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Marco Castellari La presenza di Hölderlin nell'“Antigone” di Brecht

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176 <strong>Marco</strong> <strong>Castellari</strong><br />

cacia quanto la modalità, non si esaurì in sé: recuperato all’improvviso un<br />

autore fino a quel momento scarsamente omaggiato, talvolta ad<strong>di</strong>rittura<br />

guardato con sospetto, <strong>Brecht</strong> non si limitò a un utilizzo superficiale del<br />

«Materialwert». Il ricorso ad altri testi hölderliniani, finanche inseguendone<br />

le varianti in e<strong>di</strong>zioni storico-critiche, accompagnato al recupero incrociato<br />

<strong>di</strong> altri autori e <strong>di</strong> altri archivi lessicali, venne a costituire, come abbiamo<br />

tentato <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare, una rete intertestuale viepiù intricata con il procedere<br />

della stesura. Anche al <strong>di</strong> là della perspicuità <strong>di</strong> determinate citazioni,<br />

non si può non scorgere nel lavoro <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> il crescente valore attribuito<br />

alla parola, e in specie a quella hölderliniana, come primo e principale<br />

luogo <strong>di</strong> intervento nel momento cruciale del «ritorno», nel senso più ampio<br />

del termine, «nell’area linguistica tedesca» 114 . Accanto alla sua portata<br />

ideologica e storica <strong>di</strong> primo confronto a posteriori con il nazionalsocialismo<br />

e con la sua politica culturale, in aggiunta al suo significato biografico<br />

e teatrale <strong>di</strong> «preview für Berlin» 115 , oltre alla sua generica funzione esemplare<br />

quale modello <strong>di</strong> recupero del dramma antico nella letteratura e nel<br />

teatro del dopoguerra 116 , la rielaborazione <strong>di</strong> Antigone palesa nella sua costituzione<br />

più intima l’importanza che <strong>Brecht</strong> affidava al confronto con la<br />

lingua madre, imprescin<strong>di</strong>bile prodromo alla ripresa della propria attività<br />

<strong>di</strong> scrittore e <strong>di</strong> uomo <strong>di</strong> teatro in Germania. In questa acme linguistica,<br />

poetologica ed esistenziale <strong>Hölderlin</strong> giunse come ospite casuale e si trattenne<br />

fino a <strong>di</strong>venire invitato d’onore.<br />

Proprio l’importanza che il poeta settecentesco ebbe nella riscrittura <strong>di</strong><br />

Antigone, in primo luogo per la forza della sua parola, me<strong>di</strong>atrice fra antico<br />

e moderno e agente scatenante <strong>di</strong> uno scavo linguistico senza eguali, permette<br />

<strong>di</strong> considerare il lavoro <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong> nell’ambito <strong>di</strong> un contesto più<br />

ampio. <strong>La</strong> scelta della traduzione <strong>di</strong> <strong>Hölderlin</strong>, se in gran parte occasionale<br />

pubblicamente uno scarto rispetto al tedesco quoti<strong>di</strong>ano, una lingua cioè troppo a lungo<br />

abitata dalla barbarie?» (CHIARLONI 2004).<br />

114 Si veda supra, nota 108.<br />

115 An Stefan <strong>Brecht</strong>, <strong>di</strong>cembre 1947, in BW XXIX: 440. Molta critica ha giustamente<br />

sottolineato come la rielaborazione <strong>di</strong> Antigone apra una fase, l’ultima, dell’opera <strong>di</strong> <strong>Brecht</strong><br />

in cui, anche per ragioni contingenti, l’attività registica prese il sopravvento sulla scrittura<br />

drammatica, limitata perlopiù all’ambito della rielaborazione (BALDO 1987, MÜLLER<br />

1990, MOLINARI 1996, GHIGLIONE 1998): in questo senso è anche valutata l’opzione<br />

e<strong>di</strong>toriale del Modell. L’importanza <strong>di</strong> questi aspetti non può però condurre a misconoscere<br />

la stratificazione e l’intensità della scrittura e del lavoro sulla parola, come paiono<br />

invece in<strong>di</strong>care definizioni peregrine della rielaborazione quali «drammaturgia registica» o<br />

«scrittura scenica», fino all’affermazione che alcuni passi sono «più vicini a copioni che a<br />

testi drammatici tra<strong>di</strong>zionalmente intesi» (GHIGLIONE 1998, 85sgg.).<br />

116 A lungo campo d’azione privilegiato dalla critica <strong>di</strong> stanza nella RDT (REHBEIN<br />

1952, BUNGE 1957, MITTENZWEI 1973, TRILSE 1975 e RIEDEL 1984), questo settore degli<br />

stu<strong>di</strong> ha conosciuto ampliamento e specificazione sia in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tenore generale<br />

(ROESLER 1979, RIEDEL 2002), sia in lavori puntuali sui rapporti fra <strong>Hölderlin</strong>, <strong>Brecht</strong> e<br />

Heiner Müller (BUCK 1990 e DOMDEY 1998).

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