Leggi il capitolo inedito - Karen Maitland § La bambina delle rune

Adela lo guardò a lungo negli occhi, poi lo baciò. Non
pianse. Lo baciò e se ne andò a capo chino, con le braccia
intorno al corpo come a voler stringere tutti gli uomini
che aveva amato e che erano morti.
Rodrigo rimase a guardarla finché non scomparve,
aggrappato alle sbarre di ferro con le mani ferite.
«Non avevate bisogno di salvarla, Rodrigo. Non è stata
lei a uccidere Osmond.»
Rodrigo sobbalzò violentemente. Ero nascosta nell’ombra,
così non mi aveva notata. Non si accorgono mai di me.
«Ero affacciata alla finestra e ho visto chi ha ucciso
Osmond. È stato Taranis, l’uomo a cui Adela era promessa.
Fu lei a raccontarci la sua storia, quella notte nella cappella.
Disse che Osmond lo aveva affrontato e che era morto.
Ma non era vero. Taranis era in città per affari e l’ha riconosciuta
nella piazza del mercato. Quando ha scoperto che
chiamava Osmond con il nome di marito, è rimasto disgustato,
perché anche quella era una menzogna. Era suo fratello.
Adela ha provato a dirvelo poco fa, ma voi non le
avete creduto.
«Taranis è venuto nel cortile del conciatore. L’ho visto
con i miei occhi. Ha aspettato fino a quando Adela si è
allontanata dalla finestra, poi ha colpito. Adela era sincera
quando ha detto che aveva trovato Osmond a terra, ma
è impossibile, ormai, capire quale sia la verità fra tutte
queste bugie. E ora morirete per salvare il nemico di
Adela. Avete gettato via la vostra vita per niente.»
Rodrigo mi fissò, dapprima incredulo, poi inorridito.
«Perché non ce l’hai detto quella notte? Perché?»
«Perché non me l’avete chiesto. Nessuno mi chiede
mai nulla. Ho provato a mettere in guardia Camelot il
giorno in cui l’ho incontrata alla fiera del solstizio d’estate,
ma non ha voluto ascoltarmi. Mi ha dato mezza focaccia.
Nessuno mi aveva mai dato nulla prima di allora.
Credevo... credevo che volesse prendersi cura di me.
32