Leggi il capitolo inedito - Karen Maitland § La bambina delle rune
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Il <strong>capitolo</strong> perduto<br />
di Narigorm<br />
«Graffiatela!» urlò la vecchia megera. «Colpitela!»<br />
«Feritela con <strong>il</strong> ferro» str<strong>il</strong>lò un’altra. «Dovete farle<br />
uscire <strong>il</strong> sangue, è l’unico modo. Fatela sanguinare, prima<br />
che sia troppo tardi.»<br />
Io non vedevo nulla. Mi avevano inf<strong>il</strong>ato la testa in un<br />
sacco e legato i polsi a una gabbia di vimini che veniva trascinata<br />
su per la collina, sobbalzando sul terreno pietroso.<br />
Sapevo che mi avrebbero uccisa.<br />
Avrei voluto gridare loro di fermarsi, ma non potevo.<br />
Prima di incappucciarmi, mi avevano messo una mordacchia<br />
di ferro. <strong>La</strong> lunga fascia di metallo che avevo in bocca<br />
mi impediva di parlare e tagliava la lingua e le labbra. <strong>La</strong><br />
mordacchia era troppo grande per me e ogni volta che la<br />
gabbia di vimini urtava per terra i ferri che mi racchiudevano<br />
la testa mi ferivano. Ero spaventata a morte. Rivoli di<br />
urina mi scendevano lungo le gambe, non riuscivo a trattenermi.<br />
A un certo punto, sentii che qualcosa di appuntito mi<br />
veniva conficcato in una coscia e urlai di dolore. Il sangue<br />
sgorgò caldo sulla pelle.<br />
«Così non serve» intervenne un’altra donna. «Dovete<br />
piantargliela sopra <strong>il</strong> naso, o manterrà i suoi poteri.»<br />
«Allora, Joan, visto che sai tutto, prendi <strong>il</strong> chiodo e<br />
fallo tu.»<br />
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Tentai di liberare i polsi, ma la pelle, già lacerata dai<br />
numerosi tentativi, mi faceva male. Così mi irrigidii, in<br />
attesa del colpo, che però non venne. A un tratto, la gabbia<br />
si rovesciò. Non udivo altro che dei respiri affannosi<br />
e <strong>il</strong> fruscio <strong>delle</strong> vesti di coloro che mi circondavano.<br />
Finalmente, un uomo disse: «Non possiamo seppellirla<br />
con tutta la gabbia. <strong>La</strong> fossa è troppo stretta. Dovremo<br />
slegarla».<br />
«Allora liberatele una mano alla volta, e tenetele strette<br />
finché non gliele avremo legate di nuovo dietro la<br />
schiena. Ricordate le parole del vecchio venditore ambulante?<br />
Usa le mani per lanciare le maledizioni.»<br />
Era W<strong>il</strong>liam. Sentivo <strong>il</strong> suo odore anche attraverso <strong>il</strong><br />
sacco. Fumo e sudore di cavallo. Era lui che mi aveva<br />
messo la mordacchia, lui e l’uomo <strong>delle</strong> angu<strong>il</strong>le, Gunter.<br />
Non appena sentii la corda allentarsi, tentai di divincolarmi,<br />
ma W<strong>il</strong>liam era troppo forte. Quello che mi teneva l’altro<br />
braccio, invece, no. Era spaventato: aveva le mani<br />
umide e tremanti. Così diedi uno strattone e mi liberai<br />
dalla sua presa incerta, per disegnare nell’aria la prima<br />
runa. Morrigan!<br />
Non ho bisogno di pronunciare <strong>il</strong> suo nome ad alta<br />
voce. Loro credono di sì, ecco perché mi hanno messo la<br />
mordacchia. Invece non devo fare altro che tracciare le<br />
forme nell’aria, sentire le parole e <strong>il</strong> suo potere mi attraversa<br />
come una raffica di vento. Ma ho bisogno di tempo<br />
per tutto questo. Morrigan!<br />
«Eh, no, piccola strega» sib<strong>il</strong>ò W<strong>il</strong>liam, afferrandomi i<br />
polsi e legandoli dietro la schiena prima che riuscissi a<br />
disegnare la terza runa.<br />
Poi mi sollevò e, prima che mi rendessi conto di ciò<br />
che stava facendo, mi sentii cadere a faccia in giù e mi<br />
ritrovai nell’acqua fredda e melmosa sul fondo della fossa.<br />
<strong>La</strong> fascia di ferro mi si conficcò nella lingua e sentii la<br />
bocca riempirsi di sangue e fango. Tentai di sputare, ma<br />
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la mordacchia mi stava soffocando. Scalciai con tutte le<br />
mie forze contro le pareti della fossa, finché non riuscii a<br />
girarmi.<br />
Udivo una gran confusione intorno a me, come se ci<br />
fosse uno stormo di gabbiani rissosi. Cercai di alzarmi a<br />
sedere, ma un bastone di legno mi urtò <strong>il</strong> petto, inchiodandomi<br />
sul fondo della tomba.<br />
«Non startene lì a guardare, riempi la fossa mentre<br />
la tengo ferma. Forza, muovetevi, <strong>il</strong> sole sta per tramontare.<br />
Se non muore prima che si levi la luna, che<br />
Dio ci aiuti.»<br />
Terrorizzata, tentai di divincolarmi, ma <strong>il</strong> bastone mi<br />
premeva talmente forte contro <strong>il</strong> petto che pensai che mi<br />
avrebbe spezzato le costole. Avevo le gambe e le braccia<br />
intorpidite dall’acqua fredda e dalle corde legate strette.<br />
Una palata di terra umida e pesante mi sferzò le gambe.<br />
Urlai e supplicai, ma non volevano ascoltarmi.<br />
Aiutami, Morrigan, aiutami. Non puoi lasciare che mi<br />
uccidano. Ho sempre detto la verità, Morrigan. Falli<br />
smettere. Punisc<strong>il</strong>i. Distrugg<strong>il</strong>i!<br />
Continuavano sempre più in fretta. <strong>La</strong> terra mi aveva<br />
già intrappolato le gambe e mi stava coprendo <strong>il</strong> petto. Poi<br />
cominciò a cadere sul sacco che avevo in testa. <strong>La</strong> pallida<br />
luce che f<strong>il</strong>trava dalla trama della iuta scomparve. Era<br />
tutto buio. Non riuscivo a respirare. Morrigan! Morrigan!<br />
A un tratto, udii una donna urlare: «Guardate! Il campan<strong>il</strong>e<br />
sta bruciando!».<br />
«L’incendio si propagherà alle case!»<br />
«È colpa della strega. È lei che comanda <strong>il</strong> fuoco.»<br />
«Ehi, dove state andando? Non lasciatemi solo con lei.<br />
Tornate indietro!»<br />
Stavo soffocando. Non riuscivo a muovermi sotto <strong>il</strong><br />
peso della terra. <strong>La</strong> testa mi girava vorticosamente. Poi fui<br />
travolta da un rumore assordante, sim<strong>il</strong>e al battito d’ali di<br />
un cigno.<br />
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«State indietro, amico, o lo sgozzerò come un maiale.»<br />
Ero distesa tra l’erba e fissavo la prima stella della sera,<br />
luminosa come l’occhio di un lupo. L’aria era satura di<br />
fumo e risuonava di grida lontane. Osmond si inginocchiò<br />
accanto a me e cercò di inf<strong>il</strong>are le dita sotto la fascia<br />
di ferro della mordacchia.<br />
«Iddio sia lodato, è viva.» Poi si guardò alle spalle e disse:<br />
«Fabbro, dov’è la chiave di questo aggeggio infernale?».<br />
L’uomo scosse la testa. «Non penserete davvero che<br />
liberi quella strega lasciando che ci maledica tutti quanti!»<br />
Una voce più profonda ringhiò: «Allora cominciate a<br />
recitare <strong>il</strong> Padre nostro, amico. Se <strong>il</strong> fabbro non ci dà la<br />
chiave prima che arriviate alla fine, morirete».<br />
<strong>La</strong> mordacchia era così pesante e la mia bocca così<br />
straziata che non riuscivo a girare la testa, ma, guardando<br />
di lato, vidi la sagoma di Rodrigo stagliarsi contro <strong>il</strong><br />
bagliore <strong>delle</strong> fiamme lontane. Teneva <strong>il</strong> coltello puntato<br />
alla gola del locandiere.<br />
«<strong>La</strong> chiave, W<strong>il</strong>liam, dagli la chiave» sib<strong>il</strong>ò quest’ultimo,<br />
tentando di parlare senza muovere la mascella.<br />
W<strong>il</strong>liam esitò un istante, ma poi gettò a Osmond la<br />
chiave. Quest’ultimo armeggiò goffamente con <strong>il</strong> lucchetto.<br />
«È stata una fortuna che le abbiano messo la mordacchia<br />
e <strong>il</strong> sacco sulla testa. Senza, la terra l’avrebbe soffocata e<br />
non saremmo mai riusciti a salvarla.»<br />
Appena mi liberò, tentai di mettermi a sedere. Avevo le<br />
labbra e la lingua talmente gonfie che non riuscivo a parlare.<br />
Mi sembrava di avere in bocca del fegato crudo.<br />
Rodrigo afferrò <strong>il</strong> locandiere per la camicia, sollevandolo<br />
sulla punta dei piedi. «Ora porteremo via la <strong>bambina</strong>.<br />
Se ci lasciate andare, <strong>il</strong> v<strong>il</strong>laggio sarà salvo, ma se provate<br />
a fermarci...»<br />
«Portatela pure dove volete. Io non volevo farlo, crede-<br />
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temi. È stato <strong>il</strong> vecchio con la cicatrice che viaggia con voi<br />
a convincerci. Io ho cercato di fermarli, vero W<strong>il</strong>liam?»<br />
disse <strong>il</strong> locandiere, lanciando un’occhiata timorosa al fabbro,<br />
come uno scoiattolo in trappola.<br />
«Brutto codardo!» sbraitò W<strong>il</strong>liam. «<strong>La</strong> mordacchia è<br />
stata un’idea tua. Certo, quando si è trattato di mettergliela,<br />
te la sei data a gambe. Se la lasciamo andare...»<br />
