Leggi il capitolo inedito - Karen Maitland § La bambina delle rune

ormai solo da qualche forcina e lasciava intravedere i riccioli
biondi. Aveva le guance talmente scavate che i suoi
occhi azzurri sembravano enormi. Malgrado gli abiti
sporchi, o forse per via di essi, alcuni marinai che ciondolavano
fuori dalle taverne tentarono di afferrarla mentre
passava, offrendole qualche moneta se avesse accettato di
soddisfarli. Lei li respinse, ma ero certa che, dopo qualche
altra settimana trascorsa in mezzo ai mendicanti,
sarebbe stata ben lieta di accettare il loro denaro.
Si fermò sotto la finestra della prigione, alzandosi in
punta di piedi e chiamando ripetutamente Rodrigo.
Finalmente lui si affacciò. Le lunghe dita da musicista che
stringevano le sbarre della finestra erano gonfie per via
del freddo. Le catene che aveva ai polsi gli avevano lacerato
la pelle. Il suo volto era talmente pallido e sciupato
che sembrava già morto.
Adela tentò di baciargli le mani rovinate, ma lui le ritrasse
subito, come se se ne vergognasse. «Non sareste dovuta
venire. Non è posto per voi, questo.»
«Rodrigo, non capisco. Perché... perché avete detto che
siete stato voi a pugnalare Osmond? Era già morto quando
siete arrivato.»
Lui aggrottò la fronte, come sorpreso dalla domanda.
«L’ho fatto per voi, Adela. Non vi avrebbero semplicemente
impiccata. La pena per le donne che uccidono il
marito è il rogo. Non potevo permettere che vi facessero
questo.»
Lei parve altrettanto sconcertata. «Ma non sono stata
io a uccidere Osmond, Rodrigo. Ve lo giuro. Mi sono precipitata
in cortile per dirgli che mi dispiaceva e l’ho trovato
a terra, coperto di sangue. Come potete credere che lo
abbia pugnalato? Lo amavo più della mia stessa vita.»
Rodrigo le sfiorò dolcemente le dita. «Quando vi ho
raggiunta in cortile, avete detto che eravate stata voi.
Non vi biasimo: eravate impazzita dal dolore. Lo avete
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