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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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174 <strong>Marco</strong> <strong>Castellari</strong><br />

Come abbiamo avuto modo <strong>di</strong> accennare, infine, <strong>Brecht</strong> lavora sul testo,<br />

oltre che con citazioni <strong>di</strong> varia origine e con tentativi <strong>di</strong> accostamento<br />

imitativo, anche attraverso l’inserzione <strong>di</strong> elementi lessicali stilisticamente<br />

e cronologicamente eterogenei. Da un lato, la rielaborazione è infarcita <strong>di</strong><br />

arcaismi <strong>di</strong> sapore biblico: il tedesco <strong>di</strong> Lutero 102 colora con pennellate linguisticamente<br />

e ideologicamente stranianti le vicende tebane 103 . Altra miniera<br />

lessicale ampiamente sfruttata da <strong>Brecht</strong> è quella legata alla propaganda<br />

nazionalsocialista, la cosiddetta NS-Sprache: termini spregiativi come<br />

«Memme» 104 o «Volksverräter» 105 , riferimenti a utopie <strong>di</strong> «tausend Jahre» 106<br />

o, al livello più perspicuo possibile, l’appellativo «Führer» 107 per Creonte<br />

sono segnali <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento sistematico che, pur non proponendo<br />

un’attualizzazione <strong>di</strong>retta, lascia che la vicenda antica sussulti <strong>di</strong> brivi<strong>di</strong><br />

moderni.<br />

3. «Rückkehr in den deutschen Sprachbereich» 108 : <strong>Hölderlin</strong>, <strong>Brecht</strong> e oltre<br />

<strong>La</strong> complessa commistione <strong>di</strong> fonti e <strong>di</strong> riferimenti intessuti nell’Antigone<br />

brechtiana, centrata sul recupero <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> ma non limitata ad esso,<br />

va letta soprattutto da un punto <strong>di</strong> vista linguistico e stilistico. Il tedesco <strong>di</strong><br />

<strong>Hölderlin</strong>, vera scoperta <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> a cavallo fra il 1947 e il 1948 109 , <strong>di</strong>venne<br />

102 Ancora una volta, dunque, una traduzione.<br />

103 Così, a fronte <strong>di</strong> «Thränen» (<strong>Hölderlin</strong>, v. 548) troviamo in <strong>Brecht</strong> «Zähre» (v.<br />

495), o ancora, questa volta in un passo senza precedente sofocleo-hölderliniano, <strong>Brecht</strong><br />

ripesca «Fährlichkeit» (v. 46), arcaismo <strong>di</strong> inconfon<strong>di</strong>bile sapore luterano. Già Rainer<br />

Pohl ha notato e analizzato questo fenomeno all’interno della sua preziosa analisi stilistica<br />

(POHL 1969: 250, che riporta i medesimi esempi qui citati); d’altra parte il ricco utilizzo<br />

brechtiano del lessico biblico è fatto ben noto: sorprende perciò che i curatori<br />

dell’e<strong>di</strong>zione completa glossino «Fährlichkeit» come «<strong>Brecht</strong>sche Wendung im Stil <strong>Hölderlin</strong>s»<br />

(BW VIII: 499). Si veda anche supra, nota 47.<br />

104 Associato espressamente a Polinice: si veda ad esempio <strong>Brecht</strong>, v. 162.<br />

105 Così già nel Vorspiel: si veda supra, nota 47.<br />

106 Si veda ad esempio <strong>Brecht</strong>, v. 1207.<br />

107 Così ad esempio <strong>Brecht</strong>, v. 186. Per un accostamento fra il lessico del Creonte<br />

brechtiano e quello degli ultimi <strong>di</strong>scorsi pubblici <strong>di</strong> Adolf Hitler si legga FRITSCH 1990.<br />

108 Fu <strong>Brecht</strong> stesso ad associare il lavoro ad Antigone nella traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> al<br />

rientro nell’area <strong>di</strong> lingua tedesca: «Vermutlich ist es <strong>di</strong>e Rückkehr in den deutschen<br />

Sprachbereich, was mich in das Unternehmen treibt» (Arbeitsjournal, 16 <strong>di</strong>cembre 1947;<br />

BW XXVII: 255).<br />

109 Molte affermazioni dell’autore, ampiamente registrate dalla critica, concorrono a<br />

caratterizzare il recupero <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> secondo tratti eminentemente linguistici. «<strong>Hölderlin</strong>s<br />

Sprache ver<strong>di</strong>ente tieferes Stu<strong>di</strong>um», scriveva ad esempio <strong>Brecht</strong> nel pieno del lavoro<br />

«als ich ihr <strong>di</strong>esmal widmen konnte. Sie ist von erstaunlicher Ra<strong>di</strong>kalität» (Arbeitsjournal,<br />

25 <strong>di</strong>cembre 1947; BW XXVII: 258). A questo crescente apprezzamento concorreva anche<br />

la patina sveva, che richiamava all’autore le proprie origini «aus den schwarzen Wäldern»<br />

(Vom armen B. B., v. 1; BW XI: 119): così, in una lettera al figlio Stefan, egli attribuiva<br />

alla traduzione hölderliniana «einen [...] schwäbischen Volksgestus» (BW XXIX:<br />

440), parole che ritroviamo tali e quali nella succitata nota dell’Arbeitsjournal.

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