In quel preciso istante, si udì un boato e <strong>il</strong> tetto della<br />
chiesa crollò. Le fiamme si levarono alte nel cielo notturno<br />
e le grida degli abitanti del v<strong>il</strong>laggio si fecero ancora più<br />
concitate. Il locandiere si divincolò dalla stretta di Rodrigo<br />
e si precipitò giù per la collina, ma perse l’equ<strong>il</strong>ibrio e<br />
cadde, rotolando lungo <strong>il</strong> pendio finché non scomparve<br />
alla vista. Il fabbro tentò di colpire Osmond con <strong>il</strong> suo<br />
bastone, ma Rodrigo fu più rapido: <strong>il</strong> suo coltello fendette<br />
l’aria e si conficcò nel braccio del fabbro, che lasciò<br />
cadere <strong>il</strong> bastone con un grido di dolore. Quando estrasse<br />
<strong>il</strong> coltello, <strong>il</strong> sangue sgorgò a fiotti dalla ferita. Rodrigo mi<br />
prese in braccio e urlò: «Osmond, corri!».<br />
«Siete sicuro che la peste non abbia raggiunto la<br />
Norvegia?» chiese Osmond.<br />
«Non ci andremmo, sennò» rispose <strong>il</strong> nostromo con<br />
uno stuzzicadenti in bocca, guardandoci di traverso dall’alta<br />
prua della chiatta. Era a forma di testa di serpente,<br />
con gli occhi neri che scint<strong>il</strong>lavano al sole del mattino.<br />
«Vi daremo <strong>il</strong> cavallo in cambio di un passaggio in<br />
Norvegia per noi quattro» propose Osmond.<br />
«Mi prendete per un citrullo? Siete in cinque, lo vedo<br />
bene» ribatté lui, lanciandogli un’occhiata torva. Ma poi<br />
<strong>il</strong> suo sguardo bramoso si posò su Xanto. Li conoscevo<br />
bene i tipi come lui, dominati dall’avidità.<br />
«Non potete contare anche <strong>il</strong> bambino» esclamò<br />
Osmond, indignato. «Non vi costerà nulla: non mangia.»<br />
«Io conto quello che mi pare e piace. E poi, i marmoc-<br />
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chi frignano e si ammalano continuamente. Dovrei farvi<br />
pagare di più per <strong>il</strong> disturbo. E quella cos’ha, sta male?»<br />
aggiunse poi, indicandomi con un cenno del capo e senza<br />
smettere di masticare lo stuzzicadenti.<br />
Io avevo le labbra e <strong>il</strong> mento viola per via della mordacchia<br />
e Adela mi aveva fatto mettere un cappuccio in<br />
modo da nascondere i miei capelli bianchi.<br />
«Ha avuto un incidente, ma è in perfetta salute. Come<br />
tutti noi, del resto» rispose Osmond. «Veniamo da nord»<br />
aggiunse poi, come se costituisse una prova.<br />
Il nostromo alzò le spalle. «Comunque, <strong>il</strong> cavallo non<br />
basta. C’è gente che pagherebbe oro per un passaggio.»<br />
«E dove sarebbe?» chiese Rodrigo guardandosi intorno<br />
con aria beffarda, perché, a parte un vecchio e un<br />
ragazzo che stavano caricando dei bar<strong>il</strong>i di grasso di balena<br />
su un carretto, <strong>il</strong> molo era deserto.<br />
In effetti, non si trattava di un porto vero e proprio, ma<br />
di una piccola baia affacciata sulle paludi, a cui si accedeva<br />
attraverso un sentiero accidentato che consentiva appena <strong>il</strong><br />
passaggio di un carretto. Dopo essere fuggiti dal v<strong>il</strong>laggio,<br />
avevamo camminato tutta la notte. All’alba, Rodrigo aveva<br />
scorto in lontananza una vela rossa che procedeva lungo la<br />
costa. A un certo punto la vela era stata abbassata, <strong>il</strong> che<br />
indicava, così aveva detto Rodrigo, che la chiatta stava<br />
entrando in porto. Adela, sorridente e sollevata, era certa<br />
che fosse stata la Vergine del mare a mandarcela, in risposta<br />
alle nostre preghiere. Ma non era stata lei a farlo.<br />
Non fosse stato per Morrigan, non saremmo mai saliti<br />
a bordo. Rodrigo e Osmond non avevano alcuna speranza<br />
di avere la meglio su un uomo ab<strong>il</strong>e nel contrattare<br />
come <strong>il</strong> nostromo. Infatti quest’ultimo li convinse a dargli,<br />
oltre al cavallo, tutto ciò che restava degli averi di Cygnus<br />
e l’amuleto d’argento di Pleasance. Loro erano talmente<br />
ansiosi di allontanarsi dal lupo che gli avrebbero dato persino<br />
i vestiti che avevano indosso, se glieli avesse chiesti. Il<br />
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lupo li stava ancora seguendo, ne erano certi, e ora avevano<br />
anche gli abitanti del v<strong>il</strong>laggio alle calcagna.<br />
Finalmente, raggiunsero un accordo. Il vecchio legò<br />
Xanto dietro <strong>il</strong> carretto carico di bar<strong>il</strong>i, frustò i buoi che<br />
lo trainavano e si allontanò. Adela pianse vedendo Xanto<br />
andarsene, ma io ne fui lieta. Quella cavalla sentiva l’odore<br />
della morte. Senza di lei, non avrebbero avuto alcun<br />
avvertimento.<br />
<strong>La</strong> sera salpammo per la Norvegia. Avreste dovuto<br />
vedere com’erano felici. Credevano di essere al sicuro,<br />
finalmente. Osmond sembrava un bambino con un giocattolo<br />
nuovo e tentava di aiutare a manovrare le vele, sebbene<br />
non ne fosse capace. Adela, con un sorriso sdolcinato<br />
sulle labbra, cullava quel mostriciattolo di Carwyn, che<br />
diventava più forte ogni giorno che passava. Persino<br />
Rodrigo sembrava felice mentre scivolavamo sul mare,<br />
che, diceva, gli ricordava Venezia. Infatti si mise a raccontare<br />
l’ennesima storia sulla sua infanzia: di come i porti<br />
fossero così gremiti di barche che i bambini giocavano a<br />
rincorrersi, saltando dall’una all’altra, tra le imprecazioni<br />
di mercanti e marinai. Ci ha raccontato molte storie su<br />
Venezia, tranne una: quella che vuole dimenticare. Ma<br />
Morrigan lo costringerà a dire la verità, prima o poi.<br />
Pensavano di essere finalmente scampati al lupo del<br />
vescovo e alla peste. Gamel, <strong>il</strong> nostromo, li aveva persino<br />
convinti che avrebbero trovato cibo a non finire in<br />
Norvegia, poiché da quelle parti avevano carne e pesce<br />
in abbondanza. Chi ha bisogno del pane, diceva, quando<br />
può metter sotto i denti una bella bistecca?<br />
Forse aveva ragione, ma io non avevo alcuna intenzione<br />
di andare in Norvegia. Credevano davvero che mi fossi<br />
dimenticata di Camelot? Aveva convinto gli abitanti del v<strong>il</strong>laggio<br />
a uccidermi. Loro erano già stati puniti: Morrigan<br />
aveva ridotto in cenere la loro chiesa. Ora toccava a<br />
Camelot, che non si trovava certo in Norvegia.<br />
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Poco dopo la partenza, <strong>il</strong> figlio di Gamel preparò una<br />
specie di stufato in un pentolino nero appeso sopra <strong>il</strong><br />
fuoco. Vi mise dentro un’angu<strong>il</strong>la affumicata, una manciata<br />
di spratti non più grandi del mio pollice e <strong>delle</strong> teste di<br />
merluzzo essiccate. Il merluzzo era talmente duro che<br />
bisognava masticarlo a lungo prima di riuscire a mandarlo<br />
giù e sapeva di fumo e sale e poco altro. Ma eravamo<br />
tutti affamati. Alla fine del pasto Osmond fece per gettare<br />
una testa di merluzzo accuratamente spolpata nel fuoco.<br />
Gamel lo fermò gridando furioso: «Per Dio, volete<br />
rovinarmi? Non sapete che non si bruciano le lische dei<br />
pesci? Se lo fate, non pescheremo più nulla. E non vi<br />
azzardate a gettarle a mare, se non volete risvegliare tutti<br />
i morti annegati. Mettetele in quel sacco, e toccheremo<br />
terra sani e salvi».<br />
Poi si voltò verso <strong>il</strong> figlio e lo vide ridacchiare, lieto del<br />
fatto che, per una volta, non fosse stato lui a subire le sue<br />
strigliate. «E tu, ragazzo, credevo di averti detto di stare<br />
di vedetta.»<br />
«Ma non ho ancora mangiato» protestò lui. Il padre,<br />
per tutta risposta, gli diede uno scappellotto e si mise ad<br />
armeggiare con le funi, maledicendo i contadini come<br />
Osmond, che avevano <strong>il</strong> buonsenso di una medusa.<br />
Quando scese la sera, ci radunammo sul ponte; la luce<br />
giallastra <strong>delle</strong> lampade a olio dava a ogni cosa un’aria<br />
squallida. Stavamo procedendo lungo la costa. Sulle colline<br />
lontane incombevano nubi cariche di pioggia. <strong>La</strong> terraferma<br />
sembrava un’enorme caverna in cui ardevano<br />
fuochi rossi come occhi di drago. Ma c’erano miglia e<br />
miglia di buio là dove un tempo sorgevano case e v<strong>il</strong>laggi.<br />
Ora i loro occupanti erano fantasmi che vagavano nelle<br />
terre dei morti. E Camelot li avrebbe raggiunti presto, fra<br />
le ossa bianche e fredde. Me ne sarei assicurata.<br />
Rodrigo prese un boccale di birra e si sedette accanto<br />
al nostromo, forse per impressionarlo con un’altra <strong>delle</strong><br />
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sue storie su Venezia. Il figlio di Gamel, che non era<br />
un’aqu<strong>il</strong>a, vedendo che suo padre era distratto, si avvicinò<br />
