Epos n. 9 La giusta collera a cura di Gianmario Lucini - CFR
Epos n. 9 La giusta collera a cura di Gianmario Lucini - CFR
Epos n. 9 La giusta collera a cura di Gianmario Lucini - CFR
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
la conoscenza ere<strong>di</strong>tata dalla tra<strong>di</strong>zione, dalla storia prima <strong>di</strong> tutto. <strong>La</strong> loro<br />
arma è la narrazione del mondo vista con occhi <strong>di</strong>versi dalla cultura<br />
massificata e, soprattutto, massme<strong>di</strong>atica. <strong>La</strong> loro legittimazione sta nella<br />
ricerca della verità, ponendo al centro <strong>di</strong> questa ricerca l’uomo, cercando<br />
<strong>di</strong> smontare, a livello emotivo, dei sentimenti e della razionalità, decenni <strong>di</strong><br />
incrostazioni e <strong>di</strong> visioni acritiche del mondo, contrabbandate come verità<br />
assoluta (la verità della tecnica, dell’economia neoliberista, della politica<br />
guerrafondaia, del mito del benessere infinito o, come <strong>di</strong>ceva il Leopar<strong>di</strong>,<br />
delle magnifiche sorti e progressive. Questo primo decennio del secolo ci ha<br />
fatto capire che il mondo è sull’orlo <strong>di</strong> un baratro e che l’umanità è in<br />
pericolo <strong>di</strong> gravissime sciagure, sul versante economico, ecologico,<br />
politico, morale, civile, perché il gigantismo della tecnica e la sfrenata<br />
ricerca <strong>di</strong> potenza da parte <strong>di</strong> pochi che ormai gestiscono le leve <strong>di</strong> ogni<br />
potere (quello politico compreso), sta innescando una serie <strong>di</strong> variabili nel<br />
sistema-mondo che da più versanti minano la nostra stessa sopravvivenza.<br />
<strong>La</strong> <strong>collera</strong> dunque, è anche presa <strong>di</strong> coscienza, oserei <strong>di</strong>re paura unita alla<br />
sfida. Il punto dove la paura per le sorti collettive (e insieme personali)<br />
supera <strong>di</strong> gran lunga la paura <strong>di</strong> pagare per lottare (perché chi lotta paga,<br />
spesso nell’in<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> tutti). <strong>La</strong> <strong>collera</strong> è dunque anche responsabilità,<br />
ossia rispondere alle generazioni future, oltre che al nostro tempo, <strong>di</strong><br />
come il mondo sta evolvendo. Io credo che queste ultime due, tre<br />
generazioni, dal dopoguerra in poi, debbano rispondere molto <strong>di</strong> fronte al<br />
tribunale della storia e noi tutti, intellettuali, artisti, poeti, dovremo<br />
rispondere <strong>di</strong> troppi nostri silenzi e <strong>di</strong> aver abbandonato a se stessi i pochi<br />
che hanno avuto la grandezza d’animo della ribellione, ognuno nel suo<br />
campo <strong>di</strong> attività. Abbiamo accettato che milioni <strong>di</strong> persone innocenti<br />
venissero trucidate nelle guerre assurde (quasi sempre causate<br />
dall’Occidente per accaparrarsi le materie prime o per altre motivazioni<br />
simili), abbiamo consentito ai nostri governi <strong>di</strong> appoggiare le più feroci<br />
<strong>di</strong>ttature senza mai ribellarci, abbiamo sopportato che un padronato avido<br />
e insieme piagnone come quello italiano si impadronisse <strong>di</strong> fatto della<br />
politica economica, abbiamo sopportato che il nostro Paese si allineasse su<br />
ogni scelta <strong>di</strong> guerra in<strong>giusta</strong> (come quelle dei Bush) col pretesto della<br />
“azione umanitaria”, abbiamo sopportato che molti nostri centri <strong>di</strong> potere<br />
contribuissero ad impoverire i paesi del Terzo Mondo, abbiamo taciuto<br />
ogni estate quando le mafie incen<strong>di</strong>avano i nostri boschi, non ci siamo mai<br />
scomposti per le politiche contro gli immigrati, non ci siamo stati mai<br />
quando era il caso <strong>di</strong> alzare la voce, alzare la mano, alzarsi incolleriti<br />
contro ogni ingiustizia. Abbiamo sempre chinato il capo, tacendo,<br />
4