong> una pur vaga <strong>presenza</strong> hölderliniana sono <strong>di</strong>scontinuità e<br />

contrad<strong>di</strong>ttorietà. Il primo 3 testo brechtiano a denunciare un rapporto intertestuale<br />

4 con l’opera <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> è Die Heilige Johanna der Schlachthöfe<br />

(1931): nel decimo quadro, infatti, il gioco paro<strong>di</strong>stico che domina l’intera<br />

pièce trova espressione in una descrizione epico-patetica della caduta dei<br />

prezzi, il cui destino è evocato rielaborando in regime lu<strong>di</strong>co celebri versi<br />

hölderliniani:<br />

Den Preisen nämlich<br />

War es gegeben, von Notierung zu Notierung zu fallen<br />

Wie Wasser von Klippe zu Klippe geworfen<br />

Tief ins Unendliche hinab. Bei 30 erst hielten sie. 5<br />

3 Ancora tutto da <strong>di</strong>mostrare è il rinvenimento <strong>di</strong> reminiscenze <strong>di</strong> Hälfte des Lebens<br />

nella poesia giovanile brechtiana Goldene Früchte hängen (1914, BW XIII: 75), ipotizzato in<br />

BERG/JESKE 1998: 91.<br />

4 Gérard Genette ha come noto in<strong>di</strong>cato con hypertextualité ogni relazione trasformativa<br />

(<strong>di</strong>retta e/o in<strong>di</strong>retta, vale a <strong>di</strong>re imitativa) che lega un dato testo (hypertexte) a un altro<br />

anteriore (hypotexte) secondo un regime lu<strong>di</strong>co, satirico o serio (GENETTE 1982: 11sgg.).<br />

A una definizione “stretta”, descrittiva del concetto (qui però: Intertextualität) si rifà anche<br />

Werner Frick, proprio nell’analisi dell’Antigone <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> e <strong>di</strong> altre trasformazioni moderne<br />

della trage<strong>di</strong>a greca: alle sue preziose riflessioni metodologiche sulla vali<strong>di</strong>tà delle<br />

categorie genettiane per questo preciso settore <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e alle sue con<strong>di</strong>visibili riserve rispetto<br />

all’applicabilità della concezione ontologica <strong>di</strong> intertestualità a testi della klassische<br />

Moderne riman<strong>di</strong>amo per un approfon<strong>di</strong>mento (FRICK 1998: 30sgg.). Sulla scia <strong>di</strong> Frick<br />

useremo dunque i termini “intertestuale” ovvero “intertestualità” per in<strong>di</strong>care la relazione<br />

trasformativa che intercorre fra “ipotesto” e “ipertesto”. In Genette hypertextualité e intertextualité<br />

sono due <strong>di</strong>fferenti tipi <strong>di</strong> relazione transtestuale: la semplificazione operata da<br />

Frick è ben motivata dal carattere particolare dei testi oggetto del suo, e del nostro, stu<strong>di</strong>o:<br />

in essi, infatti, citazione letterale, trasformazione <strong>di</strong>retta e imitazione si sovrappongono,<br />

come vedremo ampiamente, fino all’imperscrutabilità.<br />

5 BW III: 211sg. Si confronti l’ultima strofe <strong>di</strong> Hyperions Schiksaalslied, canto intonato

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