furtivamente alla pentola, raccogliendo i resti dello<br />
stufato con <strong>il</strong> coltello di corno che portava legato a un<br />
cordoncino intorno al collo. Poi sgattaiolò di nuovo a<br />
prua, dove lo attendevo seduta a terra, nascosta da alcune<br />
balle di lana. Avevo tirato fuori dal sacco una manciata<br />
di lische di merluzzo e aspettavo la domanda che sapevo<br />
mi avrebbe fatto.<br />
Gettai le lische sulle assi di legno del ponte, facendo<br />
attenzione a come cadevano, poi le raccolsi di nuovo.<br />
Il ragazzo si avvicinò. «Giochi agli astragali?»<br />
«Non sto giocando. Sto leggendo <strong>il</strong> futuro.»<br />
Malgrado la luce fioca della lampada, vidi i suoi occhi<br />
br<strong>il</strong>lare di eccitazione.<br />
«Puoi leggere anche <strong>il</strong> mio? Forza, dimmi la mia fortuna.»<br />
«Solo se mi paghi. Altrimenti non funziona.»<br />
Il ragazzo parve avv<strong>il</strong>ito. Sapevamo entrambi che non<br />
aveva denaro.<br />
«Suvvia, ti pagherò quando arriveremo in Norvegia.»<br />
«Te l’ho detto, le ossa non parlano se non ricevono<br />
prima qualcosa... Sai cosa potresti fare? Quell’amuleto, la<br />
mano d’argento che Rodrigo ha dato a tuo padre. Non<br />
aveva diritto di venderla: era mia. Restituiscimela, e le<br />
ossa parleranno.»<br />
Il ragazzo lanciò un’occhiata timorosa al padre, che era<br />
ancora immerso nella conversazione con Rodrigo.<br />
«Puoi farcela» sussurrai. «Non è la prima volta che gli<br />
rubi qualcosa.»<br />
«Non ho mai...» farfugliò lui, ma sapevo che era una<br />
menzogna dal modo in cui aveva svuotato la pentola appena<br />
suo padre si era distratto.<br />
«Quella mano vi porterà sfortuna. Apparteneva a<br />
un’ebrea che si è impiccata. È maledetta. Hai sentito par-<br />
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lare della magia nera degli ebrei, vero? Se tuo padre non<br />
se ne libererà, lo trascinerà in fondo al mare. Se me la<br />
restituirai, gli salverai la vita.»<br />
Sapevo che sarei riuscita a convincerlo. Suo padre non<br />
si accorse neanche che attraversò <strong>il</strong> ponte e frugò nella<br />
cassapanca di legno. Poi tornò a prua e veloce come un<br />
tagliaborse mi fece scivolare l’amuleto tra le dita.<br />
«Ora leggimi <strong>il</strong> futuro» mi disse, accucciandosi di<br />
fronte a me. «E spero che tu sia brava, o dirò a mio padre<br />
che sei stata tu a rubare l’amuleto.»<br />
Vedrai quanto sono brava, pensai. Gettai le lische. «Uno<br />
più tre fa quattro. Quattro serpenti si nascondono nell’albero<br />
di Yggdras<strong>il</strong>. Il quattro significa dolore e distruzione.»<br />
«Dolore?» ripeté lui, terrorizzato come un coniglio tra<br />
le fauci di un lupo.<br />
«Presto,» dissi «vediamo se riesci a cambiare la tua<br />
sorte. Getta in aria le lische e afferrale al volo. Forza.<br />
Fammi vedere.»<br />
Il ragazzo aprì lentamente le mani tremanti. In una<br />
c’erano due lische, nell’altra quattro.<br />
«Due... per i due gatti che trainano <strong>il</strong> carro di Freya.<br />
Due significa un servo, come te. Due più quattro fa sei. Sei<br />
per i giganti a sei teste e per le sei vendette alate. Sei significa<br />
che <strong>il</strong> vendicatore distruggerà <strong>il</strong> servo.»<br />
Per quanto fosse ottuso, <strong>il</strong> figlio di Gamel comprese<br />
perfettamente <strong>il</strong> messaggio. <strong>La</strong>nciò un urlo e gettò via le<br />
lische come se scottassero. Un’improvvisa folata di vento<br />
le trascinò verso la prua. Si rese conto di ciò che aveva<br />
fatto e tentò disperatamente di afferrarle prima che scomparissero<br />
tra i flutti, ma era troppo tardi.<br />
In quel momento, un’altra raffica rovesciò all’indietro<br />
<strong>il</strong> cappuccio che avevo sulla testa e i miei capelli bianchi<br />
ondeggiarono al vento. Un lampo blu <strong>il</strong>luminò la notte<br />
mentre un fulmine squarciava <strong>il</strong> cielo verso la terraferma<br />
in lontananza. Le vele gemettero e subito dopo si udì <strong>il</strong><br />
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ombo assordante di un tuono. Annunciava che <strong>il</strong> mare<br />
stava per restituire quanto aveva divorato. Il figlio di<br />
Gamel, terrorizzato, si mise a urlare indicando le onde.<br />
Tutti accorsero a prua, tutti tranne Gamel, che mi fissava<br />
come se avesse visto Morrigan in persona. Rodrigo prese<br />
una <strong>delle</strong> lanterne e <strong>il</strong>luminò le acque, su cui galleggiavano<br />
tre cadaveri. Avevano i vestiti a brandelli, la carne<br />
putrefatta, e i pesci avevano mangiato loro parte <strong>delle</strong><br />
gambe. <strong>La</strong> corrente li portava verso la chiatta, poi un’onda<br />
gigantesca ne gettò uno sul ponte. Il volto che ci guardava<br />
era senza occhi. Due buchi neri ci fissavano e la<br />
bocca senza labbra era spalancata come una bara.<br />
«Avevamo un accordo!» sbraitò Osmond, in piedi sul<br />
molo.<br />
«Non penserete mica che mi rimetta in mare con quella<br />
strega a bordo» ribatté Gamel, indicandomi con un cenno<br />
del capo.<br />
«Come può una <strong>bambina</strong> innocente evocare tre cadaveri?»<br />
protestò Rodrigo. «Saranno stati dei naufraghi, o<br />
degli appestati gettati a mare.»<br />
«Sì, ma come mai sono finiti sulla mia chiatta? Perché<br />
lei li ha chiamati, come ha chiamato <strong>il</strong> lampo e le onde.<br />
Ringraziate <strong>il</strong> cielo che vi ho riportato a riva sani e salvi.<br />
Molti nostromi vi avrebbero buttati a mare insieme ai<br />
cadaveri.»<br />
«Allora ridateci <strong>il</strong> denaro per <strong>il</strong> cavallo e tutto <strong>il</strong> resto»<br />
disse Osmond.<br />
Il ragazzo fece capolino da dietro la chiglia e mi puntò<br />
<strong>il</strong> dito contro. «Si è già ripresa l’amuleto d’argento. L’ha<br />
rubato dalla cassapanca. Ha detto che era maledetto.»<br />
Stava cercando di sfuggire all’ennesima punizione. Suo<br />
padre lo aveva già frustato quando aveva confessato di<br />
aver gettato le lische a mare.<br />
Gamel sputò nell’acqua. «Sapevo che avreste portato<br />
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solo guai nel momento in cui ho visto quella maledetta<br />
mano. Tenetevela pure, e che vi trascini tutti all’inferno. Ma<br />
da me non avrete altro.»<br />
Nel frattempo, diversi marinai robusti come buoi avevano<br />
cominciato a radunarsi minacciosamente intorno a<br />
noi per dare manforte a Gamel. Rodrigo e Osmond sapevano<br />
che non avrebbero potuto nulla contro di loro e, alla<br />
fine, si arresero.<br />
Il nostromo ci aveva lasciati al porto di Grimsby.<br />
Osmond e Adela erano terrorizzati al pensiero di ciò che<br />
avrebbero potuto trovare in città, ma alcune donne anziane<br />
sul molo ci assicurarono che la peste non era giunta fin<br />
lassù e non lo avrebbe fatto, poiché le preghiere <strong>delle</strong> suore<br />
del convento di San Leonardo, che vivevano nei pressi del<br />
porto, avrebbero protetto Grimsby dal morbo, così come i<br />
loro fari guidavano le navi a riva durante le tempeste. Se<br />
non ci credevamo, aggiunsero, bastava che considerassimo<br />
quanti porti in Ingh<strong>il</strong>terra erano già stati colpiti dal contagio,<br />
mentre loro ne erano stati risparmiati.<br />
Finalmente, Adela si tranqu<strong>il</strong>lizzò e acconsentì a incamminarsi<br />
lungo <strong>il</strong> sentiero fangoso che collegava <strong>il</strong> porto alla<br />
città. Grimsby non aveva mura né porte. Gli abitanti pensavano<br />
che le paludi fossero sufficienti a proteggerli dagli strali<br />
del paradiso e dell’inferno, così non c’era nessuno a impedirci<br />
di entrare o di andarcene, nessuno tranne Rodrigo.<br />
Fu lui a insistere affinché trovassimo un alloggio in<br />
città. Non erano questi i programmi: avremmo dovuto<br />
proseguire verso nord, sulle tracce di Camelot. Invece<br />
Rodrigo trovò una stanza sopra <strong>il</strong> cort<strong>il</strong>e della vedova di<br />
un conciatore, una donna di nome Margaret. Sua figlia<br />
Cicely ci mostrò <strong>il</strong> sottotetto, stipato con due letti a<br />
castello, un tavolo e numerosi pagliericci, e fece in modo<br />
di passare più volte davanti a Osmond, strusciandosi contro<br />
di lui come un gatto. E quando Adela, accecata dalla<br />
gelosia, si rivolse a lui ripetutamente chiamandolo “mari-<br />
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to”, la ragazza mise <strong>il</strong> broncio, dicendo che sua madre<br />
voleva la prima settimana di affitto entro l’ora di cena. Ma<br />
poi aggiunse, strusciandosi di nuovo contro Osmond: «Se<br />
non avete <strong>il</strong> denaro posso tenerla buona. Certo, dovrete<br />
convincermi a farlo», e se ne andò ridacchiando e cercando<br />
