Leggi il capitolo inedito - Karen Maitland § La bambina delle rune

Il canonico la guardò come se fosse impazzita. «È fuori
questione» rispose. «Non siete certo in grado di allevare
un bravo cristiano. Non l’avete neanche battezzato. Se il
bambino morirà, vorrà dire che era predestinato alla
dannazione eterna. Se sopravvivrà, verrà battezzato e
portato in un convento, dove sarà allevato dalle suore finché
non avrà compiuto sette anni. Poi tornerà da noi per
dedicare la sua vita a Dio, in segno di gratitudine per essere
stato salvato dalle fiamme dell’inferno. Quanto a voi e
a vostro marito, fareste meglio a recarvi subito alla chiesa
di San Giacomo e confessare la vergognosa negligenza di
cui vi siete resi colpevoli nei confronti di vostro figlio.»
E, così dicendo, prese in braccio Carwyn e uscì dalla
stanza, con il mantello nero che gli svolazzava intorno.
Adela chiuse gli occhi e rimase immobile fra le braccia
di Osmond.
«Adela, cerca di capire, non avevo scelta» le disse
Osmond in tono supplichevole, tentando di abbracciarla.
«Era maledetto per colpa di ciò che abbiamo fatto.»
Udendo quelle parole, Adela si voltò di scatto e
Osmond, colto alla sprovvista, perse l’equilibrio e indietreggiò
barcollando. Poi si avventò su di lui, picchiandolo
e graffiandolo come se fosse anche lei posseduta.
«Ti odio! Ti ucciderò per quello che hai fatto! Te lo
giuro!» urlò.
Osmond, gli occhi pieni di lacrime, la allontanò e si
precipitò fuori dalla stanza, scontrandosi con Rodrigo,
che era tornato in quel momento e se ne stava in piedi
sulla soglia, con un’espressione sconcertata.
«Adela, cos’è successo?» le chiese, e lei gli si gettò fra
le braccia, singhiozzando.
Le paludi erano immerse nell’oscurità. Le capanne
erano illuminate dalla luce delle candele e l’aria era satura
del fumo dei tanti fuochi casalinghi. I conciatori erano
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