Epos n. 9 La giusta collera a cura di Gianmario Lucini - CFR

Antonino Giordano
Il guardiano - Ballata
Bussano alla mia porta. Chi sarà?
E’ notte ma il picchiar cupo rimbomba.
Nel cimitero dorme ognuno già,
composto nel silenzio della tomba.
Insistono: Che cosa c’è da fare?
Ma io sto fermo, chiuso nel mio guscio.
Di colpi ancora cresce il tempestare
E pare che si scardini il mio uscio.
Sbircio dalla finestra. Il mesto prato
Di luci tremolanti ha la sua coltre
Silente la pianura ha germinato
Altri fiori di morte, nati inoltre.
Ma quel bussare cresce e ancora dura.
Forse devo celar qualcun che fugge,
magari dentro qualche sepoltura?
Adesso piove e il tuono in cielo rugge.
Apro la porta alfine. E’ temporale.
Qualcuno è fuori e un tetto ora gli è caro.
Essere umano egli è, non animale.
C’è la tempesta e debbo dar riparo.
La pioggia scroscia ed io non vedo nulla.
“Chi sei, che vuoi?”, mi dò coraggio urlando.
Balena un lampo e scorgo una fanciulla.
Di freddo e di paura sta tremando.
Occhi sbarrati stan nel volto bello:
è tutta ansante, freme di paura.
“Entra, vieni!”. La copro col mantello,
la faccio entrar nelle mia casa scura.
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