di incrociare lo sguardo di Osmond.<br />
Appena la porta si richiuse alle sue spalle, Adela esplose:<br />
«Allora, la convincerai o no, Osmond? A quanto pare,<br />
non vedi l’ora di farlo».<br />
«Non è vero... è stata lei... hai visto come si comportava...»<br />
«Non ci sarà bisogno di convincere nessuno» intervenne<br />
Rodrigo. «L’amuleto d’argento che Narigorm ha rubato<br />
servirà a pagare l’affitto e a sfamarci finché non troveremo<br />
un lavoro.»<br />
«Non l’ho rubato» lo corressi. «Il ragazzo me l’ha dato<br />
perché gli leggessi <strong>il</strong> futuro.»<br />
«Ed è stato questo che ci ha fatto perdere <strong>il</strong> passaggio<br />
per la Norvegia» ribatté Rodrigo, e stese la mano come se<br />
si aspettasse che gli consegnassi l’amuleto.<br />
«Non avevate diritto di darlo al nostromo. Pleasance lo<br />
aveva lasciato a me, era suo e ora è mio. E poi non abbiamo<br />
bisogno di pagare alcun affitto, perché non ci fermeremo<br />
qui. Proseguiremo <strong>il</strong> viaggio.»<br />
«No, basta!» sbraitò Rodrigo. «Non fuggirò più.<br />
Rimarremo qui e affronteremo la peste, se arriverà, anche<br />
a costo della vita. Ora dammi l’amuleto o ti giuro che lo<br />
prenderò con la forza.»<br />
«Ve lo sconsiglio. Sono stata io a far sì che Morrigan<br />
incendiasse la chiesa. Se mi toccate, farò in modo che vi<br />
uccida.»<br />
Rodrigo scoppiò a ridere. «È questo che pensi? Non è<br />
stata Morrigan, chiunque essa sia, ad appiccare <strong>il</strong> fuoco<br />
alla chiesa. Siamo stati Osmond e io, per liberarti. Non<br />
puoi fare del male a nessuno, <strong>bambina</strong>.»<br />
13
Osmond mi prese per un braccio. «Ti abbiamo salvato<br />
la vita, piccola ingrata. Ora da’ subito l’amuleto a Rodrigo,<br />
o ti toccherà una bella lezione.»<br />
<strong>La</strong>sciai che prendessero l’amuleto e osservai le loro<br />
espressioni soddisfatte. Ma l’avrebbero pagata cara per<br />
aver riso di me. Avevo intenzione di mostrare loro quanto<br />
male ero in grado di fare.<br />
Dovetti fabbricare <strong>delle</strong> <strong>rune</strong> nuove: quelle che avevo<br />
erano andate perdute quando gli abitanti del v<strong>il</strong>laggio mi<br />
avevano rapita. Ci volle del tempo, ma non avevo fretta.<br />
Perlustrai i dintorni della città finché non trovai un frassino,<br />
l’albero su cui Odino rimase nove giorni per imparare<br />
i segreti <strong>delle</strong> <strong>rune</strong>. Tagliai un ramo e ne ricavai tanti<br />
piccoli rombi su cui incisi i segni runici. <strong>La</strong> prima notte di<br />
luna piena, riaprii la ferita alla gamba che mi aveva provocato<br />
quella vecchia megera con <strong>il</strong> chiodo e colorai i segni<br />
di rosso con <strong>il</strong> mio sangue.<br />
Poi lanciai le <strong>rune</strong> e stesi la mano sopra di esse. L’aria<br />
tutto intorno tremò come a volte fa la foschia estiva nei<br />
giorni caldi. Le <strong>rune</strong> erano ancora più potenti di quelle<br />
che avevo prima, perché io ero diventata molto più forte.<br />
Avevano provato a uccidermi e avevano fallito. Non potevano<br />
distruggermi.<br />
Aspettai che Osmond, Rodrigo e Adela si addormentassero.<br />
Credevano di essere al sicuro nella stanza. Nessuno<br />
era di guardia, quindi nessuno poteva vedermi. Adela<br />
aveva messo la cuffietta di Carwyn ad asciugare sopra le<br />
braci del fuoco. Tagliai un piccolo pezzo del nastro, sapendo<br />
che non se ne sarebbe mai accorta. Poi disegnai tre cerchi<br />
nelle ceneri del fuoco e lanciai di nuovo le <strong>rune</strong>.<br />
Morrigan.<br />
Carwyn cominciò a vagire piano e si levò una leggera<br />
brezza. Nessuno si mosse. Il vagito si trasformò in un<br />
gemito e, infine, in una voce gracchiante. Chiusi gli occhi<br />
14
e mi concentrai. Morrigan. Morrigan. Stesi <strong>il</strong> palmo della<br />
mano verso Osmond. Dalle labbra del bambino uscì un<br />
suono come di una bara che viene spalancata, ma ancora<br />
nessuno si svegliò.<br />
So cos’hai fatto, padre. Mi hai concepito nel peccato e<br />
nella menzogna. Sono lo specchio <strong>delle</strong> tue azioni. Sono<br />
veleno. Sono maledetto da prima della mia nascita. Sono <strong>il</strong><br />
tuo castigo. Ti distruggerò, padre. Distruggerò te e mia<br />
madre...<br />
Osmond si alzò a sedere di scatto, tremando. Balzò in<br />
piedi e si avvicinò con passo malfermo al letto in cui dormivano<br />
Adela e Carwyn. Aveva gli occhi spalancati, ma<br />
sapevo che stava ancora dormendo. Allungò le mani<br />
verso <strong>il</strong> figlioletto, poi lanciò un grido d’orrore. Adela si<br />
svegliò di soprassalto e abbracciò istintivamente Carwyn.<br />
Osmond si guardò intorno frastornato. Poi cadde in<br />
ginocchio sul pavimento e nascose <strong>il</strong> volto tra le mani, tremando<br />
come una foglia. «Hai... hai sentito?»<br />
Rodrigo gli fu subito accanto. «Avete udito di nuovo <strong>il</strong><br />
lupo?»<br />
Osmond scosse la testa, confuso. «Il bambino... non<br />
l’avete sentito? Aveva una voce profonda e agghiacciante.<br />
Ha detto cose terrib<strong>il</strong>i. Oscene. Disgustose. Non posso...»<br />
Adela strinse a sé <strong>il</strong> mostriciattolo. «Cosa stai dicendo,<br />
Osmond? Tuo figlio non sa dire neanche “mamma”. Stavi<br />
sognando.»<br />
«È così, figliolo. È stato solo un brutto sogno. Tornate<br />
a dormire» disse Rodrigo, aiutandolo ad alzarsi e portandolo<br />
quasi di peso fino al pagliericcio.<br />
Osmond, però, sapeva che non si trattava di un incubo.<br />
Il giorno seguente lo vidi fissare <strong>il</strong> bambino con insistenza,<br />
come se temesse di udirlo parlare da un momento<br />
all’altro.<br />
Ebbe lo stesso incubo la notte successiva e quella dopo<br />
ancora. Durante <strong>il</strong> giorno, continuava a scrutare Carwyn<br />
15
come se fosse una vipera pronta a colpirlo non appena<br />
avesse voltato le spalle. Adela lo teneva sempre in braccio,<br />
per paura che Osmond potesse gettarlo fuori dalla finestra.<br />
Dopo la terza notte di tormento, Osmond uscì dalla<br />
stanza prima dell’alba, quasi temendo di poter davvero<br />
fare del male al bambino o che quest’ultimo potesse farne<br />
a lui.<br />
Nel tardo pomeriggio Osmond non aveva ancora fatto<br />
ritorno in camera. Adela, preoccupata, costrinse me e<br />
Rodrigo ad andare a cercarlo. Perlustrammo la città dal<br />
convento di San Leonardo fino al porto, senza trovarne<br />
traccia. Verso <strong>il</strong> crepuscolo, Adela mi mandò di nuovo a<br />
cercarlo nei pressi della chiesa di San Giacomo. Mi avviai<br />
in quella direzione, ma non avevo nessuna intenzione di<br />
sforzarmi, e mi stavo inf<strong>il</strong>ando dietro la cappella dei frati<br />
grigi quando due mani guantate mi afferrarono e mi trascinarono<br />
nella penombra di un vicolo. Tentai di divincolarmi,<br />
ma l’uomo che mi teneva ferma mi fece girare, scuotendomi<br />
finché non rimasi immob<strong>il</strong>e.<br />
«Sta’ zitta, non ti farò del male a meno che tu non mi<br />
costringa a farlo.»<br />
Dall’aspetto sembrava un mercante, anche ricco, a<br />
giudicare dalle raffinate decorazioni sui suoi guanti. Sotto<br />
<strong>il</strong> mantello scorsi l’elsa di una spada. Aveva due occhi<br />
scuri e crudeli e capii subito che era meglio non contrariarlo.<br />
«<strong>La</strong> donna velata con cui stavi parlando, quella con <strong>il</strong><br />
bambino. Vive da queste parti?»<br />
«Perché volete saperlo?»<br />
Lui mi diede uno schiaffo che mi lasciò stordita.<br />
«In... una stanza sopra <strong>il</strong> cort<strong>il</strong>e del conciatore, di proprietà<br />
della vedova Margaret.»<br />
«Brava <strong>bambina</strong>, hai visto? Non era diffic<strong>il</strong>e. Immagino<br />
che <strong>il</strong> bambino sia della vedova.»<br />
«No, è di Adela.»<br />
16
Lui parve sbigottito, come se stavolta fossi stata io a<br />
schiaffeggiarlo.<br />
«È... sposata?»<br />
Annuii e mi resi conto che la notizia lo aveva fatto infuriare.<br />
«Suo marito è giovane e bello» aggiunsi, sapendo<br />
che non gli avrebbe fatto piacere, visto che doveva avere<br />
<strong>il</strong> doppio degli anni di Adela.<br />
Poi con gli occhi ridotti a due fessure: «Dimmi di suo<br />
marito».<br />
Gli raccontai tutto ciò che sapevo di Osmond, perché<br />
non avrei dovuto? E, mentre parlavo, lo vidi rabbuiarsi<br />
sempre più, finché non sbatté violentemente <strong>il</strong> pugno<br />
contro <strong>il</strong> muro della casa accanto a cui ci trovavamo. Ero<br />
spaventata, ma anche eccitata da quell’espressione di<br />
odio puro. Così continuai a parlare, per vedere crescere la<br />
sua rabbia. Alla fine, mi diede un altro schiaffo con la mano<br />
guantata.<br />
«Basta! Ho sentito fin troppo» esclamò, respirando<br />
