18.04.2013 Views

Diritto internazionale - stefano botti scf

Diritto internazionale - stefano botti scf

Diritto internazionale - stefano botti scf

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

azioni. Molti hanno posto l’accento sul “fallimento” del processo di<br />

ottimizzazione dell’asset allocation mediante il ricorso a MVO e la<br />

richiesta di un paradigma alternativo di asset allocation non è mai<br />

stato più forte.<br />

La RP si poggia su un’idea relativamente semplice, in quanto percorre<br />

l’obiettivo di creare un portafoglio in cui le varie classi d’attivo contribuiscono<br />

in parti eguali al rischio complessivo del portafoglio stesso.<br />

Questa tecnica non si basa su alcun modello formale di rendimenti<br />

attesi e rappresenta un approccio euristico all’allocazione di portafoglio;<br />

la motivazione è intuitiva (non teorica) ed è guidata dall’insoddisfazione<br />

dei gestori di portafoglio circa le prestazioni realizzate<br />

da portafogli multi-asset class, nata dal parere che la diversificazione<br />

del capitale è meglio realizzata, nella pratica, attraverso la diversificazione<br />

del rischio nella costruzione del portafoglio. In verità, non è la<br />

prima volta che la MVO incontra critiche da parte degli investitori;<br />

negli anni novanta, alcuni accademici hanno proposto di migliorare il<br />

modello di Markowitz correggendone i limiti 2 , ma hanno continuato<br />

a mantenere lo stesso approccio, ovvero minimizzare la volatilità del<br />

portafoglio e stabilendo rendimenti attesi.<br />

I rischi macro che hanno dominato i mercati finanziari durante la crisi<br />

hanno reso molto difficile effettuare qualsiasi stima circa i rendimenti<br />

attesi; data l’elevata sensibilità agli errori di stima, i portafogli MVO<br />

sono stati contraddistinti da significativi limiti. La sfida, allora, consiste<br />

nell’individuare ed adottare una strategia di allocazione multiasset<br />

class che, in pratica dovrà mostrare di poter generare migliori<br />

rendimenti dati appunto dalla maggiore/migliore diversificazione dei<br />

rischi. Segnaliamo, però, che un modello formale di rendimenti tramite<br />

la RP, inteso come la soluzione portafoglio ottimale, deve ancora<br />

essere sviluppato in accademia e dovrebbe fornire uno spazio fecondo<br />

per la ricerca futura.<br />

I portafogli di RP fanno ricorso ad una maggiore allocazione in obbligazioni<br />

rispetto alle azioni, comportando rendimenti più contenuti<br />

in presenza di indicatori di efficienza rischio-rendimento migliori.<br />

Utilizzando un portafoglio composto da due classi, ad esempio, Qian<br />

(2011) paragona un portafoglio bilanciato 60/40 ad un portafoglio RP<br />

che assegna il 25% in azioni ed il 75% in obbligazioni. Questo portafoglio<br />

ha un più alto Sharpe ratio, ma rendimenti più bassi. Quindi, la<br />

soluzione è portare a leva il portafoglio 25/75. Per ottenere lo stesso<br />

rischio del portafoglio 60/40, il porfolio RP avrebbe un’allocazione<br />

più elevata in entrambe le asset class. Nel suo esempio, risulta essere<br />

il 41% in equity e 124% in obbligazioni. Qian esamina i benefici derivanti<br />

dalla diversificazione del portafoglio RP utilizzando tre para-<br />

2 “Portfolio Resampling” (Michaud, 1989)<br />

o “Robust Allocation” (Tütüncü e Koenig,<br />

2004); il concetto di “risk contribution” è<br />

stato sviluppato da Booth & Fama (1992).<br />

13 F i n a n z i a r i a S C F 1 1 2

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!