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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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146 <strong>Marco</strong> <strong>Castellari</strong><br />

niana Der Tod des Empedokles su questo testo 10 , voci recenti hanno evidenziato<br />

tratti che avvicinano le due opere, pur senza giungere alla <strong>di</strong>mostrazione<br />

<strong>di</strong> un rapporto intertestuale in senso stretto 11 . <strong>La</strong> <strong>di</strong>ffusa convinzione<br />

che <strong>Brecht</strong> si sia basato unicamente sulla fonte antica 12 , tuttavia,<br />

pare non tenere conto <strong>di</strong> alcuni in<strong>di</strong>zi testuali degni <strong>di</strong> rivalutazione 13 , che<br />

permetterebbero <strong>di</strong> scoprire un’ine<strong>di</strong>ta e già feconda ricezione hölderliniana<br />

nel <strong>Brecht</strong> degli anni ’30. A rendere arduo l’accostamento fra i due<br />

autori, d’altra parte, concorrono come vedremo le successive affermazioni<br />

brechtiane in merito e, su un piano storico-culturale più ampio, la problematicità<br />

del rapporto <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> con le vicende della riscoperta hölderliniana<br />

primo-novecentesca. Rimane il fatto che in Der Schuh des Empedokles,<br />

come nel complesso dell’opera brechtiana dei primi anni dell’esilio, si palesa<br />

una nuova modalità <strong>di</strong> recupero dei classici, in cui il mero sfruttamento,<br />

spesso <strong>di</strong>ssacratorio, del «Materialwert» lascia spazio a una procedura<br />

più complessa. Si tratta pur sempre <strong>di</strong> una lettura critica e in qualche<br />

modo “correttiva”, ma mai più <strong>di</strong>sgiunta da una preciso impegno politico-<br />

10 Così già Edgar Marsch nel suo fondamentale commento alla lirica brechtiana<br />

(MARSCH 1974: 278); più recentemente hanno espresso simili considerazioni i curatori<br />

dell’e<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Berlino e Francoforte (BW XII: 366) come pure Frank Dietrich Wagner,<br />

che afferma senza alcuna esitazione: «Selbst in<strong>di</strong>rekte Anspielungen auf <strong>Hölderlin</strong>s Empedokles-Dichtungen<br />

fehlen» (WAGNER 2000: 595; la medesima posizione in sintesi in<br />

WAGNER 2001). Anche Marion <strong>La</strong>usberg, nel suo stu<strong>di</strong>o sulla <strong>presenza</strong> <strong>di</strong> figure e tematiche<br />

antiche nella lirica brechtiana, non attribuisce a <strong>Hölderlin</strong> alcun ruolo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />

fra il poeta novecentesco e il filosofo siceliota; piuttosto, secondo la stu<strong>di</strong>osa, l’interesse<br />

per Empedocle potrebbe essere spiegato alla luce della nota, profonda conoscenza brechtiana<br />

<strong>di</strong> Lucrezio (LAUSBERG 1999: 167sgg.). Più possibilista la pur datata lettura <strong>di</strong><br />

Klaus Detlef Müller, che legge l’operazione <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> come demistificazione della vicenda<br />

presentata nel dramma <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong> (MÜLLER 1979: 218).<br />

11 Si veda in particolare l’acuto lavoro <strong>di</strong> Armin Schäfer, che ha il merito <strong>di</strong> muovere a<br />

un’analisi <strong>di</strong> Der Schuh des Empedokles sullo sfondo del rapporto brechtiano con la tra<strong>di</strong>zione<br />

e, per contrasto, dello sfruttamento nazionalsocialista dei classici, in particolare <strong>di</strong><br />

<strong>Hölderlin</strong>. Sulla <strong>presenza</strong> del Tod des Empedokles nella rilettura brechtiana della morte<br />

dell’Agrigentino, però, Schäfer non va oltre la cauta esplorazione <strong>di</strong> parallelismi tipologici<br />

e la postulazione <strong>di</strong> un vago recupero d’intenti (SCHÄFER 2001: 88).<br />

12 Diogene <strong>La</strong>erzio (Vite dei filosofi, VIII 51-58), che funse da principale riferimento<br />

anche per <strong>Hölderlin</strong>. <strong>Brecht</strong> lesse lo scrittore tardo-antico nell’e<strong>di</strong>zione tedesca a cura <strong>di</strong><br />

Otto Apelt, pubblicata a Lipsia nel 1921, che Frank Dietrich Wagner in<strong>di</strong>ca perentoriamente<br />

come «<strong>di</strong>e einzige Quelle» (WAGNER 2000: 595).<br />

13 Fin dal titolo, la poesia <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> pare denunciare una trasformazione semantica<br />

(transmotivation, secondo la terminologia <strong>di</strong> GENETTE 1982: 379sgg.) del dramma hölderliniano:<br />

la sostituzione della «morte» con il «sandalo», infatti, è segnale paratestuale <strong>di</strong> un<br />

processo complessivo, poi approfon<strong>di</strong>to nel testo. <strong>Brecht</strong> sposta la focalizzazione dai<br />

tratti miracolosi e mistici della morte del filosofo al dato materiale e mondano del sandalo,<br />

prova quanto mai terrena del quanto mai terreno messaggio del suo Empedocle.<br />

Altri dati testuali e la ricostruzione della plausibilità <strong>di</strong> una conoscenza del dramma hölderliniano<br />

da parte <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong>, ad esempio sulla base della fortuna teatrale <strong>di</strong> Der Tod des<br />

Empedokles a partire dagli anni ’20, potrebbero confermare questa ipotesi.

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