affannosamente. Estrasse una moneta dalla borsa che aveva<br />
alla cintura e la gettò nel fango. «Vatti a comprare del cibo,<br />
sei troppo magra.»<br />
Poi, mentre mi chinavo a raccogliere la moneta, mi afferrò<br />
per i capelli e mi tirò su la testa, sib<strong>il</strong>andomi all’orecchio:<br />
«Non raccontare a nessuno della nostra chiacchierata. Hai<br />
capito? Se terrai la bocca chiusa, avrai una borsa piena di<br />
monete come quella. Ma se dici anche solo una parola a<br />
Adela o a chiunque altro, verrò a cercarti e ti taglierò la gola.<br />
Giuralo, mocciosa, giuralo sulla tua vita sciagurata».<br />
Osmond fece ritorno subito dopo la campana del coprifuoco.<br />
Attraversò la stanza con passo pesante e si lasciò<br />
cadere nell’angolo opposto a quello dov’era seduta Adela<br />
con <strong>il</strong> mostriciattolo.<br />
«Dove sei stato?» gli chiese Adela con un’espressione<br />
di rabbia mista a sollievo. «Ti ho cercato dapp...»<br />
17
«Dove sono stato, secondo te? A ubriacarmi, ecco<br />
dove.»<br />
«Adela era terrib<strong>il</strong>mente in pena per voi» intervenne<br />
Rodrigo in tono grave. «E non abbiamo soldi da sprecare<br />
nel bere.»<br />
«Non mi fate la predica, Rodrigo. Non sono un vostro<br />
allievo. Per Dio, non mi stupisce che Jofre se ne andasse<br />
al bordello ogni volta che poteva, con voi che lo tormentavate.»<br />
Rodrigo serrò la mascella. «Avete una moglie e un<br />
bambino a cui pensare.»<br />
«Lo so che ho un figlio, accidenti. Perché credete che<br />
sia andato a bere? Se solo fosse morto <strong>il</strong> giorno in cui<br />
Adela lo ha dato alla luce.»<br />
Adela trasalì come se avesse ricevuto uno schiaffo.<br />
«No, Osmond, ti prego, non dire queste cose. Non di tuo<br />
figlio.»<br />
Il mostriciattolo cominciò a gemere. Adela lo cullò, ma<br />
i suoi movimenti nervosi non lo tranqu<strong>il</strong>lizzarono, anzi.<br />
Allora aprì la veste e se lo portò al seno. Osmond rimase<br />
a guardarli con un’espressione spaventata e disgustata.<br />
Poi si voltò e vomitò.<br />
Anche al buio sapevo che Osmond stava cercando<br />
disperatamente di restare sveglio. Rodrigo lo aveva trascinato<br />
fuori e bagnato con l’acqua ghiacciata del pozzo per<br />
fargli passare la sbornia, poi lo aveva riportato nella stanza.<br />
Osmond era rimasto seduto per un po’, rabbrividendo dal<br />
freddo, ma poi si era addormentato. Quando cominciò a<br />
russare, estrassi le <strong>rune</strong> dal mio sacchetto. Morrigan, vieni<br />
a me. Stesi le mani verso la porta: stavolta dovevano sentirlo<br />
anche gli altri. <strong>La</strong> voce che invase la stanza era più forte<br />
che mai: era la paura di Osmond ad alimentarla. Mi vuoi<br />
morto, padre, ma io divento ogni giorno più forte. Ti<br />
distruggerò per ciò che hai fatto. So chi sei, padre. Lo so...<br />
18
Osmond lanciò un grido di dolore e attraversò la stanza<br />
barcollando, urtò <strong>il</strong> tavolo e inciampò in Rodrigo che<br />
se ne stava raggomitolato davanti alle braci del fuoco.<br />
Rodrigo balzò in piedi con ag<strong>il</strong>ità, afferrando Osmond e<br />
allontanandolo da Adela e dal bambino.<br />
«Ditemi che lo avete sentito...» mormorò, quasi singhiozzando.<br />
«Io non ho sentito altro che le vostre grida. Vedete<br />
cosa succede quando si alza <strong>il</strong> gomito?»<br />
In quel momento, si udì qualcuno bussare energicamente<br />
alla porta. Non appena Rodrigo tolse la spranga,<br />
Margaret e la figlia Cicely irruppero nella stanza, lanterna<br />
alla mano, stringendosi l’una contro l’altra e scrutando<br />
nella penombra.<br />
«Ecco, madre. Il bambino è quello laggiù. Ha detto<br />
cose terrib<strong>il</strong>i, contro natura. Mi incitava a fare cose malvagie,<br />
che nessuna fanciulla onesta farebbe mai.»<br />
Osmond allontanò Rodrigo. «Dunque l’avete sentito<br />
anche voi?»<br />
Adela guardò Osmond, poi la ragazza, con un’espressione<br />
inorridita. «Il piccolo non ha detto una parola. Come<br />
potrebbe? Rodrigo, voi non avete sentito nulla, vero?<br />
Nulla, a parte le urla di Osmond che ha avuto un altro dei<br />
suoi incubi.»<br />
Margaret la attaccò, indignata: «State forse dicendo<br />
che mia figlia è una bugiarda? Guardatela, poverina!<br />
Guardate cosa le ha fatto <strong>il</strong> vostro moccioso mentre dormiva»<br />
e, così dicendo, le scostò i capelli e sollevò la lanterna,<br />
mostrando un segno violaceo sul collo della ragazza.<br />
«Ha tentato di strangolarla, altroché!»<br />
Rodrigo si avvicinò e prese la lanterna per osservare la<br />
pelle di Cicely. «Quello non è certo un livido e sono certo<br />
che vostra figlia non stesse dormendo quando gliel’hanno<br />
fatto.»<br />
<strong>La</strong> vedova la strinse al seno, rischiando di soffocarla.<br />
19
«Mia figlia è una fanciulla onesta. Sa bene che la scuoierei<br />
viva se la sorprendessi anche solo a guardare un uomo. E<br />
poi, è poco più di una <strong>bambina</strong>, e non pensa neanche a<br />
certe cose.» Quindi, spingendola fuori dalla stanza<br />
aggiunse: «Non lascerò che quel marmocchio tormenti la<br />
mia piccola. Non finisce qui, ve lo assicuro».<br />
E se ne andò sbattendo la porta. Osmond, che aveva la<br />
schiena appoggiata al muro, si lasciò scivolare lentamente<br />
a terra, la testa fra le mani.<br />
Rodrigo si passò le dita fra i capelli. «Temo che dovremo<br />
trovarci un nuovo alloggio.» Poi sbatté <strong>il</strong> pugno sul<br />
tavolo ed esclamò: «Per Dio! Troveremo mai pace?».<br />
Rodrigo era talmente sicuro che la vedova ci avrebbe<br />
chiesto di andarcene che uscì all’alba per andare a cercare<br />
un altro posto dove stare. Anche Osmond lasciò la<br />
stanza senza attendere la campana della prima ora, e io e<br />
Adela eravamo certe che non lo avremmo rivisto fino al<br />
tramonto. Invece tornò a metà mattina senza alcuna spiegazione,<br />
e prese a fare su e giù per la stanza come se<br />
potesse andarsene di nuovo da un momento all’altro.<br />
A un certo punto, si udirono dei passi lungo la scala di<br />
legno. Poi, senza alcun preavviso, la porta si aprì ed entrò<br />
un sacerdote vestito con una lunga tonaca nera, una cotta<br />
bianca e un mantello nero con <strong>il</strong> cappuccio. Ne avevo<br />
visti abbastanza in città per sapere che si trattava di uno<br />
dei canonici dell’abbazia di Wellow. Dopo di lui entrò un<br />
ragazzo con una semplice tonaca nera rattoppata e, subito<br />
dietro, Margaret e la figlia.<br />
Il canonico diede uno sguardo torvo a Adela e a Carwyn,<br />
poi disse, rivolto alla vedova: «È questo <strong>il</strong> bambino?».<br />
«Sì,» rispose lei con voce concitata «è <strong>il</strong> demone che<br />
tormenta mia figlia.»<br />
Adela, stringendo Carwyn al petto, indietreggiò. «Non<br />
ha fatto nulla di male.»<br />
20
Il canonico la ignorò e agitò la mano all’indirizzo del<br />
novizio. «Forza ragazzo, datti da fare. Come pensi che<br />
possa procedere quando tutto quello che mi serve è nella<br />
tua sacca?»<br />
«Cos’hanno intenzione di fare?» chiese Adela, spaventata.<br />
«Osmond, che succede? Perché sono qui?»<br />
Osmond non osava guardarla.<br />
Il ragazzo distolse gli occhi da Adela e cominciò a frugare<br />
nella sacca, estraendo un crocifisso di legno nero, un<br />
cero bianco, un’ampolla d’olio e una d’acqua, un ramoscello<br />
di issopo e, infine, un flagello di cuoio. Adela lanciò<br />
un grido alla vista dell’ultimo oggetto e, stringendo a sé <strong>il</strong><br />
mostriciattolo, tentò di fuggire, ma Osmond la bloccò.<br />
«Non abbiamo scelta, Adela. Devono...»<br />
«Dov’è stato battezzato <strong>il</strong> bambino?» chiese <strong>il</strong> canonico.<br />
Osmond rispose, gli occhi fissi a terra. «Non siamo riusciti<br />
a trovare nessun sacerdote, per via della peste.»<br />
«E perché non lo avete fatto battezzare subito, quando<br />
siete giunti in città?»<br />
«Avevamo bisogno di soldi per mangiare e pagare l’affitto<br />
della stanza. Lo avrei fatto non appena fossi riuscito<br />
a mettere da parte <strong>il</strong> denaro per la tassa...» ma non terminò<br />
la frase. Sapevamo entrambi che era una penosa bugia.<br />
«Avreste dovuto farlo battezzare anche a rischio di<br />
morire di fame» sib<strong>il</strong>ò <strong>il</strong> canonico. «Lo avete lasciato in<br />
balia del demonio. È meglio che i bambini muoiano appena<br />
nati piuttosto che vivano nel peccato.» Poi stese le mani<br />
verso Carwyn e disse: «Il piccolo dev’essere spogliato».<br />
«No, vi prego, vi prego» gemette Adela, chinandosi sul<br />
figlioletto. Il canonico lo afferrò, tentando di strapparglielo<br />
dalle mani, senza però riuscirvi. Pensai che Carwyn<br />
si sarebbe spezzato in due. Allora Osmond venne in suo<br />
aiuto e allentò la presa di Adela, che sembrò arrendersi e<br />
si lasciò cadere sul letto con un gemito, la mano premuta<br />
sulla bocca.<br />
21
Alla fine fu Margaret a mettere <strong>il</strong> bambino sul tavolo e<br />
a spogliarlo, mentre la figlia si aggiustava la veste sul seno<br />
e sui fianchi tentando di incrociare lo sguardo del novizio,<br />
rosso come un papavero.<br />
Il canonico estrasse dalla tonaca una strisciolina di cuoio<br />
da cui pendeva una minuscola volpe d’argento e la mise<br />
davanti a Carwyn, mentre con l’altra mano gli mostrava <strong>il</strong><br />
crocifisso di legno nero. Il piccolo osservò attentamente<br />
entrambi gli oggetti, poi allungò la manina verso la volpe<br />
d’argento che scint<strong>il</strong>lava davanti ai suoi occhi.<br />
Margaret esclamò, in tono trionfante: «Visto? Ha allungato<br />
la mano verso <strong>il</strong> simbolo del diavolo!» e si fece <strong>il</strong><br />
segno della croce.<br />
«Che dite!» esclamò Adela. «Ha solo allungato la mano<br />
verso l’oggetto più br<strong>il</strong>lante, come avrebbe fatto qualsiasi<br />
bambino.»<br />
«Se fosse una creatura innocente, Nostro Signore gli<br />
indicherebbe la scelta giusta» sentenziò <strong>il</strong> canonico.<br />
«Tuttavia, se avete ancora dei dubbi, dimostriamo che la<br />
vedova dice la verità.»<br />
Aprì l’ampolla d’acqua e vi intinse <strong>il</strong> ramoscello di issopo,<br />
per poi scuoterlo sopra <strong>il</strong> corpicino nudo del mostriciattolo,<br />
che si mise subito a str<strong>il</strong>lare.<br />
«Acqua santa. Guardate come la teme. Non vi è più<br />
alcun dubbio.»<br />
Accese <strong>il</strong> cero e lo sistemò accanto al bambino, che si<br />
volse a guardare la fiamma e smise lentamente di piangere.<br />
Poi prese <strong>il</strong> crocifisso e poggiò una mano sulla testa di<br />
Carwyn.<br />
«Io, padre Gregorio, ti ordino, demone, di manifestare<br />
la tua presenza. Se ti nascondi nel corpo di questa creatura,<br />
dimmi <strong>il</strong> tuo nome.»<br />
Carwyn si limitò a fare una smorfia e a battere le palpebre<br />
di fronte alla luce guizzante del cero.<br />
Allora <strong>il</strong> canonico lo prese in braccio. Per un attimo pen-<br />
22
sai, con un brivido di eccitazione, che lo avrebbe scagliato<br />
a terra, invece lo mise a pancia in giù e prese <strong>il</strong> flagello.<br />
«No!» urlò Adela, scagliandosi contro di lui e tentando<br />
di morderlo.<br />
Il canonico la spinse tra le braccia di Osmond. «È per<br />
<strong>il</strong> bene di vostro figlio. Se la carne soffre, <strong>il</strong> demone non<br />
vorrà più restarvi e sarà costretto a manifestare la sua presenza.»<br />
E, così dicendo, colpì la schiena nuda del bambino,<br />
che si mise di nuovo a str<strong>il</strong>lare. Osmond teneva ferma<br />
Adela, ma evitava di guardare <strong>il</strong> figlio. Il canonico si accanì<br />
tre volte su Carwyn, ordinando al demone di parlare. Il<br />
bambino urlò ancora più forte, ma non disse nulla.<br />
Alla fine <strong>il</strong> canonico fece cenno al novizio terrorizzato<br />
di riporre gli oggetti nella sacca. «Rivestitelo» ordinò a<br />
Margaret. «Lo porterò all’abbazia di Wellow. È evidente<br />
che è posseduto da un demone particolarmente ostinato.<br />
Ci vorranno tempo e pazienza per esorcizzarlo.»<br />
Adela gridava quasi quanto Carwyn. «Non lascerò che<br />
me lo portiate via!»<br />
Osmond dovette fare appello a tutte le sue forze per<br />
trattenerla. «È l’unico modo, Adela» le disse. «Non avremmo<br />
mai dovuto... è la punizione per <strong>il</strong> nostro peccato.»<br />
<strong>La</strong> vedova, intanto, fasciò stretto Carwyn, come se<br />
temesse che <strong>il</strong> demone potesse saltar fuori dal suo corpo<br />
da un momento all’altro. «Come farete a esorcizzarlo,<br />
padre?» chiese ansiosa.<br />
Il canonico alzò le spalle. «Cercheremo di mortificare la<br />
carne: lo immergeremo nell’acqua gelida, lo nutriremo solo<br />
d’acqua, lo pungeremo con degli sp<strong>il</strong>li... Quando <strong>il</strong> demone<br />
avrà sofferto abbastanza, si manifesterà, e lo terremo fra<br />
le sacre mura dell’abbazia finché non riusciremo a scacciarlo,<br />
di modo che non si impossessi di un’altra creatura.»<br />
«Ma poi mi ridarete mio figlio, vero? Promettetemelo!»<br />
esclamò Adela.<br />
23
Il canonico la guardò come se fosse impazzita. «È fuori<br />
questione» rispose. «Non siete certo in grado di allevare<br />
un bravo cristiano. Non l’avete neanche battezzato. Se <strong>il</strong><br />
bambino morirà, vorrà dire che era predestinato alla<br />
dannazione eterna. Se sopravvivrà, verrà battezzato e<br />
portato in un convento, dove sarà allevato dalle suore finché<br />
non avrà compiuto sette anni. Poi tornerà da noi per<br />
dedicare la sua vita a Dio, in segno di gratitudine per essere<br />
stato salvato dalle fiamme dell’inferno. Quanto a voi e<br />
a vostro marito, fareste meglio a recarvi subito alla chiesa<br />
di San Giacomo e confessare la vergognosa negligenza di<br />
cui vi siete resi colpevoli nei confronti di vostro figlio.»<br />
E, così dicendo, prese in braccio Carwyn e uscì dalla<br />
stanza, con <strong>il</strong> mantello nero che gli svolazzava intorno.<br />
Adela chiuse gli occhi e rimase immob<strong>il</strong>e fra le braccia<br />
di Osmond.<br />
«Adela, cerca di capire, non avevo scelta» le disse<br />
Osmond in tono supplichevole, tentando di abbracciarla.<br />
«Era maledetto per colpa di ciò che abbiamo fatto.»<br />
Udendo quelle parole, Adela si voltò di scatto e<br />
Osmond, colto alla sprovvista, perse l’equ<strong>il</strong>ibrio e indietreggiò<br />
barcollando. Poi si avventò su di lui, picchiandolo<br />
e graffiandolo come se fosse anche lei posseduta.<br />
«Ti odio! Ti ucciderò per quello che hai fatto! Te lo<br />
giuro!» urlò.<br />
Osmond, gli occhi pieni di lacrime, la allontanò e si<br />
precipitò fuori dalla stanza, scontrandosi con Rodrigo,<br />
che era tornato in quel momento e se ne stava in piedi<br />
sulla soglia, con un’espressione sconcertata.<br />
«Adela, cos’è successo?» le chiese, e lei gli si gettò fra<br />
le braccia, singhiozzando.<br />
Le paludi erano immerse nell’oscurità. Le capanne<br />
erano <strong>il</strong>luminate dalla luce <strong>delle</strong> candele e l’aria era satura<br />
del fumo dei tanti fuochi casalinghi. I conciatori erano<br />
24
incasati da tempo per cena. Osmond stava in piedi nel<br />
cort<strong>il</strong>e. Il suo volto, rischiarato dalle fiamme della torcia<br />
sopra di lui, era bianco come quello di un cadavere. Era<br />
rimasto lì dalla campana della compieta, appoggiato al<br />
muro con lo sguardo fisso sulla finestra della nostra stanza,<br />
avvolto nel mantello per difendersi dalle sferzate del<br />
vento marino. Sapevo che aveva paura di affrontare<br />
Adela, forse anche Rodrigo, ma anche che non se ne<br />
sarebbe mai andato. Adorava Adela, anche adesso che lei<br />
lo odiava.<br />
Come se sapesse che era lì, Adela si affacciò alla finestra<br />
e si guardarono a lungo. Lei stringeva fra le mani la<br />
cuffietta del bambino, quella che aveva cucito quando era<br />
nel convento. Da quando <strong>il</strong> canonico se ne era andato,<br />
non se ne era più separata, e ogni tanto la sfregava contro<br />
la guancia come fosse la testa di Carwyn.<br />
Osmond fece un passo avanti. Continuava a ripetere,<br />
sottovoce: «Mi dispiace, mi dispiace», ma Adela lo fissava<br />
con volto inespressivo, come se stesse guardando uno<br />
scarafaggio annegare in una pozzanghera. Poi si allontanò<br />
dalla finestra e si mise a tagliare un pezzo di carne in sott<strong>il</strong>i<br />
striscioline. Osmond, disperato, si voltò verso <strong>il</strong> muro<br />
e sollevò le mani sopra la testa. Sapevo che avrebbe continuato<br />
ad aspettare: nulla lo avrebbe strappato dal luogo<br />
in cui poteva vedere Adela.<br />
Ciò che accadde in seguito si svolse in pochi istanti. Io<br />
vidi tutto, anche se loro non fecero caso alla mia presenza,<br />
come sempre del resto.<br />
Adela scoppiò in lacrime e Rodrigo le si avvicinò, cercando<br />
di cingerle le spalle con un braccio, ma lei lo respinse<br />
e si precipitò fuori dalla stanza. Corse giù per le scale e<br />
raggiunse Osmond nel cort<strong>il</strong>e immerso nell’oscurità.<br />
A un tratto, si udì un grido prolungato. Rodrigo corse<br />
alla finestra, scostandomi bruscamente. Adela era china<br />
su Osmond, che giaceva a terra, con entrambe le mani sul<br />
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petto, da cui sgorgava un fiotto di sangue. Adela mise le<br />
mani sulle sue come a voler impedire alla vita di abbandonarlo.<br />
Poi gli sollevò la testa e lo cullò come faceva con<br />
Carwyn, baciandolo freneticamente. Ma Osmond era<br />
immob<strong>il</strong>e come una bambola di legno.<br />
Rodrigo si precipitò giù per le scale e allontanò Adela<br />
dal corpo abbandonato di Osmond, scrutandolo ansiosamente<br />
in cerca di un segno di vita.<br />
«L’ho ucciso» singhiozzò Adela. «Lo volevo morto<br />
e...», ma non completò la frase, poiché le sue parole si trasformarono<br />
in un grido lancinante e quasi animalesco.<br />
A un tratto <strong>il</strong> cort<strong>il</strong>e si riempì di persone armate di<br />
torce e lanterne, che accorsero dalle case vicine, fermandosi<br />
di colpo davanti a quella macabra scena. Osmond<br />
giaceva a terra con un’espressione sbigottita e una macchia<br />
scura sul petto. Le mani di Adela erano coperte di<br />
sangue, come pure quelle di Rodrigo.<br />
Lo sceriffo si fece strada tra la folla e abbassò gli occhi<br />
sul cadavere, senza però toccarlo: era evidente che<br />
Osmond fosse morto. <strong>La</strong> folla tacque, aspettando che lo<br />
sceriffo si pronunciasse. Questi guardò a lungo Adela e<br />
Rodrigo, indeciso su chi fosse <strong>il</strong> colpevole.<br />
<strong>La</strong> vedova si fece avanti spingendo via un grassone che<br />
le bloccava <strong>il</strong> passaggio. Indicò Adela ed esclamò: «È<br />
stata lei! Ha ucciso <strong>il</strong> suo povero marito innocente!». <strong>La</strong><br />
figlia si mise a str<strong>il</strong>lare come se fosse stata lei la moglie di<br />
Osmond. <strong>La</strong> madre, però, la ignorò e alzò la voce a beneficio<br />
della folla: «Ho sentito quell’arpia giurare che<br />
l’avrebbe ucciso oggi stesso!». Poi, indicando Rodrigo,<br />
aggiunse: «Anche lui l’ha sentita. Chiedeteglielo sotto<br />
giuramento».<br />
«No, no! Questa donna è innocente» esclamò Rodrigo<br />
frapponendosi tra la vedova e Adela. E, sollevando <strong>il</strong><br />
capo in segno di sfida, disse: «Sono stato io a pugnalare<br />
Osmond».<br />
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Adela e io trascorremmo le notti successive accoccolate<br />
nel portico della chiesa di Santa Maria, nei pressi del<br />
porto, insieme agli altri mendicanti. Margaret ci aveva cacciato<br />
ancora prima che la folla portasse via Rodrigo. Non<br />
avrebbe sopportato che quella strega di Adela restasse<br />
un’altra notte sotto <strong>il</strong> suo tetto, così aveva detto. Margaret<br />
era l’unica a non credere alla colpevolezza di Rodrigo. Gli<br />
altri abitanti di Grimsby erano certi che fosse stato lui. Un<br />
maledetto forestiero aveva ucciso un bravo giovane inglese.<br />
Non era una novità: i forestieri attaccavano sempre briga<br />
con la gente del luogo nelle taverne.<br />
Rodrigo non tentò di difendersi. «Sono colpevole» disse.<br />
«Era geloso del marito» mormorava la gente. «Voleva<br />
quella bella ragazza tutta per sé.»<br />
«Impiccatelo» sentenziò <strong>il</strong> giudice. «Non rimarrà a<br />
lungo in prigione, mangiando a spese della comunità. C’è<br />
un gruppo di delinquenti che deve essere impiccato fra<br />
tre giorni.»<br />
Adela fu l’unica a non dire una parola. Se ne stava seduta<br />
tutto <strong>il</strong> tempo, con lo sguardo perso nel vuoto. Gemeva,<br />
ma non piangeva: non aveva più lacrime. Se non fosse<br />
stato per me, sarebbe rimasta rannicchiata sul ciglio della<br />
strada su cui l’aveva sbattuta la vedova. Fui io a portarla<br />
fino alla chiesa ed ero io a mendicare ogni giorno quel po’<br />
di birra e pane secco che distribuivano come elemosina,<br />
sebbene lei non mangiasse quasi nulla.<br />
Solo quando vide gli abitanti di Grimsby annodare le<br />
funi sul patibolo, saggiarne la resistenza e disporre degli<br />
sgabelli sotto di esse, sembrò scuotersi dal suo torpore e<br />
si rese finalmente conto che Rodrigo sarebbe stato impiccato.<br />
Così fece appello a tutte le sue forze e si diresse<br />
verso la prigione della città.<br />
Il velo sgualcito che le copriva <strong>il</strong> capo era trattenuto<br />
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ormai solo da qualche forcina e lasciava intravedere i riccioli<br />
biondi. Aveva le guance talmente scavate che i suoi<br />
occhi azzurri sembravano enormi. Malgrado gli abiti<br />
sporchi, o forse per via di essi, alcuni marinai che ciondolavano<br />
fuori dalle taverne tentarono di afferrarla mentre<br />
passava, offrendole qualche moneta se avesse accettato di<br />
soddisfarli. Lei li respinse, ma ero certa che, dopo qualche<br />
altra settimana trascorsa in mezzo ai mendicanti,<br />
sarebbe stata ben lieta di accettare <strong>il</strong> loro denaro.<br />
Si fermò sotto la finestra della prigione, alzandosi in<br />
punta di piedi e chiamando ripetutamente Rodrigo.<br />
Finalmente lui si affacciò. Le lunghe dita da musicista che<br />
stringevano le sbarre della finestra erano gonfie per via<br />
del freddo. Le catene che aveva ai polsi gli avevano lacerato<br />
la pelle. Il suo volto era talmente pallido e sciupato<br />
che sembrava già morto.<br />
Adela tentò di baciargli le mani rovinate, ma lui le ritrasse<br />
subito, come se se ne vergognasse. «Non sareste dovuta<br />
venire. Non è posto per voi, questo.»<br />
«Rodrigo, non capisco. Perché... perché avete detto che<br />
siete stato voi a pugnalare Osmond? Era già morto quando<br />
siete arrivato.»<br />
Lui aggrottò la fronte, come sorpreso dalla domanda.<br />
«L’ho fatto per voi, Adela. Non vi avrebbero semplicemente<br />
impiccata. <strong>La</strong> pena per le donne che uccidono <strong>il</strong><br />
marito è <strong>il</strong> rogo. Non potevo permettere che vi facessero<br />
questo.»<br />
Lei parve altrettanto sconcertata. «Ma non sono stata<br />
io a uccidere Osmond, Rodrigo. Ve lo giuro. Mi sono precipitata<br />
in cort<strong>il</strong>e per dirgli che mi dispiaceva e l’ho trovato<br />
a terra, coperto di sangue. Come potete credere che lo<br />
abbia pugnalato? Lo amavo più della mia stessa vita.»<br />
Rodrigo le sfiorò dolcemente le dita. «Quando vi ho<br />
raggiunta in cort<strong>il</strong>e, avete detto che eravate stata voi.<br />
Non vi biasimo: eravate impazzita dal dolore. Lo avete<br />
28
colpito senza nemmeno rendervene conto. A volte non ci<br />
ricordiamo di aver fatto certe cose perché non vogliamo<br />
pensarci.»<br />
«Ma io sono certa che, se avessi fatto una cosa così terrib<strong>il</strong>e,<br />
me ne ricorderei. Non avrei mai potuto fargli del<br />
male... Ho detto che ero stata io a ucciderlo perché mi<br />
sentivo responsab<strong>il</strong>e. Non nego che avrei voluto farlo<br />
quando quel canonico ha portato via Carwyn. È stata<br />
colpa mia perché, desiderandolo, ho fatto sì che accadesse.<br />
Sono io che merito di essere impiccata, non voi.»<br />
Poi afferrò le sbarre disperatamente e continuò: «Non<br />
permetterò che vi uccidano. Confesserò loro che sono<br />
stata io. Dirò che Osmond non era mio marito, ma mio<br />
fratello, così non mi condanneranno al rogo. Mi impiccheranno,<br />
lo so, ma voglio morire. Non ho più alcun<br />
motivo per vivere. Osmond e Carwyn non ci sono più e io<br />
non posso vivere senza di loro. Se morirò, li ritroverò:<br />
saremo di nuovo insieme. Vi farò r<strong>il</strong>asciare...».<br />
E fece per allontanarsi, ma Rodrigo la trattenne per un<br />
polso. «No, Adela, non servirà a nulla. Ho affermato di<br />
essere colpevole sotto giuramento. Mi impiccheranno<br />
comunque, qualunque cosa diciate loro. Sanno che<br />
Osmond era vostro marito. Se dovessero sospettare che<br />
avete avuto qualcosa a che fare con la sua morte, vi bruceranno<br />
viva. <strong>La</strong> vedova e <strong>il</strong> canonico testimonieranno<br />
contro di voi. Non avranno pietà di nessuno di noi due.»<br />
«Ma io non posso lasciarvi morire per un crimine che<br />
non avete commesso» gemette Adela.<br />
«Ascoltatemi. Non ho paura di ciò che mi attende: la mia<br />
fine ha tardato troppo a venire. È giusto che muoia adesso<br />
e in questo modo... C’è qualcosa che avrei dovuto dirvi, che<br />
avrei dovuto confessare da tempo... forse, se lo avessi fatto...<br />
«Quando ero giovane, a Venezia...» e fece una smorfia,<br />
come se stesse estraendo una freccia dal petto «c’erano<br />
molti intrighi politici. Era una città ricca e le famiglie riva-<br />
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leggiavano l’una con l’altra, spinte dall’invidia. Alcuni<br />
giovani ambiziosi di um<strong>il</strong>i origini tentavano di farsi strada<br />
mettendosi al servizio dei più ricchi.<br />
«Io non nutrivo ambizioni di quel genere: vivevo solo<br />
per la mia musica. Ma avevo un amico che mi era caro<br />
come le note del mio liuto e la purezza della voce di un<br />
fanciullo. Eravamo cresciuti insieme: eravamo stati svezzati<br />
dalla stessa balia e, in seguito, dalla stessa prostituta.<br />
Lui però era avido di potere e di onori. Così si era messo<br />
al servizio di una <strong>delle</strong> case più ricche di Venezia, svolgendo<br />
ogni tipo di incombenza e aspettando la sua occasione.<br />
Un giorno i suoi padroni gli dissero che c’era un mercante<br />
d’oro, un uomo di grande influenza politica, che aveva<br />
causato loro non pochi problemi e, se avesse avuto un<br />
incidente, gli sarebbero stati molto... grati. Il mio amico<br />
colse al volo quell’opportunità.<br />
«Vi giuro che non sapevo nulla del suo piano. Un giorno,<br />
mentre passeggiavamo tra la folla, vidi che era teso,<br />
ma notai a malapena l’improvviso movimento della sua<br />
mano verso un uomo di spalle. Prima che mi rendessi<br />
conto di ciò che stava accadendo, l’uomo si curvò in avanti<br />
e cadde a terra, mentre <strong>il</strong> mio amico scompariva tra la<br />
folla. Io rimasi a guardare la scena come un allocco.<br />
«Il mio amico si era servito di un’arma speciale, chiamata<br />
<strong>il</strong> “coltello dell’assassino”. Ha <strong>il</strong> manico di vetro e una<br />
lama sott<strong>il</strong>e ma letale. Quando l’assassino lo conficca nella<br />
schiena della sua vittima, <strong>il</strong> manico si rompe senza lasciare<br />
tracce, e lui può d<strong>il</strong>eguarsi tra la folla. <strong>La</strong> vittima barcolla e<br />
si accascia a terra e coloro che lo circondano pensano si sia<br />
sentito male o che gli sia scoppiato <strong>il</strong> cuore. Così mandano<br />
a chiamare <strong>il</strong> dottore, e solo allora si accorgono che è stato<br />
pugnalato. Ma, a quel punto, l’assassino è già lontano.<br />
«Il mio amico, però, non era così esperto. Il pugnale<br />
non uccise subito <strong>il</strong> mercante, che ebbe <strong>il</strong> tempo di sussurrare<br />
che era stato pugnalato. <strong>La</strong> gente cominciò a guardar-<br />
30
si intorno e mi vide lì, immob<strong>il</strong>e. Quando mi resi conto<br />
che gli occhi di tutti erano puntati su di me, tentai di fuggire,<br />
ma era troppo tardi, e fui arrestato.<br />
«Ero giovane e spaventato. Voi non sapete cosa significhi<br />
essere incatenati nelle celle sotto <strong>il</strong> livello della laguna,<br />
dove l’acqua fetida f<strong>il</strong>tra attraverso le pietre, i ratti<br />
corrono sul pavimento e le grida degli altri prigionieri riecheggiano<br />
fra le mura. Alcuni restano lì mesi, persino<br />
anni, a meno che non vi sia un’inondazione, nel qual caso<br />
annegano lentamente. Una volta confessai a Camelot che<br />
temevo <strong>il</strong> dolore fisico: fu lì che imparai ad averne paura.<br />
«Mi interrogarono: volevano che dicessi loro per chi<br />
lavoravo. Resistetti per giorni, anche se non saprei dire per<br />
quanti, visto che <strong>il</strong> tempo laggiù non esiste, ma alla fine<br />
feci <strong>il</strong> nome del mio migliore amico, che prese <strong>il</strong> mio posto<br />
in quella cella e infine fu giustiziato. L’uomo che tradii...<br />
era <strong>il</strong> fratello maggiore di Jofre.<br />
«Ogni traccia di lui fu cancellata prima della nascita di<br />
Jofre e <strong>il</strong> suo nome non fu mai più pronunciato in famiglia.<br />
Il padre, però, fu distrutto da quella disgrazia. Forse<br />
era per questo che era così duro con Jofre: vedeva in lui<br />
l’ombra del fratello.<br />
«Ho ingannato Jofre ogni giorno che ho trascorso<br />
accanto a lui, perché non gli ho mai detto che aveva avuto<br />
un fratello, un fratello che io avevo mandato a morte per<br />
salvarmi. Se gli fosse stato accanto durante la sua infanzia,<br />
sono certo che Jofre non starebbe marcendo sotto un<br />
altare in una terra straniera. Sono responsab<strong>il</strong>e della<br />
morte <strong>delle</strong> due persone che ho amato più al mondo ed è<br />
giunto <strong>il</strong> momento che paghi per le mie colpe con la mia<br />
miserab<strong>il</strong>e vita. Se facendolo posso salvarvi, Adela, tanto<br />
meglio. <strong>La</strong>sciate che compia l’unica azione degna e onesta<br />
di tutta la mia esistenza. <strong>La</strong>sciate che la mia morte cancelli<br />
la mia colpa nei confronti di Jofre, di suo fratello, di<br />
Cygnus, di tutti quanti.»<br />
31
Adela lo guardò a lungo negli occhi, poi lo baciò. Non<br />
pianse. Lo baciò e se ne andò a capo chino, con le braccia<br />
intorno al corpo come a voler stringere tutti gli uomini<br />
che aveva amato e che erano morti.<br />
Rodrigo rimase a guardarla finché non scomparve,<br />
aggrappato alle sbarre di ferro con le mani ferite.<br />
«Non avevate bisogno di salvarla, Rodrigo. Non è stata<br />
lei a uccidere Osmond.»<br />
Rodrigo sobbalzò violentemente. Ero nascosta nell’ombra,<br />
così non mi aveva notata. Non si accorgono mai di me.<br />
«Ero affacciata alla finestra e ho visto chi ha ucciso<br />
Osmond. È stato Taranis, l’uomo a cui Adela era promessa.<br />
Fu lei a raccontarci la sua storia, quella notte nella cappella.<br />
Disse che Osmond lo aveva affrontato e che era morto.<br />
Ma non era vero. Taranis era in città per affari e l’ha riconosciuta<br />
nella piazza del mercato. Quando ha scoperto che<br />
chiamava Osmond con <strong>il</strong> nome di marito, è rimasto disgustato,<br />
perché anche quella era una menzogna. Era suo fratello.<br />
Adela ha provato a dirvelo poco fa, ma voi non le<br />
avete creduto.<br />
«Taranis è venuto nel cort<strong>il</strong>e del conciatore. L’ho visto<br />
con i miei occhi. Ha aspettato fino a quando Adela si è<br />
allontanata dalla finestra, poi ha colpito. Adela era sincera<br />
quando ha detto che aveva trovato Osmond a terra, ma<br />
è impossib<strong>il</strong>e, ormai, capire quale sia la verità fra tutte<br />
queste bugie. E ora morirete per salvare <strong>il</strong> nemico di<br />
Adela. Avete gettato via la vostra vita per niente.»<br />
Rodrigo mi fissò, dapprima incredulo, poi inorridito.<br />
«Perché non ce l’hai detto quella notte? Perché?»<br />
«Perché non me l’avete chiesto. Nessuno mi chiede<br />
mai nulla. Ho provato a mettere in guardia Camelot <strong>il</strong><br />
giorno in cui l’ho incontrata alla fiera del solstizio d’estate,<br />
ma non ha voluto ascoltarmi. Mi ha dato mezza focaccia.<br />
Nessuno mi aveva mai dato nulla prima di allora.<br />
Credevo... credevo che volesse prendersi cura di me.<br />
32
Credevo di piacerle. Ho provato a darle qualcosa in cambio,<br />
ma non l’ha voluta. Non mi ha voluta. E non mi ha<br />
ascoltata, anzi: ha riso di me. E mi ha mentito. Era una<br />
bugiarda.»<br />
Rodrigo sbatté la testa contro le sbarre, confuso. «Cosa<br />
vuoi dire... perché ne parli come se fosse una donna?»<br />
Io sorrisi. Non lo sapeva ancora. «Perché era una donna,<br />
ed era innamorata di voi, non ve ne eravate mai accorto?<br />
Siete talmente cieco e stupido. È entrata nella conca velenosa<br />
per salvarvi, ma voi non avete voluto ascoltare la verità. Il<br />
lupo, i cigni, la voce di Carwyn: era tutto opera mia. Avete<br />
detto che io non potevo provocare un incendio, ma vi sbagliavate.<br />
Io potevo fare tutto. Avreste dovuto dar retta a<br />
Camelot, sapete... e anche a me.»<br />
«Che cosa ho fatto!» gemette Rodrigo. «Sancta Maria,<br />
Mater Dei, perdonami!»<br />
«Forse porterò Adela con me e la farò morire sulla<br />
strada. O forse la lascerò nelle mani di Taranis. Può anche<br />
darsi che finisca in qualche bordello, per la gioia dei marinai.<br />
Non durerà a lungo senza la vostra protezione. Poi<br />
sarà la volta di Camelot. <strong>La</strong> troverò. Le <strong>rune</strong> mi condurranno<br />
a lei, ovunque si trovi, e pagherà per quel che mi ha<br />
fatto. Soffrirà più di tutti voi, ve lo assicuro.»<br />
«Non te lo permetterò!» sbraitò Rodrigo, furioso e,<br />
insieme, spaventato. Tentò di afferrarmi attraverso le sbarre,<br />
ma ero troppo distante.<br />
«E come farete a impedirmelo? Siete incatenato, ricordate?<br />
E domani vi impiccheranno.»<br />
Rodrigo scuoteva le sbarre come un golem, tentando<br />
di staccarle. «Fermatela! Qualcuno la fermi! Quella <strong>bambina</strong><br />
è diabolica. È un’assassina. Dovete fermarla! Vi<br />
distruggerà!»<br />
Una piccola folla si radunò intorno alla finestra della<br />
cella, ridendo della disperazione di Rodrigo.<br />
«Fatemi uscire, vi prego! Devo fermarla!»<br />
33
Quando mi allontanai alla ricerca di Adela, stava ancora<br />
gridando. Nessuno avrebbe fatto caso alle sue parole. I<br />
condannati a morte si dichiarano sempre innocenti, quando<br />
si avvicina <strong>il</strong> giorno dell’esecuzione. <strong>La</strong> gente sa che non<br />
è vero. Sono tutti colpevoli, e pagheranno. <strong>La</strong>ncio le <strong>rune</strong><br />
dei troll, e altre tre ne lancio: frenesia, lussuria e oscenità.<br />
Chiunque mi segua, con me avrà morte e oscurità.<br />
Ti troverò, ovunque tu sia. Ti troverò.<br />
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